Una collezione di gioielli Chaumet rievoca Marie-Josèphe-Rose Tascher de La Pagerie, meglio nota come Giuseppina di Beauharnais, prima moglie dell’imperatore Napoleone dal 1796 al 1809. È stata imperatrice dei francesi dal 1804 al 1809 e regina d’Italia dal 1805 al 1809. A lei, Joséphine, Chaumet dedica la linea Joséphine-l’Aigrette V, gioielli che comprendono due nuove parure: una in oro bianco, l’altra in oro rosa. I gioielli sono realizzati con diamanti in vari tagli e montature, su pezzi delicatamente traforati che ricordano i leggeri pizzi della moda dell’epoca.
La forma a V dell’Aigrette è il tratto caratteristico, così come le gemme con taglio a pera che sembra sia stato il preferito della regina. Diamanti, ma anche rubini e zaffiri sono presentati con questa forma a goccia. E, sempre con una geometria a pera, la collezione propone anche una serie di orologi, che abbinano l’originale forma a un dettaglio in oro con la V rovesciata. Il quadrante è circondato da un bordo in oro rosa punteggiato da diamanti, mentre i cinturini in pelle di coccodrillo sono disponibili in una suite di colori.
Nuovi Liens per Chaumet
Chaumet, Maison di alta gioielleria che fa parte del gruppo Lvmh, ha presentato nuovi pezzi della collezione Liens, che si ispira ai legami sentimentali. I gioielli sono realizzati in oro rosa e bianco, con o senza pavé di piccoli diamanti, attraverso un design ricorrente nelle creazioni della Maison. La collezione di gioielleria comprende quindi pezzi come Liens Évidence, con un elemento che ricorda un ponte sospeso.
Gli anelli ora sono disponibili anche come come ciondolo. Jeux de Liens, variante della collezione presenta pezzi con il motivo delle maglie incrociate. Il pendente è disponibile anche in una forma più voluminosa, ispirata al simbolo dell’infinito. I pezzi sono in oro bianco con l’aggiunta di zaffiri. Ci sono poi, i gioielli della linea Jeux de Liens Harmony, che utilizzano oro per medaglioni con finitura sunburst. A complemento dei modelli esistenti in oro rosa con pavé di diamanti, una nuova versione di medie dimensioni entrerà a far parte della famiglia Harmony nel marzo 2023.
Mahnaz Collection, il top del Novecento
Se amate i gioielli anni Sessanta e Settanta, e non avete limite di budget, prendete appuntamento, a New York, da Mahnaz Collection. È una società diversa dalle altre, frutto della passione e della raccolta di Mahnaz Ispahani Bartos, che vende gioielli di alta qualità prodotti durante il Novecento. L’azienda raccoglie propone pezzi di Maison storiche dell’alta gioielleria, ma anche quelli realizzati da artisti, artigiani, gioiellieri e designer indipendenti. Purché siano di alto livello. Insomma, è un’alternativa alle case d’aste che vendono gioielli d’epoca al migliore offerente. Si trovano pezzi di Cartier, Van Cleef e Arpels, dit Mellerio Meller, Kutchinsky, Bulgari, Chaumet, Boucheron, Lalaounis, Georg Jensen, e Tiffany. Ma anche firmati dal mitico orafo romano Mario Masenza.
Una nota a parte la merita la fondatrice, Mahnaz Ispahani Bartos, figlia di un uomo d’affari pakistano e una madre mecenate delle arti, e cresciuta a Chittagong, città portuale del Bangladesh. «Vengo da una cultura in cui le donne visitano un negozio di gioielli ogni due giorni», dice. Ha girato il mondo: adolescenza tra Pakistan, Iran, Svizzera e Inghilterra. Si è poi laureata al Wellesley College, nel Massachusetts, ha conseguito un master, e poi un dottorato in relazioni internazionali. Attività che non ha abbandonato (è anche autrice di un libro di geopolitica, Pakistan: Dimensions of Insecurity). Ma probabilmente si diverte di più a raccogliere alta gioielleria in giro per il mondo.
Chaumet è da oltre un secolo una colonna di Place Vendôme, la piazza parigina che è il tempio dell’alta gioielleria. La Maison, famosa tra l’altro anche per i suoi diademi, ha però una data di nascita ancora più antica: nel 1802 era già gioielliere ufficiale di Napoleone. Chaumet è anche una di quelle Maison che possono presentare una volta all’anno straordinarie collezioni di alta gioielleria. Quella del 2022 si chiama Ondes et Merveilles ed è dedicata al mare. E, in effetti, sono presenti si gioielli con un movimento ondulato sia meravigliose gemme che impreziosiscono il disegno raffinato dei gioielli. Come i altre collezioni di alta gioielleria, anche Ondes et Merveilles è composta di capitoli che dividono anche esteticamente i gioielli.
