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Storia della Pantera di Cartier

Storia della Pantera di Cartier, la più famosa icona della grande Maison francese. Ecco tutte le cose da sapere sulla preziosa Panthère ♦

Perché i gioielli (e gli orologi Cartier) utilizzano spesso l’icona della Pantera, che è diventata il segno di alcune famose collezioni? Il fascino della Panthère ha origine nel 1914, con un quadro. A quel tempo, come ha raccontato l’esperta Sabrina Doerr, l’azienda parigina era gestita da Louis, Jacques, e Pierre Cartier (la Maison era stata fondata nel 1847 dal nonno, Louis-François Cartier).

Una spilla della serie Panthère di Cartier con diamanti gialli, onice e smeraldi
Una spilla della serie Panthère di Cartier con diamanti gialli, onice e smeraldi

Quell’anno Louis chiese pittore francese George Barbier di creare un dipinto ad acquerello da utilizzare come invito a una mostra di gioielli. La Dame à la Panthère raffigura una donna vestita elegantemente con una pantera ai suoi piedi. Il piccolo quadro ha avuto successo, tanto che da quel momento Cartier ha iniziato a utilizzare il disegno del felino.

George Barbier, «La Dame à la Panthère»
George Barbier, «La Dame à la Panthère»

Secondo Geo Cramer, esperto di Cartier, «agli inizi del XX secolo i grandi felini erano in voga per esprimere la femminilità: questi animali erano visti come la massima espressione della donna». Personaggi che animavano le notti parigine, come la marchesa Luisa Casati, che aveva adottato dei ghepardi nella sua casa di Venezia (ora sede del Guggenheim), confermano il fascino che esercitavano i super gatti nell’alta società. In ogni caso, nel 1914 segna la prima pantera di Cartier: un orologio che ha una superficie maculata. La pantera è stata completamente raffigurata per la prima volta su un beauty case di proprietà di Jeanne Toussaint, direttrice della gioielleria Cartier dal 1933, considerata la Coco Chanel dei gioielli.

Bracciale Panthère di Cartier con con acquamarina cabochon da 71,45 carati
Bracciale Panthère di Cartier con con acquamarina cabochon da 71,45 carati

Un rapporto di lavoro tra Jeanne Toussaint (1887-1976) e Louis Cartier era iniziato quando lei aveva 31 anni. Cartier era stato intimorito dalla sua bellezza, dallo spirito spensierato, e dall’aura di grandezza. Toussaint ha svolto un ruolo importante nel rendere la collezione Panthère de Cartier l’icona che è diventata, tanto che lei stessa è stata soprannominata La Panthère. Nel 1927, un designer di nome Peter Lemarchand si è unito al team di Cartier. Molto abile, ha osservato le pantere allo zoo fino a che, in collaborazione con Toussaint, è stato in grado di tradurle in disegni per realizzare gioielleria. Lemarchand ha giocato un ruolo importante nel rendere la pantera la leggenda che è oggi. In questo periodo compaiono le prime spille raffiguranti gli animali.

Anello Panthère di Cartier in oro bianco, diamanti e uno zaffiro rosa
Anello Panthère di Cartier in oro bianco, diamanti e uno zaffiro rosa

Nel corso degli anni molte celebrità e personaggi dell’alta società sono diventati estimatori della collezione Panthère de Cartier. Attrici come la messicana Maria Felix, l’ereditiera americana Barbara Hutton, o la Duchessa di Windsor, sono state tra le appassionate delle pantere della Maison parigina. Nel 1948, per esempio, il terzo marito Wallis Simpson, il principe Edoardo, duca di Windsor, ha chiesto Cartier di creare una spilla pantera tridimensionale per la moglie. Il risultato è un gioiello in oro giallo punteggiato con smalto nero con cabochon taglio smeraldo. Questa spilla ha anche segnato una pietra miliare nella storia del Panthère de Cartier: è stata la prima volta in cui il felino è stato rappresentato in tre dimensioni. Un anno dopo, nel 1949, i Windsor hanno comprato un’altra spilla pantera tridimensionale, questa volta realizzata con diamanti e onice montati in platino, su uno zaffiro cabochon da 152 carati. Non solo: la duchessa di Windsor ha acquistato altri pezzi della collezione Pantera negli anni successivi.

Classica Panthèere in oro, diamanti, platino, onice, smeraldi di Cartier
Classica Panthèere in oro, diamanti, platino, onice, smeraldi di Cartier

Anche Daisy Fellowes, mondana, ereditiera, direttore della rivista di moda americana Harper Bazaar, era anche una fan della pantera di Cartier: a suo tempo ha comprato una spilla di diamanti e zaffiro, con il felino nella posizione della pecora che simboleggia l’ordine cavalleresco del Toson d’Oro. Nel 1958 la Pantera ha invece conquistato la principessa Nina Aga Khan (Nina Dyer, modella anglo-indiana sposata con il principe Sadruddin Aga Khan). L’Aga Khan ha acquistato diversi elementi della collezione Panthère de Cartier, tra cui una spilla, un braccialetto con le estremità a forma di teste di pantera, e un braccialetto d’oro scanalato progettato con elementi che possono trasformarsi in orecchini. E la storia continua ancora. Nel 2014 Cartier ha celebrato i 100 anni di Panthère de Cartier con una serie di 56 pezzi di gioielleria e una mostra a Parigi, al Grand Palais.

