Da bambina Liza Borzaya aveva il soprannome di burattino, che in russo si dice Pinocchio. Aveva un cappello a righe e riccioli ribelli e, molti anni più tardi, la tentazione di chiamare così la sua Maison di gioielleria. Come il personaggio della fiaba scritta da Carlo Collodi. Poi, però, Liza Borzaya ha semplicemente dato il suo nome al brand di alta gioielleria con sede a Mosca e ufficio a New York. Lei definisce il suo stile «audace, ma bello, luminoso, ma elegante, status, ma non banale. Ed è proprio così.
Si potrebbe aggiungere che i suoi gioielli sono attraversati da quella passione che è comune nel popolo russo, da un romanticismo che è affascinato dalla natura e dalla fiducia che ripongono nella designer i tanti clienti appassionati. Il suo biglietto da visita, racconta, è stato un bracciale con rondini che ha creato per lei stessa nel 2011, dopo aver lavorato cinque anni in una grande Maison europea. Nel 2015 ha fondato il suo brand. Liza Borzaya lavora su commissione: chiede quanto vuole spendere il cliente e si mette al lavoro. Se il bozzetto su carta è approvato (e avviene praticamente sempre), realizza il gioiello. Anche il lavoro orafo è svolto dal suo team di artigiani, che curano anche i delicati interventi con lo smalto colorato.