LVMH

Gismondi 1754 acquista Vendorafa

Gismondi 1754 acquista dal gruppo Lvmh la storica Vendorafa Lombardi. L’azienda, attiva dal 1951, era passata sotto le insegne del gruppo francese lo scorso anno, con il passaggio di Pendemonte a cui fa capo Vendorafa, da parte del fondo di private equity Equinox III Slp Sif. Ora il colosso francese vedende Vendorafa e alcuni asset della società. Il marchio e gli annessi sono passati a Gismondi 1754 per 608.000 euro.

Anello Onda di Vendorafa
Anello Onda di Vendorafa

Vendorafa nasce come gioielleria a marchio proprio e, nel corso degli anni, ha anche avviato la progettazione e creazione di linee esclusive per grandi marchi internazionali. Con oltre 70 anni di storia, i gioielli di Vendorafa si contraddistinguono per le loro lavorazioni manuali, come la martellatura, l’incisione e lo sbalzo e sono un simbolo della lavorazione artigianale Valenzana esportata in tutto il mondo. L’operazione consentirà a Gismondi 1754 di integrare nel Gruppo il brand Vendorafa, che manterrà la propria identità, il proprio marchio e posizionamento commerciale sul mercato.
Bracciale in oro giallo con malachite e diamanti di Vendorafa
Bracciale in oro giallo con malachite e diamanti di Vendorafa

I prodotti Vendorafa sono storicamente riconoscibili per le lavorazioni completamente artigianali che esaltano il valore dell’oro, la sua luce e il suo calore estetico. Un punto di contatto molto forte con Gismondi 1754, che da secoli esalta l’artigianalità e l’italianità della manifattura, seppure in tipologie di gioielli differenti: più iconiche e di alta gamma le collezioni di Gismondi 1754, mentre più daily use e basate sulla lavorazione dei metalli quelle di Vendorafa. Sul mercato, quindi, i due marchi proseguiranno in maniera indipendente a rappresentare la propria diversa immagine e clientela, ma mettendo a fattor comune le importanti sinergie produttive e commerciali.
Anello Marea in oro bianco, diamanti e tanzaniti
Anello Marea in oro bianco, diamanti e tanzaniti di Gismondi 1754

L’operazione ha un forte valore strategico per il Gruppo Gismondi 1754. Oltre ad acquisire l’eredità totale del marchio valenzano, con i disegni, le collezioni storiche, lo stock di alcuni gioielli iconici e i macchinari per la produzione, porterà avanti anche l’ampia e riconosciuta presenza internazionale di Vendorafa, con particolare riferimento a Usa e Giappone.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il marchio di Valenza è presente sia in 30 retailer qualificati, sia presso le catene wholesale (Saks, Neiman Marcus), sia nelle gioiellerie indipendenti che vendono primari marchi del lusso, come Brigham, Louis Anthony, Diamond Genesis, A.Marek, Louis Anthony e molti altri. In Giappone, Vendorafa è distribuita da Unoaerre Japan, e questo rappresenta un’opportunità di sviluppo immediato anche per Gismondi 1754, non avendo ancora una presenza articolata in quel mercato.

Questa operazione ha un significato doppio nella via di crescita del nostro Gruppo, che coniuga la visione industriale e commerciale che abbiamo in mente e su cui porre le basi del nostro sviluppo. Questa rappresenta la prima di una serie di acquisizioni, da qui al medio termine, finalizzate a rafforzare la presenza del Gruppo nel settore. Un’operazione che porta con sé anche il sentimento e la volontà di salvaguardare e dare forza alle PMI, che sono le vere custodi del Made in Italy che tutto il mondo ci invidia. Credo che sia sempre più necessario dare uno spazio in cui l’etica del lavoro, il rispetto dell’individuo trovino un ambiente vitale in cui lavorare e crescere. Con Vendorafa diamo continuità e forza ad un brand di livello internazionale; da subito sono stato colpito dal comune radicamento al nostro motto “fatto a mano in Italia da italiani” che ci contraddistingue e con cui valorizziamo l’artigianalità e l’alta specializzazione italiana nel comparto orafo. Siamo davvero orgogliosi di mantenere viva l’essenza di un brand come Vendorafa e farla entrare all’interno del nostro Gruppo, che da sette generazioni rappresenta e difende l’etica, la tradizione e la qualità della manifattura del nostro Paese.
Massimo Gismondi, Ceo di Gismondi 1754

Massimo Gismondi. Copyright: Gioiellis.com
Massimo Gismondi. Copyright: Gioiellis.com

L’operazione di Gismondi 1754, storica Maison genovese di gioielleria, avviene dopo l’annuncio dei risultati relativi al 2022, con un valore della produzione consolidato di 15,2 milioni di euro (+52% rispetto al 2021), Ebitda (margine lordo) consolidato a 3 milioni (+213% rispetto all’anno precedente) e un utile netto consolidato di 1,6 milioni, anche questo in forte incremento (+364%). Altri dati comunicati dall’azienda, quotata al listino Euronext Growth Milan di Borsa Italiana riguardano il patrimonio netto consolidato a 11,0 milioni (+20%) e la posizione finanziaria netta a 3 milioni (a debito rispetto ai 290 mila del 2021).
Anello in oro rosa e diamanti della collezione Vela
Anello in oro rosa e diamanti della collezione Vela di Gismondi 1754

Alta gioielleria Repossi con La Ligne




Alta gioielleria, ma senza fronzoli. Gioielli lussuosi, ricchi, ma essenziali: linee pulite, moderne, con geometrie chiare. Anche per Repossi, brand fondato da Gaia Repossi e ora parte del gruppo Lvmh, è arrivata l’ora di una collezione di altissima gamma, con un salto di qualità rispetto alla produzione di gioielli di fascia medio-alta realizzate dalla designer italiana trapiantata a Parigi. La collezione com prende 15 pezzi ed è stata presentata in occasione della settimana couture, si chiama La Ligne, nome che è in linea anche con la denominazione di precedenti lavori di Gaia Repossi.

Bracciale in oro bianco con diamanti per 9,27 carati
Bracciale in oro bianco con diamanti per 9,27 carati

Aperto e chiuso, concezione spaziale, vuoto e pieno: sono i concetti sul contrasto alla base della collezione. Cerchi e linee rette rappresentano la geometria dei volumi, mentre i diamanti sono utilizzati come punti luce per sottolineare la struttura del gioielli, realizzata in oro bianco lucido. Anelli, collane e bracciali di ampie dimensioni riprendono, ampliandole, le linee di design del brand, ma in una dimensione più opulenta.

