Tra design di precisione e arte del Medioevo: il mondo a parte dei gioielli di Alex Sepkus, scomparso nell’era del covid ♦︎
Diceva di Alex Sepkus il suo collega Stephen Webster: «È un fanatico. L’intelligenza che applica al suo lavoro va ben oltre i requisiti standard nazionali di un gioielliere stabiliti dal comitato di requisiti standard nazionali. Il che porta alla seconda contraddizione su Alex: questo approccio ossessivo suggerirebbe normalmente un’assenza di umorismo. Invece, vediamo nel lavoro di Alex un’irresistibile giocosità, persino una stranezza, senza rivali nel mondo dell’oreficeria». Il famoso gioielliere londinese aggiungeva anche che Alex Sepkus è un «eccentrico intellettuale», aspetto che spiega l’idea di indossare cappelli di taglia maxi e di vestirsi in modo un po ‘dandy. In più, Sepkus è un fan dello scrittore umoristico PG Wodehouse e dell’arte medioevale, aspetto che si riflette nelle sue creazioni di gioielleria.
Nato a Vilnius (Lituania), Alex Sepkus si era laureato in design industriale. I suoi studi comprendevano lavorazione del vetro, scultura, incisioni e grafica. Ma poi si è specializzato nel design di gioielli. Sua padre era architetto e da lui ha ereditato una precisione geometrica nella composizione dei gioielli. Quando si è trasferito a New York ha portato con sé la passione per l’arte gotica e la precisione del designer di meccanica. Davvero un mix inconsueto, prima dell’addio.