Le linee della collezione sono tre: Ondes animées, Rivages vus du ciel et Mille et un habitants des mers. Ognuna è caratterizzata da un design e dalle pietre utilizzate. Ci sono, per esempio, anelli come Escales, che presenta una tormalina Paraiba a forma di pera incorniciata da diamanti e spinelli, che evoca l’idea di una tiara, il pezzo caratteristico di Chaumet.
L’anello À Fleur d’Eau, invece, o in oro bianco e utilizza esclusivamente diamanti: una gemma D VVS2 taglio ovale da 3,03 carati, assieme a tre diamanti taglio marquise da 1,92 carati. Le varianti sono tante: l’anello Gulfstream in oro bianco, è ornato con uno smeraldo ottagonale verde brillante da 3,52 della Colombia, zaffiri tondi e baguette, smeraldi tondi, tormaline Paraiba e diamanti taglio brillante.
Le gioiellerie che chiudono in Russia
Il vero dramma è quello delle vite umane perse inutilmente, delle vite travolte, delle vite che non saranno più le stesse. Ma la guerra in Ucraina provoca anche un più piccolo, molto più piccolo, ma non per questo irrilevante, dramma legato ai posti di lavoro, in Occidente e in Russia, che saranno persi a causa di una stupida aggressività. Sia i russi sia gli occidentali fanno i conti con le sanzioni, inevitabili e annunciate per tempo, prima dell’invasione, che avranno un impatto sui conti delle aziende, per esempio quelle della gioielleria, oltre che sulle persone che ci lavorano. Il crollo del rublo e il blocco del servizio di carte di credito, infatti, ha indotto molte aziende della gioielleria a sospendere l’attività. Forse chiuderanno del tutto o riapriranno, se tutto finirà, ma chissà quando.
Al momento in cui scriviamo questo breve articolo, l’ultima insegna occidentale a chiudere la boutique a Mosca è stata Swarovski, mentre Tiffany è stata tra le prime ad abbassare la saracinesca, assieme a Vuitton. Altri lo hanno già fatto, altri seguiranno. L’elenco di Maison occidentali che hanno aperto una boutique a Mosca, San Pietroburgo o in altre città russe, è lungo. A Mosca, per esempio, hanno una boutique Chopard, Van Cleef & Arpels, Akillis, Piaget, De Beers, H. Stern, Stephen Webster, Carrera y Carrera, Mauboussin, Mont-Blanc, Dior, Chaumet, Pandora, Frey Wille, Cartier, Trollbeads, Vuitton, Thomas Sabo, Bulgari, Pomellato, Adamas, Damiani, Buccellati. Altre marche, come quelli Pasquale Bruni o Alcozer sono distribuiti in gioiellerie non di proprietà, oppure nei duty free degli aeroporti.
Secondo un’analisi che riguarda la gioielleria italiana condotta dall’Ice (l’organismo statale per l’export) in generale, il compratore russo è orientato verso la gioielleria di livello medio o medio-alto. Sempre secondo l’analisi, l’utilizzo quotidiano di anelli, orecchini, braccialetti e collane soprattutto nella capitale e nelle grandi città, è ormai visto come una forma di accessorio alla propria immagine, non necessariamente abbinato a indumenti di lusso o in occasione di eventi speciali. Gli articoli preferiti dalle donne russe sono anelli, catenine e orecchini; gli uomini preferiscono catenine e braccialetti, mentre spille e collier vengono acquistati da una minoranza della popolazione femminile, mentre i gioielli tipicamente maschili come gemelli e spille per cravatte sono poco richiesti. Negli ultimi anni, però, ha avuto successo più la gioielleria in argento che in oro, a causa del cambio rublo-euro sfavorevole. L’Italia (dati 2019) esporta verso la Russia gioielli per circa 77 milioni, la Francia circa 22 milioni, gli Stati Uniti 21 milioni e il Regno Unito 23 milioni. Chi esporta di più in Russia è però la Cina con oltre 88 milioni.
Eleuteri, gioielli d’epoca da Roma a New York
Gioielli d’epoca firmati da prestigiose Maison: è la specialità di Eleuteri, che ha aperto una vetrina anche in Madison Avenue, a New York ♦︎
C’è Bulgari, c’è Chaumet, c’è Faraone. E poi ci sono Cartier, David Web, Buccellati… Tutti assieme. Ma non è un party per gioiellieri: le grandi Maison si trovano da Eleuteri, una delle grandi gioiellerie di Roma specializzata in gioielli speciali. Pezzi d’epoca, più o meno antichi, ma tutti di grande livello. Da sempre Eleuteri è in via Condotti, la strada dello shopping di lusso nella capitale, a cui si sono aggiunte Milano, Venezia, Cortina e Porto Cervo.