Collana in oro bianco con diamanti per 15,5 carati
Collana in oro bianco con diamanti per 15,5 carati
Anello in oro bianco e diamanti della collezione La Ligne
Anello in oro bianco e diamanti della collezione La Ligne

Anello in oro bianco e diamanti
Anello in oro bianco e diamanti







Nuovi Liens per Chaumet





Chaumet, Maison di alta gioielleria che fa parte del gruppo Lvmh, ha presentato nuovi pezzi della collezione Liens, che si ispira ai legami sentimentali. I gioielli sono realizzati in oro rosa e bianco, con o senza pavé di piccoli diamanti, attraverso un design ricorrente nelle creazioni della Maison. La collezione di gioielleria comprende quindi pezzi come Liens Évidence, con un elemento che ricorda un ponte sospeso.

Anello Liens Évidence in oro bianco e diamanti
Anello Liens Évidence in oro bianco e diamanti

Gli anelli ora sono disponibili anche come come ciondolo. Jeux de Liens, variante della collezione presenta pezzi con il motivo delle maglie incrociate. Il pendente è disponibile anche in una forma più voluminosa, ispirata al simbolo dell’infinito. I pezzi sono in oro bianco con l’aggiunta di zaffiri. Ci sono poi, i gioielli della linea Jeux de Liens Harmony, che utilizzano oro per medaglioni con finitura sunburst. A complemento dei modelli esistenti in oro rosa con pavé di diamanti, una nuova versione di medie dimensioni entrerà a far parte della famiglia Harmony nel marzo 2023.

Collana e pendente in oro bianco con pavé di diamanti
Collana e pendente in oro bianco con pavé di diamanti
Collana con pendente Liens Évidence in oro rosa e diamanti
Collana con pendente Liens Évidence in oro rosa e diamanti
Anello Jeux de Liens Harmony in oro bianco, diamanti e zaffiri
Anello Jeux de Liens Harmony in oro bianco, diamanti e zaffiri
Ciondolo Jeux de Liens Harmony in oro bianco, diamanti e zaffiri
Ciondolo Jeux de Liens Harmony in oro bianco, diamanti e zaffiri
Ciondolo Jeux de Liens Harmony in oro giallo e diamanti
Ciondolo Jeux de Liens Harmony in oro giallo e diamanti







Due novità di Hublot con Cheval Blanc Randheli




Un souvenir di lusso delle Maldive: la collaborazione tra Cheval Blanc Randheli con Hublot dura dal 2016 e il risultato è l’orologio ispirato dall’isola dell’arcipelago nell’Oceano Indiano. Il segnatempo è arrivato al nono anniversario e Hublot ha deciso di ricordare la partnership con Cheval Blanc, esclusivo resort di Randheli, con edizioni limitate degli orologi Big Bang Unico e Big Bang One Click, ciascuno in 25 pezzi numerati.

Cheval Blanc Randheli di Hublot
Cheval Blanc Randheli di Hublot

Le sfumature color tortora di Cheval Blanc e il sole giallo pop di Randheli sono le tonalità dei due segnatempo, proposti con un cinturino in alligatore bianco e grigio caldo e una lunetta in ceramica gialla lucida. I quadranti nei toni definiti color talpa riflettono i colori dei caldi ponti in legno e degli eleganti elementi decorativi che adornano la Maison. Il quadrante del Big Bang Unico è di un color marrone scuro opaco, mentre il Big Bang One click presenta un quadrante con 11 brillanti diamanti bianchi. Gli orologi sono dotati di un ulteriore cinturino in caucciù con linea bianca, che offre la possibilità di ritoccare lo stile.

Big Bang Unico è di un color marrone scuro opaco
Il quadrante del Big Bang Unico è di un color marrone scuro opaco

Big Bang Unico
Big Bang Unico

Il Big Bang One click presenta un quadrante con 11 brillanti diamanti bianchi
Il Big Bang One click presenta un quadrante con 11 brillanti diamanti bianchi







Lvmh conquista Pedemonte (e Vendorafa)




Una grossa fetta della gioielleria italiana emigra in Francia, a Parigi. Non trasloca i laboratori, ma la proprietà. Pedemonte Group, controllato dal fondo di investimento Equinox III SLP SIF, è stato venduto al colosso Lvmh, che ha già brand come Bulgari, Tiffany, Chaumet, Fred e Repossi. Il gruppo Pedemonte è soprattutto un produttore di gioielli conto terzi, con sedi in Italia (a Valenza e Valmadonna, in Piemonte) e Francia. Ma produce anche proprie collezioni con il marchio Vendorafa, riconosciuta a livello internazionale come fiore all’occhiello del Made in Italy dal 1951 per il suo stile unico e l’eccellenza manifatturiera.

Anello Onda di Vendorafa
Anello Onda di Vendorafa

Con questa acquisizione strategica, il gruppo LVMH si rafforza ulteriormente in Italia, continuando a sostenere l’ecosistema di aziende che contribuiscono al successo delle nostre Maison. Con Pedemonte, le nostre Maison si affideranno a un partner riconosciuto per il suo savoir-faire, in modo da sostenere la loro crescita e mantenere la loro leadership nella gioielleria.
Toni Belloni, Direttore Generale di LVMH

Toni Belloni
Toni Belloni

Ora l’acquisto di Pedemonte consentirà a Lvmh di aumentare ulteriormente la propria capacità produttiva. Il gruppo Pedemonte è nato nel 2020 dalla fusione di diversi laboratori di produzione indipendenti e ha conquistato un posto di rilievo nel mercato di gioielli di alta gamma. Impiega 350 tra artigiani e dipendenti.

Lavorazione di gioielli nel laboratorio di Pedemonte Group
Lavorazione di gioielli nel laboratorio di Pedemonte Group

Bracciale Anaconda di Vendorafa
Bracciale Anaconda di Vendorafa







Tiffany apre al pubblico il laboratorio (per tre giorni)




Secondo gli ultimi dati trimestrali, le vendite di gioielli e orologi del gruppo Lvmh sono aumentate del 25% anno su anno, a 2,67 miliardi di euro (2,6 miliardi di dollari). Per i primi nove mesi, i ricavi della categoria sono aumentati del 23% a 7,58 miliardi di euro (7,38 miliardi di dollari). Questo per dire che i gioielli contano parecchio per il gruppo guidato da Bernard Aranult. E il tocco magico dell’imprenditore francese si sente anche per Tiffany & Co., conquistata due anni fa e già integrata tra le borse di Louis Vuitton e lo champagne Moët Hennessy. Per esempio, Tiffany parteciperà alle Journées Particulières di Lvmh: è una vetrina di tre giorni che ha l’obiettivo di valorizzare (anche se non ce ne sarebbe bisogno) il savoir faire della Maison francese.

