Hong Kong suona il gong 

L’Asia è ancora l’eldorado della gioielleria? I cinesi continueranno ad acquistare bracciali e collane made in Italy? Il polso del mercato è stato monitorato all’Hong Kong International Jewellery Show, la maggiore fiera asiatica del settore, da qualche anno una calamita per molte aziende italiane della gioielleria. Gli organizzatori della manifestazione appena conclusa parlano di risultati incoraggianti: rispetto all’anno scorso il numero dei buyer che ha visitato la prima edizione del 2015 (76 mila persone provenienti da 140 Paesi) è cresciuto del 2%. Un incremento a due cifre registra, invece, la partecipazione di alcuni mercati come Stati Uniti, Italia, Regno Unito e Giappone. Brillano le delegazioni di aziende di gioielli americane, che sono riuscite ad organizzare 50 appuntamenti in quattro giorni. Una sorpresa positiva, tra le incertezze economiche dell’Europa, sono le affermazioni del direttore di Federorafi, Steven Tranquilli, sui segnali di ripresa del retail nazionale, con una propensione all’acquisto di oggetti di fascia medio alta. Insomma, crisi scongiurata? Con questa prospettiva l’obiettivo è organizzare una delegazione di 50 rivenditori italiani per l’anno prossimo. Secondo un sondaggio condotto tra 1.206 compratori ed espositori, la Cina continentale rimane un mercato chiave da esplorare, e sebbene il diamante incolore da un carato, dal taglio rotondo continuerà ad essere la pietra più cercata, le perle saranno il trend emergente. Federico Graglia

La fila per accreditarsi all'Hong Kong International Jewellery Show
All’interno del Hong Kong International Jewellery Show
Il presidente di Federorafi, Steven Tranquilli
Il presidente di Federorafi, Steven Tranquilli
La fila per accreditarsi all'Hong Kong International Jewellery Show
La fila per accreditarsi all’Hong Kong International Jewellery Show

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