diamanti

Tutto sui diamanti

Sapete come distinguere i diamanti? Che cosa sono le quattro C? Come si valutano i diamanti? Ecco una veloce guida per risolvere ogni dubbio sui diamanti, che sono anche la pietra del mese di aprile

I diamanti sono considerati le pietre più preziose. Ma quanto valgono, davvero, i diamanti di un anello, orecchini o collana? Sono tutti uguali? Come riconoscerli e giudicarli? Gioiellis.com vi aiuta con questa guida, che potete stampare e conservare. Con una premessa: comprendere non significa essere in grado di compiere una perizia da soli. Per una valutazione sicura e definitiva di un diamante è meglio rivolgersi a un esperto in grado di visionare la pietra direttamente. Ma attenti a scegliere persone qualificate, non ascoltate il parere delle amiche. Solo chi ha studiato seriamente gemmologia può offrire un giudizio sicuro. Quasi sempre, almeno.

The Rock, diamante a forma di pera da 228,31 carati
The Rock, diamante a forma di pera da 228,31 carati

CHE COS’È UN DIAMANTE?

La sostanza è una delle tante forme in cui può presentarsi il carbonio. In termini scientifici, il diamante è costituito da un reticolo cristallino di atomi di carbonio disposti secondo una struttura ottaedrica. Il nome deriva dall’antico greco ἀδάμας, cioè adámas, che significa indistruttibile, giusto o anche immutabile.

I diamanti costituiscono il materiale più profondo del nostro Pianeta che ha mai raggiunto la superficie terrestre e vengono considerati una finestra aperta all’interno della Terra. Un materiale impossibile da ottenere con qualsiasi altro mezzo. Ben oltre il loro valore economico, hanno un più alto valore scientifico, perché sono in grado di raccontare molte cose sull’evoluzione della Terra.

Diamanti grezzi
Diamanti grezzi

L’ORIGINE

I diamanti esistenti per il 94% si sono formati tra 1e 3 miliardi di anni fa a profondità tra i 150 e 200 chilometri, dove il carbonio purissimo, sottoposto a enormi pressioni, ha generato queste pietre di grande fascino. Il rimanente 6% dei diamanti è ancora più interessante e ha origine nella «zona di transizione della Terra», tra i 660 e i 2.900 chilometri di profondità. Sono chiamati diamanti superprofondi.

Medaglione Ellesmere, composto da 478 diamanti
Medaglione Ellesmere, composto da 478 diamanti by De Beers

CARATTERISTICHE

Il diamante è il principe dei gioielli grazie alla dispersione della luce bianca nei colori dello spettro, una delle sue principali caratteristiche.  La durezza del diamante è l’altra sua particolarità, che lo rende utile per  molte applicazioni industriali. Oggi la produzione globale di diamanti grezzi è stimata in circa 130 milioni di carati (26 tonnellate) l’anno, di cui il 92% viene tagliato e lucidato in India, per lo più nella città di Surat. Dopo la prima lavorazione, circa l’85% dei diamanti grezzi, il 50% di diamanti tagliati, e il 40% di quelli per l’industria sono scambiati sul mercato di Anversa, in Belgio. Il motivo è che nel tardo Quattrocento ad Anversa è stata introdotta una nuova tecnica per lucidare e dare forma alle gemme. Ci sono più di 12mila tagliatori e lucidatori al lavoro nel quartiere dei diamanti.

Diamanti
Diamanti

PICCOLA STORIA

I diamanti sono conosciuti da centinaia di anni e utilizzati come elementi decorativi fin dai tempi antichi: i primi riferimenti sono stati registrati in India. Oggi l’utilizzo più comune del diamante in gioielleria è per l’anello di fidanzamento, ma pochi sanno che si tratta di una convenzione abbastanza recente, diventata popolare nella prima metà del Novecento grazie a una campagna pubblicitaria da parte della De Beers, la società leader nel commercio di diamanti. Più in generale, comunque, gli anelli di diamanti sono utilizzati almeno dal Quattrocento per simboleggiare un impegno.

Anello Dôme di Buccellati, con diamante taglio smeraldo
Anello Dôme di Buccellati, con diamante taglio smeraldo

LA VALUTAZIONE

I diamanti non sono tutti sono uguali. Per valutarli si classificano in base a  quattro «C», tenendo conto della lingua inglese: carati (carat), taglio (cut), colore (colour) e chiarezza (clarity). Ci sono però anche altre caratteristiche: per esempio, la presenza o assenza di fluorescenza, che possono influire sulla scelta nell’utilizzo per un gioiello e sul valore.

carati
La misura dei carati

CARATI (CARAT)
Il peso in carati misura la massa di un diamante. Un carato corrisponde a 200 milligrammi. Il prezzo per carato aumenta con il peso, dal momento che i diamanti più grandi sono più rari e più richiesti come pietre preziose. Al contrario, il valore non aumenta linearmente allo stesso modo con la dimensione. Per esempio, un diamante da 0,99 carati può avere un prezzo molto inferiore (sempre per carato) di un analogo 1,01 carati: la differenza è causata dalla differenza della domanda.

I gradi di trasparenza del diamante
I gradi di trasparenza del diamante

CHIAREZZA (CLARITY)
La chiarezza misura i difetti interni di un diamante, chiamati inclusioni. Le inclusioni possono consistere in cristalli di un materiale estraneo, oppure imperfezioni strutturali, come piccole crepe o, infine, come un alone biancastro. Il numero, la dimensione, il colore, la posizione relativa, l’orientamento e la visibilità delle inclusioni possono influire sulla relativa chiarezza di un diamante. Il Gemological Institute of America (Gia) e altre organizzazioni hanno sviluppato sistemi per definire il grado di chiarezza, a partire da inclusioni che sono visibili a un professionista con un diamante osservato a dieci ingrandimenti. Solo circa il 20% di tutti i diamanti estratti ha un punteggio di chiarezza sufficientemente alto per un uso in gioielleria. L’altro 80% è relegato a uso industriale. Di quel primo 20%, una quota significativa contiene una o più inclusioni visibili. Le pietre che non hanno una inclusione visibile sono conosciute come “eye-clean”, pulite allo sguardo, e sono ovviamente i pezzi preferiti. Attenzione, a volte le inclusioni sono nascoste sotto la montatura di un pezzo di gioielleria: per scoprirlo bisognerebbe destrutturare il gioiello per esaminarlo. La maggior parte delle inclusioni presenti in un diamante, in ogni caso, non influisce sull’integrità strutturale della gemma. Tuttavia, le cosiddette “nuvole” di grandi dimensioni possono influire sulla capacità di un diamante di trasmettere e diffondere la luce. E fessure grandi  vicino alla superficie aumentano la possibilità di una frattura.

Le sfumature del diamante
Le sfumature del diamante

COLORE (COLOUR)

Qual è il miglior colore per un diamante? Semplice: quello che non c’è. La varietà di diamanti più pregiata è, infatti, totalmente incolore. Anche in questo caso esiste una classificazione, che dovrebbe essere certificata da chi vende il gioiello: il diamante totalmente incolore, quindi della migliore qualità, è classificato come D. Il grado successivo, certificato con la lettera E, ha una traccia quasi invisibile di colore, che può essere osservata solo da esperti in un laboratorio di classificazione. La scala prosegue: anche i diamanti F sono pressoché trasparenti. Le pietre che, invece, mostrano tracce molto piccole di colore sono classificati come G o H. Ancora: quelli leggermente colorati sono classificati come I o J K e via fino a Z, con una colorazione giallo brillante. Questi ultimi, anche se sono alla fine della scala, risultano però abbastanza rari e quindi molto apprezzati. I diamanti con colorazione insolita a volte sono etichettati come fancy (fantasia). Alcuni, come quelli rosa, sono molto rari. Il colore di un diamante può essere causato da impurità chimiche e/o difetti strutturali nel reticolo cristallino. A seconda della tonalità e dell’intensità, il colore di un diamante può sminuire o aumentare il suo valore. Per esempio, intensi diamanti blu (come quello battezzato Hope) sono notevolmente preziosi. Si tratta, però, di pezzi eccezionali. La maggior parte dei diamanti utilizzati come gemme sono fondamentalmente trasparenti, con una piccola sfumatura, o diamanti bianchi. L’impurità più comune, l’azoto, sostituisce una piccola percentuale di atomi di carbonio nella struttura del diamante e causa un colore giallastro o brunastro.

I tipi di taglio del diamante
I tipi di taglio del diamante

TAGLIO (CUT)

Il taglio di un diamante descrive il modo in cui un diamante è stato formato e raffinato dalla sua forma di pietra grezza. Descrive, in realtà, la qualità di lavorazione e gli angoli a cui viene tagliato e spesso è confuso con il concetto di forma. Il taglio non è casuale: ci sono linee guida matematiche per determinare gli angoli e i rapporti di lunghezza al fine di riflettere la massima quantità di luce. Le tecniche per i diamanti di taglio si sono sviluppate nel corso di centinaia di anni. Ma i migliori risultati sono stati ottenuti nel 1919 dal matematico e appassionato di gemme Marcel Tolkowsky: è lui che ha sviluppato il taglio brillante, rotondo, calcolando la forma ideale per diffondere la luce. Il brillante ha 57 facce (lucidate), di cui 33 sulla corona (la parte superiore) e 24 sul padiglione (la metà inferiore). La cintura è la parte centrale sottile. La funzione della corona è di rifrangere la luce nei colori dell’iride, mentre la funzione del padiglione è riflettere la luce attraverso la parte superiore del diamante. Il culet è invece la superficie più piccola nella parte inferiore del diamante: dovrebbe essere di un diametro trascurabile, per evitare le perdite di luce dal fondo.

Il diamante battuto da Sotheby's per 13,8 milioni di dollari
Diamante battuto da Sotheby’s per 13,8 milioni di dollari

IL VALORE

Se volete essere aggiornati sul prezzo di mercato dei diamanti potete seguire  il Rapaport Diamond Report (in inglese), che è pubblicato tutte le settimane da Martin Rapaport, amministratore delegato del Rapaport Group, a New York: è considerato il punto di riferimento de facto del prezzo al dettaglio. Nel commercio all’ingrosso dei diamanti, il termine carati è spesso usato per definire una vendita o acquisto. Per esempio, un acquirente può effettuare un ordine per 100 carati (20 g) di 0.5 carati (100 mg), con determinate caratteristiche. In questo caso il Total carat weight (T.c.w.), cioè il peso totale in carati è usato per descrivere la massa totale di diamanti o pietre preziose in un pezzo di gioielleria. I diamanti «solitaire» per orecchini, per esempio, sono di solito espressi in Tcw, indicando la massa dei diamanti in entrambe orecchini e non di ogni singolo diamante. Tcw è anche ampiamente usato per collane di diamanti, bracciali e altri gioielli. Una indicazione veloce: guardate il diametro complessivo. Tipicamente un brillante rotondo da 1,0 carati (200 mg) dovrebbe avere un diametro di circa 6,5 mm. Matematicamente, il diametro in millimetri di un brillante rotondo dovrebbe corrispondere a circa 6,5 volte la radice cubica di peso in carati, di 11,1 volte la radice cubica di peso grammi, o 1,4 volte la radice cubica di peso punto. Insomma, per valutare il vero valore ci vogliono strumenti molto precisi e un buon occhio.