Interno del laboratorio Tiffany a New York
Interno del laboratorio Tiffany a New York

Lanciato originariamente nel 2011 da Antoine Arnault, Ceo di Berluti e director of communications di Louis Vuitton, Les Journées Particulières sono una summa sull’artigianato dei marchi legati al gruppo. Tiffany parteciperà a questo evento per la prima volta e presenterà la sua storia lunga 185 anni di artigianato attraverso il Jewelry Design and Innovation Workshop che si trova a New York City. La struttura si trova vicino al leggendario ufficio della Maison in Fifth Avenue ed è progettata come un hub per la creatività e l’innovazione di prodotto.

Lavorazione dei gioielli Tiffany
Lavorazione dei gioielli Tiffany

Il leggendario savoir-faire di Tiffany viene mostrato in un’esperienza coinvolgente con una visione diretta del mondo dell’artigianato Tiffany & Co. Non c’è momento migliore per portare Tiffany nelle Journées Particulières, evidenziando la nostra maestria artigianale di fama mondiale insieme a quella delle Maison più stimate di Lvmh.
Anthony Ledru, amministratore delegato di Tiffany & Co

Anthony Ledru
Anthony Ledru

Nell’ambito del suo programma di impatto sociale lanciato di recente, Tiffany Atrium, Tiffany & Co. ha collaborato con Harlem’s Fashion Row e la North Carolina A&T State University per lanciare una serie di conferenze di dieci settimane incentrata sul design e l’innovazione dei gioielli. Gli studenti selezionati dal programma avranno l’opportunità di viaggiare a New York City e visitare il JDIW durante le Journées Particulières, seguiti da panel di carriera e networking con i professionisti di Tiffany & Co.

Les Journées Particulières è aperto al pubblico da venerdì 14 ottobre a domenica 16 ottobre presso il Tiffany & Co. JDIW, situato in 53 West 23rd Street a New York City. Gli appuntamenti per piccoli gruppi saranno scaglionati durante il fine settimana per un’esperienza ottimale.

Laboratorio Tiffany & Co
Laboratorio Tiffany & Co

Bracciali Tiffany Lock
Bracciali della collezione Tiffany Lock

Esame delle gemme
Esame delle gemme







Il prezioso Spirit di Louis Vuitton

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Che cosa distingue una collezione di alta gioielleria da un’altra? Il design, le pietre utilizzate, lo stile di chi l’ha concepita. D’accordo. Ma c’è di più. Un gioiello è inconfondibile solo se, accanto all’opulenza dei suoi elementi, materiali e gemme, conserva anche un proprio spirito, un qualcosa in più che ne determina il fascino. Come nel caso dei 125 pezzi di alta gioielleria presentati da Louis Vuitton in una collezione che si chiama, appunto, Spirit. È la quarta creazione con la Maison del gruppo Lvmh di Francesca Amfitheatrof, la più cosmopolita direttrice creativa del globo terrestre (padre americano di origine russa, madre italiana, nata in Giappone ha studiato a Londra e lavorato a New York, e ora a Parigi).

Collana con diamanti, smeraldi della Colombia e zaffiro dello Sri Lanka di 18,08 carati
Collana con diamanti, smeraldi della Colombia e zaffiro dello Sri Lanka di 18,08 carati

Lo spirit in questione, quello nato con le valigie di prima classe di monsieur Louis Vuitton, è il classico monogram a fiore, che ricorre assieme alla sigla LV nei gioielli del brand francese. Ma, a differenza di altre grandi firme della moda e della gioielleria, in questo caso è perfettamente integrato nei gioielli. Per esempio, è stato introdotto e brevettato un nuovo taglio di diamanti con la forma del fiore monogram. Spirit è anche la più grande collezione di alta gioielleria mai creata dalla Maison, che ha richiesto in totale qualcosa come 40.000 ore di lavoro. Un’altra caratteristica della collezione è quella di comprendere molti gioielli scomponibili.

Collana a tre fili Destiny con diamanti anche con il nuovo taglio monogram flower
Collana a tre fili Destiny con diamanti anche con il nuovo taglio monogram flower

Spirit è alta gioielleria, con pezzi e pietre uniche.  Come la collana in stile Liberty con tanti diamanti e, soprattutto, uno zaffiro royal blu dello Sri Lanka del peso di 18,08 carati. Per questo collier Francesca Amfitheatrof ha utilizzato un mosaico di diamanti assieme a un meccanismo a cerniera come quello dei bauli, assieme a smeraldi della Colombia, con una gemma di 8,90 carati, e da un diamante D VVS1 da 2,60 carati nel caratteristico taglio Monogram Flower.

Collana Grace con mosaico di diamanti e tsavorite di 65,26 carati
Collana Grace con mosaico di diamanti e tsavorite di 65,26 carati

La collana Grace ha un design formato da una doppia V. È stata realizzata da diamanti baguette tagliati su misura, con diamanti tondi che si curvano in una onda morbida su oro bianco. E, soprattutto, dalla collana pende una enorme tsavorite da 65,26 carati. La pietra è anche un ciondolo staccabile. La collana ha richiesto 2.000 ore di lavoro ed è accompagna da anelli con gli stessi materiali e medesimo stile.

Anelli Grace con diamanti e smeraldi
Anelli Grace con diamanti e smeraldi

Tra le gemme eccezionali presenti nella collezione c’è anche un rubino del Mozambico di oltre 10 carati, con una tonalità rosso intenso con un inconsueto taglio smeraldo. È applicato, assieme ad altri, a una collana e può essere staccato e poi applicato a un anello con diamante, che a sua volta si può scomporre ed essere aggiunto alla collana. Un gioco, insomma, molto prezioso.

