Fope presenta ogni anno una versione aggiornata dei suoi bestseller. Per esempio, la catena Eka vista a Baselworld diventa più leggera e sottile (si chiama Eka Tiny) e alla collana si possono anche agganciare due nuovi pendenti: uno è tondo e l’altro è a forma di goccia, entrambi hanno micro pavé. Variazioni anche per la collezione Solo e riguardano come sempre la forma delle rondelle: in questo caso la bombatura è smussata secondo una lavorazione definita a schiena d’asino, cioè arcuata. In pratica, i lati molto obliqui si congiungono in alto e danno l’illusione ottica di amplificare le forme. E le rondelle che sono tre sembrano raddoppiate, ma la percezione di ricchezza è ancora più visibile grazie al micro pavé di diamanti. Sono tutti gioielli con la maglia Flex’it, la tecnologia brevettata di Fope che è l’unica interamente in oro (persino le micro molle nascoste, che rendono flessibile il gioiello, sono realizzate con il prezioso metallo giallo).
Novità anche nella linea Vendôme: l’introduzione dell’oro bianco per la maglia ornata da motivi a onda o a «S», che nella sua versione più preziosa, è completamente nascosta dalle rondelle con diamanti. Il bracciale in questa edizione super lussuosa costa circa 18 mila euro. Alta gioielleria disegnata per essere indossata da sola o abbinata qualcosa di più basico, perché si tratta sempre di eleganza discreta e infatti i bracciali Fope sono pensati per essere portati insieme, anche se di linee differenti. Insomma, Eka in oro giallo sta bene con Solo e con Vendôme. Altra novità: la linea Phylo, una catena con minuscoli elementi simili per forma a quelli della catena Novecento, così piccoli che per passare dall’idea al prototipo alla modellazione e, infine, alla produzione ci è voluto circa un anno. Il risultato sono gioielli leggeri, morbidi e tanto confortevoli da sembrare un tessuto. Ogni pezzo è realizzato nello stabilimento di Vicenza di Fope, che sembra essere più protetto di Fort Knox non tanto e non solo per la quantità di oro, ma per custodire i preziosi segreti dei sistemi brevettati, dei macchinari costruiti su misura e l’abilità di una lavorazione ancora in gran parte manuale. Monica Battistoni