Gioielli testimoni della grande storia: al loro valore intrinseco sommano un incalcolabile fascino. Come nel caso dei diamanti appartenuti a Maria Antonietta, regina di Francia finita sulla ghigliottina durante la rivoluzione francese alla fine del Settecento. Il 9 novembre Christie’s metterà in vendita all’asta a Ginevra, come primo lotto, 112 diamanti originariamente appartenenti alla regina (1755-1793). Le pietre sono incastonate in una coppia storica di bracciali. La stima è tra 2 e 4 milioni di dollari.
Negli ultimi 255 anni Christie’s ha offerto molti gioielli storici delle case reali di tutto il mondo. È un privilegio poter offrire questi braccialetti eccezionali e unici in vendita da Christie’s, dove attireranno offerte da parte dei collezionisti di tutto il mondo. Come si è visto nelle recenti vendite di Ginevra, il mercato dei gioielli di nobile provenienza continua a registrare ottimi risultati.
François Curiel, presidente di Christie’s Luxury
Vale la pena di ripercorrere la storia del gioiello: nel 1776 Maria Antonietta era da due anni regina di Francia e già riconosciuta per eleganza e stile. Non poteva resistere ai gioielli, specialmente ai diamanti. La frase infelice («se i contadini non hanno pane mangino brioche» pare che non sia stata pronunciata da lei, ma rende l’idea dell’epoca).
In ogni caso, nella primavera del 1776 la regina acquistò questi due braccialetti di diamanti per 250.000 lire, che era una somma enorme per l’epoca. Secondo il conte Mercy-Argenteau, ambasciatore dell’Austria in Francia, furono pagati in parte in pietre preziose dalla collezione della regina e in parte con i fondi che la regina ricevette dal marito, re Luigi XVI. Recenti scoperte dello storico della gioielleria Vincent Meylan mostrano che nel febbraio 1777, nelle carte personali del re Luigi XVI, si legge: «alla regina: acconto di 29.000 lire per i braccialetti di diamanti che ha comprato da Boehmer».
In fuga con i gioielli
Il conte Mercy-Argenteau lasciò il suo incarico di ambasciatore dell’Impero austriaco in Francia nel 1790 e si insediò a Bruxelles. L’11 gennaio 1791 ricevette una lettera dalla regina Maria Antonietta, allora prigioniera alle Tuileries di Parigi. Annunciava che sarebbe inviato una cassa di legno da custodire. Mercy-Argenteau lo conservò chiuso per un paio d’anni. Il 16 ottobre 1793 Maria Antonietta fu ghigliottinata e nel febbraio 1794 l’imperatore Francesco II d’Austria (1768-1835) ordinò l’apertura della cassa a Bruxelles. Nell’inventario era compreso «Articolo n. 6 – Un paio di bracciali dove tre diamanti, con il più grande incastonato al centro, formano due mollette; le due mollette fungono da fermagli, ciascuna composta da quattro diamanti e 96 diamanti incastonati a colletto».
Madame Royale (1778-1851), figlia superstite di Maria Antonietta, ricevette questi gioielli nel gennaio 1796 al suo arrivo in Austria. Tra i pezzi con una provenienza tracciabile dalla regina di Francia, questi straordinari bracciali sono l’unico esempio a includere diamanti di sua proprietà e a mantenere l’esatto design descritto nell’inventario di Bruxelles. Sebbene sia possibile che i bracciali siano stati rimontati in una fase successiva, non sono state apportate modifiche alla composizione complessiva e il numero di diamanti, a eccezione di quelli sulla chiusura, è stato mantenuto identico come da inventario. I gioielli, nel tempo sono diventati «proprietà di una famiglia reale europea», che ora li mette in vendita.