Modella con collana composta da 374 diamanti bianchi e gialli
Graff, modella con collana composta da 374 diamanti bianchi e gialli

Oro e pietre, il matrimonio riuscito di De’ Lazzari

De’ Lazzari Oro Addosso, la storia continua con nuovi gioielli ♦︎

Dopo oltre 40 anni il metallo giallo continua a essere al centro di De Lazzari Oro Addosso. Il brand è stato fondato nel 1982 a Casale Monferrato (Alessandria), nel distretto orafo di Valenza, e non ha smesso di rappresentare quel tipo di gioielleria che riesce a coniugare un livello alto, ma non irraggiungibile. Insomma, un compromesso di qualità tra alta gioielleria e quella che è davvero possibile acquistare. Il brand è riuscito così a passare indenne attraverso le mode grazie alla sua trasformazione in accessorio che si può indossare sempre, non solo nelle grandi occasioni, e strizza l’occhio al mondo della moda. E, proprio per questo, vissuto come un abito che si cambia con leggerezza.

Anelli in oro, con prasiolite e due acquamarina
Anelli in oro, con prasiolite e due acquamarina. Copyright: gioiellis.com

Oro e grandi pietre di colore sono utilizzate accanto ai tradizionali diamanti.

Lina e Vittorio De Lazzari, quindi, continuano sulla loro strada, con gioielli dalle geometrie precise ma anche morbide, pronte a essere riproposte in modo diverso stagione dopo stagione, in gran parte venduti sui mercati internazionali. Oro, diamanti, ma anche pietre di colore sono gli elementi classici rielaborati secondo lo stile proprio della Maison, che porta con sé un po’ di anni Ottanta, come testimoniano gli ultimi pezzi proposti.

Anelli in oro con prasiolite e acquamarina
Anelli in oro con prasiolite e acquamarina. Copyright: gioiellis.com
Oro Addosso, collana con tormalina, prasiolite, ametista, peridoto. Copyright: gioiellis.com
Oro Addosso, collana con tormalina, prasiolite, ametista, peridoto. Copyright: gioiellis.com
Orecchini a cerchio in oro bianco e diamanti
Orecchini a cerchio in oro bianco e diamanti
Anello in oro bianco con ametista e diamanti
Anello in oro bianco con ametista e diamanti
Anello in oro rosa, diamanti e tormalina di 10,25 carati
Anello in oro rosa, diamanti e tormalina di 10,25 carati

Come spendere meno per un anello con diamante

Come spendere il meno possibile per un anello con diamante?

Se volete acquistare un anello, ecco i consigli per non spendere troppo e scegliere bene. Quando regalate un anello di fidanzamento o, comunque, un gioiello importante alla propria compagna, fidanzata o moglie, non dovete essere taccagni. Un gioiello dura nel tempo ed è qualcosa che lei guarderà spesso, e penserà a voi ogni volta (o quasi) che lo indossa. Insomma, è meglio mettere mano al portafogli e scegliere bene. Inoltre, tenete conto che state per regalare (o acquistare) un oggetto prezioso: è un piccolo investimento che potrebbe diventare utile in caso di difficoltà. Sarà più facile vendere un anello con un bel diamante, di buona fattura, piuttosto che un anello da pochi euro o dollari.

Anello e orecchino della collezione Diva di Leo Pizzo
Anello e orecchino della collezione Diva di Leo Pizzo

Questo, però, non significa essere sciocchi. Un acquisto può essere fatto in modo intelligente, perché bisogna spendere bene i propri soldi. Ecco quindi, qualche consiglio sulla scelta dell’anello: come ottenere il massimo dal vostro budget e spendere il meno possibile. Cioè, spendere il giusto, senza buttare via i soldi. Perché ci sono aspetti che è necessario valutare quando si acquista un anello (ma vale anche per un un altro tipo di gioiello) con diamante. Ecco tre aspetti di cui tenere conto.

Crieri, Firmamento collecction worn
Crieri, Firmamento collecction

1 La scelta del metallo. Il classico oro bianco, giallo o rosa a 18 carati è il metallo più utilizzato per gli anelli. Ma se volete spendere meno, l’argento ben lucidato è una buona alternativa. Certo, tenete conto che avrà necessità di manutenzione: deve essere pulito spesso, perché si appanna più facilmente e tende a ossidarsi. E quando diventa nero o verde l’argento non fa una buona impressione. Un’alternativa è scegliere un anello in oro, ma con un minore numero di carati: si può scendere fino a 9 carati, il minimo per essere considerato ancora oro. Il prezzo, in questo caso, si abbassa notevolmente. Ma è pur sempre oro, anche se in una percentuale minore rispetto, per esempio, a 18 carati. L’oro a 9 carati è composto per 37,5% da oro puro e per il 62,5% da altri metalli, come argento o rame. Un anello in oro a 18 carati, invece, è per il 75% composto da oro puro. Attenzione, però: in realtà per un anello con diamante il costo dell’oro incide relativamente poco sul prezzo totale, quello che costa davvero tanto è il peso della pietra. Un’altra alternativa per spendere ancora meno è cercare un anello di design che abbina una pietra preziosa a un metallo poco costoso, come l’acciaio. Ma in questo caso il design deve essere davvero speciale.

Anello con solitario di Conte Diamonds
Anello con solitario di Conte Diamonds

2 I diamanti che costano meno. Diciamolo subito: non bisogna scegliere pietre scadenti. Il certificato di un istituto gemmologico, che di solito è rilasciato per pietre che pesano più di 0,3 carati, è una garanzia. Ricordatevi anche le classificazioni dei diamanti per scegliere bene (le trovate qui). Ma è possibile, comunque, cercare diamanti che siano meno costosi di altri. Per esempio, il taglio brillante (tondo) è quello più utilizzato per gli anelli solitaire, i classici da fidanzamento. È considerato, però, anche il taglio più costoso. Un diamante con un taglio meno frequente potrebbe farvi risparmiare anche il 20% del prezzo rispetto al brillante. Due consigli: il taglio a cuscino o il taglio Asscher rendono molto rispetto alla caratura e sono più convenienti. Anche tagli come marquise, ovale o smeraldo possono essere meno costosi, sempre considerando in proporzione alla caratura. Altro consiglio: scegliere una caratura che non sia un numero semplice. Per esempio, un diamante di 0,44 carati sarà un po’ più conveniente di una pietra da 0,50 carati e farà lo stesso effetto per l’occhio.

Ring by Giorgio Visconti
Ring by Giorgio Visconti

3 Il colore dei soldi. I soldi hanno un colore, quando si parla di diamanti. Se volete spendere tanto, scegliete le pietre colorate: diamanti gialli, rosa, fino a quelli rossi e blu se avete un conto in banca con nove zeri. I diamanti colorati, cosiddetti fancy, fanno colpo, ma sono costosissimi. Ma sono molto cari anche quelli incolori, specie di taglio brillante, se sono di buona qualità. Ci sono, però, diamanti che costano meno di altri. Per esempio, quelli brown, champagne, grigi, neri (quelli riscaldati, lo spieghiamo parlato qui). Il loro costo è inferiore anche del 40% rispetto ai diamanti bianchi più trasparenti e incolori. Anche in questo caso, però, tenete conto della famose «4 C»: oltre al colore contano anche il grado di chiarezza e il tipo di taglio scelto. Ancora: se volete a tutti i costi un diamante incolore, potete scegliere quelli classificati come colore G oppure H. Rispetto a quelli D, E o F, quelli G e H costano meno e utilizzati su un gioiello non sono distinguibili da chi non è un esperto gemmologo.

Anelli indossati con diamanti by Messika
Anelli indossati con diamanti by Messika

I diamanti perfetti di Hearts on Fire

Diamanti perfetti e cuori infuocati. Cioè il sogno di ogni coppia. Come quella formata da Glenn e Susan Rothman, marito e moglie, che nel 1996 ha fondato Hearts on Fire, azienda di New York specializzata in gioielli con la pietra più amata dalle donne. Scorrimento veloce: nel 2014 il brand è stato acquistato dal più grande gruppo cinese della gioielleria, Chow Tai Fook, con sede a Hong Kong. L’azienda lancia quindi diversi punti vendita nella Cina continentale. Ma l’idea di partenza, cioè utilizzare diamanti naturali di alta qualità, trasparenti e senza inclusioni, resta la stessa.

Aerial Sunburst Wrap earrings
Aerial Sunburst Wrap earrings

I diamanti che soddisfano questi standard sono un decimo dell’1% dei diamanti grezzi estratti. Non solo: un particolare taglio brevettato Hearts On Fire è stato progettato per far entrare quanta più luce possibile nella pietra e aumentarne i riflessi. Da aggiungere anche che i diamanti sono garantiti conformi al 100% al Kimberley Process (cioè di origine controllata anche dal punto di vista etico). Nel 2012 Hearts On Fire ha assunto Ilaria Lanzoni come primo direttrice ufficiale del Design.
Lu Diamond Band Ring
Lu Diamond Band Ring

In che cosa consiste la differenza di Hearts On Fire rispetto ad altri? La Maison spiega che il processo di taglio di un diamante, che predilige la forma rotondo o squadrata, che amplificano la bellezza di un diamante., è particolarmente scrupolosa. È utilizzata una formula precisa per il taglio del diamante, che tiene conto della simmetria, delle proporzioni e della forma specifica di ogni diamante. Un processo è così rigoroso ed esigente che ci vuole quattro volte più tempo per tagliare un diamante Hearts On Fire di quanto è necessario per tagliare un diamante in modo tradizionale.

Orecchini Aurora in oro rosa e diamanti
Orecchini Aurora in oro rosa e diamanti
Pendente Starburst in oro bianco e diamanti
Pendente Starburst in oro bianco e diamanti
Orecchini pendenti in oro bianco e diamanti
Orecchini pendenti in oro bianco e diamanti
Bracciale Lorelei in oro bianco e diamanti
Bracciale Lorelei in oro bianco e diamanti
Anello Hof Enticing a tre bande in oro bianco e diamanti
Anello Hof Enticing a tre bande in oro bianco e diamanti

I sorprendenti gioielli di Vak

I nuovi gioielli di Vak, la Maison indiana specializzata in sorprendente alta gioielleria ♦︎

Vak è il frutto di una eredità familiare. Eppure, anche se si ispira all’antico, alla tradizione, la Maison di Mumbai fondata da Vishal Kothari, punta tutto sull’innovazione. Laureato al Gia a New York, il designer indiano non si limita a progettare alta gioielleria, ma sottolinea la creatività guidata da una tecnica che spesso è sorprendente. Anche perché sognava anche di fare lo stilista di moda, oppure il musicista. Invece è diventato una grande firma della gioielleria. I diamanti che compongono i petali sono tagliati e montati in modo che siano flessibili, ma allo stesso tempo ben saldi su un anello o un paio di orecchini. I gioielli di Vak sono attesi con pazienza da una schiera di fan, che si contengono gioielli prodotti con il contagocce. Anche perché la Maison crea solo circa 120 pezzi unici all’anno per la sua collezione di alta gioielleria.

Orecchini chandelier con diamanti
Orecchini chandelier con diamanti

D’altra parte, non è semplice realizzare gioielli come il Desert Rain Ring: una nuvola di diamanti tagliati a rosa che sembra cadere su una superficie oro spazzolato, come la pioggia sulla sabbia. È un anello cocktail choc ma, spiegano a Vak, è in effetti una promessa auspicata, come la pioggia nel deserto. Ma, accanto a pezzi venduti ai collezionisti, Vak ora propone anche gioielli di alta gamma, ma venduti tramite piattaforme online come Moda Operandi. Sono sempre gioielli che costano parecchie migliaia di dollari o euro, ma sono più vicini al grande pubblico.

