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Van Cleef & Arpels in mostra a Milano, ecco le immagini





A Milano 400 gioielli di Van Cleef & Arpels in una grande mostra che racconta la storia della Maison parigina. Con le interviste alla curatrice, Alba Cappelieri, e a Nicolas Bos Presidente e Ceo di Van Cleef & Arpels ♦︎

Il grande, sfavillante, fantasioso mondo di Van Cleef & Arpels racchiuso nelle sale di una mostra allestita a Milano. Un’occasione unica per ammirare da vicino documenti d’archivio, disegni al tratto e a gouache, oltre a 400 gioielli e orologi, che raccontano le origini della creazione artistica della Maison parigina dal 1906 a oggi.

L'allestimento della mostra «il Tempo, la Natura e l’Amore» a Palazzo Reale, Milano. Foto: Santi Caleca
L’allestimento della mostra «il Tempo, la Natura e l’Amore» a Palazzo Reale, Milano. Foto: Santi Caleca

La mostra dura dal 30 novembre 2019 al 23 febbraio 2020 ed promossa dal Comune di Milano e prodotta da Van Cleef & Arpels, in collaborazione con Fondazione Cologni. Allestita A Palazzo Reale, l’esposizione è curata da Alba Cappellieri, docente di Design del Gioiello e dell’Accessorio al Politecnico di Milano e direttore del Museo del Gioiello di Vicenza. I gioielli provengono dalla Collezione Van Cleef & Arpels e da prestiti privati.

Collana Lion Barquerolles, 1971 Van Cleef & Arpels
Collana Lion Barquerolles, 1971 Van Cleef & Arpels. Trasformabile in due bracciali, una clip e un pendente. Oro giallo, smeraldi, diamanti

Leggi anche: Romeo e Giulietta nei gioielli di Van Cleef & Arpels

La mostra offre anche un allestimento speciale, con una scenografia concepita dalla designer americana Johanna Grawunder, che si specchia nelle sale dell’Appartamento dei Principi e le Sale degli Arazzi della reggia milanese, che ospitano le tre sezioni in cui si articola la mostra: il Tempo, la Natura e l’Amore. Temi che hanno ispirato da sempre i designer della gioielleria parigina nella creazione di pezzi entrati nella storia della gioielleria, come la clip con la ballerina, gli animali, la zip.

Collana Collerette, 1928, Patrick-Gries, Van Cleef & Arpels
Collana Collerette, 1928, Patrick-Gries, Van Cleef & Arpels

Alba Cappellieri ha selezionato i concetti chiave attraverso i quali decodificare le creazioni della Maison e la loro relazione con il tempo ispirandosi a un’opera di Italo Calvino, Sei proposte per il prossimo millennio. La sezione iniziale sul Tempo occupa dieci sale, dedicate a tematiche distintive. La prima sala è consacrata a Parigi, mentre le successive alla nozione di Esotismo e ai cinque valori di Calvino: Leggerezza, Rapidità, Visibilità, Esattezza, Molteplicità. Le ultime sale della sezione pongono poi l’accento sulle Intersezioni con altre discipline quali la danza, la moda e l’architettura.

L'allestimento della mostra a Palazzo Reale con la scenografia curata da Johanna Grawunder. Foto: Santi Caleca
L’allestimento della mostra a Palazzo Reale con la scenografia curata da Johanna Grawunder. Foto: Santi Caleca

Nel cuore dell’esposizione, la sezione sull’Amore presenta creazioni, testimonianze e pegni d’amore, che sono stati l’espressione della forza dei sentimenti e che hanno accompagnato alcune grandi passioni del XX secolo ormai entrate nel mito.

Clip Pivoine, 1937, Van Cleef & Arpels
Clip Pivoine, 1937, Van Cleef & Arpels. Platino, oro giallo, Serti Mystérieux rubini, rubini, diamanti

Le ultime tre sale della mostra, infine, sono dedicate alla Natura con la botanica, la flora e la fauna. Esse svelano un mondo incantato in cui l’eccellenza artigianale di Van Cleef & Arpels e la sua ricerca di armonia si fondono in un’arte assoluta.

