In un’intervista a Gioiellis.com, l’amministratore delegato di Stroili, Maurizio Merenda, aveva giurato: «L’azienda non è in vendita». Forse. Ma questo non esclude che ci sia qualcuno che vorrebbe acquistarla. E tutto ha un prezzo. Ne dà notizia il Corriere della Sera, in un articolo firmato da Carlo Turchetti. «Il carnet delle offerte per Stroili Oro, una mezza dozzina in forma ancora non vincolante, può dirsi ormai completo. E adesso la compagine dei fondi venditori assistita dagli advisor Banca Imi e Lazard sta pianificando le prossime tappe dell’asta (Project Venere, il nome in codice) per valorizzare la maggiore catena italiana di gioiellerie, forte di 370 negozi, 1.800 dipendenti e 210 milioni di ricavi. Si è fatta avanti Clessidra, cui non difettano le competenze nei preziosi visto che ha già comprato Buccellati e ingaggiato Francesco Trapani come vicepresidente esecutivo della sgr», scrive il giornalista, solitamente molto ben informato sul mondo della finanza. «Ha sottoposto un’offerta Emerisque, il fondo che in Italia ha rilevato Marlboro Classic e i marchi sportswear ex Moncler (Marina Yachting, HenryCotton’s). E si è fatto sotto un pretendente molto ricco, Vtb capital, private equity guidato da Tim Dernchenko e braccio del Vtb group, una delle maggiori conglomerate finanziarie di Mosca, controllata al 60% dal Cremlino», continua l’articolo. Insomma, allo Stato russo e dal governo di Vladimir Putin piacciono i gioielli del brand italiano. «Il progetto dei russi? Replicare anche in patria la formula Stroili Oro (gioielli per tutte le tasche, riassortimento veloce, presenza nei centri commerciali) forti dell’esperienza che Vtb private equity ha nel reitail con le controllate Burger King Russia, Lenta (ristoranti) e World class (centri fitness). Il pallino della decisione è in mano a Investindustrial, il fondo di Andrea Bonomi, e L-Capital, che di Stroili sono gli azionisti di maggior peso con il 31% e 20% in via indiretta. Ma questo nell’ambito di un pool investitori articolato che include anche Intesa Sanpaolo (12%), Wise e 21 Investimenti di Alessandro Benetton (9% a testa), Ergon (7%) e con un piccolo cip anche Francesco Micheli e i De Nora. Fuori gara appaio invece i competitor i più affini, come la catena francese Histoire d’Or (Bridgepoint) e Oro Vivo, basata a Ginevra. Il piano della Stroili, disegnato dal presidente Silvano Storer e dall’ad Maurizio Merenda, prevede a budget 2014 circa 220 milioni di ricavi con 30 di ebitda, in crescita soprattutto sul fronte estero, in virtù di accordi di distribuzione con partner di Russia Usa e Cina. Il consorzio proprietario di Investindustrial, L-Capital & C., secondo indiscrezioni, mira a spuntare un valore pari a 9 volte il margine. Quindi attorno a 270 milioni comprendendo il debito. Prossima tappa, la data per le offerte vincolanti».
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