Carlo Eleuteri e il figlio Wagner hanno poi aperto una vetrina anche a New York, nella centrale Madison Avenue. Un approdo che è stato sottolineato da un lungo articolo sul New York Times. È una scelta strategica. Non a caso Wagner Eleuteri ha conseguito una laurea alla London School of Economics. L’azienda di gioielli è alla quarta generazione: la storia di Eleuteri è iniziata, infatti, nel 1894, anche se con un negozio di canditi. La trasformazione in gioielleria avviene, invece, nel 1963, con Pietro Eleuteri, collezionista appassionato di arte antica, che apre un negozio di antiquariato. Dall’antiquariato ai gioielli antichi il passo è breve. Tanto che ora la Maison romana ha accumulato una collezione di pezzi di considerevole valore e bellezza che, al momento, sono ricercati soprattutto dai ricchi turisti che fanno shopping in via Condotti. E ora anche a Manhattan.
L’estetica dell’ellisse, delle linee che si avviluppano attorno a un baricentro come nella nuova collezione di Chaumet, ha caratterizzato il periodo del barocco. Ma non solo: anche nell’Ottocento le spirali hanno avuto un momento di gloria. Lo testimonia, per esempio, la colonna al centro di Place Vendôme alta 44 metri e decorata con bassorilievi che rappresentano trofei e scene di battaglie combattute dall’esercito francese. Come nella Colonna Traiana a Roma, innalzata nell’anno 113 per celebrare la conquista della Dacia, anche nel monumento di Place Vendôme i bassorilievi seguono un andamento a spirale. E proprio a questo motivo si è ispirata la Maison che produce alta gioielleria da 1780 (prima che fosse eretta la colonna). In ogni caso, Chaumet è stata la prima gioielleria ad aprire un negozio in Place Vendôme nel 1812.
Il risultato è Torsade de Chaumet, che presenta gioielli contrassegnati dal motivo della spirale, in oro bianco diamanti e rubini, zaffiri o smeraldi. Non manca il gioiello che ha contribuito alla fama di Chaumet: la tiara. La Maison ne creò una anche per il suo primo grande cliente, l’imperatrice Giuseppina, moglie di Napoleone. La tiara Torsade de Chaumet è in oro bianco 18 carati, ornata di 385 diamanti bianchi Ef Vvs taglio brillante, per un totale di 63,63 carati e 156 diamanti bianchi taglio a rosa per 23,87 carati. Le spirali sono poi utilizzate per orecchini, collane, bracciali e anelli, sempre come segno distintivo della collezione.
Le novità di Chaumet a due passi dal Ponte di Rialto, nel Fondaco dei Tedeschi, uno dei migliori luoghi per lo shopping alto di gamma a Venezia. Il Fondaco dei Tedeschi, eretto nel 1228 per ospitare i mercanti stranieri e ricostruito nel 1508, è infatti diventato un department store. E ora presenta in anteprima in Italia la nuova collezione di fine jewellery della Maison, Jeux de Liens, ovviamente in vendita nello spazio riservato al brand francese, che fa parte del gruppo Lvmh.
La collezione comprende gioielli che hanno al centro la forma geometrica del cerchio, ma spezzato. I cerchi, infatti, sono divisi in due parti asimmetriche collegate da maglie incrociate. L’idea è che evochi la magia dell’incontro. La collezione comprende catenina regolabile e i ciondoli Jeux de Liens Harmony, che riprendono gli spunti classici di Chaumet, ma anche orecchini con la forma di una X e bracciali. I gioielli sono in oro e piccoli diamanti, con inserti di pietre semi preziose, come onice, malachite o corniola.
I gioielli di Reza al Tefaf
L’alta gioielleria della Maison Reza arriva al Tefaf di New York ♦︎
Non è raro che i gioiellieri abbiano vite o storie avventurose alle spalle. Questo vale soprattutto per i grandi creatori di gioielli con origine all’Est o in Medio Oriente. Ed è anche il caso di Alexandre Reza, scomparso a Parigi nel 2016 a 94 anni, ma con una storia degna di un romanzo. Basti dire che è stato considerato il più grande collezionista di gemme dei tempi moderni, prima di diventare gioielliere. E dal 1 al 5 novembre i gioielli della Maison che ha fondato sono visibili all’edizione di New York del Tefaf, la grande mostra dedicata agli oggetti d’arte, antichità e gioielli di lusso e da collezione. Oggi la Maison è condotta dal figlio del fondatore, Olivier, nella sede di Place Vendôme.
