Ritorni, conferme, debuttanti: Italian Exhibition Group, società che organizza Vicenzaoro, anticipa i nomi di alcuni dei partecipanti alla prossima fiera (8-12 settembre). Ci sono, naturalmente, le conferme di grandi marchi italiani e internazionali, come Damiani, Roberto Coin, Crivelli, Fope, Annamaria Cammilli. Altri nomi italiani che hanno prenotato un posto a Vicenzaoro sono Roberto De Meglio, Palmiero, Gismondi 1754, Leo Pizzo, Mirco Visconti, Davite & Delucchi, Giorgio Visconti, World Diamond Group. Dall’estero le conferme di Schreiner Fine Jewellery, Yoko London, Dámaso Martinez, Autore, Stenzhorn, Akillis.
Accanto alle conferme, ecco le novità: torna la storica maison spagnola Carrera y Carrera, dalla Germania Jörg Heinz, oltre al brand italiano Staurino e Vendorafa (marchio di recente acquistato da Gismondi 1754, dal Canada i gioielli di Birks. Torna a Vicenza il brand francese Djula, acquisito nel 2020 dal gruppo cinese Fosun, con i suoi gioielli ispirati al glam rock e apprezzati dalle cantanti Rihanna, Beyoncé e Ariana Grande.
Torna anche la Design Room. Torna il britannico Stephen Webster, debutta la storica Busatti Milano, prestigiosa, Miseno Jewelry, e si ripresentano Alessio Boschi, il giovane designer cileno José María Goñi, Netali Nissim, Morphée Joaillerie e Marina B. Altri brand votati al design sono Salima Thakker, di origini indiane e belga, la gioielleria Leonori, l’ateniese Lefteris Margaritis, Mousson Atelier, Antonini Milano, Dreamboule.
Vicenzaoro annuncia il sold out
Vicenzaoro preview. Ieg, la società che organizza la più importante fiera dedicata alla gioielleria (e ora anche agli orologi), anticipa le novità della prossima edizione (8-12 settembre). A proposito di orologeria, per esempio, è confermata la community Time, area b2b per il segnatempo contemporaneo. Time punta su marchi indipendenti e micro-brand che vogliono ampliare la loro presenza nelle vetrine delle gioiellerie. Si estende poi alla filiera dei segnatempo con alcuni dei produttori di componenti e accessori, dal packaging ai cinturini e ai produttori private label. Un altro spazio per gli orologi, nel foyer al primo piano della fiera di Vicenza, è invece aperto al pubblico con VO’Clock Privé (8-10 settembre), dedicato ad appassionati e collezionisti.
L’edizione di settembre di Vicenzaoro, in ogni caso, parte con le migliori premesse, visto che Ieg annuncia il sold out su tutta l’area espositiva, anche se non è precisato il numero di aziende presenti. Come sempre l’area espositiva sarà suddivisa tra imprese omogenee nelle diverse attività della filiera, con le community Icon, Creation, Essence, Look, Expression ed Evolution.
Anche la prossima edizione di Vicenzaoro sarà un osservatorio delle ultime tendenze di stile e design con la nuova edizione della guida The Jewellery Trendbook dell’osservatorio indipendente di Ieg sul mondo del gioiello. Previsti anche una serie di appuntamenti formativi di contorno.
Infine, pro memoria per chi conosce poco Vicenzaoro: si trova in una zona d’Italia ricca di cultura e attrattive e non lontana da Venezia. Per chi pernotta ci sono i Luxury Hub – hotel VO Approved, convenzionati e collegati alla fiera, alle navette verso gli aeroporti, ai desk per prenotare agevolmente trasferimenti, ristoranti e alberghi.
Una vita con in mano un cesello. Il risultato è eccezionale: si chiama Cameo Italiano. L’azienda, che ora ha base al Centro Orafo di Marcianise (Caserta) è il frutto del lavoro della famiglia Di Luca. La storia è iniziata nel 1957, con Michele Di Luca. Appresa l’arte dell’intaglio, il maestro orafo ha deciso di continuare la tradizione che ha fatto di Torre del Greco, Napoli e dintorni la capitale mondiale del Cameo.
Un’arte che è stata subito apprezzata anche all’estero, tanto che il gioielliere ha ricevuto una medaglia d’oro per avere contribuito allo sviluppo economico della regione. La tradizione del cameo è stata continuata dai figli Gino, Anna, Pina e Marinella, che nel 1980 hanno trasformato l’azienda con un profondo rinnovamento organizzativo, ma senza intaccare l’aspetto artigianale della lavorazione, che è realizzata ancora a mano. Il Gino, inoltre, va il merito di aver lanciato nel 2012 il brand riconosciuto in tutto il mondo, Cameo Italiano. Un’eccellenza dell’oreficeria che ha rinnovato la tradizione senza cancellare la sua peculiarità, come testimoniano anche i gioielli presentati e l’apprezzamento di un’attrice come Cate Blanchett.