L'orologio-gioiello da polso Panthère Tropicale. Due punti focali del bracciale sono due acquamarine ottagonali per un totale di 12,71 carati e due tormaline blu ottagonali per un totale di 20,58 carati in varie tonalità. Sono accompagnati da onice e diamanti a taglio brillante incastonati in corallo arancione, tutti montati in oro giallo
L’orologio-gioiello da polso Panthère Tropicale. Due punti focali del bracciale sono due acquamarine ottagonali per un totale di 12,71 carati e due tormaline blu ottagonali per un totale di 20,58 carati in varie tonalità. Sono accompagnati da onice e diamanti a taglio brillante incastonati in corallo arancione, tutti montati in oro giallo
Collier Panthère di Cartier
Collier Panthère di Cartier
Spilla Panthére di Cartier
Spilla Panthére di Cartier, oro bianco, diamanti, onice, smeraldi
Spilla Panthere di Cartier. Stima: 280-320.000 dollari
Spilla Panthère di Cartier in oro, onice e smeraldi
Anne Hathaway con bracciale Panthère di Cartier
Anne Hathaway con bracciale Panthère di Cartier
Jeanne Toussaint
Jeanne Toussaint

Jordan Askill multi tasking




Squali, pantere, ma anche fiori: Jordan Askill, designer con sede a New York, ha portato nella città americana un po’ dello spirito selvaggio della sua Australia. Ma, in realtà, non è legato alle tradizioni, quanto piuttosto al piacere di inventare:  nel 2015 ha vinto il British Fashion Award per Emerging Accessory Design e nel 2016 è stato nominato membro del Council of Fashion Designers of America.

Pendente in cristallo di rocca intagliato, diamanti, oro 18 carati, cocholong
Pendente in cristallo di rocca intagliato, diamanti, oro 18 carati, cocholong

Nato a Sydney, nel 2000 si è spostato a Londra, dove è stato stagista di Alexander McQueen. Nel 2004, Askill è stato invitato a far parte del team di progettazione di Dior Homme a Parigi e quattro anni dopo ha deciso di fondare il suo marchio di gioielli. Ma ha collaborato anche con case di moda e del marchio danese Georg Jensen, oltre a Gemfields, Meadham Kirchhoff, The International Palladium Board, Topshop e Swarovski. Non solo: dirige e sviluppa anche cortometraggi e installazioni video. I suoi pezzi sono scultorei e non a caso utilizza anche il sistema di stampa 3D per arrivare alle sue creazioni. Insomma, una creatività multitasking, cioè capace di fare tante cose diverse. Soggetti legati alla natura, come i fiori della viola Canadensis, sono la fonte di ispirazione delle sue collezioni.

Bracciale in oro rosa, madreperla, perla barocca
Bracciale in oro rosa, madreperla, perla barocca
Anello a forma di doppio squalo in oro rosa e diamanti
Anello a forma di doppio squalo in oro rosa e diamanti
Orecchini a forma di viola Canadensis con diamanti
Orecchini a forma di viola Canadensis con diamanti
Anello in oro giallo e nefrite
Anello in oro giallo e nefrite
Anello Pantera in oro giallo
Anello Pantera in oro giallo

Pendente Pantera in oro giallo, cristallo di rocca, diamanti
Pendente Pantera in oro giallo, cristallo di rocca, diamanti







Le pantere di Giovanni Raspini

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Le pantere di Giovanni Raspini: l’argento diventa una scultura luccicante ♦︎

Ogni tanto i gioielli ruggiscono. I grandi felini, infatti, sono tra i soggetti preferiti di designer, artigiani o grandi Maison. Difficile sfuggire al fascino dei grandi gatti che vivono negli spazi selvaggi e cacciano la preda con una innata eleganza. Fa parte di questa schiera di ammiratori anche Giovanni Raspini.

La Maison toscana, infatti, lancia la collezione Panthera: gioielli che mettono al centro l’aspetto scultoreo del gioiello.

Giovanni Raspini, orecchini Panthera
Giovanni Raspini, orecchini Panthera

Non è il primo animale che diventa soggetto di una collezione del brand specializzato in gioielli d’argento. Ma a differenza di altri gioielli animalier, realizzati in argento brunito, Panthera propone un elemento tubolare martellato a mano su cui si adagia un felino completamente liscio e lucente di argento rodiato. Un bianco abbagliante, insomma, per sottolineare le linee del felino. Il contrasto fra il supporto e l’animale riprodotto è di grande impatto. La collezione Panthera è proposta con una collana, un pendente, tre bracciali e un orecchino.