Alexandre Reza è nato nel 1922 a Mosca, figlio di un gioielliere. Come altre famiglie russe, dopo la Rivoluzione di Ottobre i Reza si sono trasferiti in Francia, prima a Nizza e poi a Parigi. Ha iniziato la sua carriera come esperto di diamanti, viaggiando molto per trovare ogni pietra. Alexandre Reza ha anche fornito gemme a marchi di gioielli come Boucheron, Bulgari, Cartier, Chaumet, Harry Winston, Louis Gérard e Van Cleef & Arpels. E come è successo a molti altri commercianti ed esperti di pietre preziose, a un certo punto ha deciso di trasformarsi in gioielliere. Ma di gram classe: solo alta gioielleria con diamanti rari, smeraldi, rubini e zaffiri. Secondo la casa d’aste Sotheby’s, “movimento, leggerezza, composizione e armonia sono le parole chiave dei suoi lavori”.
Ma non sono mancate le disavventure: nel 1994 i ladri armati hanno rubato gemme per un valore di circa 21 milioni di dollari nel salone del gioielliere a Parigi. In compenso, nel maggio 2010 Sotheby’s ha venduto un diamante blu vivido fantasia da 5,02 carati incastonato in un anello toi-et-moi accanto a un diamante bianco da 5,42 carati per 6,3 milioni di dollari, stabilendo un prezzo record per un gioiello di Reza. Margherita Donato
Una nuova collezione di alta gioielleria firmata Chaumet: innovazione e tradizione per un risultato eccezionale ♦︎
La differenza tra un piatto preparato in casa e quello elaborato da un grande chef è anche nel numero di ingredienti utilizzati, dalla loro disposizione e, ovviamente, dalla capacità di cucinare e presentare il tutto. In un certo senso, è quello che avviene anche nella gioielleria. I gioielli possono essere semplici oppure frutto di elaborato, ricco e fantasioso design. Considerate, per esempio, questa collana che fa parte dell’ultima collezione di alta gioielleria Les Ciels de Chaumet, composta da 43 pezzi. La collana si chiama Soleil de Feu.
Ed ecco la sua descrizione: collana in oro bianco e rosa, con 4 granati mandarino taglio ovale del peso di 18,30, 4,00, 2,13 e 2,10 carati, 6 granati mandarino a forma di pera del peso di 2,91, 2,10, 1,66, 1,60, 1,30 e 0,63 carati, 5 a forma di pera gialla zaffiri del peso di 4,78, 1,87, 1,81, 1,81 e 1,12 carati di Ceylon, 5 zaffiri gialli taglio ovale del peso di 3.46, 2.26, 1.89, 1.82, 1.36 carati da Ceylon, 1 zaffiro giallo dal taglio ovale del peso di 1.39 carati del Madagascar, un cuscino- taglio di zaffiro giallo del peso di 1,69 carati di Ceylon, uno zaffiro giallo a forma di pera del peso di 0,92 carati del Madagascar, uno zaffiro rosa arancione arancio dal taglio del peso di 2,70 carati del Madagascar, 3 zaffiri Padparadscha con taglio a cuscino del peso di 2,24, 1,50 e 1,41 carati del Madagascar , uno zaffiro Padparadscha dal taglio a cuscino che pesa 1,44 carati da Ceylon,uno zaffiro Padparadscha dal taglio ovale di Ceylon del peso di 1,58 carati, un diamante D VVS2 a forma di pera del peso di 1,51 carati, 4 diamanti D / E VVS a forma di pera del peso di 0,54, 0,52, 0,52 e 0,40 carati, a forma di pera, taglio ovale e rotondo zaffiri gialli, spinelli rossi ovali e rotondi, granati mandarino rotondi a forma di pera, zaffiri briolette e arancioni rotondi e diamanti a forma di pera, taglio ovale e taglio brillante.
Non c’è dubbio, insomma, che la differenza tra la gioielleria abituale e l’alta gioielleria è parecchia. La collezione, inoltre, è ancora più apprezzabile se si considera la capacità di fondere temi classici della Maison nata nel 1780, come le tiare, con un design più moderno. Senza perdere i vantaggi della tipica lavorazione di Chaumet, che riesce a mantenere una insospettabile leggerezza anche nei gioielli più elaborati. Il mix è riuscito.
Les Ciels de Chaumet è una collezione divisa in quattro parti: Les Caprices du Ciel (gioielli ispirati alla leggerezza delle nuvole), Les Couleurs du Ciel (tra sole splendente e raggi di luna) deep), Les Fulgurances du Ciel (tra stelle e tramonto) e Les Habitants du Ciel (mescolando il giapponese e il cinese, prendendo per i trampolieri o il motivo delle rondini). La collezione utilizza diamanti bianchi accostati a una ampia varietà di gemme, come zaffiri gialli, smeraldi, granati mandarini, opali neri dall’Australia, spinelli. I cieli di Chaumet sono molti.
