Immagina di avere un anello che è un piccolo prato: Jewerly Green ha deciso di tradurre in realtà l’idea. Promosso dall’architetto Clelia Stincheddu e dalla designer Giulietta Piccioli, Jewerly Green si definisce come «un’alternativa colta al design». I suoi gioielli sono legati a doppio filo con la compatibilità ambientale, ma sono anche oggetti di uso comune trasformati in piccole oasi preziose. Come l’anello della collezione Element(s), composto da argento e resina, con sopra un piccolo prato di muschio. L’anello è venduto assieme a un dispenser spray con 2,5 millilitri di acqua piovana. Oltre a indossarlo, è necessario coltivarlo come un giardino da portare al dito. Oppure la collezione In_Vaso, che comprende collana e anello, anche queste con la loro quota di vegetazione annessa.
Ora Jewerly Green si lancia anche in una iniziativa di charity, a favore delle donne contadine in Mozambico, assieme all’Istituto Oikos Onlus, una organizzazione milanese impegnata da 20 anni in Italia e nel Sud del mondo nella tutela dell’ambiente e per uno sviluppo sostenibile. Fino al 31 ottobre, acquistando un gioiello della collezione Uterus, Jewelry Green donerà il 10% del ricavato al progetto di Istituto Oikos «Dal seme al piatto», per aiutare concretamente le contadine del Distretto di Cabo Delgado, in Mozambico.
L’iniziativa di Oikos prevede la creazione di Pemba Verde, un’impresa sociale che riunisce 25 associazioni di agricoltori locali, più della metà dei quali è donna, con il duplice obiettivo di favorire l’inclusione sociale delle donne e incoraggiare la produzione e la tutela delle varietà orticole e fruttifere locali, promuovendo così la sicurezza alimentare nella zona.
La collezione Uterus è composta da pendente grande e piccolo, bracciale e anello, disponibili in argento o in bronzo. Si ispira alla natura e ai suoi elementi, coinvolgendo in prima persona nella loro cura la donna che indossa. Lavinia Andorno