Desert Rain Ring, rose cut diamonds, su oro rosa spazzolato
Desert Rain Ring, rose cut diamonds, su oro rosa spazzolato
Anello con diamanti e spinello burmese esagonale
Anello con diamanti e spinello burmese esagonale
Anello Arch of Heaven con diamanti e uno zaffiro burmese non scaldato
Anello Arch of Heaven con diamanti e uno zaffiro burmese non scaldato
Orecchini Architectural Splendor, con diamanti, spinelli e rubini birmani
Orecchini Architectural Splendor, con diamanti, spinelli e rubini birmani
Bracciale in oro rodiato nero, diamanti e smeraldo di 5,36 carati
Bracciale in oro rodiato nero, diamanti e smeraldo di 5,36 carati
Anello Elephant Pop con diamanti e rubini
Anello Elephant Pop con diamanti e rubini
Orecchini Black Constellation in oro rodiato nero e diamanti
Orecchini Black Constellation in oro rodiato nero e diamanti
Orecchini Green Baroque con diamanti, oro rodiato brown, smeraldi dello Zambia
Orecchini Green Baroque con diamanti, oro rodiato brown, smeraldi dello Zambia
Orecchini Summero Bllom, con smeraldi intagliati e diamanti
Orecchini Summero Bllom, con smeraldi intagliati e diamanti

I consigli dell’esperto per acquistare diamanti

Diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri: quanto valgono? Come riconoscerli? C’è chi li compra per farsi perdonare qualcosa, chi per passione, chi come investimento in un bene rifugio. Qualunque sia la motivazione, il parere di un esperto è fondamentale. Soprattutto perché quando si tratta di diamanti esistono dei parametri che sono una sorta di listino di base per la quotazione, ma nel campo delle gemme colorate, come smeraldi, rubini e zaffiri la faccenda non è semplice. A che cosa stare attenti e quali criteri adottare per la scelta, lo spiega Pio Visconti, docente dell’Istituto Gemmologico Italiano, consulente di molti enti regionali e titolare del Centro analisi gemmologiche di Valenza. La prova che sia un insigne gemmologo, sta nel fatto che la sua perizia è citata come garanzia nei cataloghi delle aste, in caso di una sua certificazione del gioiello. «Come valutare una pietra? Se dovesse comprare un Rolex va dal concessionario autorizzato o si rivolge al conoscente che l’ha acquistato in metropolitana?», spiega in questa intervista a Gioiellis.com.

Pio Visconti in tenuta da golf
Pio Visconti in tenuta da golf

Domanda. Quale delle famose quattro C carati (carat), colore (colour), chiarezza (clarity) e taglio (cut), è più importante nella scelta di un diamante?

Risposta. Il criterio che deve prevalere, secondo me, è il taglio. Certo peso, colore e chiarezza sono importanti, ma poiché la spesa per una pietra IF di 40 punti e una Vs2 di 70 punti magari è abbastanza simile, rimane il fatto che il diamante quando è incastonato deve brillare sulla montatura, deve essere una montagna di luce, come dicevano gli antichi, e questo lo si ottiene solo con un buon taglio.

Fedi eternity in diamanti
Fedi eternity in diamanti

D. Ma chi non è del settore come fa a capire se si tratta di un buon lavoro? Si affida al suo senso estetico?

R. Nel certificato si leggono dei numeri che si riferiscono ai valori della tavola, ossia della parte superiore, per esempio 57%, e all’altezza della corona 14%. Al cliente non dicono nulla e per questo a fianco è scritto il giudizio dell’analista: ottimo, buono, medio, sia come proporzioni sia come accuratezza. In definitiva, io consiglierei un diamante tagliato in maniera ottima, perché gli altri criteri sono legati al prezzo.

D. Che cosa fare se la certificazione non esiste?

R. Le faccio io una domanda: se dovesse comprare un Rolex va dal concessionario autorizzato o si rivolge al conoscente che l’ha acquistato in metropolitana?

Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi
Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi

D. Molti marchi conosciuti ci tengono a evidenziare l’utilizzo esclusivo di diamanti certificati, ma non c’è il rischio di ricevere il certificato di un’altra gemma? 

R. Tutto può succedere, però rovinarsi la reputazione per un comportamento poco trasparente per gemme di poco valore non vale la pena, tanto più che basta poco a trasformarsi in una catastrofe commerciale. In casi di pietre molto rare, il diamante è sigillato con il suo certificato all’interno, addirittura negli ultimi dieci anni è sempre più frequente la richiesta dell’incisione del numero di certificato sulla cintura della pietra stessa.

D. La corsa alla certificazione non dipende anche dalla notevole evoluzione tecnologica nella produzione diamanti sintetici che derivano sì dal carbonio, ma realizzati in laboratorio, e dall’aumento del numero di pietre naturali modificate dall’uomo per farle sembrare più belle. Il Gemological Institute of America(Gia), ha addirittura messo a punto un software 3D per smascherare i falsi. Funziona? 

R. È uno strumento in più, ma da solo non basta. Il lavoro del gemmologo è quello di identificare l’autenticità della pietra con una strumentazione adatta. Inoltre, esiste un listino prezzo di massima per ognuna delle 4 C, poi il valore preciso è determinato dalla domanda e dall’offerta. I commercianti addirittura possono valutare la pietra senza nemmeno vederla perché, appunto, fa fede il certificato. Le cose invece, si complicano terribilmente con le pietre di colore: nessun ente certificatore al mondo è riuscito a identificare in maniera seria parametri che possano suggerire il valore di uno smeraldo, di un rubino e uno zaffiro. E per le pietre semipreziose è ancora peggio.

Esame di un diamante a un precedente Dubai Jewellery Show
Esame di un gioiello com diamante

D. Si dice che la provenienza delle gemme ne determini la qualità. È vero che i rubini più belli sono birmani, così come gli smeraldi devono essere colombiani?

R. È una semplificazione: si sa che un rubino birmano solitamente ha delle caratteristiche cromatiche eccezionali perché è di un bel rosso vivo, brillante, senza saturazioni di bruno o di viola, quasi la tonalità delle auto Ferrari per intendersi. Questo non vuol dire che pietre simili non si possano trovare anche nei giacimenti di altri Paesi, ma sicuramente sono più rare. Per esempio quelli tailandesi hanno un’ottima trasparenza, ma anche una sfumatura violacea, per una piccolissima saturazione blu. Lo stesso vale per gli smeraldi: alcuni esemplari, magnifici per colore e trasparenza ossia con caratteristiche tipiche dei berilli colombiani, sono stati scoperti in Brasile. Gli zaffiri del Kasmhir sono di un blu incomparabile, ma rarissimi, mentre quelli di Ceylon sono più chiari ma più caldi e, ancora, quelli del Siam sono di una tonalità molto intensa.

D. Se la provenienza non garantisce la qualità, che dire del taglio?

R. Le pietre colorate hanno dei sistemi cristallini più complicati del diamante, quello che conta è una buona simmetria e un’uniformità colore vista dall’alto, perché di profilo questo non si otterrà mai. Per questo un taglio non perfettamente centrato è accettabile negli smeraldi, rubini e zaffiri. Al contrario, è inaccettabile in un diamante.

Rubino birmano color sangue di piccione non riscaldato da 6,41 carati, montato su un anello in oro giallo e bianco di 18 carati, circondato da diamanti, progettato da Forms
Rubino birmano color sangue di piccione non riscaldato da 6,41 carati, montato su un anello in oro giallo e bianco di 18 carati, circondato da diamanti, progettato da Forms

D. E si torna sempre al taglio…

R. Sfruttare al massimo sia il peso che il colore della gemma dipende dall’abilità del tagliatore: gli zaffiri australiani molto scuri con un sovratono verdastro e per questo poco amati, sono solitamente tagliati abbastanza sottili per evitare di accentuarne la cupezza. Invece, quelli Ceylon dalla tonalità molto bella, ma poco intensa hanno un padiglione molto più ampio per rafforzarne il colore.

D. Ma allora il criterio di scelta per queste pietre è il colore?

R. Sì, deve essere il più puro possibile, rispecchiare l’idea di verde o rosso o blu che abbiamo. Ovviamente, non devo vedere inclusioni a occhio nudo, magari posso aiutarmi con occhiali da una diottria o due, perché le imperfezioni ne abbassano il valore. E se capita di voler fare shopping durante un viaggio, prima di comprare una pietra meglio passare prima da un ente certificatore del luogo.

Anello Margot con zaffiro taglio pera e diamanti
Anello Margot con zaffiro taglio pera e diamanti

D. Quali sono le contraffazioni più comuni e quelle più dannose economicamente? Si sente spesso parlare di smeraldi «No Oil» come segno di autenticità. Vale anche per rubini e zaffiri? 

R. Tra tutti i trattamenti quello citato è più innocuo e anche più antico: Plinio accenna nei suoi scritti che per rendere più belli gli smeraldi era sufficiente metterli a bagno nell’olio. Le microfratture impregnate di resina: quelle sì che sono gravi. Per gli zaffiri il metodo più clamoroso, che riduce di un decimo il valore è la termodiffusione, ossia la colorazione blu di un corindone naturale, ma completamente incolore. Risultato? Una gemma da 70 euro trattamento compreso, potrebbe essere valutata anche 1.200 euro. Mentre le radici di rubino, chiamate così perché opache, sono rubini di bassissima qualità che, con una tecnica molto sofisticata, ricevono infiltrazioni di vetro. In genere sono al piombo per aumentare l’effetto, in modo da rendere i rubini completamente trasparenti. In pratica, una pietra di 4 carati il cui costo al commercio fatica superare i 100 dollari, assume lo stesso aspetto estetico di una da 5mila dollari.

D. Quindi l’ente certificatore garantisce l’autenticità e l’origine del prodotto?

R. Sì, verifica se è naturale o sintetico e, nel primo caso, se ha subito dei trattamenti. Grazie alle inclusioni, che sono delle tracce della roccia nella quale la pietra si è formata, è possibile risalire alla zona geografica. Sul valore c’è una forbice molto ampia legata al commercio, alla moda, alla percezione personale. Monica Battistoni

Pietre di colore: zaffiro, rubino, rubellite e zaffiro giallo
Pietre di colore: zaffiro, rubino, rubellite e zaffiro giallo

Chi certifica i diamanti

Quando comprate un gioiello con diamante di una certa dimensione e peso è quasi obbligatorio richiedere un certificato che attesti la qualità e le caratteristiche della pietra. Lo stesso vale per i gioielli con pietre preziose di colore, come rubini, smeraldi o zaffiri. Insomma, quando la spesa per un gioiello è alta, bisogna essere sicuri di quello che si acquista. Attenzione, però. Non tutti gli istituti gemmologici che rilasciano certificati sono uguali. E non tutti i certificati sono attendibili allo stesso modo. Per le pietre di minor valore questo è un problema minore, perché una certificazione non sposterà di molto l’attendibilità dell’analisi. Ma per gemme di maggiori dimensioni affidarsi a un certificato che ha prestigio sul mercato è essenziale in caso di vendita del gioiello.