Le tiare di Chaumet in mostra
Le famose tiare di Chaumet, e altri gioielli, in mostra nel Principato di Monaco ♦︎
La Maison Chaumet, uno dei grandi nomi della gioielleria, dal 1780 a oggi ha creato oltre 2000 tiare. Per regine, famiglie aristocratiche, o semplicemente per donne che vogliono indossare un gioiello speciale e, naturalmente, sono tanto fortunate da avere un partner che regalo loro una tiara o un diadema. Infatti, un tempo la tiara era riservata a principesse e regine, mentre ora è un gioiello che può essere indossato da tutte le donne in speciali occasioni, come il matrimonio. Nell’arte della tiara, spiegano a Chaumet, tutto inizia con un disegno. Negli anni, le tiare di Chaumet hanno così interpretato lo stile del romanticismo, naturalismo, Belle Époque e Art Déco. Ora la Maison vanta 400.000 disegni d’archivio e un Salon des Diadèmes, vetrina delle collezioni storiche di Chaumet.
Un patrimonio che da un paio di anni gira il mondo in una mostra, che ora arriva nel Principato di Monaco, dopo essere passata per Pechino e Tokyo. La mostra si intitola Chaumet in Majesty, Jewels of Sovereigns since 1780 ed è organizzata al Grimaldi Forum di Monaco. Chi vuole sognare, può vedere da vicino diademi eccezionali tra 250 gioielli di sovrani, alcuni dei quali esposti per la prima volta al pubblico.
Chaumet in Majesty, Jewels of Sovereigns since 1780
dal 12 luglio al 28 agosto 2019
Grimaldi Forum di Monaco
L’alloro prezioso di Chaumet
La collezione Laurier Precious Jewellery di Chaumet esalta il simbolo della Maison, la foglia di alloro ♦︎
Nella mitologia greco-romana l’alloro era una pianta sacra. Simboleggiava la sapienza e la gloria: una corona di alloro cingeva la fronte dei vincitori nei Giochi pitici o Delfici e costituiva il massimo onore per un poeta, che diveniva un poeta laureato. La foglia di alloro è stata anche il simbolo amato da Joséphine, moglie di Napoleone, che non a caso ha adottato l’alloro come simbolo della vittoria e del potere adottata. Nella gioielleria moderna, invece, le foglie di alloro indicano la Maison parigina Chaumet.
Il brand francese lo ribadisce con la collezione Laurier Precious Jewellery, che celebra la pianta che ricorre nelle creazioni della Maison.
In questo caso l’alloro si trasforma in gioielli realizzati in oro bianco e diamanti. Le foglie di alloro, nella collezione di Chaumet, avvolgono il gioiello con una impressione di leggerezza, aumentata dalla tecnica di mises à jour sul retro. Ai gioielli si aggiunge anche un orologio con secret in oro bianco 18 carati, castone lastricato con 112 diamanti a taglio brillante, decorato con una copertura decorata di alloro lastricata pavimentata con 268 diamanti a taglio brillante. Lavinia Andorno
L’Africa di Chaumet
Animali e arte d’Africa diventa alta gioielleria con la nuova collezione di Chaumet ♦︎
L’arte africana ha ispirato artisti come Picasso e Braque. Perché non dovrebbe essere la fonte di ispirazione anche nella gioielleria? Ma la collezione di alta gioielleria intitolata Trésors d’Afrique di Chaumet ga ancora di più. Perché è frutto della collaborazione con il graphic designer e artista pointillist nato in Kenya, Evans Mbugua, che vive e lavora a Parigi e ha lavorato nella pubblicità prima di dedicarsi all’arte. Un esempio, frutto di questo lavoro, è la collana Cascade Royale, con onice nero, oro bianco e giallo e nove diamanti taglio marquise, più uno smeraldo da 7,15 carati delle miniere di Muzo, Colombia. Oppure i bracciali Talismania, in ebano, malachite e crisoprasio, ispirate al parco del Serengeti.
Non è una sorpresa che nella collezione ci siano anche sei spille che rappresentano i classici animali selvaggi africani, come giraffa, scimmia e leone.
Secondo Chaumet, altre fonti di ispirazione sono i gioielli e i diademi delle regine africane, le perline indossate dal popolo Dinka del Sud Sudan, o i Nyangatom dell’Etiopia, oppure i copricapi reali del Ruanda e gli ornamenti da sposa del Samburu, Kenya. Mbugua ha, inoltre, progettato anche i quadranti di sei orologi meccanici, pezzi unici, che riproducono, in miniatura, tecniche di incisione a mano, un nuovo repertorio animalier. Giulia Netrese
A Milano nasce il brand Pisa Diamanti, e un nuovo salone di Pisa Orologeria ospita sei big dell’alta gioielleria ♦︎
Milano è la capitale italiana della moda, del design, dell’economia. Ma anche dei gioielli. Certo, a Valenza e Vicenza si producono. Ma a Milano si vendono, specialmente nel cosiddetto Quadrilatero, cioè l’area attorno a via Monte Napoleone. Ed è proprio qui che si trova uno dei più storici palcoscenici della gioielleria, e non solo. Pisa Orologeria, in via Verri, è meta dei pellegrini del lusso, italiani e stranieri, che cercano pezzi spesso straordinari. E lì li trovano. Ora ne potranno scegliere ancora di più, perché Pisa Orologeria presenta due novità. La prima è il proprio brand di alta gioielleria, Pisa Diamanti. La seconda novità riguarda, invece, l’apertura di un ampio secondo piano.