Collana rigida in argento
Collana rigida in argento

Giovanni Raspini, collana con pendente
Giovanni Raspini, collana con pendente
Bracciale aperto in argento
Bracciale aperto in argento

Bracciale in argento Panthera
Bracciale in argento Panthera







Cavalli a fiori (e frustino)

[wzslider]Roberto Cavalli non è mai stato uno stilista minimalista e anche per il prossimo autunno propone stampe animalier e motivi floreali, riprodotti su tutti i tipi di tessuto, dalla seta alla pelle al velluto. Insomma, il re del «barocco ‘n’ roll» non  rinuncia ai dettagli rock, per esempio i caftani sono decorati con disegni di fiamme avvolgenti come i caschi dei rider. E i gioielli, molto appariscenti, seguono lo stesso stile: dalla collana con la testa di pantera e borchie, al bracciale con la testa di cavallo in Swarosvky, al frustino per le più audaci. Ecco immagini e prezzi.L.A.

Uomo: le pantere di Cartier

 

Cartier sta per lanciare una nuova collezione di gemelli. Dopo i gemelli d’argento proposti lo scorso anno, i nuovi Cartier che arriveranno saranno destinati a chi non bada a spese per la propria eleganza. Si tratta, infatti, di una serie di gemelli a forma di animali, tra cui la riedizione delle incredibili teste Panthere oro giallo che hanno furoreggiato negli anni Ottanta. Black Panther sono di ceramica nera con occhi di smalto verde. L’altra estremità dei gemelli è una forma sferica con giada. Sono prodotti in edizione limitata. Ma non ci sono solo quelli: tra la serie a forma di animali spiccano i gemelli ghepardo. E poi tartaruga e orso. Accanto agli animali, Cartier propone anche gemelli in stile Decor, un po’ del genere Grande Gatsby. Ecco un’anteprima dei gemelli Cartier.

Pantera rosa a Roma

[wzslider]La Pantera rosa ha colpito ancora: nella notte di Pasqua, nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. I ladri, utilizzando dei fumogeni per distrarre le guardie e nascondersi alle telecamere di sorveglianza, sono penetrati all’interno dopo avere forzato un portone e hanno rubato alcuni gioielli ottocenteschi della collezione Castellani, uno dei più importanti nuclei antiquari del Museo. La Collezione, donata allo Stato il 19 gennaio 1919, è composta da più di 6000 oggetti interi e da frammenti comprese oreficerie antiche e moderne. Ma che cosa comprende questa collezione di gioielli antichi? Soprattutto orecchini, spille e pendagli con i camei, alla moda degli antichi, o con i micro mosaici riscoperti nel ‘700 dall’aristocrazia europea alle prese con i romantici gran tour tra le rovine del mondo antico. Ma anche raffinatissime riproduzioni, rigorosamente firmate e d’epoca, di capolavori dell’oreficeria antica in molti casi arricchite da pietre preziose, monete o altri materiali di scavo. Celeberrima famiglia di orafi romani, i Castellani, la cui collezione è esposta al Museo Etrusco di Villa Giulia, in parte nella cosiddetta Sala degli ori visitata dai ladri nella notte di Pasqua, sono stati per oltre un secolo, il XIX, fornitori di gran moda di signore altoborghesi, grandi aristocratici, reali. Tanto che molti degli oggetti usciti dalla loro bottega sono in mostra nei più importanti musei del mondo, dal Louvre al British Museum, come la superba parure con cammei donata dal re di Grecia, nel 1906, alla moglie del primo ministro francese o i due orecchini  o la spilla raffigurante la battaglia di Dogali. Grandi orafi, i Castellani, ma anche appassionati antiquari e collezionisti, nonchè esperti nel restauro dei materiali. Tanto che nella collezione di seimila pezzi, donata nel 1919 allo Stato Italiano e non a caso collocata nel Museo nazionale etrusco, si contano anche duemila importanti reperti archeologici, ceramiche, bronzi e oreficerie provenienti dai grandi siti dell’Etruria e della Magna Grecia.  L’attività della famiglia, avviata sin dai primi decenni dell’Ottocento, si specializzò progressivamente nello studio delle antiche tecniche di lavorazione dei metalli su impulso del capostipite, Fortunato Pio, che, anche sull’onda degli scavi archeologici e dei ritrovamenti che si susseguivano in quegli anni, trasse ispirazione dall’arte greca, etrusca e romana, ma anche dalle opere del Medioevo e del Rinascimento tracciando le linee guida della produzione della sua bottega con la creazione di uno stile del tutto peculiare. Gli importanti contatti del duca Michelangelo Caetani-amico e mentore della famiglia, con esponenti dell’aristocrazia, intellettuali ed artisti europei favorirono poi l’affermazione e il grandissimo successo, in Italia e non solo, di questi gioielli, tutti rigorosamente firmati con la doppia che si affermò poi come il prestigioso marchio della famiglia. Federico Graglia