Collana con diamanti e rubini del Mozambico. La pietra centrale è di oltre 10 carati
Collana con diamanti e rubini del Mozambico. La pietra centrale è di oltre 10 carati
Collana con diamanti, smeraldi e zaffiro, a cui si aggiunge un diamante D VVS1 da 2,60 carati nel taglio Monogram Flower
Collana con diamanti, smeraldi e zaffiro, a cui si aggiunge un diamante D VVS1 da 2,60 carati nel taglio Monogram Flower
Collana Radiance in platino, oro, diamanti, granato centrale di 10,99 carati staccabile
Collana Radiance in platino, oro, diamanti, granato mandarino centrale di 10,99 carati staccabile
Bracciale Fantasy in oro, diamanti, onice. Anche in questo caso è presente un diamante con taglio monogram flower
Bracciale Fantasy in oro, diamanti, onice. Anche in questo caso è presente un diamante con taglio monogram flower
Bracciale Radiance in platino, oro, diamanti, granato centrale
Bracciale Radiance in platino, oro, diamanti, granato mandarino centrale






 

Guerra in tribunale tra Cartier e Tiffany

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Guerra in tribunale tra Cartier e Tiffany. I due colossi della gioielleria, che fanno capo rispettivamente al gruppo svizzero Richemont e al francese Lvmh, si sfidano davanti ai giudici di New York. In sostanza, Cartier accusa Tiffany di aver assunto Megan Marino, una junior manager, solo per carpire i segreti sulle nuove collezioni. E, quindi, di aver rubato segreti commerciali sui suoi gioielli di fascia alta. Nel mirino di Tiffany, secondo l’accusa di Cartier, c’è la collezione di alta gioielleria, il celebre Blue Book. Si tratta di gioielli che hanno prezzi da 50.000 dollari o euro fino a 10 milioni l’uno.

Tiffany, Fifth Avenue, New York, in occasione del lancio della collezione Paper Flowers
Tiffany, Fifth Avenue, New York, in occasione del lancio della collezione Paper Flowers

Cartier, nella citazione depositata in tribunale, è andata giù pesante: ha accusato Tiffany di voler resuscitare la propria unità di alta gioielleria dopo che è stata lasciata allo sbando a causa di diverse partenze. Sempre secondo il gruppo svizzero, riporta l’agenzia Reuters, la mossa nell’opinione di Cartier riflette la “cultura inquietante di Tiffany di appropriazione indebita di informazioni sulla concorrenza”. La manager avrebbe sottoscritto anche un patto di non concorrenza di sei mesi con Cartier.

Johann Rupert, Ceo e azionista di Richemont
Johann Rupert, Ceo e azionista di Richemont

La battaglia è solo all’inizio. Tiffany ha licenziato Marino dopo sole cinque settimane. Ma la manager, in risposta, ha affermato che Tiffany era “più interessata ad assumermi come fonte di informazioni che come manager di alta gioielleria”. Ovvio che sono tutte accuse respinte da Tiffany, che preannuncia una battaglia legale. Per il gruppo svizzero, in ogni caso, gli affari non vanno male: nel 2021 le vendite dei marchi di gioielli di Richemont (Cartier, Buccellati e Van Cleef & Arpels) sono aumentate del 38%.

Collana multigemma dal Tiffany Blue Book 2021
Collana multigemma dal Tiffany Blue Book 2021

Anello Parhelia, con uno zaffiro blu cabochon da 21,51 carati, circondato da diamanti e smeraldi. Foto di Maxime Govet
Anello Parhelia di Cartier, con uno zaffiro blu cabochon da 21,51 carati, circondato da diamanti e smeraldi. Foto di Maxime Govet







Le Soleil d’Or, super diamante firmato Fred




Nel gruppo francese Lvmh, il più grande agglomerato di marchi di lusso, da Tiffany a Dior, da Bulgari a Chaumet (ma l’elenco completo sarebbe lunghissimo) c’è anche Fred, una Maison con radici che affondano agli anni Trenta. Anche se la maggior parte dei gioielli proposti da Fred si può qualificare come fine jewelry, di lusso moderato, spesso con un design sportivo come la collezione più nota, Force 10, il marchio è pronto a sfoderare un colpo eccezionale: un grande diamante giallo, chiamato Soleil d’Or. La pietra, che ha segnato la storia della Maison, ritorna ora nel patrimonio di Fred, 44 anni dopo la sua prima presentazione al pubblico.

Margaux Hemingway con il diamante Soleil d'Or
Margaux Hemingway con il diamante Soleil d’Or

È una pietra maxi: pesa 101,57 carati e ha un colore classificato fancy intense yellow, che la pone tra le gemme di grandissimo valore. Il diamante Soleil d’Or è stato chiamato così nel 1977 dal fondatore, Henri Samuel. La gemma sarà visibile al pubblico nell’autunno del 2022, a Parigi, in una mostra retrospettiva sul marchio. Prima della sua presentazione ufficiale, quasi mezzo secolo fa, la pietra è stata al centro di un pranzo a cui hanno partecipato la stampa e alcuni amici della Maison, come l’attrice Margaux Hemingway, che è stata ritratta con il diamante. Nota allegra: Margaux Hemingway, mentre maneggiava la pietra, finse di perderla. Dopo qualche momento di caos, l’attrice la fece ricomparire tra i denti.

Le Soleil d'Or, 101,57 carati, fancy intense yellow
Le Soleil d’Or, 101,57 carati, fancy intense yellow
Collezione Force 10, bracciale in oro giallo
Collezione Force 10, bracciale in oro giallo
Anello Force 10 in oro rosa e diamanti
Anello Force 10 in oro rosa e diamanti
Anello Force 10 in oro rosa e cavo di acciaio
Anello Force 10 in oro rosa e cavo di acciaio

Orecchino Force 10 in oro rosa e cavo di acciaio
Orecchino Force 10 in oro rosa e cavo di acciaio







Il tango intercambiabile di Fred

Anelli con pietre intercambiabili, oppure bracciali con una chiusura iconica: ecco i gioielli di Fred, marchio del gruppo Lvmh ♦

Il tango dell’anello intercambiabile inizia da Buenos Aires, Argentina, dove nel 1908 è nato Fred Samuel, figlio di un gioielliere francese emigrato. Da Parigi a quella che, allora, era una terra promessa, ricca. Dove ha portato la sua esperienza nelle perle: in quegli anni nella capitale argentina il gioielliere c’erano i migliori esemplari del mondo. Ma, nel tempo, il nome di Fred Samuel è diventato sinonimo di pietre colorate. Una scintilla gli è scattata quando ha ricevuto un incarico, nel 1950, dal re del Nepal. Una passione in crescendo: nel 1977 Fred Samuel ha presentato un diamante giallo di 105,54 carati, considerato come uno dei più straordinari al mondo.