La collezione Pisa Diamanti diventa oggi in un vero e proprio brand di alta gioielleria, nato dal desiderio di Maristella e Chiara Pisa di esprimere in una linea di gioielli i propri valori e la propria visione.
I gioielli che Pisa Orologeria realizzava senza trasformare l’offerta in un marchio, ora sono collegati da un brand forte. Quello che è definito un tocco di femminilità all’universo della gioielleria si concretizza una collezione dalle montature volutamente essenziali per valorizzare ciò che rende un gioiello davvero prezioso: i diamanti. Della collezione presentata fanno parte collane e bracciali tennis, solitari, orecchini e pendenti punti luce. Montature classiche, pietre di prima qualità e una griffe a forma di lancetta, impreziosita da un’incastonatura di diamanti, sono le linee guida del brand milanese. Ci sono anche gemelli, anelli chevalier e perfino bracciali tennis in oro e diamanti per uomo. “Pisa Diamanti dà continuità ai valori che da sempre ci caratterizzano secondo la nostra tradizione: sobrietà, eleganza, attenzione ai dettagli e ricerca costante della qualità”, commenta Maristella Pisa, presidente di Pisa Orologeria. “Pisa Diamanti à l’evoluzione del rapporto con la nostra clientela femminile, alla quale da sempre abbiamo dedicato un occhio di riguardo anche nel mondo dell’orologeria”, aggiunge Chiara Pisa, amministratore delegato.
Alta gioielleria e diamanti trovano posto al secondo piano del flagship store.
Oltre a quelli di Pisa Diamanti, nel salone luminoso e vellutato si trova il meglio di sei marchi di alta gioielleria. Ce n’è per tutti i gusti: Boucheron, Chaumet, Chopard, de Grisogono, Messika e Tamara Comolli. Insomma, dalla alta gioielleria più classica a quella scanzonata, ma sempre sul gradino più alto del podio. “È un nuovo punto di contatto con la clientela femminile, alla quale da sempre abbiamo dedicato un occhio di riguardo anche nel mondo dell’orologeria”, continua Chiara Pisa. “Una nuova avventura che, a partire da settembre 2018, vede il secondo piano del Flagship Store destinato all’universo diamanti, oggi rinominato il Salone dei Gioielli”.
Il progetto è stato curato da Vittorio Carena Studio. La superficie è organizzata con un grande ovale di oltre 100 metri quadri, che ospita i marchi, più uno spazio satellite dedicato al Salotto de Grisogono. Banchi circolari e teche imperiali in metallo e tessuti preziosi sono sovrastati da un’installazione di vetro e luce e accolti da un grande tappeto dalle tonalità pastello. Vero lusso, ma sobrio, molto milanese.
Fred Leighton in bianco e nero all’asta di Sotheby’s: una collana di Chaumet vince l’asta della collezione ♦︎
Fred Leighton, a New York, è un’autorità da oltre 40 anni per chi vuole acquistare o vendere un pezzo raro di epoca georgiana, vittoriana, edoardiana, Art Nouveau, Art Deco, Retro o contemporanea. Ma il fondatore, scomparso nel 2017, non solo si è occupato di scegliere acquirenti e venditori di pezzi eccezionali: egli stesso aveva collezionato pezzi di tutti i tipi. E la collezione personale di Fred Leighton è stata messa all’asta da Sotheby’s a New York. La vendita ha totalizzato 2,8 milioni mercoledì 19 aprile. Non c’erano solo gioielli, ma anche mobili e pezzi di arte decorativa dal XVII al XX secolo, con rappresentati un po’ tutti i generi dai pezzi di epoca vittoriana all’art déco. Il più apprezzato, per esempio, è stato un orologio da tavolo di Cartier in oro, turchese e diamanti (275.000 dollari). E i gioielli? Il pezzo re della giornata è stato una composizione bracciale-collana di Chaumet del 1930, con diamanti vecchio taglio, singolo e baguette, venduta per 112.500 dollari. Buon risultato anche per una collana Marchak del 1950 circa, composta da intrecci di fili d’oro con diamanti baguette e rubini intagliati a motivi floreali, con perle di rubino e diamanti tondi e baguette. È stata battuta per 100.000 dollari.
