Lo ha scritto anche il New York Times: il mondo della gioielleria e dell’alta gioielleria ha scoperto una nuova pianta a cui ispirarsi. Dopo il fiore di loto, le rose, le margherite e la innocente calla, il nuovo vegetale a suscitare interesse è la cannabis. Sì, la pianta che, opportunamente potata e seccata si trasforma in marijuana.
Da anni sono in vendita bijoux a poco prezzo che riproducono le foglie di cannabis. Sono venduti a un pubblico di giovani alternativi e sono piuttosto semplici. Ora, però, anche il mondo dell’alta gioielleria ha deciso che le foglie di marijuana sono un soggetto da trasformare in gioielli. Anche in seguito alla decisione di alcuni Paesi, come il Canada o la California, di liberalizzare il consumo di cannabis. Bulgari, per esempio, ha di recente presentato una collezione, Wild Pop, in cui compaiono anche pezzi che riproducono le foglie di marijuana, come una collana con diamanti e smeraldi. Una provocazione? Forse. Ma calcolata. In California Daniela Villegas ha proposto una serie di collane con ciondoli a forma di pipe per fumare l’erba, con oro, tormalina, prehnite e topazi.
Sempre in California abita un’altra designer che ha aggiunto le foglie di marijuana alla sua collezione Sweet Leaf, Jacquie Aiche. Un po’ più legato al mondo alternativo, ma di lusso, è il Sapphire Collective di Los Angeles, che ha creato la collezione Stoned (parola che in inglese indica chi ha appena fumato marijuana) con collane e pendenti in oro 18 carati con zaffiri che hanno la forma di spinelli, indossati da una modella che fuma vistosamente.
Nikki Erwin del marchio Established ha invece creato un paio di orecchini di diamanti e un braccialetto coordinato con una serie di foglie di cannabis, che spesso sono scambiate per innocenti stelle. E Brent Neale Winston ha deciso di portare al Couture di Las Vegas le sue creazioni in oro, diamanti e malachite. Una pietra che è perfetta per i suoi gioielli con la forma di foglie di marijuana.