Anello della collezione Force 10 in oro rosa 18 carati e diamanti
Anello della collezione Force 10 in oro rosa 18 carati e diamanti

Poi, è arrivato il turno dei suoi due figli, che hanno continuato le sue passioni: i gioielli e il mare. Tanto che nel 1966 il suo figlio maggiore ha presentato la prima collezione ispirata ai cavi marini: bracciali con una fibbia in oro o argento che ancora oggi sono uno dei cavalli di battaglia del brand. Che non ha mai perso i contatti con l’Europa: tra i suoi clienti c’è la famiglia reale di Monaco, con la principessa Grace che è intervenuta all’inaugurazione della boutique di Monte Carlo. Ed è marchiata Fred anche la collana che Richard Gere offre a Julia Roberts nel film Pretty Woman.

Bracciale Force 10 in oro rosa e diamanti bianchi e neri
Bracciale Force 10 in oro rosa e diamanti bianchi e neri

Fred è stato anche il primo marchio di gioielli acquisito da LVMH nel 1996. Il brand è noto soprattutto per il suo bracciale Force 10 con fibbia e cavo ispirato alla vela. Ma, come accennato, Fred è anche sinonimo di gioielli su misura della collezione Pain de Sucre, con una originale soluzione: un anello base, cioè la banda di metallo, su cui si possono cambiare le pietre, tagliate a pan di zucchero, come topazio, rubellite, turchese: sono disponibili 33 versioni differenti, anche con l’aggiunta di diamanti. Ingegnoso.

Anello Pain de Sucre in oro rosa, diamanti e ametista
Anello Pain de Sucre in oro rosa, diamanti e ametista
Anello Pain de Sucre in oro bianco, diamanti e tormalina
Anello Pain de Sucre in oro bianco, diamanti e tormalina
Un set Pain de Sucre con gemma intercambiabile
Un set Pain de Sucre con gemma intercambiabile
Anello in oro rosa con tormalina Paraiba
Anello in oro rosa con tormalina Paraiba
Orecchini Chance Infinie in oro rosa, diamanti e rubini
Orecchini Chance Infinie in oro rosa, diamanti e rubini
Collana in oro rosa e diamante
Collana in oro rosa e diamante

Le voci (smentite) di un matrimonio Kering-Richemont


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Boucheron che sposa Piaget. Pomellato che si fidanza con Cartier. Qeelin che ha un flirt con Buccellati. È una favola? No, è l’ipotesi lanciata dal sito Miss Tweed, che ipotizza un tentativo di approccio tra due gruppi del lusso: Kering di François-Henri Pinault e Richemont di Johann Rupert. Secondo l’indiscrezione raccolta dal sito, a gennaio, in gran segreto il Ceo e azionista di Kering, Pinault, ha presentato una offerta informale di matrimonio tra le due aziende al presidente e proprietario di Richemont, Rupert.

François-Henri Pinault, al centro, tra la moglie Salma Hayek (a sinistra) e Jane Fonda (a destra)
François-Henri Pinault, al centro, tra la moglie Salma Hayek (a sinistra) e Jane Fonda (a destra)

A preoccupare Pinault sarebbe la nuova dimensione del rivale Lvmh, dopo la fusione con Tiffany & Co. Le reazioni dei due gruppi, però, non sembrano confermare i rumors. Sia Kering sia Richemont hanno smentito di avere intenzione di discutere di una prossima fusione tra i due colossi del lusso. Pinault, tra l’altro, nel febbraio scorso ha detto che Kering intende puntare su una crescita organica, cioè del proprio business attuale. Ma bisogna anche aggiungere che nel mondo finanziario le cose possono cambiare rapidamente e che la dimensione internazionale di Lvmh preoccupa i due player.

Johann Rupert, Ceo e azionista di Richemont
Johann Rupert, Ceo e azionista di Richemont
La sede di Richemont a Bellevue (Ginevra, Svizzera)
La sede di Richemont a Bellevue (Ginevra, Svizzera)
Anello in oro bianco 18 carati con 1 spinello rosso taglio cuscino dalla Tanzania e 94 diamanti  di Piaget, gruppo Richemont
Anello in oro bianco 18 carati con 1 spinello rosso taglio cuscino dalla Tanzania e 94 diamanti di Piaget, gruppo Richemont

Anello con malachite e smeraldi
Pomellato (gruppo Kering), anello con malachite e smeraldi







Lvmh cambia i vertici di Tiffany

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Il record di gioielli venduti durante il periodo che precede il Natale non è bastato al Ceo, Alessandro Bogliolo, per conservare il posto al vertice di Tiffany. Il gruppo francese del lusso Lvmh, a poche ore dalla ratifica dell’acquisizione del più famoso brand della gioielleria Usa, ha nominato i nuovi vertici di Tiffany. Le nomine concludono l’acquisizione da 15,8 miliardi di dollari della storica azienda di gioielli statunitense, arrivata dopo un’aspra battaglia legale, con Lvmh che ha cercato di sottrarsi all’accordo al culmine della pandemia da covid-19, che ha colpito duramente il settore del lusso. Lvmh e Tiffany hanno quindi accettato di rinegoziare il prezzo dell’accordo, ridotto a 425 milioni di dollari.

Lo store di Tiffany all'angolo tra la 57a Strada e Fifth Avenue, New York
Lo store di Tiffany all’angolo tra la 57a Strada e Fifth Avenue, New York

Ma veniamo alle nomine: Lvmh ha nominato Anthony Ledru, top manager del marchio Louis Vuitton, come Ceo di Tiffany. Alessandro Bogliolo lascia Tiffani a partire dal 22 gennaio. Nella Maison americana entra anche Alexandre Arnault, uno dei figli di Bernard Arnault, Ceo di Lvmh. Alexandre assumerà il ruolo di vicepresidente esecutivo e sarà a capo della produzione e comunicazione, mentre Michael Burke, Ceo e presidente di Vuitton, diventerà presidente di Tiffany.

Alexandre Arnault
Alexandre Arnault
Anthony Ledru
Anthony Ledru
Alessandro Bogliolo, ceo di Tiffany
Alessandro Bogliolo, ceo di Tiffany







Un super diamante per Tiffany

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Un grande diamante per un grande gioiello. Chissà se il super diamante da 80 carati acquistato da Tiffany è l’eco di una grandeur dal sapore francese, visto che l’annuncio segue di poche ore la conclusione dell’operazione che ha portato la Maison americana nell’orbita di Lvmh? Ma questa sarebbe una deduzione maliziosa.

Tiffany & Co, in ogni caso, ha annunciato la riedizione di una storica collana di alta gioielleria realizzata nel 1939. Il gioiello originale, però, monta un’acquamarina, mentre la nuova collana sarà arricchita con un diamante ovale da oltre 80 carati, il più grande diamante mai proposto da Tiffany, superato soltanto dal Tiffany Diamond (che non è in vendita).