Selezione dei diamanti nel laboratorio di Antwerp (Anversa)
Selezione dei diamanti nel laboratorio Tiffany di Anversa

La gemmologia, lo studio delle pietre preziose, è un campo che richiede precisione, competenza e attenzione ai dettagli. Quando si tratta di classificare i diamanti, alcuni istituti gemmologici si distinguono per la loro formazione completa, la ricerca all’avanguardia e il riconoscimento globale. Di seguito sono riportati alcuni dei migliori istituti gemmologici rinomati per la loro esperienza nella classificazione dei diamanti. I loro certificati sono riconosciuti e affidabili. Il più famoso di tutti è il GIA, ma non è l’unico. I certificati, naturalmente, hanno un costo. I più cari sono quelli del GIA, seguito dall’HRD Anversa. Sono, però, anche gli istituti considerati più severi nel controllo della qualità dei diamanti e, quindi, più stimati.

Chi certifica i diamanti

Gemological Institute of America (GIA)
Fondato nel 1931, il GIA è uno degli istituti gemmologici più stimati a livello mondiale. È il più famoso. I suoi certificati sono considerati i migliori sia per i diamanti incolori sia per quelli fancy (colorati).
• Il GIA offre un corso completo di classificazione dei diamanti che copre le 4C (colore, purezza, taglio e peso in carati), fluorescenza e altri aspetti essenziali.
• I suoi servizi di laboratorio sono molto apprezzati e forniscono rapporti sulla classificazione dei diamanti riconosciuti in tutto il mondo.
• I diplomati del GIA ricoprono spesso posizioni prestigiose nel settore dei diamanti, a dimostrazione della credibilità dell’istituto.

Gia
Gia

Centro Mondiale dei Diamanti di Anversa (AWDC) – HRD Anversa
• HRD Antwerp, una filiale dell’Antwerp World Diamond Centre, è un’autorità leader nella certificazione e ricerca sui diamanti.
• L’istituto offre una gamma di corsi sulla classificazione dei diamanti, compresi programmi su misura per professionisti e appassionati.
• I servizi di laboratorio di HRD Anversa sono rinomati per la loro accuratezza e aderenza a rigorosi standard di classificazione.
• Con le sue radici nella capitale mondiale dei diamanti, HRD Anversa è rispettata per la sua esperienza e il suo contributo all’industria dei diamanti.
Hrd Antwerp
Hrd Antwerp

Istituto Gemmologico Internazionale (IGI)
• Fondato nel 1975, l’IGI è uno dei più grandi istituti gemmologici indipendenti, con sedi in tutto il mondo, per esempio ad Anversa.
• IGI offre corsi di classificazione dei diamanti, gemmologia e design di gioielli, rivolti sia agli appassionati che ai professionisti.
• Noto per le sue certificazioni accurate e affidabili sui diamanti, IGI gode della fiducia sia dei gioiellieri che dei consumatori.
• Le sue iniziative di ricerca contribuiscono al progresso nella tecnologia di identificazione e classificazione dei diamanti.

Igi
Igi

Laboratorio Gemmologico Europeo (EGL)
• Con laboratori in vari Paesi, EGL è stato un attore di primo piano nella classificazione dei diamanti sin dalla sua nascita negli anni Settanta in Belgio.
• EGL offre corsi completi sulla classificazione dei diamanti, incentrati sia sulle conoscenze teoriche che sulle abilità pratiche.
• Anche se gli standard di classificazione possono variare leggermente rispetto ad altri istituti, i diamanti certificati EGL sono ampiamente accettati nel settore.
• La reputazione di EGL per la classificazione coerente e approfondita ne fa la scelta preferita per la certificazione dei diamanti.
Egl
Egl

I migliori istituti di gemmologia per le pietre di colore

Oltre ai diamanti, gli istituti gemmologici specializzati in pietre colorate come rubini, smeraldi e zaffiri svolgono un ruolo cruciale nell’identificazione, classificazione e certificazione di queste gemme preziose. Ecco alcuni dei migliori istituti rinomati per la loro esperienza nella classificazione delle pietre colorate:

Istituto Gemmologico Svizzero (SSEF)
• Fondata nel 1974, SSEF è un’autorità rispettata nella ricerca e certificazione gemmologica.
• SSEF offre corsi specializzati nell’analisi delle pietre preziose colorate, concentrandosi su trattamenti, determinazione dell’origine e valutazione della qualità.
• Il laboratorio all’avanguardia dell’istituto utilizza tecniche avanzate come la spettroscopia e l’analisi delle inclusioni per una valutazione precisa delle pietre preziose.
• L’esperienza della SSEF nel campo delle pietre preziose colorate si estende sia alle varietà tradizionali che agli esemplari rari da collezione.

Ssef
Ssef

Laboratorio delle gemme di Gübelin
• Fondato nel 1923, Gübelin Gem Lab è un’autorità rinomata nell’analisi e nella certificazione delle pietre preziose colorate.
• Gübelin offre corsi specializzati nell’identificazione delle pietre preziose colorate, coprendo fattori quali colore, purezza e determinazione dell’origine.
• La tecnologia all’avanguardia dell’istituto, compresa la spettroscopia e la microscopia, consente un’accurata caratterizzazione delle pietre preziose.
• La ricerca di Gübelin in gemmologia contribuisce alla comprensione scientifica e ai progressi nell’analisi delle pietre colorate.
Gübelin
Gübelin

GRS (Gem Research Swisslab)
È un istituto di gemmologia svizzero rinomato a livello internazionale, specializzato nella valutazione e certificazione di pietre preziose.
• È statoFondata nel 1996 da Dr. Adolf Peretti e Dr. Lore Kiefert.
• L’azienda si è guadagnata una reputazione per l’eccellenza nei servizi di analisi gemmologica.
• GRS è noto per la sua competenza nel trattare con una vasta gamma di pietre preziose, incluse quelle di colore e pietre rare.
• Offre servizi di certificazione, identificazione, valutazione e consulenza per gemme naturali, sintetiche e trattate.
• La loro metodologia di lavoro si basa su una combinazione di tecnologie all’avanguardia e competenze tradizionali, garantendo risultati accurati e affidabili. GRS è una risorsa preziosa per commercianti, collezionisti, e appassionati di gioielli che cercano autenticità e qualità nelle loro pietre preziose.
Grs
Grs

Istituto Asiatico di Scienze Gemmologiche (AIGS)
• Con sede in Tailandia, AIGS è un istituto gemmologico leader specializzato in pietre preziose colorate.
• AIGS offre corsi completi di gemmologia, compresi moduli dedicati a rubini, smeraldi, zaffiri e altre pietre colorate.
• Noto per il suo approccio pratico all’identificazione delle pietre preziose, AIGS fornisce agli studenti competenze pratiche essenziali per il settore.
• Le pietre preziose certificate AIGS sono molto apprezzate nel mercato globale per la loro classificazione accurata e rapporti dettagliati.
Aigs
Aigs

Associazione Gemmologica della Gran Bretagna (Gem-A)
• Fondato nel 1908, Gem-A è uno dei più antichi istituti gemmologici, con una ricca storia nella formazione e nella ricerca sulle pietre preziose.
• Gem-A offre corsi di gemmologia che coprono un’ampia gamma di argomenti, tra cui l’identificazione e la classificazione delle pietre preziose colorate.
• Il programma per ottenere il Diploma di Gemmologia dell’istituto offre una formazione completa sull’analisi delle pietre preziose, preparando gli studenti a una carriera nel settore delle gemme e della gioielleria.
• L’impegno di Gem-A verso l’eccellenza e il rigore accademico gli è valso il riconoscimento globale come a massima autorità nell’educazione gemmologica.
Gem-A
Gem-A

In conclusione, questi istituti gemmologici si distinguono per competenza, credibilità e contributi nel campo della gemmologia. Che si tratti della classificazione dei diamanti o dell’identificazione delle pietre colorate, queste istituzioni svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento degli standard e nel progresso della conoscenza nel settore delle gemme e dei gioielli.

Anello con brillante indossato
Anello con brillante indossato di Conte Diamonds

I gioielli della corona di Olanda

Anche i reali di Olanda possono vantare un buon numero di gioielli importanti. Ecco quali sono ♦

Maxìma di Olanda anni fa era stata inserita dalla rivista Time tra le 100 persone più influenti al mondo per il suo impegno sociale. E sembra proprio una donna fortunata: ha sposato un principe, è diventata regina, dopo che nel 2013 Beatrice d’Olanda ha abdicato a favore del figlio Guglielmo Alessandro. Maxima Zorreguieta Cerruti, argentina di nascita, ha così avuto anche accesso a una delle collezioni di gioielli più ricche d’Europa. È un patrimonio accumulato nei secoli e mantenuto intatto grazie a una brillante soluzione: quella di far confluire i pezzi più importanti in una fondazione. E se i membri femminili della famiglia possono usufruirne in base al ruolo dinastico, alcuni di questi preziosissimi gioielli sono riservati unicamente alla regina regnante o consorte. Come, appunto, la regina Máxima , che a un anno dall’incoronazione ha dimostrato grande abilità nel modificarli e indossarli. Perché si tratta di diademi smontabili e rimontabili come collane e bracciali e viceversa. Ecco come, partendo proprio dalla tiara di diamanti zaffiri indossata nel giorno dell’incoronazione.

Maxìma d’Olanda con la tiara e gli orecchini della parure di zaffiri
Maxìma d’Olanda con la tiara e gli orecchini della parure di zaffiri

Sapphire Parure. Realizzata nel 1881 per la regina Emma, la tiara, che fa parte della Sapphire Parure, ha 655 diamanti sudafricani di 242 carati complessivi con un taglio brillante e 33 zaffiri del Cashmere di 155 carati. Uno zaffiro centrale a taglio cuscino circondato da due zaffiri più piccoli e da cinque diamanti per lato è l’elemento centrale, indossabile anche separatamente come spilla. Per renderla più leggera la nuova regina elimina sostituisce i tre diamanti montati a forma di giglio sulla sommità e li sostituisce con un unico grande diamante. Il girocollo di questa parure invece, è stato indossato come tiara aggiungendo sulla sommità cinque elementi costituiti da uno zaffiro centrale, circondato da diamanti in una montatura a forma di rombo.

Maxìma d’Olanda con la collana della parure di zaffiri indossata come tiara
Maxìma d’Olanda con la collana della parure di zaffiri indossata come tiara

Tiara di diamanti. Dono di nozze della regina Emma nel 1879, era in origine sormontata da tre stelle di diamanti a 12 punte. Ora è composta da tre diamanti centrali che possono essere sostituiti da rubini.

Dettaglio della tiara con 34 diamanti taglio rosa
Dettaglio della tiara con 34 diamanti taglio rosa

Tiara di diamanti taglio rosa. Tiara formata da una fila di 34 grossi diamanti i incastonati su una placca di platino (chaton) secondo una moda in voga nella metà del XIX secolo, che può essere usato come diadema o una collana.

Maxìma d’Olanda con la tiara di 34 diamanti taglio rosa
Maxìma d’Olanda con la tiara di 34 diamanti taglio rosa

Tiara della Regina Anna. Appartenuta alla Gran Duchessa Anna Pavlovna di Russia, moglie di Guglielmo II d’Olanda, è composta da diamanti e sette perle a forma di pera che pare risalgano al 1600.

Maxìma d’Olanda con la tiara delle perle antiche
Maxìma d’Olanda con la tiara delle perle antiche

Tiara delle margherite. Trasformata più volte, inizialmente aveva sulla sommità cinque perle tonde circondate ciascuna da dieci diamanti taglio brillante, in modo da formare una margherita, appunto. Nel 2002 al posto dei fiori vennero inserite delle stelle tramandate dalla regina Emma, seconda moglie di Guglielmo III. I gioielli a forma di stella erano popolari nel tardo XIX secolo, e fu Sissi l’imperatrice Elisabetta d’Austria a decretarne il successo usandole come fermagli nei capelli.Maxìma le ha volute per il giorno del suo matrimonio.

