Quali sono le tendenze per il futuro e che cosa influenza il mondo della gioielleria? Lo ha spiegato alla bibbia dei diamanti, Rappaport, la fondatrice, direttore creativo e analista di Trendvision Jewellery & Forecasting, Paola De Luca. La società che guida è specializzata nel monitoraggio dei prodotti nel settore e dispone di una rete internazionale di professionisti a New York, Londra, Parigi e Hong Kong. Tra l’altro, conduce ricerche anche per la Fiera di Vicenza.
Parla la maga dei trend. «Ovviamente la sfera di cristallo non esiste», spiega la specialista di trend, «ma il nostro lavoro consiste nel valutare i cambiamenti sociali e culturali in atto nel mondo, che si manifestano nella fotografia, nei film di Hollywood, nelle passerelle di Parigi, Londra e New York, in mostre e spettacoli. Non solo, siamo noi stessi anche produttori di collezioni per diversi marchi. Nonostante questo, abbiamo una visione diversa perché, appunto, non ragioniamo solo in termini di carati e di prezzo, come fanno i gioiellieri che tendono a essere scollegati dal resto del mondo», racconta De Luca. L’esperta si rifererisce a un atteggiamento di rifiuto del settore alla parola moda, perché associata a qualcosa di effimero, rispetto al concetto di «un diamante è per sempre», oppure dell’oro come qualcosa di solido e duraturo. «Si tratta di una mentalità diversa e di un equivoco: la moda si riferisce a una tendenza predominante nel mercato, che è un riflesso dello stile di vita contemporaneo. Di conseguenza, sarebbe un errore non considerare i cambiamenti dei gusti dei consumatori».
Questo vale anche per i gioielli? La realtà, a volte, è difficile da decifrare. Per esempio, sembra non ci siano stati cambiamenti molto significativi negli anelli di fidanzamento. «Non è così: le tendenze del design variano dal minimalista al genere Art Deco, al vintage, al floreale ai diamanti grezzi o bi-colori. Il taglio brillante è sempre in cima alla preferenze, seguito da quello ovale, smeraldo e cuscino. C’è anche il fenomeno halo, che prevede fino a tre diamanti tondi in una sola montatura», racconta Paola De Luca. «Ma, attenzione: non basta proporre un ottimo diamante, il design ha una forte influenza e le tendenze cambiano tanto rapidamente quanto le copertine delle riviste, per questo le celebrità e la moda stanno influenzando i principali produttori», continua l’analista.
Primo trend: più diamanti per tutti. Trendvision registra un grande potenziale nei diamanti, tanto che alcuni produttori stanno spingendo il concetto di gioielli con diamanti ready-to-wear. Insomma, da gioiello da indossare solo nelle serate importanti, il diamante potrebbe diventare una pietra abbinata a bijoux più semplici e meno costosi. «In realtà c’è un approccio molto minimalista per andare incontro alle esigenze attuali del mercato con prodotti accessibili: gioielli molto piccoli, quindi con meno oro. Per questo si apre la possibilità di aggiungere diamanti e pietre preziose».
Secondo trend: viva la leggerezza. Ma non c’è solo una diffusione generale dei diamanti nel prossimo futuro. «Anche le linee fluide e ispirate all’aria o all’acqua in montature con oro e diamanti sono molto in voga: l’obiettivo è quello di realizzare un design molto leggero», spiega l’esperta. Grazie anche alla tecnologia: «Certo, la progettazione laser consente di realizzare prodotti molto leggeri, dal tratto estremamente romantico, che abbiamo già iniziato a vedere due stagioni fa. Il prossimo step sarà aggiungere strati con materiali alternativi all’oro o intarsiati di pietre semipreziose».
Terzo trend: il gran mix. Dalla rete di professionisti con cui lavora la manager emergono altre tendenze stilistiche: pietre di diverse dimensioni messe insieme, la tecnica del martellato che s’ispira a culture antiche, e gioielli su misura o fatti a mano. Che s’innestano con tradizioni locali: «La sfida per gli europei, e in particolare per l’Italia, è quella di realizzare un prodotto autenticamente locale, ma con un appeal internazionale. È importante non confondere l’accessibilità con il cheap: il prezzo dovrebbe essere proporzionato al valore intrinseco del pezzo e riflettere il valore aggiunto del design».
Quarto trend: personalizzazione. Un design influenzato dalla grande vendita e richiesta di diamanti fancy e dall’aumento di popolarità delle gemme colorate. A chi teme una competizione tra loro, De Luca risponde così:«Non credo ci sia concorrenza tra loro. Esistono molti tipi e colori di diamanti, che rendono i diamanti estremamente convenienti e accessibili. Piuttosto, è una questione di design: i diamanti possono essere utilizzati per sottolineare la bellezza di una pietra preziosa, di materiali diversi e la sfida è creare un prodotto di lusso che racconti una storia, oltre il prezzo del diamante o dell’oro. Esistono bijoux personalizzati più attraente di un gioiello, quindi la più grande competizione di oggi non è diamanti contro pietre preziose, ma bijoux della moda dove c’è più spazio per la creatività contro gioielli», prosegue l’analista. Certo, la confezione di un prodotto mediocre e la vendita con una buona vetrina è meglio di un prodotto medio, senza un’efficace strategia di marketing. Ma non è la soluzione. Se un gioiello o un prodotto di lusso non ha alcun contenuto, può avere qualsiasi band, ma il consumatore non lo comprerà. «L’oggetto deve riflettere la creatività e l’amore di chi lo ha realizzato, anche perché i giovani che hanno visto tutto e sono esposti a così tante informazioni, non sono colpiti da nulla che non sia qualcosa di veramente significativo», conclude il direttore creativo di Trendvision. M.d.B.