Sara Sampaio per Graff
Sara Sampaio per Graff

Ecco le pubblicità più belle




Ecco le più famose e belle pubblicità di gioielli

Quali sono state le migliori campagne pubblicitarie riguardo ai gioielli? La maggior parte, diciamolo, ha poco di memorabile: volti noti che con aria sognante ostentano un bracciale o una collana, modelle che lanciano occhiate sensuali mentre accarezzano anelli e orecchini di diamanti. O, semplicemente, l’oggetto prezioso e basta. Ma, per fortuna, anche per i gioielli ogni tanto emerge la fantasia di chi progetta le campagne pubblicitarie. A partire dal famoso slogan coniato dalla De Beers: «Un diamante è per sempre», campagna che data 1947 dal copywriter Frances Gerty. Poche parole, ma efficaci, che hanno convinto gli americani che i diamanti sono il simbolo di amore e di impegno, che nessuna altra pietra preziosa dovrebbe essere considerata per un anello di fidanzamento. Prima non era così, non c’erano regole precise: rubini e zaffiri erano entrambi scelte usuali. Dopo la campagna di De Beers, invece, queste sono pietre sono cadute in disgrazia e ora, circa 60 anni dopo, è raro avvistare un anello di fidanzamento senza diamanti. È cambiato tutto.

La migliore di tutte

Una campagna che abbia una efficacia totale, come quella della De Beers, oggi è praticamente impossibile. Eppure ci sono ancora le campagne di successo grazie allo spirito, alla novità e al fascino che sanno suscitare. È la prova che i gioiellieri potrebbero dare un po’ più credito ai migliori pubblicitari. Cominciamo con uno dei tanti filmati della serie «Un diamante è per sempre». Si tratta di uno short del 1996.

Usare la tecnologia

Non manca, per fortuna, chi utilizza la fantasia assieme alle armi della tecnologia. JCPenney, la terza più grande catena di grandi magazzini negli Stati Uniti, ha lanciato anni fa un video online promuovendo i suoi gioielli con diamanti in un modo altamente originale. Nella clip, un uomo che regala alla moglie un aspirapolvere per il loro anniversario viene inviato a una specie di canile, un luogo di segregazione in cui i mariti che comprano le loro mogli cattive doni sono costretti a piegare montagne di bucato. Nella scena finale, all’uomo è mostrata una fotografia: la soluzione è regalare una collana da JCPenney. Collegato a questo video è un sito: bewareofthedoghouse.com, che permette di «imprigionare» gli uomini inadeguati in un canile virtuale. Nel 2009 la campagna video ha avuto oltre 14 milioni di visualizzazioni su YouTube, e più di 7 milioni di persone hanno visitano il sito interattivo.

Liz Chatelain, specialista di ricerche di mercato nel settore dei gioielli a Mvi Marketing in California, ritiene che la campagna abbia dato un ottimo risultato: «JC Penney ha fatto un grande lavoro per avere più consumatori che regalino gioielli», dice. «Aumentare il business da dividere non è solo un bene per l’inserzionista, ma anche per l’industria». Molti altri gioiellieri si stanno rendendo conto del potenziale di pubblicità online per aiutare a raggiungere un pubblico più ampio tra «nativi digitali» che sono meno raggiungibili dalla pubblicità tradizionale su carta o televisione.

Messaggi social

Cartier, per esempio, ha scioccato il mondo tirando fuori una campagna pubblicitaria per linea di prodotto Cartier sul social network MySpace, che anni fa era leader del settore, per poi essere soppiantato da Facebook. L’idea di fare pubblicità tramite i social fino a un decennio fa sembrava impensabile per una marca del lusso: oggi investono tutti sui social network. Ma di Cartier non si può dimenticare neppure la panthére che da gioiello prende vita, in un video del 2012.