La tiara delle margherite
La tiara delle margherite

Tiara Mellerio. Fa parte di una parure costituita da una collana, un bracciale e una spilla con rubini e diamanti in grande quantità: 385 gemme nella tiara, 425 nella collana e 135 nel bracciale.

La tiara Mellerio con bracciali e orecchini
La tiara Mellerio con bracciali e orecchini

Tiara Wurttenberg. È un diadema con un intricato disegno di diamanti e perle che formano volute e gigli, sormontati da due file di perle a forma di goccia: sei nella parte inferiore e cinque in quella superiore, entrambe sono rimovibile e per questo sono possibili quattro versioni: con o senza perle, con la prima o seconda fila. È sempre stata la preferita dell’ex regina Beatrice, che dal giorno del suo matrimonio in poi l’ha portata in tutte le occasioni ufficiali.

Dettaglio della tiara Wurttenberg
Dettaglio della tiara Wurttenberg
Maxìma d’Olanda con la tiara di tre diamanti centrali sostituibili con i rubini
Maxìma d’Olanda con la tiara di tre diamanti centrali sostituibili con i rubini
Dettaglio della tiara delle margherite-stelle
Dettaglio della tiara delle margherite-stelle
La tiara dele perle antiche senza perle
La tiara dele perle antiche senza perle

I diamanti di casa Asscher

I gioielli con diamanti della dinastia Asscher, che ha dato il nome a uno dei più famosi tipi di taglio delle pietre più preziose ♦

Molti conoscono Asscher perché è anche il nome di un particolare taglio dei diamanti. Ma la Royal Asscher Diamond Company, società olandese fondata nel 1854 dalla famiglia Asscher, produce anche gioielli, che ovviamente fanno largo uso di diamanti. Pensate che la sede della società è ancora quella originale, in via Tolstraat, ad Amsterdam. Nei gioielli si trovano gli elementi del movimento Arts and Crafts, che hanno dato vita allo stile liberty, e poi si sono evoluti nell’Art Deco. Pezzi di gioielleria davvero regali. D’altra parte, è si è fregiata del nome Royal Asscher Diamond Company nel 1980, quando è stato conferito l’onore di fornitore reale dalla Regina Giuliana. E nel 2011 la regina Beatrice ha perpetuato il prefisso «Royal» per altri 25 anni.

Orecchini Pavo con diamanti taglio Asscher
Orecchini Pavo con diamanti taglio Asscher

Royal Asscher è ancora di proprietà della famiglia Asscher. È diventata famosa all’inizio del XX secolo per il lavoro di Joseph e Abraham Asscher, ed è diventata Royal Asscher Diamond Company nel 1980, quando le fu conferito il Predicato Reale Olandese dalla Regina Giuliana dei Paesi Bassi in riconoscimento della importanza dell’azienda nei Paesi Bassi e in tutto il mondo.

Orecchini con diamanti per 1 carato con taglio Asscher
1 Karat Diamantohrringe im Asscher-Schliff

Il taglio Asscher è nato nel 1902, inventato da Joseph Asscher, che ha brevettato questa speciale forma per il diamante. È stato anche il primo taglio di diamante brevettato al mondo. Il progetto originale prevedeva 58 sfaccettature a gradini e un padiglione ripido con angoli tagliati. In pratica, è un diamante con taglio smeraldo, ma quadrato e con angoli tagliati. Il taglio Asscher è stato un punto fermo dei gioielli dell’epoca art déco e art nouveau, con le sue linee rette e la disposizione sfaccettata che lo rendevano perfetto per elementi puliti e grafici portati in vita dal movimento.
Riproduzione della corona reale britannica, esposta nella sede di Asscher, con il grande diamante Cullinam
Reproduktion der britischen Königskrone, ausgestellt in Asscher, mit dem großen Cullinam-Diamanten

I diamanti storici

La storia della società è legata ad alcuni diamanti straordinari: l’Excelsior di 997 carati uno dei più grandi diamanti trovati. Nel 1903 Abraham Asscher per ridurre al minimo i difetti (alcune inclusioni) ha diviso la pietra in dieci diamanti. Il diamante Excelsior è finito (ma non si sa se è un merito) per essere indossato come pendente dal reggiseno, durante la sfilata 2003 della Victoria Secret Fantasy Bra, indossato da Heidi Klum. Un completo intimo da circa 13 milioni di dollari. Altro diamante storico è il Cullinan, scoperto nel 1905, di 3.106 carati (621,2 g). Il diamante è stato presentato al re Edoardo VII, che ha invitato i fratelli Asscher a Londra per discutere come tagliare la pietra. Joseph Asscher ha diviso il Cullinan in tre parti. Se ne sono poi ricavate nove grandi pietre: la più grande è di 530,20 carati (106,040 g), il Cullinan I. Fa parte dei gioielli della corona britannica.

Anelli di fidanzamento della Maison Asscher
Anelli di fidanzamento della Maison Asscher

Una curiosità: durante i mesi dell’epidemia di coronavirus, Mike e Lita Asscher hanno deciso di voler aiutare a combattere il covid-19 con la creazione di una mascherina che ha stampata l’immagine dei diamanti Asscher. La maschera è in tessuto non medico ed è venduta online: i profitti sono stati destinati agli scienziati del LUMC (Leiden University Medical Center).

Orecchini in oro giallo e diamanti
Orecchini in oro giallo e diamanti
Anello con diamante taglio ovale
Anello con diamante taglio ovale
Anello con diamante taglio Asscher
Anello con diamante taglio Asscher

Come vendere i vostri gioielli in cinque mosse

Volete vendere un gioiello e non sapete che cosa fare? Leggete questa breve guida su come vendere i vostri gioielli senza farvi imbrogliare ♦

Forse è un buon momento per vendere gioielli. Per questo motivo sono molti i gioiellieri che accettano di acquistare collane, anelli e bracciali, magari solo per staccare le pietre preziose, se ce ne sono, da rimontare con un design più moderno. Ma attenzione: vendere l’anello di brillanti della nonna o l’anello che vi ha regalato l’ex fidanzato non è semplice. Perlomeno: non è facile ottenere un prezzo univoco. Mentre l’oro ha delle quotazioni più o meno certe, i diamanti presentano una serie di aspetti nella valutazione che lo rendono suscettibile di proposte differenti per quanto riguarda il prezzo. Per i gioielli, poi, è ancora più complicato: contano la marca, la fattura, i carati dell’oro, oltre alla qualità delle pietre preziose o semi-preziose se ce ne sono. Sono molti gli  aspetti da considerare.

Spilla con diamanti e perle
Spilla con diamanti e perle

1. Rendetevi conto di ciò che davvero avete nel cassetto. Solo perché la nonna ha detto che il suo vecchio anello di diamanti era prezioso (un regalo del caro nonno) non vuol dire che lo sia davvero. Il valore sentimentale è una cosa, quello venale un’altra. Quindi, prima di correre dal primo gioielliere, meglio avere un quadro preciso della sua qualità e genuinità. Se si tratta di un diamante di una certa dimensione e peso, vale la pena rivolgersi a un perito qualificato, che può dare un parere imparziale delle caratteristiche e delle condizioni della pietra. E anche di mettere in evidenza gli attributi positivi che potrebbero influenzare il suo valore. Ma informatevi prima sul costo della perizia: deve valere la pena. Spesso un banco dei pegni offre un servizio simile. Meglio ancora: se volete far valutare un diamante rivolgetevi a un istituto gemmologico riconosciuto. Per un gioiello, invece, bisogna per forza rivolgersi a una gioielleria: meglio quelle con una tradizione alle spalle e con un gioielliere di esperienza.

Anello in platino con diamanti del 1950 circa. Base d'asta: 1500 euro
Anello in platino con diamanti del 1950 circa

2. Preparatevi a un prezzo realistico. Sognare è bello, ma bisogna fare i conti con la realtà. Abbiamo detto che il mercato è in un momento favorevole, ma dipende molto dal tipo di pietra. Per farvi un’idea, date un’occhiata alle vendite su eBay. Prima di rivolgersi a un venditore, infine, pensate che lui comprerà solo se è convinto di concludere un buon affare, non per farvi un favore. Non pensate di riuscire a spuntare lo stesso prezzo a cui è stato acquistato il gioiello. Di solito lo sconto richiesto è di circa il 50%, in alcuni casi ancora maggiore.

Bracciale a forma di cigno bianco, con diamanti
Bracciale a forma di cigno bianco, con diamanti

3. Considerare le opzioni di vendita. Chi acquista il vostro gioiello ha tre opzioni: vendere a sua volta il pezzo a un altro operatore del settore, direttamente al pubblico, oppure utilizzare solo il metallo del vostro anello per farne uno nuovo. Considerate la possibilità di rivolgervi a un produttore di gioielli, cioè a un’azienda che produce gioielli: probabilmente il prezzo che potete spuntare non sarà il massimo, ma in compenso di solito la vendita avviene molto velocemente. Attenti però a rivolgervi a operatori in possesso di tutti permessi di legge e con un curriculum specchiato. Le indagini su molti negozi di acquisto oro stanno a dimostrare che è facile imbattersi in commercianti di onestà dubbia. Una breve indagine su Google può essere di aiuto. A proposito: esiste anche un sito specializzato nella compravendita online tra privati (www.idonowidont.com). Il meccanismo offre una garanzia a venditore e acquirente (naturalmente si paga una commissione), ma attenzione: è in lingua inglese e potrebbero esserci eventuali problemi di dogana.

Anello con diamante taglio smeraldo e oro bianco
Anello con diamante taglio smeraldo e oro bianco

4. Siete emotivamente pronti a vendere? La cosa più difficile non è spuntare un buon prezzo, ma essere sicuri di voler vendere un gioiello che, di solito, è anche parte della vostra storia. Si tende ad aggiungere un valore emotivo a un diamante sull’anello di fidanzamento, e la delusione sul reale valore di mercato può essere uno shock. Siete davvero sicuri di voler vendere il vostro gioiello?

Anello in oro giallo con diamanti
Anello in oro giallo con diamanti

5. Considerate le aste. Se avete un gioiello di un certo valore, una strada interessante è quella di proporlo in un’asta. Oltre ai colossi Sotheby’s e Christie’s, ogni Paese ha case d’aste che organizzano periodicamente vendite all’incanto. Se il gioiello ha una foggia interessante, potrebbe spuntare un prezzo superiore a quello di una semplice vendita in gioielleria.

Un'asta condotta da David Bennett (Sotheby's)
Un’asta condotta da David Bennett (Sotheby’s)

Diamanti naturali o sintetici? Una ricerca svela che…

I diamanti sintetici, definiti di solito come cresciuti in laboratorio, sono una truffa o un’opportunità per il consumatore? Dipende. La spinosa questione divide da qualche anno il mondo della gioielleria. E alcuni, persino un brand come De Beers, ha finito per scegliere salomonicamente di vendere tutti e due. L’argomento è caldo ed è stato affrontato durante uno dei talk organizzati a Vicenzaoro January. I risultati di una inchiesta di Format Research ha gettato benzina sul fuoco.

