Bracciale Art Déco con diamanti e rubini di Van Cleef & Arpels, 1940
Bracciale Art Déco con diamanti e rubini di Van Cleef & Arpels, 1940

Come riconoscere i gioielli Art Deco




I gioielli in stile Art Déco sono stati i protagonisti degli anni Venti e Trenta, ma sono stati riscoperti dalle grandi Maison. Sapete riconoscere un anello o una collana Art Déco? Ecco una veloce guida ai gioielli degli Anni Ruggenti ♦

I gioielli che andavano di moda un secolo fa sono di moda anche oggi. La gioielleria in quel periodo era scintillante, decadente e allo stesso tempo struggente. I disegni geometrici, l’accento su forme nette, colori spesso piatti, con uno stile architettonico e classico allo stesso tempo, hanno reso i gioielli Art Déco dei pezzi intramontabili. E non solo piacciono quelli originali, realizzati in quegli anni dalle grandi Maison, ma quello stile è continuamente fonte di ispirazione per i designer contemporanei.

Bracciale stile art déco in platino, diamanti e onice
Neil Lane, bracciale stile art déco in platino, diamanti e onice

Come mai l’Art Deco ha successo oggi? Facciamo un passo indietro: nel mondo della gioielleria, gli anni 1920 e 1930 sono stati un periodo di genio frenetico e innovazione, di sorprendente ingegnosità. I grandi maestri gioiellieri come Cartier, Boucheron, Van Cleef & Arpels, Mauboussin e Lacloche hanno attinto l’energia creativa che si viveva a Parigi tra le due guerre. E stato un periodo di rottura con la tranquilla classica era della Belle Époque. Negli anni Venti i gioielli hanno scoperto nuovi motivi ornamentali, materiali insoliti e il colore, la forma e il movimento, sfidando le convenzioni. Hanno introdotto tonalità innovative e texture, ma anche l’utilizzo sorprendente del pezzo monocromatico. Libera fantasia Questa interpretazione del design del gioiello riflette la nuova libertà che hanno conquistato le donne dopo la fine della Prima guerra mondiale. Insieme con i loro corsetti, in quegli anni si sono ridotte inibizioni e restrizioni: potevano lavorare, guidare, bere alcol e fumare in pubblico. Cominciavano a viaggiare da sole, fare sport e ballare il Charleston. I loro vestiti e i loro gioielli hanno semplicemente tenuto il passo con il nuovo ritmo di vita.

Il collier art déco di Jean Fouquet con acquamarina e lacca
Il collier art déco di Jean Fouquet con acquamarina e lacca

Come un cocktail frizzante, i gioielli degli anni venti sono stati un miscuglio inebriante di ispirazioni e influenze. Un ponte tra la stilizzazione dei Ballets Russes che entusiasmavano Parigi e l’emozione della Jazz Age: velocità, corsa, il ritmo della macchina, Cubismo, arte africana, esotismo orientale. Queste influenze si sono riverberate anche sulle creazioni del lusso e del design. Uno stile che è finito per passare alla storia come Art Deco, dopo il 1925 Paris ExpositionInternationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes. Il ruolo di Cartier Questo stile ha un’evoluzione lenta. Si era andato formando anche per il lavoro di Cartier, che intorno al 1910 ha iniziato una maggiore stilizzazione dei motivi floreali, con composizioni composte da piccole gemme intagliate. Come la serie conosciuta come Tutti-frutti, tripudio di smeraldi, perle, rubini e zaffiri. Ora questi gioielli sono tra i più ricercati, grazie alle caratteristiche più tipiche dei pezzi Art Deco di Cartier. Forse non tutti sanno, tra l’altro, che l’idea di questo design è stata influenzata dai gioielli indiani, grazie ai rapporti di Cartier con un maharajah arrivato a Parigi per realizzare i gioielli tradizionali del suo Paese, ma rivisitati in stile moderno. L’accostamento di blu e verde, tratto dal tradizionale lavoro di smalto indiano, e tecniche come quella del gioiello-scultura, hanno giocato un ruolo vitale nello sviluppo dei gioielli Art Deco di Cartier.

Ancora oggi questo stile piace. Un braccialetto Tutti-frutti di Cartier è stato venduto per 1,4 milioni dollari da Sotheby. Ma l’esempio più famoso dello stile è il Collier Hindou, realizzato da Cartier nel 1936 per Daisy Fellowes, ereditiera dell’azienda di macchine per cucire Singer e collezionista ossessiva di gioielli. A Van Cleef & Arpels la stessa Daisy Fellowes nel 1926 e nel 1928 ha commissionato una coppia di braccialetti (o cavigliere) di ispirazione indiana: sono stati concepiti come una fascia profonda di diamanti disposti in uno schema geometrico, che ricorda un tappeto persiano, con una frangia lussureggiante di gocce di smeraldo.