Lo schizzo della nuova collana e il diamante ovale da 80 carati
Lo schizzo della nuova collana e il diamante ovale da 80 carati

La collana di diamanti sarà svelata nel 2022, per festeggiare la riapertura del flagship store Tiffany di Fifth Avenue in corso di ristrutturazione, ed entrerà nella storia proprio come la collana originale, che fu presentata all’Esposizione Universale nel Queens, distretto di New York.

Quale modo migliore per celebrare la riapertura del flagship store Tiffany nel 2022, che reinterpretare questa incredibile collana dell’Esposizione Universale del 1939, uno dei nostri gioielli più famosi che risale a quando abbiamo aperto le porte per la prima volta tra la 57a Strada e Fifth Avenue. La nuova collana riflette perfettamente la nostra tradizione di gioielliere di lusso di New York, il cui fondatore era noto come il Re dei Diamanti.
Victoria Reynolds, Chief Gemologist di Tiffany & Co

La collana originale con acquamarina e diamanti
La collana originale con acquamarina e diamanti

Il diamante ovale di oltre 80 carati ha un grado di purezza IF, colore D. È una qualità molto rara ma, sottolinea Tiffany, è anche il simbolo dell’approccio adottato per la tracciabilità dei diamanti: la Maison è la prima azienda del settore ad adottare tale politica. Il diamante provine dal Botswana, in Africa, da catena di approvvigionamento responsabile, e sarà montato dagli artigiani di Tiffany a New York.

La collana originale, chiamata Alba di un Nuovo Giorno, è stata mostrata all’Esposizione Universale del 1939 ed è servita anche a preparare la scena per l’apertura dell’iconico flagship store tra la 57a Strada e Fifth Avenue l’anno seguente, il 1940.

Lo store di Tiffany all'angolo tra la 57a Strada e Fifth Avenue, New York
Lo store di Tiffany all’angolo tra la 57a Strada e Fifth Avenue, New York







Accordo bis: Lvmh compra Tiffany con lo sconto

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Colazione da Tiffany, con sconto. Il gruppo francese Lvmh ottiene il via libera all’acquisto di Tiffany, ma a una cifra inferiore rispetto a quella concordata un anno fa: il coronavirus ha colpito gli acquisti del lusso e, quindi, aveva rimesso in discussione l’accordo. Il passo indietro di Lvmh aveva scatenato una battaglia legale: il prossimo passo si sarebbe svolto davanti a un tribunale americano il prossimo gennaio. Invece, è arrivata la pace.

L'anello in oro rosa Tiffany T1
Anello in oro rosa Tiffany T1

Lvmh ha raggiunto l’accordo per acquisire Tiffany a 131,5 dollari per azione, inferiore ai 135 dollari inizialmente pattuiti. La nuova proposta equivale a un prezzo per il marchio americano del lusso di 15,96 miliardi di dollari. Il prezzo scontato offre un leggero premio (+1,2%) rispetto alla chiusura (129,95 dollari) in Borsa di Tiffany mercoledì a Wall Street. L’accordo raggiunto (che necessita comunque di un’ultima approvazione dalle assemblee degli azionisti) consente ai francesi risparmiare oltre 400 milioni rispetto ad un’intesa valutata un anno fa oltre 16 miliardi di dollari. E, soprattutto, di avere ampio accesso al mercato del lusso a stelle e strisce.

Insegna di Tiffany a Londra
Insegna di Tiffany a Londra

Bernard Arnault
Bernard Arnault, numero uno di Lvmh

Alessandro Bogliolo, ceo di Tiffany
Alessandro Bogliolo, ceo di Tiffany







Addio Baselworld, arriva Hour Universe




Hour Universe. Il post Baselworld è (anche) un gioco di parole. Hour, parola inglese che indica l’arco temporale di 60 minuti, assomiglia anche a our, nostro. Un universo, insomma, che allude al concetto di tempo, quello misurato dagli orologi. Dopo il clamoroso suicidio di Baselworld, la più blasonata fiera dedicata alla gioielleria e all’orologeria, la società organizzatrice Mch ha cambiato tutto.

Rendering di Hour Universe
Rendering di Hour Universe

Hour Universe si volgerà a Basilea dall’8 al 12 aprile 2021, covid permettendo. La nuova iniziativa è descritta come una piattaforma ibrida per la comunità di orologi, gioielli e pietre preziose con un’offerta digitale moderna per tutto l’anno, combinata con gli incontri fisici in fiera. L’evento dal vivo programmato e inclusivo ha l’obiettivo di facilitare il networking e fornire un’esperienza basata sulle esigenze di espositori e visitatori.

Mch promette anche un nuovo concetto di ospitalità basato su prezzi equi e supportato dall’industria alberghiera locale. Proprio i costi esorbitanti per la partecipazione a Baselworld sono stati il deterrente che ha messo in crisi la fiera.

Uno degli allestimenti a Baselworld 2019. Copyright: gioiellis.com
Uno degli allestimenti a Baselworld 2019. Copyright: gioiellis.com

Hour Universe riuscirà a convincere i grandi gruppi che hanno abbandonato Baselworld? Non sarà facile. I big del settore del lusso non solo hanno detto addio, ma hanno anche organizzato altri eventi. Hanno salutato Baselworld aziende come il Gruppo Lvmh, con brand che comprendono Tag Heuer, Hublot e Zenith e la Maison Bvlgari, oltre a Rolex, Tudor, Patek Philippe, Chanel e Chopard, Swatch e tanti altri, compresi grandi marchi della gioielleria. Molti parteciperanno a Watches & Wonders Geneva, manifestazione che ha anche portato il format in Cina. Altri marchi organizzeranno eventi per conto loro. Insomma, la strada per Hour Universe sembra in salita.

