Collier in oro, platino, diamanti, ametiste, turchesi. Commissionato dal duca di Windsor per la duchessa, 1947
Collier in oro, platino, diamanti, ametiste, turchesi. Commissionato dal duca di Windsor per la duchessa, 1947

Cartier e l’arte islamica, matrimonio a Parigi




Che cosa unisce l’arte islamica a un gioielliere di lusso come Cartier? Più di quanto si possa immaginare. Una mostra a Parigi (dal 21 ottobre 2021 al 20 febbraio 2022) organizzata al Musée des Arts Décoratifs scopre legami e influenze sorprendenti. La mostra si intitola Les Arts de l’Islam. Aux sources de la modernité, ed è co-organizzato dal Musée des Arts Décoratifs, Parigi e dal Dallas Museum of Art, dove è già apparsa lo scorso anno.

Collier in oro, platino, diamanti, ametiste, turchesi. Commissionato dal duca di Windsor per la duchessa, 1947
Collier in oro, platino, diamanti, ametiste, turchesi. Commissionato dal duca di Windsor per la duchessa, 1947

Si scopre, dunque, che Cartier ha utilizzato nel design dei suoi gioielli alcuni dei motivi ornamentali tradizionali nell’arte islamica. La mostra comprende oltre 500 pezzi tra gioielli e oggetti di Cartier, capolavori dell’arte islamica, disegni, libri, fotografie e documenti d’archivio. La mostra esplora le origini di questa influenza attraverso il contesto culturale parigino e la figura di Louis e Jacques Cartier, due dei nipoti del fondatore, che hanno avuto un ruolo importante nella creazione di una nuova estetica soffusa di modernità.

Diadema in oro, corallo, diamanti
Diadema in oro, corallo, diamanti

Fondata nel 1847 da Louis-François Cartier, la Maison parigina si era inizialmente specializzata nella vendita di gioielli e opere d’arte. Il figlio del fondatore, Alfred, assunse la direzione dell’azienda nel 1874 e il figlio maggiore, Louis, si aggiunse nel 1898. A quel tempo, Cartier disegnava i propri gioielli, pur continuando a rivendere pezzi antichi. All’inizio del 20esimo secolo, Louis Cartier cercò nuova ispirazione. E Parigi era l’epicentro del commercio d’arte islamica: attraverso le grandi mostre organizzate al Musée des Arts Décoratifs di Parigi nel 1903 e poi a Monaco nel 1910, Louis scoprì il design esotico.

Ornamento per turbante in piume, platino, oro e diamanti, 1924
Ornamento per turbante in piume, platino, oro e diamanti, 1924

La mostra esplora anche i viaggi di Jacques Cartier, come quello in India nel 1911, dove incontrò i Maharajah del subcontinente. Queste fonti di ispirazione e i gioielli orientali hanno arricchito le collezioni della Maison Cartier, come gli ornamenti per turbanti, le nappe, i bazubands (un braccialetto allungato indossato sulla parte superiore del braccio). Cartier ha utilizzato questi format per diverse gioielli, con un esito eccezionale. Forme a mandorla, palmette, fogliame, paillettes, volute, squame, sono state interpretate con lapislazzuli e turchesi, abbinando il verde della giada o dello smeraldo al blu del lapislazzuli o dello zaffiro per creare il suo famoso modello pavone.

Portasigarette in oro e smalto, 1924
Portasigarette in oro e smalto, 1924
Cartier, diadema in platino e diamanti, 1923
Cartier, diadema in platino e diamanti, 1923
Cartier, bracciale in oro e diamanti
Cartier, bracciale in oro e diamanti

Cartier, tiara in platino, diamanti e turchesi, 1936
Cartier, tiara in platino, diamanti e turchesi, 1936







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