Clip Cinq feuilles, 1967 Van Cleef & Arpels
Clip Cinq feuilles, 1967. Platino, rubini, diamanti, già Collezione Maria Callas

Van Cleef & Arpels: il Tempo, la Natura, l’Amore
Palazzo Reale a Milano
dal 30 novembre 2019 al 23 febbraio 2020
Curatore  Alba Cappellieri
Mostra promossa da  Comune di Milano e Palazzo Reale
Prodotta da Van Cleef & Arpels
In collaborazione con  Fondazione Cologni
Catalogo Skira Editore
Orari Lunedì 14.30 – 19.30
Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30
Giovedì e sabato 9.30 – 22.30
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Festività  Sabato 7 dicembre 9.30 – 22.30
Domenica 8 dicembre 9.30 – 19.30
Martedì 24 dicembre 9.30 – 14.30
Mercoledì 25 dicembre 14.30 – 18.30
Giovedì 26 dicembre 9.30 – 22.30
Martedì 31 dicembre 9.30 – 14.30
Mercoledì 1 gennaio 14.30 – 19.30
Lunedì 6 gennaio 9.30 – 19.30
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Ingresso libero

Locandina mostra
La locandina della mostra

Di seguito, il comunicato stampa e poi le interviste alla curatrice, Alba Cappelieri, e al presidente e Ceo di Van Cleef & Arpels, Nicolas Bos.

Documenti d’archivio, disegni al tratto e a gouache testimoniano le origini della creazione artistica accompagnando i preziosi esemplari provenienti dalla Collezione Van Cleef & Arpels e da prestiti privati.

Promossa dal Comune di Milano Cultura e Palazzo Reale e prodotta da Van Cleef & Arpels in collaborazione con la Fondazione Cologni, la mostra è curata da Alba Cappellieri, professore ordinario di Design del Gioiello e dell’Accessorio al Politecnico di Milano e direttore del Museo del Gioiello di Vicenza.

Immagine della mostra. Foto: Santi Caleca
Immagine della mostra. Foto: Santi Caleca

La scenografia contemporanea, concepita dalla designer americana Johanna Grawunder, dialoga con le sale dell’Appartamento dei Principi e le Sale degli Arazzi della reggia milanese.

La mostra si articola intorno a tre concetti: il Tempo, la Natura e l’Amore, considerati come i valori più rappresentativi della Maison. Per la curatrice, “il gioiello è sempre in bilico tra eternità ed effimero, tradizione e moda, amore e investimento, bellezza e concetto e il rapporto con il tempo è controverso mentre qui vogliamo dimostrare la capacità della Maison francese di rappresentare pienamente sia il tempo frammentato del XX secolo che la capacità di incarnare gli eterni valori della bellezza e, allo stesso tempo, il potere effimero della seduzione.”

L'allestimento della mostra a Palazzo Reale, Milano
L’allestimento della mostra a Palazzo Reale, Milano

Prendendo le mosse dall’opera di Italo Calvino Lezioni Americane. Sei proposte per il prossimo millennio, Alba Cappellieri ha selezionato i concetti chiave attraverso i quali decodificare le creazioni di Van Cleef & Arpels e la loro relazione con il tempo. La sezione iniziale sul Tempo si snoda in dieci sale: la prima è consacrata a Parigi, seguono l’Esotismo e i cinque valori di Calvino: Leggerezza, Rapidità, Visibilità, Esattezza, Molteplicità. Le ultime sale della sezione pongono l’accento sulle Intersezioni con altre discipline quali la danza, la moda e l’architettura.

Nel cuore dell’esposizione, la sezione sull’Amore presenta creazioni – testimonianze e pegni d’amore – che sono stati l’espressione della forza dei sentimenti e che hanno accompagnato alcune grandi passioni del XX secolo ormai entrate nel mito.

Le ultime tre sale della mostra sono infine dedicate alla Natura con la botanica, la flora e la fauna. Esse svelano un mondo incantato in cui l’eccellenza artigianale di Van Cleef & Arpels e la sua ricerca di armonia si fondono in un’arte assoluta.

Ala Cappellieri e Nicolas Bos
Ala Cappellieri e Nicolas Bos

Nicolas Bos, presidente e Ceo di Van Cleef & Arpels

Com’è nato il progetto di una mostra a Milano in collaborazione con Alba Cappellieri?

