Moi et Toi, un tipo di anello che è intramontabile. Come l’amore. Ecco alcuni dei più affascinanti anelli Moi et Toi e la storia di questo gioiello ♦
Due diamanti sono meglio di uno, sopratutto se sono montati su un anello. Chi potrebbe affermare il contrario? E non per copiare una famosa pubblicità di De Beers, ma perché l’anello in stile Toi et Moi, che esiste da secoli, con due pietre alle estremità che si sfiorano, l’una opposta all’altra, è il simbolo dell’unione. Napoleone face incidere nel 1796 sul gambo dell’anello di fidanzamento per la futura moglie Josephine, «Tu e io, per sempre». Da qui il nome, e la crescente popolarità di questo tipo di montatura, che raggiunse il suo apice tra il 19° e il 20° secolo.
Forse perché ricalcava la moda romantica delle courting chair o divanetto tete-a-tete con due sedute posizionate a S, in modo tale da potersi parlare guardandosi in faccia. In realtà, non è mai passato di moda: John Kennedy regalò a Jacqueline per il fidanzamento un anello toi e mio di Van Cleef & Arpels, con uno smeraldo e un diamante incolore taglio princess. E anche la regina Margret di Danimarca ne ricevette uno con due diamanti incolori da sei carati taglio quadrato, realizzato sempre da Van Cleef & Arpels, nel 1967.
Il marchio di gioielleria continua a proporre questo stile nella collezione Snowflake a forma di fiore. Ed è questo particolare che distingue i pezzi contemporanei: non ci si limita a opporre pietre dalle proporzioni simili magari con colori a contrasto, ma sono gli elementi decorativi a fronteggiarsi. Certo, quando si tratta di pietre eccezionali la simmetria è fondamentale per esaltarne la bellezza. Per esempio, in alcuni esemplari di Bulgari, che ogni tanto spuntano nelle aste di gioielli o in quelli in vendita da Graff, Harry Winston, Alexander Reza, Messika o Picchiotti. Ecco una selezione dei più belli e preziosi che si trovano nelle salette per i clienti importanti dei gioiellieri.