Vetrina di Coin a Voice. Copyright: gioiellis.com
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A Voice la politica della gioielleria italiana




“Caro ministro, è il caso di darsi da fare. Anzi, se il governo non sa da che parte cominciare, qualche idea la suggeriamo noi”. Si può sintetizzare così l’appello lanciato dalle categorie professionale e imprenditoriali del mondo del gioiello durante Voice – Vicenzaoro International Community Event, l’evento di Italian Exhibition Group inaugurato alla Fiera a Vicenza (370 le aziende presenti). Le richieste sono indirizzate (nel previsto collegamento digitale) a Luigi Di Maio, ministro degli Esteri ed esponente del movimento 5Stelle da parte di Cna Orafi Nazionale, Confartigianato Orafi, Confimi Industria Categoria Orafa ed Argentiera, Confindustria Federorafi, Federpreziosi Confcommercio, Assocoral.

Libero scambio

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio

La premessa: nel settore orafo, spiegano le associazioni, i dazi e le barriere non tariffarie impediscono la commercializzazione diretta dei manufatti italiani verso aree che rappresentano oltre il 60% del consumo mondiale. Fermo restando, quindi, la necessità di rilanciare con forza le iniziative a livello Ue per politiche commerciali volte alla liberalizzazione regolamentata del commercio mondiale attraverso gli accordi di libero scambio il settore ritiene importante che, nell’ambito del Patto per l’Export, siano evidenziate alcune specificità. Ecco le iniziative necessarie per i gioiellieri.

Ingresso a Voice
Ingresso a Voice
  • La ratifica dell’adesione dell’Italia alla cosiddetta Convenzione di Vienna sui metalli preziosi per facilitare il commercio internazionale degli oggetti in metalli preziosi garantendo, nel contempo, un’adeguata tutela del consumatore. Il ritardo nell’iter parlamentare di approvazione non consente alle nostre aziende di utilizzare le agevolazioni previste all’interno di paesi che rappresentano il 30% del nostro export.
  • Il potenziamento delle capacità di intervento preventivo ed ex-post da parte degli help desk anticontraffazione su alcuni mercati strategici (Usa, Turchia, Cina, EAU, Russia…) e l’attivazione di help desk per un primo affiancamento delle imprese nei contenziosi con gli operatori esteri.
  • Il potenziamento degli accordi con la Gdo (in Usa e Giappone, ma non solo) che hanno rappresentato, nella fase pre-Covid un fattore di successo nelle politiche di incremental business settoriali.
  • L’attivazione attraverso accordi con i singoli Paesi, di fast-line o fast-track per permettere, nel rispetto di determinati protocolli sanitari bilaterali, la riduzione delle restrizioni previste per l’ingresso in determinati paesi. Questo per promuovere l’arrivo di operatori stranieri in Italia e agevolare, anche attraverso le nostre sedi diplomatiche, la presenza di operatori italiani nei paesi strategici per il nostro export
  • Potenziamento delle azioni a supporto delle manifestazioni fieristiche di settore nonché, sempre nell’ambito B2B, l’agevolazione all’accesso delle piccole e medie imprese al programma Maeci/Ice Fiera Smart 365 così come la promozione e il supporto per le aziende meno smart nella fruizione degli accordi avviati con le principali piattaforme di e-commerce internazionali.
  • La necessità di accompagnare la comunicazione trasversale del brand Italia in fase di impostazione da parte del Maeci, con una campagna a livello settoriale per incidere in modo più chirurgico sul trade internazionale.
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Sostenibilità e origine delle materie prime

Il settore dei preziosi è tra i settori più all’avanguardia in materia di economia circolare e nel recupero e nel riutilizzo degli oggetti e dei metalli/materiali usati. Non solo: da oltre 20 anni nel settore sono state adottate politiche per la tracciabilità dell’origine no-conflict dei diamanti con la certificazione dell’origine dei diamanti (il Kimberley Process) e con l’adozione di disciplinari internazionali anche per l’origine dei metalli preziosi.

Dal gennaio 2021, inoltre, entrerà in vigore il Regolamento europeo per la due diligence con l’obiettivo di garantire l’origine conflict free dell’oro. Riguardo a questo i gioiellieri ritengono importante sottolineare alcune richieste.

  • L’Italia si adoperi per estendere misure di tracciabilità anche nelle altre aree mondiali concorrenziali (Cina e India) e armonizzare a livello europeo le parti disciplinate dai singoli Stati membri (sanzioni, soglie, controlli…).
  • Si sostenga con forza la candidatura dell’Italia come Paese di riferimento a livello Ue per l’emissione delle certificazioni Kimberley Process per proporre una regolamentazione europea sulla corretta distinzione tra diamanti naturali e artificiali.
  • Eliminare i blocchi doganali in ingresso in Cina dei prodotti in Corallo Rosso del Mediterraneo (Corallium Rubrum), vero Made in Italy, e che non sono assoggettati a vincoli Cites.
Interno di Voice. Copyright: gioiellis.com
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Semplificazione fiscale

Il mondo orafo gioielliero è oggetto di particolari e doverose attenzioni in termini di controlli e procedure fiscali create a tutela di operatori e consumatori. Talvolta tuttavia queste rischiano di appesantire e ostacolare produzione e diffusione dei beni a causa di norme che si sovrappongono che penalizzano la competizione delle nostre aziende. Le aziende orafe ritengono importante la semplificazione.

  • Estendere il regime di Reverse Charge alla filiera di produzione e commercializzazione del gioiello. Introdurre un nuovo testo di legge di cui all’art.17 co.5 DPR 633/72 al fine di introdurre il regime di inversione contabile a tutti i passaggi commerciali all’interno della filiera industriale, risolvendo così molti problemi interpretativi e ponendo ostacoli alle frodi fiscali.
  • Emendare le modalità di applicazione dell’art. 128, U.C. DEL T.U.L.P.S. Il fermo amministrativo o cautelare nelle operazioni tra operatori del settore rappresenta un ostacolo alla circolazione dei beni senza che ciò apporti benefici in termini di tracciabilità. Nello scambio BtoB, l’operatore eredita una operazione di per sé già pienamente tracciata che gode di una ampia documentazione contabile fiscale (documento di trasporto/fattura) in taluni casi, le operazioni di cessione e relativa compravendita tra operatori potrebbero essere oggetto di altre transazioni commerciali tra altri soggetti facenti parte della filiera orafa, sommando, di fatto più volte, il fermo amministrativo o cautelare.

Formazione

Nel settore orafo italiano si assisterà nei prossimi anni all’uscita dal mondo del lavoro di alcune migliaia di professionisti tecnici per raggiunti limiti di età. A oggi il ricambio generazionale di queste competenze non è garantito con il rischio di depauperare un patrimonio di conoscenze unico.

  • Rilanciare i percorsi formativi professionalizzanti attraverso opportune campagne di informazione e sensibilizzazione (studenti, genitori, docenti).
  • Rafforzare e finanziare la presenza di progetti di istruzione superiore con particolare riguardo alle produzioni di qualità nei licei artistici, negli istituti tecnici e professionali.
  • Incentivare in modo opportuno la staffetta generazionale per la migliore gestione del trasferimento delle conoscenze in azienda.







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