Milano è da tempo una delle grandi capitali della cultura in cui desideravamo presentare la storia della Maison. Il ruolo centrale di questa città nel mondo della creazione, del design e delle arti decorative ne fa un luogo per noi imprescindibile. Al di là della presenza della nostra boutique, qui abbiamo sviluppato dei legami con manifestazioni e istituzioni quali il Salone del Mobile, il Museo Poldi Pezzoli, la Scala o la Creative Academy. È del resto grazie alla Creative Academy – la scuola di design del Gruppo Richemont con sede a Milano – che ho potuto incontrare Alba Cappellieri, che qui insegnava in qualità di grande esperta di gioiello. Quando l’opportunità della mostra a Palazzo Reale si è concretizzata, abbiamo voluto affidarle la curatela in modo che apportasse il suo punto di vista sulla Maison attraverso un progetto completamente nuovo, radicato nella cultura italiana. Apprezzo molto questo tipo di collaborazioni capaci di stimolare il dialogo e arricchire lo sguardo sulle nostre creazioni.

Clip Fleur, 1939
Clip Fleur, 1939. Montatura in platino e oro giallo, con due fiori scintillanti dal cuore incastonato con diamanti giunchiglia sono trattenuti da un fiocco

Che cosa l’ha affascinata di questa lettura dell’universo della Maison?

Nelle opere di Italo Calvino a me note – Il barone rampante, Il cavaliere inesistente o Le città invisibili – ero affascinato da questa scrittura del XX secolo che preservava ancora il rapporto col meraviglioso, il racconto, l’infanzia. Grazie ad Alba ho scoperto le Lezioni americane che ci invitavano a un parallelismo tra l’universo della gioielleria e il mondo della letteratura, cercando di trovare una trasversalità, una comunità di valori che non fosse artificiale. Improvvisamente alcune parole di Calvino mi hanno colpito poiché sembravano definirci perfettamente: in effetti negli atelier noi facciamo spesso riferimento alla “precisione” e alla “leggerezza” per qualificare le nostre creazioni. Quando Alba ha sviluppato il progetto, tutto si è attuato in modo naturale, direi poetico. È riuscita a riunire intorno ai valori di Calvino degli insiemi coerenti e armoniosi. Mi piace l’idea di conservare quest’armonioso filo conduttore per tutto il corso della mostra. Ciò del resto è in sintonia con le conferenze di Calvino che avrebbero dovuto trovare compimento in un sesto valore: la Coerenza.

Clip Oiseau de Paradis, 1942. Oro giallo, platino, rubini, zaffiri, diamanti
Clip Oiseau de Paradis, 1942. Oro giallo, platino, rubini, zaffiri, diamanti

In cosa, secondo lei, la Maison ha sempre saputo radicarsi nella sua epoca pur conservando la capacità di creare esemplari senza tempo?

È molto difficile rendersene conto dall’interno e ciò richiede una presa di distanza rispetto alla storia della Maison e alla sua cronologia. S’individuano così i legami che le differenti creazioni hanno tessuto con la loro epoca e il loro contesto o con certi eventi in particolare, come quelli di carattere espositivo. Tali legami non erano necessariamente coscienti al momento della concezione degli esemplari, ma possono essere intuiti a posteriori. Ciò dipende probabilmente dal modo in cui da sempre la Maison opera, tramite la sua apertura sul mondo, l’attenzione nei confronti dei differenti stili di vita, dei cambiamenti sociali, dell’evoluzione nel modo d’indossare le creazioni, tanto nella moda come nella gioielleria. Van Cleef & Arpels si è sempre interessata all’attualità del mondo artistico, nonché a quella della creazione in senso lato. Il carattere intramontabile dei nostri esemplari è legato alla natura stessa della nostra attività: per definizione la gioielleria impiega materie preziose antichissime che non sono determinate dalla temporalità. Ma il fatto che lo stile della Maison abbia perdurato, si sia sviluppato senza soluzione di continuità, in modo ininterrotto e sempre coerente rappresenta un autentico fattore di atemporalità. Questa capacità di concentrarsi su alcuni mestieri, di rimanere coerente con il proprio stile, d’integrare le innovazioni senza tuttavia lasciarsi dominare dallo spirito del tempo incarna la vera forza della Maison.