Da segnalare, però, che non tutti i pezzi hanno trovato un acquirente. Sono rimasti nel martello del battitore, tra l’altro, pezzi come una collana di Cartier del 1945 con un citrino e diamanti, una collana di diamanti Raymond Templier del 1950, una spilla a forma di arco di Cartier del 1910. Federico Graglia
Chaumet, è qui la festa
Musica per la festa di Chaumet: quattro magnifiche linee di alta gioielleria♦︎
L’alta gioielleria è una festa per gli occhi, anche se non per il portafogli. Così ecco che una delle storiche Maison di Place Vendôme (è nata nel 1780) festeggia il doppio. Si chiama Chaumet est une fête la sua nuova collezione di alta gioielleria. Ma è una festa in quattro tempi, quanti sono quelli in cui è suddivisa la raccolta. Dato che si allude a una grande serata mondana, i tempi sono quelli utilizzati dalla grande musica. Musica da ballo con i Valses d’Hiver o sincopata con la Rhapsodie Transantlantique come quella in Blue di Gershwin, rispettosa della tradizione classica con la Pastorale Anglaise (dedicata al festival di Glyndebourne) o del mondo dell’opera con Aria Passionata (ispirata al teatro La Scala di Milano).
La Pastorale, per esempio, esplora motivi attraverso l’utilizzo del colore verde: ovviamente si tratta di pregiati smeraldi delle miniere di Muzo, Colombia. Capolavori di complessa gioielleria, delicati interventi di orefici e pietre magnifiche: basti dire che la collana della linea Pastorale costa circa 2 milioni, mentre il prezzo medio dei gioielli è di circa 400.000 euro. Aria Passionata è, invece, coerentemente con il nome, una suite rosso fuoco di rubini, granati, associati con oro rosa e diamanti. Le arie di tenori e soprano impegnati nei classici del melodramma si trasformano in spille a forma di bouquet (ma non da lanciare sul palco come omaggio alla performance). Rhapsody in Blue utilizza oro bianco, morganite, diamanti, tanzanite, tormalina, crisoberillo: tante tonalità diverse come ci si aspetta quando si ascolta una rapsodia musicale. Valses d’Hiver, infine, è una danza attorno a colori tenui, raffinati, dell’oro bianco, diamanti e perle: leggera e turbinosa come un ballo tra stucchi e le volte di un salone affrescato. Giulia Netrese
Buccellati in vetta a Monte Carlo
Un anello di Buccellati al top nella prima asta di gioielli organizzata da Artcurial a Monte Carlo.
Si tiene a Monaco la prima asta 2017 dedicata ai gioielli di Artcurial. Come sempre è organizzata allo Yacht Club de Monte-Carlo, dal 19 al 21 gennaio ed è dedicata a gioielli e orologi. Tra i pezzi in vendita non mancano i gioielli delle grandi firme, come Boucheron, Bulgari, Cartier, Chopard, Chaumet, Buccellati o Van Cleef & Arpels. Tra i pezzi più notevoli ci sono anche gioielli in oro e diamanti firmati Suzanne Belperron, o un insieme di diversi gioielli, tra cui un anello giallo d’oro con un diamante taglio smeraldo, 15, 40 carati Buccellati. È il pezzo top dell’asta, con una valutazione di 240-260.000 euro: apparteneva a una non precisata famiglia reale, che evidentemente ha bisogno di realizzare. Subito dopo, sempre nelle stime, si trova in catalogo un bracciale-orologio in platino e oro grigio di diamanti firmato Cartier. Piuttosto impressive, ha una valutazione di 120-150.00 euro. Federico Graglia
Le ore preziose di Chaumet
Chaumet arricchisce la collezione Rondes de Nuit con un gioiello-orologio in oro e diamanti.