Per la verità, anche chi sceglie i giornali per la propria pubblicità potrebbe essere un po’ originale. Come la campagna Green Initiative del luglio 2007, ideata dalla coppia Russell and Kimora Lee Simmons, che puntava sul tema ecologico e sull’aiuto all’Africa per promuovere i Green Bracelets. I bracciali sono realizzati in malachite e diamanti grezzi e la metà dei profitti derivanti dalla vendita sono serviti per la Diamond Empowerment Fund, un’organizzazione no-profit internazionale che mira a raccogliere fondi per l’istruzione in Africa.

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I bracciali sono stati avvisti ai polsi di parecchie celebrities. Altrettanto famosa è stata, a suo tempo, la campagna di advertising condotta da No Dirty Gold, un’organizzazione che vuole porre fine alle pratiche scorrette di estrazione dell’oro.

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Nel 2006, l’associazione americana Oxfam e l’iniziativa Eearthworks hanno pubblicato un annuncio in bianco e nero sul «New York Times» caratterizzano da un medaglione d’oro a forma di cuore. All’interno del gioiello c’era l’immagine di un giovane, a piedi nudi ragazzo africano spalare immondizia in una miniera. Nella didascalia sotto il medaglione si legge: «Non c’è niente di romantico in una miniera d’oro tossico». Sedici gioiellieri in Usa sono stati elencati nella pubblicità come «leader» oppure «ritardatari», in base alla loro collaborazione con (o alla resistenza) alla campagna No Dirty Gold, per l’oro prodotto in modo sostenibile.

Sara Sampaio per Graff
Sara Sampaio per Graff

Celebrities

C’è, invece, il filone più tradizionale delle celebrities. Stelle del cinema, eroi sportivi e leader abbinati a monili d’oro e diamanti. Per essere davvero convincente, però, la celebrità deve essere coerente con il prodotto di cui è testimonial e, soprattutto, raccontare una storia. Per esempio, anni fa la campagna pubblicitaria stampa del gioielliere britannico Stephen Webster ha scelto una rock star un po’ ribelle, Christina Aguilera, come sua musa in una serie di immagini ispirate ad Alfred Hitchcock, dove la cantante interpreta una fanciulla sexy.

Christina Aguilera per Stephen Webster
Christina Aguilera per Stephen Webster

Andando indietro nel tempo, un altro caso di celebrity prestata alla gioielleria, per la maison italiana Damiani, è quello di Sharon Stone, che ha concesso il suo volto e un’occhiata seducente per pubblicizzare le creazioni del brand piemontese. Da notare l’ironia indiretta verso De Beers. Il claim della pubblicità, infatti, recita: Damiani, a girl’s best friend, parole che ricordano la famosa definizione per i diamanti, di cui abbiamo parlato.

Sharon Stone
Sharon Stone

Indossando Damiani, Sharon si pone come Eva nel Giardino dell’Eden, come pioniere dell’aviazione Amelia Earhart e come Gertrude Ederle, la prima donna che ha attraversato a nuoto il Canale della Manica. Gucci ha invece creato un video sulla realizzazione della campagna per la Chiodo collection, in cui l’attrice Clare Danes provvede al makeup indossando i gioielli.

Ma le ambasciatrici famose per la gioielleria sono tantissime, per anni Carla Bruni è stata il volto di Bulgari, così come Cara Delevigne lo è per la fine jewelry di Dior, mentre Buccellati ha scelto Beatrice Borromeo per aggiungere del sangue blu alla sua immagine.

Carla Bruni per Bulgari
Carla Bruni per Bulgari
Cara Delevingne indossa i gioielli della collezione Rose des Vents
Cara Delevingne indossa i gioielli della collezione Rose des Vents di Dior
Beatrice Borromeo indossa la collezione Macri di Buccellati
Beatrice Borromeo indossa la collezione Macri di Buccellati







2 Comments

  1. Secondo me le pubblicità più belle sono quelle di Cartier… una più bella dell’altra, quelle natalizie con le pantere nella neve, o sui tetti di Parigi…

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