In mostra, un posto importante è accordato agli oggetti preziosi. Perché avete voluto mostrare questo aspetto della creazione di Van Cleef & Arpels?

Gli oggetti preziosi costituiscono una parte straordinaria del nostro patrimonio che non è sempre stata oggetto di valorizzazione. Per esempio la mostra Van Cleef & Arpels, l’Art de la Haute Joaillerie al Museo di Arti Decorative di Parigi era focalizzata unicamente sulla gioielleria nelle sue funzioni tradizionali. Contrariamente a collane, bracciali o spille, che s’iscrivono in una tradizione millenaria e verosimilmente destinata a durare, gli oggetti sono legati a momenti specifici dell’arte di vivere. La loro funzionalità è dunque spesso ricondotta a un periodo definito che essi evocano come i ricordi di uno stile di vita passato, ormai lontano. Con questa mostra abbiamo voluto mettere in luce la qualità intrinseca di tali esemplari, cioè non la funzionalità, bensì la qualità della realizzazione, la dimensione di oggetto d’arte. Attraverso il prisma della molteplicità gli oggetti creano la sorpresa e rivelano il meraviglioso che è in essi. Grazie ai loro segreti, gli automi o le pendolette antiche possono talvolta suscitare più stupore che un gioiello tradizionale.

Collana Zip, 1951. Trasformabile in bracciale Platino, oro giallo, zaffiri, smeraldi, rubini, diamanti
Collana Zip, 1951. Trasformabile in bracciale Platino, oro giallo, zaffiri, smeraldi, rubini, diamanti

Nell’ambito della mostra, qual è la sua creazione prediletta?

La collana Zip. Ai miei occhi essa rappresenta una realizzazione assolutamente centrale e distintiva della Maison. Il dialogo che abbiamo instaurato con Alba è cominciato proprio da questa creazione che ha giustamente ispirato la sua riflessione sullo spirito del tempo. La collana Zip è dunque un’icona sia di Van Cleef & Arpels che della mostra.

 


Alba Cappelieri, Curatrice della mostra

Per comprendere l’universo di Van Cleef & Arpels ha fatto ricorso ai 5 valori definiti da Italo Calvino nelle Lezioni americane (Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità). Perché ha adottato questa prospettiva?

Italo Calvino è il primo italiano a essere stato invitato, nel 1984, dall’Università di Harvard a tenere le prestigiose Charles Eliot Norton Lectures. In occasione di questo ciclo di conferenze lo scrittore aveva scelto di trattare dei “valori da preservare per il prossimo millennio” ovvero Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità. La conferenza sul sesto valore, la Coerenza, avrebbe dovuto essere redatta direttamente ad Harvard, ma purtroppo Italo Calvino è morto prima, il 19 settembre 1985. Tali “valori, qualità, specificità”, così come sono stati definiti da lui stesso, rappresentano dei valori assoluti per la letteratura, ma anche per il gioiello e per ogni altro oggetto del nostro tempo e supportano l’analisi e la comprensione della nostra epoca al di là delle singole discipline. La Leggerezza, la Rapidità, l’Esattezza, la Visibilità, la Molteplicità offrono delle chiavi di lettura interessanti per decodificare la relazione tra Van Cleef & Arpels e il tempo: un tempo irregolare, spezzato e complesso come quello del XX secolo. L’artificio letterario ha permesso di rilevare che ciascuna di queste cinque “proposte” ben rappresenta alcune icone della Maison francese, che nella loro bellezza eterna esprimono e cristallizzano lo spirito del tempo che ha contribuito a crearle. I valori identificati da Calvino sono ancora attuali, fatto che ne attesta la pertinenza. Essi ci aiutano a comprendere il talento di Van Cleef & Arpels nell’interpretare, plasmare e tradurre il tempo in oggetti preziosi.

Diadema, 1976. Trasformabile in collana. Platino, oro bianco, diamanti
Diadema, 1976. Trasformabile in collana. Platino, oro bianco, diamanti

Nella mostra lei esplora anche altri concetti, come quello delle Intersezioni. Può dirci qualcosa di più in merito?