Chaumet, Maison francese nell’Olimpo della gioielleria, un anno fa ha lanciato la sua collezione dedicata alla Imperatrice Joséphine (ne abbiamo parlato qui). Ripasso di storia: Giuseppina di Beauharnais (1763–1814), è stata la prima moglie dell’imperatore Napoleone I dal 1796 al 1809. È stata, quindi, imperatrice dei francesi dal 1804 al 1809 e regina d’Italia dal 1805 al 1809. Ma è stata anche una donna dallo stile eccezionale ed è per questo che Chaumet le ha dedicato una collezione di gioielli in oro bianco e diamanti, più qualche pietra preziosa colorata. Ora la collezione, chiamata Rondes de Nuit, si arricchisce con nuovi pezzi, tra cui un gioiello-orologio che si affianca ai modelli già presenti. È più un gioiello che un orologio, anche se le lancette del quadrante funzionano benissimo. Il bracciale che circonda il polso è realizzato con la forma di una grande catena, tempestata di diamanti. I nuovi pezzi di alta gioielleria, tra cui un anello e degli orecchini, si affiancano a quelli che hanno già riscosso molti consensi e qualche sospiro tra chi non può acquistarli. Margherita Donato
Chaumet sulla Via Lattea
A Josephine, prima imperatrice dei francesi e prima moglie di Napoleone, Chaumet si è già ispirata lo scorso anni (articolo qui). Nella sua grande villa pochi chilometri da Parigi, la umida Malmaison, Josephine Beauharnais si era ritirata (non molto contenta, per la verità) mentre Napoleone era impegnato nella Campagna d’Egitto e, per passare il tempo faceva coltivare rose e ortensie. Per questo Chaumet ha lanciato lo scorso anno la collezione celebrativa per ricordare questa congiunzione tra nobiltà e giardinaggio. La rinnovata Hortensia Via Lattea, invece di essere declinata sulla tonalità rosa, ha preso come modello le ortensie con florescenza che tende al blu. Hortensia Via Lattea si inquadra nella collezione Jardin. In questo caso i fiori sono realizzati con una cascata di diamanti, i raggi della Via Lattea, a cui si aggiungono tanzanite, zaffiro e calcedonio bianco. Un giardino sotto le stelle e l’egida imperiale: alla collezione non mancano i riferimenti emotivi. Alessia Mongrando
La storia di Chaumet vista da Chaumet
L’hanno battezzato Musée éphémère, cioè museo effimero, ma in questo caso l’aggettivo significa temporaneo perché il nuovissimo museo di Chaumet, inaugurato con una mostra dal tema naturalistico, di effimero non ha proprio nulla. Anzi, può contare su una solidissima tradizione iniziata nel 1780 con il fondatore, Marie-Étienne Nitot, che fu il fornitore ufficiale di Napoleone e il gioielliere dell’aristocrazia europea. Un percorso che nei secoli ha prodotto una collezione di pezzi straordinari, 55 mila disegni d’archivio, 500 mila fotografie scattate da fine 800 ai giorni nostri e 500 prototipi di tiare realizzate in alpacca, una lega di rame zinco e nichel. L’idea è proprio quella di raccontare una storia poco conosciuta attraverso delle esposizioni che collegano il passato con il presente.
Per sei mesi
Per esempio, nei prossimi sei mesi gli appassionati di gioielli avranno un’occasione unica per scoprire, al piano terra di un palazzo del 18 secolo in Place Vendôme, luogo icona del lusso parigino, sede del marchio che fa parte del gruppo Lvhm, lo stile inconfondibile della Maison: Promenade Bucolique è una mostra sulla sua visione della natura, rappresentata da particolari motivi di foglie, fiori e insetti che si trovano nei campi e nei boschi. Insomma, nulla di coltivato. Tra i 15 pezzi storici, accompagnati da disegni originali, fotografie in bianco e nero e opere d’arte, c’è anche la famosa tiara creata nel 1811 per l’imperatrice Maria Luisa d’Austria, giovane sposa di Napoleone. Un diadema dal disegno neoclassico, composto da 150 elementi raffiguranti delle spighe di grano disposti ad arco su una montatura d’argento con 60 carati di diamanti. L’effetto è di grande leggerezza, come se le spighe fossero mosse dal vento, ed è un modello importantissimo perché è stato rivisitato più volte dal gioielliere nelle tiare realizzate negli anni della Belle Époque e nelle spille prodotte dopo la seconda guerra mondiale.
Accanto al grano, ripreso persino con dei covoni in miniatura, si trovano altri motivi: biancospino, fili d’erba, foglie di acanto e l’edera, soggetto tipico del Romanticismo ed espressione di sentimenti come la fedeltà e l’attaccamento, ovviamente. Il collegamento con i giorni nostri è una serie limitata di gioielli che riprende la spiga del 1811 in chiave moderna, dove il contrasto tra l’oro lucido e quello spazzolato conferisce un aspetto iperrealista, ma non solo: per l’occasione sono state ridisegnate le api, il simbolo principale dell’Impero (Napoleonico) dal corpo fatto di pietre colorate con peridoti, granati mandarino, opali, tormaline, topazi e zaffiri gialli, e le ali in oro bianco e giallo, un delicato traforo tempestato di diamanti. La mostra però è anche un pretesto per Chaumet di dedicarsi di nuovo a un tema abbandonato negli 70’. Nel video potete vedere le sue nuove creazioni.
Promenade Bucolique
Fino al 30 gennaio 2016.
Le musée Ephémère de Chaumet, place Vendôme 12, Parigi
Da lunedì a sabato dalle 10.30 alle 19