Anello in oro giallo e diamanti di laboratorio
Anello in oro giallo e diamanti di laboratorio

La ricerca è stata compiuta su un campione significativo di consumatori italiani, con focus sulla percezione tra sintetico e naturale. Lo studio è stato rivolto a cittadini di età superiore ai 25 anni che negli ultimi tre anni hanno acquistato un diamante (naturale o sintetico) o che avrebbero desiderato acquistarlo. Le interviste ai consumatori (200 casi) sono state effettuate tramite Sistema CAWI (Computer Aided Web Interview) nel periodo compreso tra il 18 e il 22 dicembre 2023. Le interviste qualitative alle gioiellerie (34 casi) sono state effettuate tramite Sistema CATI (Computer Aided Web Interview) nel periodo compreso tra il 2 e l’11 gennaio 2024.
La presentazione della ricerca
La presentazione della ricerca

Primo dato: il 27,5% dei consumatori che hanno acquistato almeno un gioiello negli ultimi tre anni ha optato per un diamante. Oltre il 35%, invece, desiderava acquistare un diamante, ma ha successivamente rinunciato all’acquisto: la rinuncia è stata causat principalmente per l’eccessivo costo dei diamanti (77,5% dei casi). Sempre la ricerca ha stabilito che l’86,5% dei consumatori è a conoscenza dei diamanti sintetici o ne ha sentito parlare. I consigli da gioiellieri, di esperti del settore (42,2%) e ricerche online su siti web specializzati (38,5%) sono i principali canali attraverso i quali i consumatori hanno acquisito informazioni sui diamanti sintetici.

Tra chi ha acquistato un diamante, l’80% ha scelto una gemma naturale, il 20% una pietra sintetica. Il 55% di chi ha acquistato un diamante naturale lo ha fatto perché le pietre hanno un valore duraturo per il loro carattere di rarità e unicità e il 42,5% perché conservano e aumentano il loro valore nel tempo. Tra l’altro, è anche quello che pensa l’88,2% dei gioiellieri intervistati.

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio di De Beers

I motivi principali per cui i consumatori hanno acquistato diamanti sintetici sono sostanzialmente due: è impossibile notare a occhio nudo la differenza con una gemma naturale (60%) e il prezzo più accessibile (50,5%): erano ammesse risposte multiple.

E i gioiellieri? Il 23,5% degli intervistati vende i diamanti sintetici. DI questi, il 14,7% afferma di venderli in quantità limitata rispetto ai diamanti naturali. Il 76,5%, invece, non vende diamanti sintetici. Dall’indagine risulta anche che nove diamanti su dieci venduti in Italia dalle gioiellerie nell’ultimo anno sono diamanti naturali. Il restante 10% delle vendite, invece, riguarda i diamanti sintetici. I gioiellieri italiani hanno anche una pessima opinione dei diamanti sintetici: circa il 53% delle gioiellerie considera il diamante sintetico un «falso», in quanto creato in laboratorio. E oltre l’85% dei gioiellieri ritiene che il diamante sintetico non rappresenti il futuro del diamante.

Pierluigi Ascani
Pierluigi Ascani

Secondo oltre il 73% dei gioiellieri, infine, molti clienti hanno una conoscenza limitata riguardo alla differenza tra diamanti naturali e sintetici ma tendono a preferire i diamanti naturali per ragioni tradizionali o emotive. «Il consumatore non è in grado di distinguere tra diamante sintetico e naturale. A fare la differenza possono essere solo la professionalità, l’etica e la capacità di racconto del gioielliere», ha commentato Pierluigi Ascani di Format Research.

Stefano Andreis
Stefano Andreis

Il quadro che emerge dalla ricerca condotta per l’Osservatorio Federpreziosi Confcommercio offre, in effetti, molti spunti di riflessione. Se negli Usa il diamante sintetico sembra prendere sempre più spazio, in Italia e, forse, in Europa, la gemma di laboratorio non ha ancora attecchito. «Volendo partire dal punto di vista del gioielliere, dalla lettura dei dati sembra prevalere la convinzione che solo il professionista gioielliere possa essere punto di riferimento per il cliente», è il commenti di Stefano Andreis, presidente di Federpreziosi. «Il cliente oggi è piuttosto informato, ma spesso le operazioni di marketing non aiutano a fare chiarezza. Chi è pronto ad acquistare un diamante, tuttavia, ha in genere fatto la sua scelta etica; spetta poi al gioielliere guidare il cliente verso la scelta migliore», è l’analisi di Steven Tranquilli, direttore di Federpreziosi .
Steven Tranquilli
Steven Tranquilli

E secondo il presidente dell’Associazione Italiana Gemmologi Rinaldo Cusi, «per conoscere e saper raccontare il diamante occorre muoversi tra Scienza e Storia, così da essere in grado di fare le appropriate distinzioni ed attribuire il corretto valore simbolico». Infine, il gioielliere e gemmologo Davide Bolzoni ritiene importante insistere sulla corretta terminologia quando si parla di diamanti naturali e sintetici: «È importante farsi comprendere con chiarezza dai propri clienti, evidenziando le opportune differenze, per esempio tra artificiale e sintetico, senza annoiarli, ma con precisione ed equilibrio. Questo vale quando si parla di caratteristiche fisiche così come di temi etici e sostenibilità. Accuratezza e capacità di suscitare emozioni devono essere al pari parte del racconto». D’accoro Loredana Prosperi, direttrice del Laboratorio dell’IGI-Istituto Gemmologico Italiano, secondo cui «la storia dei diamanti sintetici nasce nel lontano 1954, lo stesso anno in cui nacque la Fiera Orafa di Vicenza, ed è interessante ripercorrerne le tappe per scoprire come fin dall’inizio la professionalità del gioielliere fosse di fondamentale importanza nell’orientare correttamente i consumatori. Oggi più che mai anche su temi etici e di sostenibilità».
Rinaldo Cusi
Rinaldo Cusi

Loredana Prosperi
Loredana Prosperi
Davide Bolzoni
Davide Bolzoni

Geometrie in Valani Atelier

Geometrie e pietre preziose: la sorprendente storia di Heena Shah e della sua Valani Atelier ♦︎

Scordatevi la storia della bambina che amava giocare con i gioielli della nonna e da grande è diventata designer. No. Heena Shah, origini indiane, lavorava come ingegnere da Google. Dagli algoritmi alle gemme: non è stato un salto semplice. Ora però è soddisfatta e ha conosciuto il successo con la sua Maison, Valani Atelier, con sede a New York.

Bracciale Stella con smeraldi e diamanti
Bracciale Stella con smeraldi e diamanti

La storia del cambiamento, invece, passa attraverso il marito della stilista, che fa parte di un’antica famiglia di mercanti di gemme. Da oltre 80 anni, infatti, la famiglia Valani acquista pietre preziose direttamente dalle miniere di tutto il mondo e si avvale di artigiani che lavorano con tecniche tradizionali. La designer è appassionata di arte e scultura e ad un certo punto della sua vita ha deciso di viaggiare. Prima con il marito a Hong Kong, e poi attraverso le miniere di mezzo mondo. La passione per la scultura e la scoperta della bellezza delle gemme ha fatto il resto di lei.
Rival Diamond Ear Cuff
Rival Diamond Ear Cuff

Per diventare gioielliere, però, mancava uno step: imparare il mestiere. Per questo Heena Shah ha frequentato corsi di design al Gemological Institute of America di New York. La professione di ingegnere ha probabilmente aiutato la designer nel suo lavoro di progettazione. E in poco tempo ha collezionato diversi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui un Agta Spectrum Award, un WJA Diva Award e il Platinum Innovation Award, mentre quest’anno un bracciale di diamanti e smeraldi è arrivato al primo posto nella categoria InStore Design Awards. Lo stile di Atelier Valani spazia tra classico e moderno: alcuni gioielli seguono una sorta di minimalismo nordico, altri hanno un aspetto che corrisponde più ai canoni tipici della gioielleria.

Orecchini in oro bianco e zaffiri
Orecchini in oro bianco e zaffiri
Orecchini con rubini e diamanti
Orecchini con rubini e diamanti
Orecchini Cyra con smeraldi e diamanti
Orecchini Cyra con smeraldi e diamanti
Anello con opale, rubini, zaffiri rosa e diamanti
Anello con opale, rubini, zaffiri rosa e diamanti
Anello con opale, smeraldi e diamanti
Anello con opale, smeraldi e diamanti

Attenti ai prezzi dei diamanti di laboratorio

Perché aumentano le vendite di gioielli con diamante artificiale, creato in laboratorio? Chi ama i diamanti deve tenere conto di un trend che si afferma sempre di più: quello delle gemme prodotte artificialmente, in laboratorio. La società di ricerca Brainy Insights ha stimato di recente che il  mercato dei diamanti coltivati in laboratorio da 10,8 miliardi di dollari raggiungerà i 20,6 miliardi di dollari entro il 2032. I diamanti di laboratorio sono considerati sempre più spesso un’opzione più conveniente rispetto ai gioielli realizzati con diamanti estratti naturalmente. E sempre più brand, da Pandora a De Beers, offrono gioielli con diamanti coltivati in laboratorio, ormai disponibili in un’ampia gamma di dimensioni e forme. E a un prezzo conveniente. Così i produttori di diamanti coltivati in laboratorio stanno lavorando con diverse aziende e designer di gioielli, in particolare in Europa, per produrre gioielli distintivi, alla moda ed esclusivi.

Bracciale tennis in oro bianco e diamanti di laboratorio
Bracciale tennis in oro bianco e diamanti di laboratorio di V Rai

Anche secondo l’agenzia di stampa Bloomberg quello delle pietre artificiali, creati in laboratorio, è un mercato in crescita. Semplificando, la maggior parte dei diamanti artificiali sono realizzati con due diversi metodi: con carbonio trattato in uno speciale microonde e un forte surriscaldamento, che si trasforma in una palla di plasma, oppure si utilizzano forti compressioni. Sono metodi che simulano il processo naturale con cui, in milioni di anni, i diamanti si sono formati nelle profondità della Terra. Questi procedimenti (i due sistemi si chiamano HPHT oppure CVD), richiedono comunque macchine speciali (non provateci con il microonde di casa) per cristallizzare il carbonio e trasformarlo in gemme utilizzate anche (ma non solo) per la gioielleria. Per questo, in ogni caso, definire green i diamanti di laboratorio è una forzatura: il processo di realizzazione delle gemme sintetiche è comunque molto energivoro. I maggiori produttori di diamanti sintetici si trovano in India, Cina e Stati Uniti.

Synthesis diamond con taglio a pera
Synthesis diamond con taglio a pera, pietra creata in laboratorio

Come si riconoscono?
I diamanti artificiali si distinguono difficilmente da quelli naturali. Solo gli esperti, con speciali macchine e in laboratori con sofisticate attrezzature possono percepire la differente caratteristica, lavorazione e taglio. Anzi, alcuni diamanti sintetici hanno proprietà come durezza, conducibilità termica e mobilità degli elettroni che sono superiori a quelle della maggior parte dei diamanti naturali. Le impurità sono generalmente evitate, ma possono essere introdotte intenzionalmente per modificare alcune proprietà del diamante. Insomma, distinguerli è davvero difficile e, per un semplice gioielliere, quasi impossibile. Anche per questo i diamanti naturali sono accompagnati da un certificato che ne garantisce l’autenticità.
I diamanti sintetici di solito sono molto piccoli, sotto il peso di 1 carato, anche se sul mercato cominciano a essere proposte gemme di laboratorio più grandi. Non sono solo bianchi, incolori. Ce ne sono anche fancy, in particolare gialli e blu. Il giallo deriva dalle impurità dell’azoto nel processo di produzione, mentre il blu deriva dal boro. Altri colori, come il rosa o il verde, sono ottenuti usando una pioggia radioattiva (ma senza pericolo per la salute, si spera).