Ho aggiunto alle proposte calviniane cinque valori supplementari, che appartengono al DNA della Maison: Parigi, l’Esotismo e le Intersezioni con la danza, con la moda e con l’architettura. La sezione dedicata a Parigi è ben più che un semplice omaggio alla città in cui le famiglie Van Cleef e Arpels nel 1906 hanno dato origine a quest’avventura straordinaria, poiché all’inizio del XX secolo la capitale francese era il centro delle arti e della bellezza. L’Esotismo ci permette di comprendere meglio la capacità visionaria dei fondatori della Maison di esplorare mondi sconosciuti alla ricerca di gemme uniche, traendo ispirazioni, colori e motivi da culture altre. Questa capacità di connessione è molto rara nel mondo dell’Alta Gioielleria, che aspira alla trascendenza dell’eternità, abbandonando l’immanenza dell’effimero propria del gusto del momento. In oltre un secolo di storia, Van Cleef & Arpels ha al contrario dato prova del suo particolare talento nel ricavare la bellezza da fonti eterogenee in termini di materie, forme e discipline. Ciò è accaduto in passato e accade ancora oggi. L’intersezione con discipline quali la danza, la moda e l’architettura ha portato alla nascita di capolavori come le clip Ballerina, la collana Zip o i bracciali modernisti.

Spilla Juliette, 1951 ca. Oro giallo, smeraldi, zaffiri, rubini, perle di coltura e Spilla Roméo, 1951 ca. Oro giallo, smeraldi, rubini, perle di coltura
Spilla Juliette, 1951 ca. Oro giallo, smeraldi, zaffiri, rubini, perle di coltura e Spilla Roméo, 1951 ca. Oro giallo, smeraldi, rubini, perle di coltura

In che modo ha scelto il nome della mostra il Tempo, la Natura, l’Amore ovvero i tre grandi temi che strutturano il percorso?

Considero il Tempo, la Natura e l’Amore come i valori più importanti e rappresentativi della vita e quindi degli oggetti che accompagnano il nostro quotidiano. Purtroppo non è facile ritrovarli in gioielleria poiché questa disciplina è in costante equilibrio tra eternità ed effimero, tradizione e moda, amore e investimento, bellezza e concetto, natura e artificio. L’Alta Gioielleria coltiva una dimensione che ambisce all’eternità, indifferente allo Zeitgeist, lo spirito del tempo. Ciò non vale per Van Cleef & Arpels che dimostra sempre uno spiccato interesse per il proprio tempo. La mostra illustra la sua capacità di rappresentare un’epoca discontinua come il XX secolo e le sue aporie, la sua facoltà d’incarnare tanto i valori eterni della bellezza quanto il potere fugace della seduzione. Attraverso alcune creazioni della Maison, la natura diventa arte, sia in termini di gemme e di competenze sia di attitudine umanistica che aspira all’armonia. L’amore è l’energia più potente al mondo e ogni gioiello di Van Cleef & Arpels è realizzato con amore. Inoltre le creazioni di Van Cleef & Arpels – in quanto simbolo e pegno d’amore – hanno influenzato alcune leggendarie storie d’amore del XX secolo. È la prima volta che trovo i valori del Tempo, della Natura e dell’Amore riuniti insieme in una Maison di gioielleria. Lo studio della sua storia straordinaria e del suo heritage ha ampiamente superato le mie aspettative.

La sezione “il Tempo” si compone di dieci sale. Cosa l’ha spinta a dare uno spazio così importante a questo tema?

Ogni oggetto dovrebbe rappresentare la propria epoca. È ciò che gli conferisce senso e valore. Il tempo è un elemento cruciale della creatività e della fabbricazione: esso, infatti, modella l’estetica degli oggetti, ne determina la funzione e l’utilità sociale, definisce il loro stile, influenza la scelta dei materiali e delle tecniche, indica la loro origine, stratifica il gusto e soprattutto rivela il contesto. Ho compiuto lunghe ricerche sulla Maison Van Cleef & Arpels per comprendere il modo in cui essa esprime questa nozione di Zeitgeist nei sui oggetti preziosi. È così che ho esaminato e applicato dieci caratteristiche specifiche del XX secolo, adottando come punto di partenza le Lezioni americane di Italo Calvino.

