Amy Burton, dai gioielli antichi al design moderno, puntando su volumi e colore.
Nel mondo della gioielleria (e non solo) un vento di aria nuova fa sempre bene. La novità si chiama Amy Burton, ma non è una nerd della gioielleria. In realtà è una nuova designer, ma ha respirato tutta la vita l’atmosfera dei gioielli, visto che l’azienda di famiglia si chiama Hancocks, azienda storica che si occupa di acquistare e rivendere pezzi d’epoca e che è stata acquistata dai Burton nel 1992. Lei, Amy, ha iniziato tra gli scaffali e i cassetti della gioielleria prima di studiare e diplomarsi in classificazione dei diamanti e gemmologia al Gemmological Association di Londra. Ma a che cosa serve lo studio se non lo si mette in pratica? Così la designer ha cominciato a comprare pietre preziose uniche. Poi, ha pensato a come utilizzarle. Come? Con gioielli insoliti, ma indossabili. Nuovi, ma non stravaganti. Due esempi: la collezione Disorient è caratterizzata da forti linee geometriche, tra volumi e colori. Anche utilizzando solo l’oro le forme sono spesso sorprendenti. Con le pietre, come una grossa ametista da 123,70 carati, i gioielli sono del tutto eccezionali. La collezione Crescendo, invece, gira intorno all’idea di colore e sfumature. Pietre diverse accostate con nuance forti, ma delicate, sono altrettanto piacevoli, come nella grande collana con tormalina, granato e ametista tagliate in forma pan di zucchero e abbinate. Giulia Netrese