Anello in oro con diamanti di laboratorio della collezione Solstice
Anello in oro con diamanti di laboratorio della collezione Solstice by Brilliant Earth

Costano di più o di meno?
I diamanti sintetici sono venduti in media a un prezzo del 15-30% inferiore rispetto agli equivalenti naturali. Dipende però anche dalla loro qualità: anche i diamanti artificiali non sono tutti uguali. Secondo i produttori il prezzo dovrebbe diminuire ancora con il miglioramento della produzione. Vale la pena sceglierli? Ma, attenzione: Rapaport Group, che è parte in causa dato che si occupa di informazioni sul commercio dei diamanti, ha lanciato un allarme con l’obiettivo di avvertire i consumatori sui prezzi al dettaglio dei diamanti coltivati ​​in laboratorio, considerati troppo alti. Secondo Rapaport, alcune pietre di laboratorio sono state acquistate all’ingrosso con prezzi fino al 99% al di sotto del listino per i diamanti naturali. Ma molti rivenditori non hanno applicatolo stesso ribasso ai consumatori.

Anello in oro bianco con diamanti lab grown per 0,98 carati
Anello in oro bianco con diamanti lab grown per 0,98 carati

Pulire i gioielli con la salsa di pomodoro

Salsa di pomodoro, vodka o birra per pulire i vostri gioielli. Si può. Se non avete sottomano niente di meglio… ♦

A tavola con i gioielli. Per pulirli. Secondo alcuni, ci sono tanti modi per rendere collane, anelli e orecchini più brillanti: basta utilizzare alcuni prodotti che di solito sono impiegati in cucina. Per esempio, ketchup, birra e vodka. Attenzione: non stiamo consigliando di seguire queste indicazioni, soprattutto per i vostri gioielli più preziosi. Ma, chissà, forse funzionano…

Per esempio, una ciotola di ketchup può ripulire un anello immerso nella salsa rossa dopo 5 o 10 minuti. Lasciare troppo a lungo il gioiello a contatto con la salsa, però, potrebbe causare danni. Pulire il tutto con uno spazzolino da denti e risciacquare. Un altro alimento utile è la birra: basta versarne un po su un panno pulito e strofinare delicatamente per far rivivere l’oro. Meglio non provarci, però, sulle placcature leggere, e non usare birra scura.

Tomatensauce
Salsa di pomodoro

L’alcol piace anche ai diamanti: un bicchierino di vodka può restituire luminosità alle pietre, ma anche a strass e cristallo. Basta versare la vodka su un panno morbido e pulire accuratamente i gioielli, oppure immergere il gioiello in un bicchiere colmo del liquore russo per eccellenza. Chi è astemio si consoli: l’acqua frizzante è ottima per resuscitare lo splendore delle gemme. Immergete un gioiello con incastonate delle pietre in un bicchiere con acqua minerale gasata. Lasciate riposare tutta la notte: al mattino sarà tutto più luccicante.

 

Pulire i gioielli con l'acqua minerale
Pulire i gioielli con l’acqua minerale

E dopo pranzo? Lavarsi i denti è una buona norma igienica. Già che ci siete, però, potete usare spazzolino e dentifricio sui gioielli in metallo o pietre come diamanti o rubini. Poi, risciacquate (prima di rimettervi a tavola).

Spazzolino e dentifricio sono utili anche per pulire i gioielli
Spazzolino e dentifricio sono utili anche per pulire i gioielli

La naturale asimmetria di Brusi

I gioielli della piccola Maison milanese Brusi, fondata nel 1930
Brusi fa parte delle tante storie della gioielleria italiana. Un racconto che è cominciato a Milano nel 1920, quando Pietro Codari, un giovane orefice, ha iniziato la sua attività e ha aperto un laboratorio. La storia è continuata: nel 1970 il figlio Paolo ha ereditato laboratorio e professione. L’azienda con il tempo si è ingrandita e ha affinato la propria vocazione. Oggi Paola, Andrea e Simone, i tre figli di Paolo Codari, lavorano nell’azienda di famiglia e sono responsabili della gestione creativa, finanziaria e commerciale di Brusi.

Anello in oro con tanzanite e corona di diamanti
Anello in oro con tanzanite e corona di diamanti

L’azienda, situata in una zona storica della città, tra il Cimitero Monumentale di Milano e il quartiere cinese, propone pezzi di buona qualità, a base di oro, diamanti e pietre preziose. Anelli con pavé di diamanti champagne e pietre preziose come la tanzanite sono i cavalli di battaglia. Sempre con lo stile della «quasi simmetria». Cioè quella differenza dalla perfetta specularità geometrica che si trova spesso in natura. L’obiettivo è presentare gioielli in sintonia con la natura, proprio grazie a questa naturale asimmetria. Concetto sottile, ma interessante.

Anelli con smeraldi e zaffiri
Anelli con smeraldi e zaffiri blu
Anelli con diamanti champagne
Anelli con diamanti champagne
Orecchini in oro, apatite, madreperla, diamanti brown
Orecchini in oro, apatite, madreperla, diamanti brown
Orecchini in oro e diamanti champagne e bianchi
Orecchini in oro e diamanti champagne e bianchi
Orecchini in oro e zaffiri blu
Orecchini in oro e zaffiri blu
Orecchini in oro e rubini
Orecchini in oro e rubini
Anello in oro bianco e tanzanite
Anello in oro bianco e tanzanite

Salvatore Arzani, fiori, cuori e fantasia

Pavé di diamanti, oro, zaffiri… Sono i classici materiali con cui sono realizzati i gioielli di Salvatore Arzani ♦

Uno dei tanti laboratori artigianali del lusso che si trovano a Valenza è quello di Salvatore Arzani. È un’azienda piccola, ma con qualità grandi, tanto che vende all’estero la maggior parte della sua produzione che, come spesso accade nella cittadina piemontese, è figlia di una lunga tradizione. Assieme a moglie, figlie del fondatore, e una decina di virtuosi di incastonatura, bulino e saldatrice, il piccolo brand è una specie di riassunto di quello che è l’artigianato italiano e del design nella gioielleria.

Collana in oro bianco 18 kt con pendente chicco di riso in pavé di diamanti
Collana in oro bianco 18 kt con pendente chicco di riso in pavé di diamanti

Per esempio, con una collezione di pezzi unici in oro 18 carati e diamanti, con ampio uso di pietre colorate, che punteggiano i grossi anelli che compongono le catene. Anche collezioni come Fantasia, in ogni caso, seguono i classici canoni di diamanti, bianchi, neri o colorati e pietre come gli zaffiri che compongono pavé a volte simili a mosaici e a tortuosi arabeschi. Bracciali, grossi anelli, pendenti a forma di cuore o fiore, sono i capisaldi della gioielleria firmata Salvatore Arzani.

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Anello in oro bianco 18 kt con incassati diamanti taglio brillante
Anello in oro bianco e diamanti a forma di fiore
Anello in oro bianco e diamanti a forma di fiore
Anelli con diamanti e zaffiri della collezione Fantasia
Anelli con diamanti e zaffiri della collezione Fantasia
Anelli rosa con diamanti bianchi, neri e colorati
Anelli rosa con diamanti bianchi, neri e colorati
Catena in oro e diamanti
Catena in oro e diamanti
Anelli catena in oro bianco, giallo e diamanti
Anelli catena in oro bianco, giallo e diamanti

Gioielli e oro: vero o falso? Domande e risposte

Vero o falso? L’oro si riconosce con un morso? La vera giada è fredda? La cubic zirconia, spesso confusa con lo zircone, è indistinguibile dal diamante? L’argento provoca allergia? Il 925 è il numero dell’argento perfetto? I riflessi di una pietra devono essere arcobaleno? Sono tra le tante domande che riceviamo spesso con le relative risposte.  

Per controllare che il gioiello sia di oro autentico bisogna morderlo.

FALSO L’oro puro è un metallo molto morbido e, in effetti, i denti possono lasciare facilmente un segno se è purissimo, a 24 carati. Ma morderlo non è una garanzia né una prova raccomandabile. Oltretutto, si possono danneggiare i denti. Senza contare che il piombo è ancora più morbido dell’oro: un gioiello che utilizza piombo placcato oro potrebbe facilmente essere scambiato. Inoltre, di solito per i gioielli è utilizzato oro a 18 carati, o anche meno: 14 e perfino 9 carati. Si tratta di oro in lega con altri metalli: in questo modo si rende l’oro meno malleabile e anche meno costoso. Insomma, in realtà oltre all’oro si finisce per mordere anche altri metalli come argento, rame, palladio, nickel.

Mordere l'oro non è una garanzia
Mordere l’oro non è una garanzia

Per scoprire se una pietra è autentica bisogna guardarla in controluce.

VERO In realtà l’unico modo veramente affidabile per identificare una pietra preziosa è il parere di un gemmologo o di un gioielliere, oppure i test di laboratorio. Premesso questo, ecco un suggerimento utile per decidere se vale la pena di prendere in considerazione la pietra di un anello o di una collana. Ponete la pietra contro la luce del sole e guardare l’arco di colori che produce. Le pietre preziose autentiche di solito mostrano un arcobaleno che si rifletterà su una superficie vicina. La maggior parte delle vere gemme produrrà una gamma completa di colori: avvicinate la pietra all’occhio e inclinatela, dovrebbe comparire un arcobaleno. Le pietre che non producono nulla sono spesso falsi. Ripetiamo: non è una  prova definitiva: per alcune pietre, in particolare quelle molto dense, di colorazione profonda o che non sono state lucidate completamente, il sistema potrebbe non funzionare. Ma è un piccolo test da non trascurare.

Esame di un diamante a un precedente Dubai Jewellery Show
Esame di un gioiello con diamante

Uno zircone è praticamente uguale a un diamante, solo che costa meno.

FALSO Quello chiamato comunemente zircone è in realta una cubic zirconia: una pietra artificiale che assomiglia al diamante.  È brillante, ma molto, molto più economica. In realtà, è solo molto difficile distinguerla da un vero diamante se non siete esperti. È una forma cristallina cubica del biossido di zirconio. È un materiale sintetico molto duro, otticamente perfetto e solitamente incolore, anche se può essere realizzato in una varietà di colori diversi. Non va confuso con lo zircone naturale, pietra composta da  silicato di zirconio, spesso di colore blu. La cubic zirconia a volte viene erroneamente chiamato erroneamente «zirconio cubico». La produzione commerciale è iniziata nel 1976. Suo principale concorrente come una gemma creata in laboratorio è la moissanite sintetica.

Cubic zirconia
Cubic zirconia

L’argento provoca allergia e fa diventare verde la pelle.

FALSO La colorazione non è causata da un’allergia: è una reazione ai metalli usati in gioielleria e con cui spesso è fuso l’argento, soprattutto quando la pelle suda. Insomma, indica che l’argento non è puro. È il rame e non l’argento a provocare spesso un alone verde sulla pelle. L’argento Sterling, per esempio, è al 7,5 per cento una lega con rame. Le macchie più comuni lasciate dai gioielli in argento Sterling, in ogni caso, sono nere e non verdi. Alcuni gioielli in argento Sterling sono rivestiti con prodotti che li aiutano a mantenere la patina, ma i rivestimenti possono svanire nel tempo.

Bracciali in argento a maglia geometrica con charm
Bracciali in argento a maglia geometrica con charm Pandora

Vero o falso? Il numero 925 indica che il gioiello è di vero argento.