Clip Ballerine, 1945 Oro giallo, zaffiri, rubini, diamanti
Clip Ballerine, 1945
Oro giallo, zaffiri, rubini, diamanti

In mostra, un posto importante è accordato agli oggetti preziosi. Perché avete voluto mostrare questo aspetto della creazione di Van Cleef & Arpels?

Gli oggetti preziosi sono esposti nella sala “Molteplicità”, che ritengo essere una delle più spettacolari della mostra. Essa presenta oggetti che vanno dalla Minaudière – il prezioso scrigno inventato da Charles Arpels nel 1933 – ai portasigarette, dalle lampade ai flaconi da profumo, fino a una gabbia per uccelli, al modellino di una barca o a una scultura di Buddha. Meno conosciuti dei gioielli di Van Cleef & Arpels, questi oggetti sono unici e straordinari in termini di savoir-faire e di stile. Essi ci insegnano qualcosa sulla bellezza, l’arte, l’artigianato e il talento. Per Calvino la Molteplicità è un metodo di conoscenza, un ponte tra gli individui e le idee: è esattamente ciò che Van Cleef & Arpels ha fatto e continua a fare.

Nell’ambito della mostra, qual è la sua creazione prediletta?

La collana Zip, senza dubbio! Naturalmente sono impressionata da numerosi gioielli e oggetti d’arte straordinari della Maison, ma la collana Zip mi ha folgorata. In quanto direttore del Museo del Gioiello di Vicenza, l’ho scelta anche per il museo per la sua capacità di associare la straordinaria manifattura orafa al funzionalismo di matrice industriale della cerniera lampo, in origine applicata alle uniformi americane. Un capolavoro di concetto, innovazione, creatività e tecnica, da scoprire fin nei minimi dettagli!

Bracciale orologio Ludo à volets, 1949 Oro giallo, Serti Mystérieux zaffiri, diamanti
Bracciale orologio Ludo à volets, 1949. Oro giallo, Serti Mystérieux zaffiri, diamanti






Una corona per Damiani

Damiani presenta la collezione Margherita e celebra la sua storia a Palazzo Reale, a Milano ♦

Dopo Palazzo Pitti per i 90 anni, anche Palazzo Reale, a Milano mette in mostra i gioielli Damiani. Fino al 18 aprile lo spazio milanese ospita una mostra che si intitola Un secolo di eccellenza e passione. L’evoluzione del costume italiano attraverso i gioielli Damiani. In buona parte si tratta di disegni e guache che fanno parte dell’archivio della Maison di Valenza,fondata nel 1924 da Enrico Grassi Damiani. Ma, ovviamente, la parte del leone la fanno i gioielli, tra cui i 18 pezzi vincitori dei Diamonds International Awards. Non solo: c’è anche una collezione nuova, Margherita. E non si tratta solo di un fiore, ma dei gioielli dedicati alla consorte del re d’Italia Umberto I, a cui il fondatore dell’azienda dedicò un gioiello nei primi anni del Novecento.

Damiani, anello della collezione Margherita
Damiani, anello della collezione Margherita
Collier Bloody Mary collier, 1986
Collier Bloody Mary collier, 1986
Anello in oro con pietre che compongono la parola Damiani
Anello in oro con pietre che compongono la parola Damiani
La mostra a Palazzo Reale di Milano dedicata a Damiani
La mostra a Palazzo Reale di Milano dedicata a Damiani
Da sinistra, Giorgio Damiani, Silvia Damiani e Guido Grassi Damiani
Da sinistra, Giorgio Damiani, Silvia Damiani e Guido Grassi Damiani
Silvia Damiani
Silvia Damiani
L'allestimento a Palazzo Reale
L’allestimento a Palazzo Reale

 

 

A Milano 500 gioielli di moda

La carica dei 500 gioielli di moda in mostra a Palazzo Reale, a Milano.