Daisy Fellowes
Daisy Fellowes

Tagli nuovi ed esotismo In questo periodo le pietre sono state tagliate spesso a forma di piccoli quadrati o rettangoli oblunghi, messe insieme con un design elegante, con modanature, arrotondamenti o cabochon. Come nei famosi bracciali con fregio in stile egizio di Arpels, in cui le scene sono disegnate con gemme colorate dal taglio impeccabile. Anche Cartier non è stata immune dalla vena egizia, che ha fatto parte del clima di esotismo che si è allargato ai disegni di ispirazione persiana, cinese e giapponese, partita nei primi del Novecento. In alcuni casi i gioielli Cartier hanno perfino utilizzato, incorporandoli, frammenti di antichità del passato, come scarabei egizi o amuleti. Da questo esotismo anche arrivate le combinazioni audaci di colori, che sono una caratteristica sorprendente di gioielli Art Deco: il mix di blu e verdi, zaffiri con smeraldi, turchesi con lapis, il contrasto di corallo e onice, o corallo con smeraldi, diamanti e onice.

Anello Tiffany in onice
Anello Tiffany in onice

Viva il monocromo A metà degli anni 1920 è arrivato invece un cambio di passo, un mood alternativo, con colori monocromatici e composizioni in bianco e nero. Nel 1925 Tiffany ha proposto un anello con una superficie in onice, in segmenti neri, e diamanti. Uno schema che è stato favorito dal grande talento della stilista Suzanne Belperron, nel suo lavoro con Bernard Herz. La Belperron ha sintetizzato in un certo senso la nuova donna degli anni tra il 1920 e 1930. I suoi gioielli, come tutti i più bei pezzi Art Deco, sono stati al di là della moda del momento, che aveva adottato forme adeguate alla nuova silhouette femminile, cioè abiti meno disegnati per la «curva a esse» della donna edoardiana. In quegli anni i vestiti sono invece proposti con una linea filante, con una sagoma cilindrica, tubolare, corta, senza maniche. Magari con frange, perline o paillettes per la danza, mentre le acconciature vanno a la garçonne, con il taglio di capelli corto, che fa risaltare orecchini lunghi.

Spilla di diamanti e rubino, Van Cleef & Arpels , 1937
Spilla di diamanti e rubino, Van Cleef & Arpels , 1937

Cambia l’orizzonte Il design del gioiello anni Venti-Trenta era generalmente verticale. Le spille avevano perni lunghi, il jabot o cliquet doppia testa, indossate magari in un angolo del vestito inusuale, sulla cintura, sui cappelli cloche, vicino alla scollatura. E le collane erano in genere sautoir, cioè lunghi e sciolti fili di perline, spesso con un fiocco sensuale alla fine. Per le grandi ereditiere e mondane come Daisy Fellowes, la signora Harrison Williams o Barbara Hutton, questi gioielli favolosamente moderni e audaci facevano parte della loro personalità. Eppure, quelli che allora erano design audaci, sono diventati classici. Giulia Netrese 

Spilla art déco del 1925 con lapislazzuli, corallo, giada, onice, diamanti
Spilla art déco del 1925 con lapislazzuli, corallo, giada, onice, diamanti
Cartier, Art Déco. Bracciale Tutti Frutti con diamanti, smeraldi, rubini, zaffiri
Cartier, Art Déco. Bracciale Tutti Frutti con diamanti, smeraldi, rubini, zaffiri
Bracciale Art Dèco di Cartier, 1922. Corallo, onice, diamanti
Bracciale Art Dèco di Cartier, 1922. Corallo, onice, diamanti
Anello Art Deco con rubino e diamanti, circa 1930. Prezzo: 10.500 sterline
Anello Art Deco con rubino e diamanti, circa 1930
Bracciale Art Déco con diamanti e rubini di Van Cleef & Arpels, 1940
Bracciale Art Déco con diamanti e rubini di Van Cleef & Arpels, 1940
Cartier, orecchini di diamanti tagliati a smeraldo e smeraldi a goccia, 1934
Cartier, orecchini di diamanti tagliati a smeraldo e smeraldi a goccia, 1934






 

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