Baselworld 2019. Copyright: gioiellis.com
Baselworld 2019. Copyright: gioiellis.com
Bulgari a Baselworld 2019
Bulgari a Baselworld 2019
Il booth di Jacob a Baselworld
Il booth di Jacob & Co a Baselworld

Sfilate a Baselworld 2019
Sfilate a Baselworld 2019







Lvmh rinuncia a Tiffany, che avvia un’azione legale

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Colpo di scena nel mondo della gioielleria: Lvmh ha ingranato la retromarcia e ha annunciato che non acquisterà più Tiffany & Co. E l’azienda americana ha intrapreso un’azione legale per contestare il voltafaccia. I primi dubbi sulla reale intenzione del gruppo francese di monsieur Bernard Arnault di procedere, come concordato nell’autunno scorso, all’acquisto del colosso americano erano emerse a fine primavera, quando il consiglio di amministrazione della società francese del lusso (Christian Dior, Bulgari, DKNY, Fendi, Céline, Guerlain, Givenchy, Kenzo, Loro Piana, Louis Vuitton, TAG Heuer, Moët & Chandon, Veuve Clicquot, Hennessy) aveva mostrato perplessità riguardo al prezzo concordato di 16,2 miliardi di dollari. Il covid, che ha depresso le vendite del comparto, è stato determinante. Ma, dice Tiffany, i patti si rispettano.

Bernard Arnault
Bernard Arnault

La Maison di New York guidata da Alessandro Bogliolo (tra l’altro, ex manager di Bulgari, che ora fa parte di Lvmh) ha annunciato di aver già intentato una causa presso la Court of Chancery dello Stato del Delaware. Lvmh, in effetti, aveva già chiesto di far slittare la firma definitiva al 24 novembre, tre mesi dopo la data concordata quasi un anno fa, ma comunque in base a una clausola del contratto. Secondo il quotidiano britannico Financial Times, sulla decisione del colosso Lvmh pesa anche una richiesta dal governo francese di rinunciare all’accordo per non minare una guerra commerciale in corso con gli Stati Uniti.

Alessandro Bogliolo, ceo di Tiffany
Alessandro Bogliolo, ceo di Tiffany

Shopping da Tiffany
Shopping da Tiffany

Tiffany, Fifth Avenue, New York, in occasione del lancio della collezione Paper Flowers
Tiffany, Fifth Avenue, New York, in occasione del lancio della collezione Paper Flowers







Tiffany rende tracciabili i diamanti

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Gioielli eticamente corretti: è un’esigenza sempre più richiesta da chi acquista un oggetto prezioso. Oro e diamanti, insomma, non devono provenire da miniere che rovinano l’ambiente o sfruttano chi ci lavora. Con questa premessa a ottobre Tiffany & Co. farà un ulteriore passo avanti in materia di tracciabilità dei diamanti. Il colosso della gioielleria passato sotto le insegne del gruppo francese Lvmh renderà noto l’intero percorso di lavorazione dei propri diamanti approvvigionati di recente registrati singolarmente (a partire da 0.18 carati).

Solitaire di Tiffany
Solitaire di Tiffany

In pratica, chi acquisterà un gioiello Tiffany con diamanti saprà anche il Paese in cui ogni pietra viene lavorata e montata. Questa trasparenza, fa notare Tiffany, rappresenta un primato nel settore e segue quanto annunciato un anno fa, ovvero che l’azienda sarebbe diventata il primo gioielliere di lusso a livello globale a indicare la provenienza (regione o Paesi di origine) dei propri diamanti registrati singolarmente.

Diamante Tiffany nel laboratorio alle Mauritius
Diamante Tiffany nel laboratorio alle Mauritius

Oggi il nostro impegno nella tracciabilità dei diamanti fa un ulteriore passo avanti. I nostri clienti meritano di sapere che un diamante Tiffany rispetta gli standard più elevati, non solo per quanto riguarda la qualità, ma anche la responsabilità ambientale e sociale. Crediamo che la tracciabilità dei diamanti sia il modo migliore per garantirle entrambe.
Anisa Kamadoli Costa, Chief Sustainability Officer di Tiffany & Co

Selezione dei diamanti nel laboratorio di Antwerp (Anversa)
Selezione dei diamanti nel laboratorio di Antwerp (Anversa)

Le informazioni relative alla regione o Paese d’origine, al luogo in cui ogni diamante è stato tagliato, lucidato, classificato e certificato e poi montato su un gioiello, saranno condivise con i clienti per ogni diamante approvvigionato di recente registrato singolarmente (ovviamente questo non è possibile per i gioielli realizzati in passato). Queste informazioni potranno essere comunicate da qualsiasi esperto Tiffany & Co. e saranno inoltre contenute all’interno del Tiffany Diamond Certificate.

Taglio e lucidatura alle Mauritius
Taglio e lucidatura alle Mauritius

Tra i gioiellieri di lusso di livello globale, aggiunge ancora la Maison americana, Tiffany & Co. è l’unico brand a possedere e gestire cinque laboratori di lavorazione dei diamanti in tutto il mondo, dove lavorano oltre 1.500 artigiani per esaltare al massimo brillantezza, dispersione e scintillio delle pietre, non soltanto il peso in carati. Grazie a questi laboratori di proprietà in Belgio, Mauritius, Botswana, Vietnam e Cambogia, oltre al Tiffany Gemological Laboratory di New York e a cinque laboratori di produzione di gioielli in Nord America, l’azienda si dichiara in grado di garantire il rispetto dei propri standard superlativi.

Raccontare il percorso di lavorazione dei diamanti Tiffany riflette decenni di investimenti nella nostra supply chain. Tra i gioiellieri di lusso Tiffany è l’unico ad approvvigionarsi direttamente di diamanti grezzi estratti in modo responsabile, a lavorare e montare tali diamanti, rispettando i propri standard nei propri laboratori.
Andrew Hart, Senior Vice President Diamond and Jewelry Supply di Tiffany & Co

Diamante nel laboratorio Tiffany di Anversa
Diamante nel laboratorio Tiffany di Anversa







LVMH abbandona l’acquisto di Tiffany?




Il Women’s Wear Daily, sito web che è il più accreditato nel fashion business, l’acquisizione di Tiffany & Co da parte di LVMH traballa. L’accordo da 16,2 miliardi di dollari per l’acquisto del colosso americano della gioielleria sarebbe messo in discussione dall’impatto dell’epidemia covid-19, che sarebbe pesante. La testata giornalistica riporta qualche particolare in più: i membri del consiglio di amministrazione di LVMH si sarebbero riuniti a Parigi il 2 giugno per discutere la questione. Lo scorso novembre, LVMH ha accettato di acquisire Tiffany per 135 per azione. A inizio giugno, però, le azioni valgono meno: circa 128 dollari. Ma non è questo il punto.

