Pierre d'Alexis

Dalla pianta di vite al gioiello con Pierre d’Alexis




Ci sono vini che sono considerati dei gioielli. Ma ci sono anche gioielli realizzati in simbiosi con l’origine del vino, la pianta della vite. Ma non solo. L’idea di unire la tradizione con la gioielleria è di Grégoire Maret, svizzero dell’Alto Vallese, che ha dato vita alla Maison Pierre d’Alexis. L’idea è davvero diversa dal solito: pezzi di gioielleria che contengono un cuore di antico legno, realizzati a partire da ceppi di vite. La pianta si trasforma in un lingotto da lavorare, modellare e ricoprire con metallo prezioso, in alcuni casi con l’aggiunta di gemme.

Collana con oro, legno di vite e gemme di Pierre d'Alexis
Collana con oro, legno di vite e gemme di Pierre d’Alexis

Il risultato si chiama Cep de Coeur, la prima collezione di ciondoli realizzati a partire da un ceppo di vite, prodotto in un numero limitato. Un’idea nata nel 2019, durante una mostra sul tema della pianta della vite. Il designer, che è diplomato all’École Technique de la Vallée de Joux, ha pensato di trasformare il ceppo della vite in un materiale prezioso. Ma, in realtà, raggiungere l’obiettivo non è stato facile. Per riuscirci ha chiesto aiuto all’Università bernese di scienze applicate di Bienne, dove un team stava lavorando a un processo per densificare il legno da utilizzare come materiale da costruzione. Il tronco viene rifilato, impregnato con una resina sintetica, riscaldato ad alta temperatura e compresso. Ne risultano piccoli blocchi di circa tre centimetri. A quel punto il materiale è solido come una pietra e può essere lavorato come un gioiello.

Collana con ciondolo Cep de Coeur
Collana con ciondolo Cep de Coeur

Collana con ciondolo Cep de Coeur by Pierre d'Alexis
Collana con ciondolo Cep de Coeur by Pierre d’Alexis

Grégoire Maret. Copyright: gioiellis.com
Grégoire Maret. Copyright: gioiellis.com







I miti di Pierre d’Alexis

Pezzi unici, gemme, esoterismo nei gioielli del brand svizzero Pierre d’Alexis.

L’amore per le gemme si manifesta in tanti modi diversi. A volte, anche in modo sorprendente, per esempio nella École de la Vallée de Joux.  In questo angolo di Svizzera, nella valle del Giura, cantone di Vaud, nel 1994 si è specializzato in alta gioielleria e gemmologia Grégoire Maret. Artigiano e gioielliere, Maret ha dato vita a Pierre d’Alexis, una piccola boutique che produce pezzi unici con uno stile lontano da ogni tradizione, tra minimal ed eclettico, piccole opere singole.   

Anello mobile in oro giallo, grigio e rosso rivolto su se stesso nell'asse del diamante
Anello mobile in oro giallo, grigio e rosso rivolto su se stesso nell’asse del diamante

Maret, infatti, ama i gioielli d’arte, pezzi su commissione o espressione della sua libera creatività, che realizza lui stesso. Non manca una buona dose di simbolismo e di riferimenti più o meno espliciti alle antiche civiltà del passato, e all’arte tribale, egizia e vichinga. E, infine, si è spinto ancora più indietro nel tempo nella riscoperta culturale dell’arte celtica, che ha ispirato i primi pezzi della sua collezione di gioielli unici e numerati. L’anello Fiore Cosmico, per esempio, rappresenta dinamica vegetale ed esoterismo sottostante. Ma potrebbe piacervi anche se lo considerate semplicemente a forma di una stella.

Anello Coeur de Dragon, con oro grigio o rosso, spinelli non trattati, diamanti
Anello Coeur de Dragon, con oro grigio o rosso, spinelli non trattati, diamanti
Pendente di Pierre d'Alexis
Pendente di Pierre d’Alexis. Foto: DFraga
L'anello Fleur Cosmique, in oro grigio e diamanti
L’anello Fleur Cosmique, in oro grigio e diamanti
Pendente Masque
Pendente Masque
Spilla di Pierre d'Alexis. Foto: DFraga
Spilla di Pierre d’Alexis. Foto: DFraga

La seconda chance di GenGèneve





GemGèneve tra gemme, designer, gioielli vintage, diamanti e… Al via la seconda edizione ♦︎

Partita nel 2018 come un’avventura su cui non molti erano pronti a scommettere, GemGèneve torna (9-12 maggio) con più espositori e con una serie di eventi collaterali che ne certificano la vitalità.

Per esempio, Elizabeth Fischer assieme a Vivienne Becker affronterà il tema del rapporto tra design del gioiello e società contemporanea. A Jean-Baptiste Tavernier, esploratore, avventuriero, mercante e narratore del suo vagabondare, che ha contribuito a sviluppare in Europa la conoscenza di altrove e il gusto per le pietre preziose, è dedicato un altro incontro. Insomma, una fiera articolata e organizzata a tutti gli effetti.

GemGenève, insieme di booths
GemGenève, insieme di booths

Insomma, l’idea di due gioiellieri, Thomas Faerber e Ronny Totah, stanchi della formula di Basilea, avrebbe potuto avere un destino incerto. Invece sembra un successo. La seconda edizione di GemGenève vede la presenza circa 200 espositori, con una nutrita presenza di chi compra e vende gemme preziose, diamanti, e anche gioielli vintage. Ma non solo.

Interessanti anche le due sezioni dedicate ai designer emergenti, con Ena Iro, Horowicz Fine Jewelery, Pierre d’Alexis e Syz Firework, e l’area Design Vivarium, con la presenza di Alexandra Jefford, Cora Sheibani, Milio, Ming, Mr. Lieou, Nadia Morgenthaler, Ninotchka, Racine Geneva, Sean Gilson, Tatiana Verstraeten, Tenzo. Monica Battistoni





Vetrina a GemGenève
Vetrina a GemGenève

Acquamarina da 130 carati e morganite di Nomads
Acquamarina da 130 carati e morganite di Nomads

GemGenève, vetrina di Dover Jewelry & Diamonds
GemGenève, vetrina di Dover Jewelry & Diamonds

GemGenève, visitatori
GemGenève, visitatori

GemGenève 2018
GemGenève 2018

La vetrina di Robert Procop con i gioielli disegnati da Angelina Jolie
La vetrina di Robert Procop con i gioielli disegnati da Angelina Jolie