VERO Nella parte interna di un gioiello, l’incisione o punzonatura del numero 925 indica che il materiale è, appunto Argento 925, la lega più comune. Ovviamente, la garanzia è relativa: nulla vieta che sia stata apposta su un gioiello falso, ma di solito per l’argento non avviene.

In questo orecchino di Giovanni Raspini è ben visibile la punzonatura con il numero 925
In questo orecchino di Giovanni Raspini è ben visibile la punzonatura con il numero 925

Il negozio cinese sotto casa ha degli anelli di giada a un prezzo molto buono. Posso fidarmi? Mi hanno detto che la vera giada è fredda.

VERO La temperatura non è una prova sufficiente, ma un’indicazione la dà: la giada è scarsamente termoconduttrice. Appoggiandola a una parte sensibile, per esempio sul volto, è facile avvertire una sensazione di freddo. Un’altro suggerimento facile è provare a incidere la pietra con l’unghia: la vera giada è molto dura e non mostrerà un graffio. La stessa prova si può condurre con un oggetto molto caldo: la vera giada non mostrerà segni al contatto. Infine, la giada autentica ha di solito piccole imperfezioni, comuni in natura. Una pietra perfetta dovrebbe farvi nascere un sospetto. In ogni caso, la vera giada è molto costosa.

Anello Palloncino con giada
Anello Palloncino di Vhernier con giada verde

Diamanti o cubic zirconia?

Acquistare un gioiello con cubic zirconia, cioè con una pietra sintetica che assomiglia al diamante e che di solito è venduta come zirconi (non cascateci, i veri zirconi sono un’altra cosa)? Ecco che cosa dovete sapere sulla cubic zirconia che in realtà è… ♦︎

Diamanti o cubic zirconia? Chi non può permettersi le pietre preziose più amate si accontenta, spesso, della loro imitazione: cubic zirconia, che si trova sui gioielli che costano poco e brillano lo stesso. Ma molti ci hanno chiesto di sapere di più: che cosa sono davvero, le pietre chiamate cubic zirconia? Ecco quello che c’è da conoscere sulla cubic zirconia, una pietra molto usata, per esempio da Pandora e da tanti altri marchi di gioielleria con prezzi bassi. Con una premessa: spesso queste pietre sono vendute come zirconi. Ma si tratta di una pietra diversa. Attenzione: le cubic zirconia sono differenti anche dai diamanti coltivati o creati in laboratorio, che hanno una struttura chimica del tutto uguale a quella dei diamanti naturali. I diamanti sintetici, o di laboratorio, costano meno dei diamanti naturali, ma molto di più rispetto a un cristallo di cubic zirconia.

Leggete anche: Cubic zirconia o zirconi? Ecco la differenza

La zirconia cubica o cubic zirconia è indicata spesso anche con la sigla CZ. Se nella descrizione di un gioiello leggete CZ, dunque, sappiate che si tratta di un materiale sintetico.

Pandora, charm oro giallo 14 carati con zirconia cubica
Pandora, charm oro giallo 14 carati con zirconia cubica

Che cosa è

La cubic zirconia, spesso indicata come zirconi, si ottiene in laboratorio, non è una pietra naturale. Assomiglia molto a un diamante. Anzi, chi non è esperto lo scambierà di sicuro per un diamante: ha lo stesso aspetto, è tagliata in modo simile. Non solo: oltre che nella classico aspetto incolore, può essere anche colorata e assomigliare a diamanti fancy, cioè colorati, per esempio gialli o blu o in tante altre colorazioni. Certo, se tenterete poi di vendere una zirconia cubica non riceverete molto. Anzi, probabilmente nessun gioielliere acquisterà un anello con montata una zirconia cubica.

La zirconia cubica è nata nel 1976 come diamante sintetico a basso costo. Si ottiene sciogliendo insieme un elemento chimico, lo zirconio, con il biossido di zirconio in polvere e riscaldando il tutto ad altissima temperatura. Dato che è una pietra sintetica, la cubic zirconia è perfetta: non ha le inclusioni o i difetti che si possono trovare su una pietra naturale. Tra l’altro, la CZ è dura quasi come un diamante: sulla scala di durezza di Mohs arriva a 8,5, mentre un brillante è l’elemento più duro di tutti e arriva a 10.

Bracciale in galvanica black gun con cubic zirconia
Pianegonda, bracciale in galvanica black gun con cubic zirconia

Come distinguere un vero diamante da una cubic zirconia?

A occhio non è facile, neppure per un gioielliere, che però esaminando attentamente al microscopio la pietra può individuare se è sintetica o naturale. Se volete sapere se l’anello che vi hanno regalato monta un diamante o una cubic zirconia dovete per forza sottoporre la pietra ad alcune prove tecniche.

Per esempio, i diamanti sono conduttori di calore, mentre l’ossido di zirconio è un isolante. In teoria, in somma, un diamante si scalda prima di una zirconia. Nella pratica, ci vogliono strumenti speciali per accertarlo. Altro aspetto: la durezza. Per stabilire se arriva a 10 o si ferma a 8,5 senza rovinare la pietra, anche in questo caso ci vogliono strumenti da laboratorio. Uno spettrometro verifica anche la densità della pietra: la cubic zirconia è 1,7 volte più densa di un diamante. Altro aspetto: l’indice di rifrazione: il diamante attraversato da un raggio luminoso ha un indice di 2.42 rispetto alla zirconia, che si ferma a 2.15-2.18. Ci sono poi altri aspetti, come la dispersione e il colore. La cubic zirconia, paradossalmente, è quasi sempre più perfetta di un diamante. Quelli naturali in commercio, tranne eccezioni, hanno una catalogazione inferiore al livello massimo.

Leggi anche: Diamanti: 4 regole per evitare truffe

Orecchini Profumi di Maggio, perle e cubic zirconia
Mayumi, orecchini Profumi di Maggio, perle e cubic zirconia

Il costo

Le cubic zirconia sono pietre sintetiche dal prezzo molto più basso rispetto a un diamante. Ma, proprio come per le pietre naturali, il loro costo dipende dal peso, cioè dai carati. Inoltre, non tutte le cubic zirconia sono uguali: ce ne sono alcune che sono migliori e, dunque, costano di più. Infine, non confondete le cubic zirconia, o zirconi, con i diamanti creati in laboratorio, che sono molto più cari e quasi indistinguibili dalle pietre naturali. I veri zirconi, invece, quelli che vedete nella immagine qui sotto.

Autentici zirconi naturali. Copyright: gioiellis.com
Autentici zirconi naturali. Copyright: gioiellis.com
Orecchini con zirconia cubica o cubic zirconia, spesso proposti semplicemente (e spesso ingannevolmente) come zirconi
Orecchini con zirconia cubica o cubic zirconia, spesso proposti semplicemente (e spesso ingannevolmente) come zirconi
Rebecca, Elizabeth linea Elegance anello in bronzo placcato giallo e zirconia cubica
Rebecca, Elizabeth linea Elegance anello in bronzo placcato giallo e zirconia cubica
Yvone Christa, anello in argento placcato in oro 22 carati con una zirconia cubica
Yvone Christa, anello in argento placcato in oro 22 carati con una zirconia cubica
Anelli della collezione Radiant Bloom, in lega metallica rosa e zirconia cubica
Pandora, anelli della collezione Radiant Bloom, in lega metallica rosa e zirconia cubica
Pandora, anelli in argento con zirconia cubica verde
Pandora, anelli in argento con zirconia cubica verde

Successo color smeraldo per Crieri

Il verde va di moda: è sinonimo di ambiente, natura, speranza. Ma anche di smeraldi che, per la verità, non sono mai passati di moda. Come può testimoniare la storia di Crieri, marchio di gioielleria made in Valenza (Italia) che tra le sue collezioni più pregiate ne ha una dedicata alla pietra verde per eccellenza. La collezione Bogotà, come indica il nome, è dedicata agli smeraldi colombiani. Pietre che, raccontano in azienda, sono stale al centro del primo viaggio nella capitale della Colombia del fondatore dell’azienda, Alessandro Saracino, nel 1996. E nello storico distretto, in cui i commercianti di smeraldi colombiani si ritrovano quotidianamente per acquistare e vendere le gemme, nel 2005 da Alessandro Saracino ha aperto il primo ufficio.

Anello con smeraldo di 6,5 carati e diamanti per 2,5 carati. Copyright: gioiellis.com
Anello con smeraldo di 6,5 carati e diamanti per 2,5 carati. Copyright: gioiellis.com

Il risultato è, appunto, la collezione Bogotà, che accende le luci sulle trasparenze, i riflessi e i misteri dello smeraldo (tutte le pietre sono certificate dal gemmolgo Pio Visconti e dalla svizzera C. Dunaigre), montato su oro bianco e circondato da diamanti. Una linea classica, che raggruppa una serie di classici gioielli di alta gamma, proposti in una gamma di prezzo che va da 5.000 ai 300.000 euro.

Anello com smeraldo e diamanti taglio trilliant
Anello com smeraldo e diamanti taglio trilliant. Copyright: gioiellis.com
Anello in oro bianco, diamanti, smeraldo
Anello in oro bianco, diamanti, smeraldo
Anello in oro bianco, diamanti, smeraldo colombiano
Anello in oro bianco, diamanti, smeraldo colombiano
Anello in oro bianco, diamanti, smeraldo della collezione Bogotà
Anello in oro bianco, diamanti, smeraldo della collezione Bogotà
Collana in oro bianco, diamanti, smeraldo
Collana in oro bianco, diamanti, smeraldo
Collier in oro bianco, diamanti, smeraldo
Collier in oro bianco, diamanti, smeraldo
Orecchini in oro bianco, diamanti, smeraldo
Orecchini in oro bianco, diamanti, smeraldo

Diamanti protagonisti in televisione. Per la rapina del secolo

Per una volta, anzi per otto volte, i diamanti potranno essere ammirati su uno schermo e non in gioielleria. Sono loro, le pietre più preziose, a essere protagoniste di una nuova fiction televisiva su Prime Video di Amazon. Solo che non si tratta di gioielli, ma del più grande furto di diamanti e preziosi, per 100 milioni di dollari, avvenuto il 15 febbraio 2003. E che ora diventa uno spettacolo avvincente. Ad Anversa, quella notte, una banda di ladri italiani, guidati da Leonardo Notarbartolo, che sarà interpretato dall’attore italiano Kim Rossi Stuart, ha saccheggiato il caveau sotterraneo del Centro dei diamanti di Anversa.

Carlotta Antonelli, Leonardo Lidi, Kim Rossi Stuart
Carlotta Antonelli, Leonardo Lidi, Kim Rossi Stuart

I ladri hanno rubato soprattutto diamanti, ma anche contanti e gioielli in una delle imprese criminali più incredibili, con uno svolgimento da film. Eccolo, infatti. La serie televisiva si intitola Everybody Loves Diamonds, tutti amano i diamanti, e descrive passo passo la pianificazione e l’esecuzione della rapina, che ha eluso uno dei luoghi con le misure di sicurezza più severe del mondo. Il cast è in gran parte italiano: Anna Foglietta, Gian Marco Tognazzi, Carlotta Antonelli e Leonardo Lidi, con gli attori inglesi Rupert Everett e Malcolm McDowell. Regista Gianluca Maria Tavarelli. E per una volta l’attitudine per la gioielleria degli italiani non sarà associata alle capacità artigianali.

Diamanti in vendita ad Anversa
Diamanti in vendita ad Anversa

Anversa: valutazione di un diamante
Anversa: valutazione di un diamante

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