Si preannuncia un’asta per tutti quella di Bolaffi, in programma il 15 marzo a Milano. Al Grand hotel et de Milan di via Manzoni, infatti, la casa d’aste torinese mette in vendita gioielli delle Maison più note, come Cartier, Buccellati, Tiffany, Buccellati, Van Cleef & Arpels. Ma le basi d’asta sono davvero interessanti: accanto a gioielli che partono da 130.000 euro, ci sono anche pezzi che si possono contendere a partire da qualche centinaio di euro. Inoltre, saranno vendute pietre, oggetti di oreficeria in stile Art Deco. Dai top lot del catalogo, come l’anello di platino con diamante da 5,29 carati, il diamante sciolto rotondo da 7,25 carati o lo smeraldo colombiano purissimo incastonato in un anello degli anni Settanta, ai gioielli di Pina Maule Fin, battuti all’asta per beneficienza: sono oltre 400 i lotti in catalogo, per una base complessiva di oltre 870 mila euro. Tra i pezzi pregiati ci sono i doni di nozze commissionati da re Umberto I alla storica gioielleria Musy, per il matrimonio di una famiglia della nobiltà piemontese, o un Patek Philippe di fine Ottocento, orologio da tasca in perfette condizioni. C’è anche il lascito dell’imprenditrice Pina Maule Fin, 80 gioielli eccentrici e originali, i cui proventi andranno alla onlus torinese Area. Ci sono, inoltre, un bracciale rigido del 1925 in platino con elemento centrale in giadeite, onice e diamanti (4.000 euro di base d’asta), e un bracciale in diamanti del 1935, con il punzone con lo stemma fascista: risale all’epoca del regime autarchico, quando la commercializzazione dei gioielli era proibita dal regime. «I conferenti sono tutti privati, spesso famiglie importanti, italiane o straniere», ha spiegato l’esperta della casa d’aste Bolaffi, Maria Carla Manenti. «Sono gioielli tirati fuori dai cassetti di famiglia e in gran parte mai visti sul mercato». La nascita del dipartimento gioielli è una novità per Bolaffi. Federico Graglia
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