Moda e gioielli: come dire champagne e bollicine, oppure mare e abbronzatura. Insomma, sono due aspetti dello stesso gioco. Le differenze sono soprattutto quelle legate ai materiali utilizzati che, ovviamente, condizionano anche la forma dei gioielli, ma della creatività espressa. E Milano, capitale italiana della moda, riannoda i fili nella mostra intitolata Gioielli alla moda (Palazzo Reale, dall’8 al 20 novembre, ingresso gratuito). La mostra è promossa e prodotta da Comune di Milano, Palazzo Reale e Homi ed è curata da Alba Cappellieri, docente di Design del Gioiello e dell’Accessorio al Politecnico di Milano. Obiettivo: mettere in luce il rapporto tra Gioiello e Moda. L’esposizione presenta 500 gioielli significativi divisi in tre sezioni: Gioielli per la Moda, dedicata ai principali bigiottieri italiani e alla manifattura d’eccellenza, Gioielli di Moda, con designer e brand indipendenti, con un focus sui processi creativi, Gioielli con la Moda, dedicata ai principali stilisti e alla capacità del gioiello di interagire con l’abito.

Insomma, gli organizzatori sottolineano che non si parla di bijoux ma di veri gioielli per la moda, dato che non sono i materiali a rendere prezioso un oggetto, ma la creatività che ne viene utilizzata per idearlo. Allo stesso tempo, però, è difficile sostenere che un paio di orecchini con smeraldi e diamanti non sono preziosi perché ricalcano uno stile già utilizzato.

I gioielli alla moda

8-20 novembre 2016
Palazzo Reale, Milano, Piazza Duomo 12
lunedì 14,30 – 19,30
martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9,30 – 19,30
giovedì – sabato 9,30 – 22,30
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Ingresso gratuito

Afra Bijoux, 1986. Collana Ottone dorato, cristalli Swarovski
Afra Bijoux, 1986. Collana Ottone dorato, cristalli Swarovski
Blumarine 2014, collana ottone, smalto
Blumarine 2014, collana ottone, smalto
Bozart 1966, collana, ottone, resina plastica, pelle, metallo
Bozart 1966, collana, ottone, resina plastica, pelle, metallo
Carmen Scar, Place Vendôme  Smeraldo 2013, collana tela di lino, colori a olio, resina
Carmen Scar, Place Vendôme Smeraldo 2013, collana tela di lino, colori a olio, resina
Ermanno Scervino, 2014. Bustino tulle, ottone, cristalli
Ermanno Scervino, 2014. Bustino tulle, ottone, cristalli
Fausto Puglisi, Conchiglia 2015, orecchini lega metallica, ottone, conchiglia
Fausto Puglisi, Conchiglia 2015, orecchini lega metallica, ottone, conchiglia
Iosselliani,Collezione Indian Summer, 2014-2013. Collana ottone, agata verde, strass, conchiglie, pietre fuse, galvanica a tre colori
Iosselliani,Collezione Indian Summer, 2014-2013. Collana ottone, agata verde, strass, conchiglie, pietre fuse, galvanica a tre colori
Marni Microrganismi, 2013, collana in legno, metallo, cuoio, resina
Marni Microrganismi, 2013, collana in legno, metallo, cuoio, resina
May mOma GeaSphere 2016. Collana ottone dorato, resina, cristalli Swarovski
May mOma GeaSphere 2016. Collana ottone dorato, resina, cristalli Swarovski
Missoni 2006. Spilla puntale plastica, metallo, cristalli Swarovski, giada
Missoni 2006. Spilla puntale plastica, metallo, cristalli Swarovski, giada
Olivia Monti Arduini. Collezione Opium 2014. Bracciale ottone dorato, porcellana
Olivia Monti Arduini. Collezione Opium 2014. Bracciale ottone dorato, porcellana
Paola Volpi, collezione Armatura 2011. Anelli doppia falange e placca dorso della mano argento
Paola Volpi, collezione Armatura 2011. Anelli doppia falange e placca dorso della mano argento
Prada, Tricks. Collezione 2016. Collana metallo, saffiano, plexiglass
Prada, Tricks. Collezione 2016. Collana metallo, saffiano, plexiglass
Radà, Special edition, collezione 2015. Collana seta, strass, plexiglass, legno, ottone, perline, cuciture a mano
Radà, Special edition, collezione 2015. Collana seta, strass, plexiglass, legno, ottone, perline, cuciture a mano
Sharra Pagano, Marcopaillettes 2014. Collana Paillettes
Sharra Pagano, Marcopaillettes 2014. Collana Paillettes
Sveva Collection. Collezione Scorfanea 2016. Collana metallo, ricami, pietre semipreziose
Sveva Collection. Collezione Scorfanea 2016. Collana metallo, ricami, pietre semipreziose
Ugo Correani. Pinza a pappagallo, collezione Strumenti da lavoro 1980. Spilla resina, strass.  Archivio Associazione Culturale Anna Piaggi
Ugo Correani. Pinza a pappagallo, collezione Strumenti da lavoro 1980. Spilla resina, strass. Archivio Associazione Culturale Anna Piaggi