Tiffany, Fifth Avenue, New York, in occasione del lancio della collezione Paper Flowers
Tiffany, Fifth Avenue, New York, in occasione del lancio della collezione Paper Flowers

Il gigante francese guidato da monsieur Bernard Arnault è preoccupato per l’impatto della pandemia di coronavirus, che ha causato oltre 100.000 vittime in America e una crisi dell’economia, ma anche dei disordini provocati dalla morte di George Floyd a Minneapolis. Il clima di guerriglia in molte città indica una situazione molto difficile anche in prospettiva, pensano probabilmente i componenti del consiglio di amministrazione di LVMH.

arnault
Bernard Arnault, presidente di Lvmh

Non solo. Secondo quanto riporta il Women’s Wear Daily, gli stessi componenti del board di LVMH sarebbero preoccupati per la capacità di Tiffany di far fronte alle scadenze finanziarie dei prossimi mesi. I dubbi sollevati, senza che siano confermati ufficialmente, potrebbero anche essere un semplice segnale della volontà di rinegoziare l’accordo raggiunto. Ma anche l’indizio di un clamoroso ripensamento che potrebbe portare a una marcia indietro dei francesi.

Alessandro Bogliolo, ceo di Tiffany
Alessandro Bogliolo, ceo di Tiffany

Anello in oro rosa e diamanti
Anello in oro rosa e diamanti della collezione TT1







Débacle Baselworld, lascia anche Lvmh




Se mai qualcuno avesse avuto dubbi, è arrivato il colpo di grazia a Baselworld. L’esecuzione capitale ha la forma di un comunicato del gruppo Lvmh. Le manifatture orologiere svizzere del Gruppo Lvmh, che comprendono Tag Heuer, Hublot e Zenith e la Maison Bvlgari, hanno preso atto dell’abbandono di Baselworld da parte di Rolex, Tudor, Patek Philippe, Chanel e Chopard, recita la nota ufficiale del gruppo francese. «In questo contesto di evidente indebolimento di rappresentatività dell’industria orologiera svizzera, i brand della Divisione e la Maison Bvlgari hanno deciso di annullare a loro volta la partecipazione alla Fiera per preservare la propria immagine e le relazioni con clienti e media. Non prenderanno dunque parte all’edizione 2021 di Baselworld. Le quattro Maison stanno valutando diversi format di eventi per presentare, nel 2021, le proprie strategie e le novità di prodotto sia ai loro partner commerciali che alla stampa internazionale. La Divisione Orologi LVMH da una parte e Bvlgari dall’altra si pronunceranno sui propri progetti futuri nelle prossime settimane, in base ai loro rispettivi obiettivi».

La piazza di Baselworld. Copyright: gioiellis.com
La piazza di Baselworld. Copyright: gioiellis.com

Siamo molto dispiaciuti di dover abbandonare questo appuntamento più che centenario, al quale le nostre Maison erano fedeli. È comunque evidente che, in queste condizioni, dobbiamo reagire rapidamente e mettere a punto altre strategie. Abbiamo l’opportunità di reinventare il formato e il contenuto di uno dei momenti chiave del nostro anno orologiero, che rappresentava una grande sfida commerciale e una leva strategica per l’influenza dei nostri marchi. In questa prospettiva, faremo ogni sforzo per essere presenti con le altre prestigiose Maison che si incontreranno a Ginevra nell’aprile 2021, per soddisfare così le esigenze dei nostri partner e clienti e offrire loro un’esperienza unica.
Stéphane Bianchi, CEO Divisione Orologi Lvmh

L'area del marchio Zenith
L’area del marchio Zenith

Insomma, i pilastri di quella che era la più grande fiera dedicata alla gioielleria e all’orologeria si sgretolano. Difficile pensare, al momento, a una Baselworld priva dei suoi marchi che attiravano migliaia di visitatori e buyer da tutto il mondo. Ora il business degli orologi è concentrato su Ginevra. E la gioielleria? Seguirà il trend dei marchi delle lancette?

Bulgari a Baselworld 2019
Bulgari a Baselworld 2019

Riunire l’intera industria orologiera svizzera in un unico luogo, Ginevra, la capitale storica dell’orologeria e in un’unica data, è una grande opportunità per rilanciare finalmente un settore indebolito da troppe divisioni e interessi divergenti rispetto al resto del settore lusso di cui Bvlgari è protagonista e che progredisce molto più rapidamente. Non vediamo l’ora di andare a Ginevra nell’aprile 2021, anche se dobbiamo ancora definire le modalità della nostra partecipazione, che preciseremo nelle prossime settimane. Siamo inoltre lieti di non dover compensare, come nel 2020, l’assenza di Fiere orologiere istituzionali, che quest’anno ci ha costretto a prendere iniziative utili a breve termine ma non strategiche a medio termine.
Jean-Christophe Babin, Ceo del Gruppo Bvlgari

Jean Christophe Babin con Carla Bruni Sarkozy (da Twitter)
Jean Christophe Babin con Carla Bruni Sarkozy (da Twitter)

Baselworld 2019. Copyright gioiellis.com
Baselworld 2019. Copyright gioiellis.com

Il booth di Jacob a Baselworld
Il booth di Jacob & Co a Baselworld







Chaumet presenta a Venezia la collezione Jeux de Liens

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Le novità di Chaumet a due passi dal Ponte di Rialto, nel Fondaco dei Tedeschi, uno dei migliori luoghi per lo shopping alto di gamma a Venezia. Il Fondaco dei Tedeschi, eretto nel 1228 per ospitare i mercanti stranieri e ricostruito nel 1508, è infatti diventato un department store. E ora presenta in anteprima in Italia la nuova collezione di fine jewellery della Maison, Jeux de Liens, ovviamente in vendita nello spazio riservato al brand francese, che fa parte del gruppo Lvmh.

Collezione Jeux de Liens, indossato
Collezione Jeux de Liens, indossato

La collezione comprende gioielli che hanno al centro la forma geometrica del cerchio, ma spezzato. I cerchi, infatti, sono divisi in due parti asimmetriche collegate da maglie incrociate. L’idea è che evochi la magia dell’incontro. La collezione comprende catenina regolabile e i ciondoli Jeux de Liens Harmony, che riprendono gli spunti classici di Chaumet, ma anche orecchini con la forma di una X e bracciali. I gioielli sono in oro e piccoli diamanti, con inserti di pietre semi preziose, come onice, malachite o corniola.

Bracciale in oro, diamanti, corniola
Bracciale in oro, diamanti, corniola
Jeux de Liens indossato
Chaumet, collane della collezione Jeux de Liens
Collana in oro, diamanti, onice
Collana in oro, diamanti, onice
Collane Jeux de Liens indossata
Collane Jeux de Liens

Orecchino in oro, diamanti, malachite
Orecchino in oro, diamanti, malachite







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