Mezzo secolo di arte del bijou

Chi ama gli accessori non può perdere la mostra L’arte del bijou italiano, che si tiene al Palazzo Reale a Milano dal 18 febbraio e fino al 2 marzo con ingresso libero. Oggetti unici o produzioni serali, 300 monili raccontano la storia del costume in un percorso espositivo che parte dagli anni Cinquanta fino ai giorni nostri. Nella prima sala c’è la sezione battezzata La Dolce Vita, quando il miracolo economico era imminente e la bigiotteria italiana, bella, ben fatta e conveniente, era prodotta con le tecniche della gioielleria. Protagonisti dell’epoca Luciana Aloisi di Reutern, Giuliano Fratti, Canesi, Unger, Maria Vittoria Albani per Ornella Bijoux, Ferenaz, Ottavio Re, Bijoux Cascio, Ercole Moretti, Coppola e Toppo, Bozart. L’altra stagione felice del bijou è quella degli anni Ottanta, con l’affermazione della moda italiana e non a caso la sezione è intitolata Prêt-à-porter. Le teche ospitano bracciali, collane e orecchini firmati dai grandi stilisti: Valentino, Walter Albini, Giorgio Armani, Gianfranco Ferrè, Gianni Versace, Missoni, Franco Moschino, Elio Fiorucci, Krizia, Fendi, Soprani, Laura Biagiotti, Romeo Gigli, Enrico Coveri. Ci sono tutti i rappresentati di quella stagione irripetibile che sancì il legame strettissimo tra bijou e moda e fu il trampolino di lancio del made in Italy.

Tra l’edonismo degli anni Ottanta e il minimalismo odierno, c’è la tradizione artigianale milanese con marchi come Bozart, Ornella Bijoux, Sharra Pagano, Ottavio Re e Unger, che sono riusciti a coniugare la qualità artigianale con l’accessibilità della produzione industriale, la sperimentazione dei nuovi materiali con le tendenze del fashion. A loro è dedicata la seconda sezione. E a noi che abbiamo visitato la mostra in anteprima ci chiediamo perché nella capitale della moda, una manifestazione del genere debba durare così poco e soprattutto perché sia un evento a termine. In fondo il quadrilatero e gli stilisti sono una delle attrazioni della città, un museo dedicato agli accessori non stonerebbe. Anzi.

L’arte del bijou italiano
19 febbraio al 2 marzo 2016
Palazzo Reale, Milano
Ingresso libero
Lunedì ore 14:30-19:30
Tutti i giorni 9:30-19:30
Giovedì e sabato fino alle 22:30

La mostra L'arte del bijou italiano
La mostra L’arte del bijou italiano
Collana Sharra Pagano per Moschino. Ottone, vetro.  Anni Ottanta
Collana Sharra Pagano per Moschino. Ottone, vetro. Anni Ottanta
Collana firmata Bozart, 1968
Collana firmata Bozart, 1968
Versace, collana Conchiglie e stelle marine    metallo dorato, strass
Versace, collana Conchiglie e stelle marine metallo dorato, strass
Lino Raggio, Sharra Pagano. Collana Vittoriana. Vetro, anni Novanta
Lino Raggio, Sharra Pagano. Collana Vittoriana. Vetro, anni Novanta
Collana Stefano-Anna Piaggi, Ugo Correani per Versace. Metallo dorato, plastica. Anni Ottanta
Collana Stefano-Anna Piaggi, Ugo Correani per Versace. Metallo dorato, plastica. Anni Ottanta
Collana di Maria Vittoria Albani per Ornella Bijoux. Metallo, strass jais, Swarovsky. Anni Settanta
Collana di Maria Vittoria Albani per Ornella Bijoux. Metallo, strass jais, Swarovsky. Anni Settanta
Unger, spille, 1986
Unger, spille, 1986