Vicenzaoro January ha fatto centro
Il bilancio di Vicenzaoro January riflette i numeri relativi al business della gioielleria: sono d’oro. La società organizzatrice dell’evento, Italian Exhibition Group, la definisce l’edizione dei record. Di fatto Vicenzaoro e il settore della gioielleria si sono messi alle spalle la crisi causata dal covid. Anche da un punto di vista estetico: sono ricomparsi gli allestimenti delle edizioni standard, più ampi e accoglienti. Quanto al riverbero della guerra in Ucraina, forse è ancora presto per conteggiarne il peso. Vicenzaoro tornerà a fine estate (8-12 settembre) tra l’altro, in un ambiente fieristico rinnovato da una ristrutturazione appena iniziata.
Ma veniamo ai numeri ufficiali: 1.300 brand espositori e 400 buyer esteri. Rispetto a un anno fa i buyer esteri sono raddoppiati (+105%). Più in generale, l’affluenza è stata record (+11,5%) rispetto a gennaio 2020. E questo, fa notare Ieg, nonostante la durata di Vicenzaoro 2023 sia stata più breve di un giorno. I visitatori dall’estero sono il 60% del totale e sono arriovati da 136 Paesi del mondo. In particolare, da Europa (54,5%) il Medio Oriente (9,5%), Asia (9%), Turchia (9%), Nord America (7,2%), Africa (5,4%) e America Latina (4,7%). Tra i Paesi più rappresentati ci sono Stati Uniti, Turchia, Grecia, Germania, Spagna, Uk, Francia, Emirati Arabi, Israele, Arabia Saudita, India, Giappone e Tailandia. Da notare però l’assenza di Russia d Cina, perlomeno dal consuntivo ufficiale.
Tra le novità di Vicenzaoro, inoltre, c’è di sicuro l’ingresso consistente del mondo della orologeria contemporanea e alla sua filiera con la piattaforma Time, accanto a quello parto al pubblico di Vo Vintage, per orologeria e gioielleria d’epoca aperto.
L’oreficeria e l’industria della gioielleria italiana sono già proiettati verso il futuro. Accanto alle tradizionali lavorazioni artigianali avanzano nuovi modi di produrre, che utilizzano le tecnologie più avanzate, come testimonia la storia di Progold. L’azienda di Trissino (Vicenza) è in grado di realizzare gioielli in oro 18 carati, titanio e platino in 3D. I gioielli sono progettati con programmi software e Progold si incarica di stampare il gioiello. Semplice, a patto che il designer possegga le competenze necessarie. Per incentivare la diffusione di queste conoscenze l’azienda organizza da anni un design contest. L’edizione 2023 ha visto anche la collaborazione con Chaumet e Platinum Guild International.
L’obiettivo del nuovo concorso è reinterpretare un’icona del marchio Chaumet attraverso l’uso della stampa 3D. In gara erano gli studenti di Ied, Escuela Joyerìa de Còrdoba, Escuela Técnica de Joyerìa del Atlantico, Centro de Estudios Joyeros de Madrid (Spagna), GIC – Gemmological Institute China University of Geosciences (Cina). A vincere sono stati rispettivamente Naomi Cappabianca dello IED – Istituto Europeo di Design di Torino (giuria tecnica) ed Erardo Ruy Herrera García della Escuela Joyerìa de Córdoba (giuria pubblica).
Vicenzaoro January parte e fa il pieno
Torna Vicenzaoro, la più grande fiera dedicata ai gioielli italiana ed europea. Passata la depressione del periodo covid, il settore orafo è tornato pimpante. Lo testimoniano i padiglioni e gli spazi tutti occupati, con oltre 1.300 brand, espositori che arrivano da 36 Paesi. Insomma, un successo annunciato per gli organizzatori di Italian Exhibition Group? Le somme si tirano alla fine, ma le premesse, nonostante la plumbea nube che staziona sull’Ucraina e sulla Russia, sembrano esserci.
Vicenzaoro dura cinque giorni, fino a martedì 24 gennaio, affiancato da T.Gold, manifestazione internazionale dedicata alle tecnologie del gioiello e, dal 20 al 23 gennaio, dalla quarta edizione di Vo Vintage, aperto al pubblico e dedicato a orologi e gioielli vintage. Non solo: i padiglioni ospitano una fitta serie di eventi, che abbiamo elencato qui. https://gioiellis.com/it/il-programma-di-vicenzaoro-january
Altri numeri su Vicenzaoro: il 40% proviene da 36 Paesi esteri, mentre sono 400 i buyer ospitati, provenienti da oltre 60 Paesi, grazie al supporto della rete degli uffici Ice (ente governativo per l’export) nel mondo. In effetti l’Italia esporta un sacco di gioielli e semi lavorati, anche se la statistica segnala un rallentamento nel terzo trimestre del 2022. Il cumulato dei primi nove mesi del 2022 del settore orafo registra una crescita in valore del 27,2% su gennaio-settembre 2021, a poco più di 7 miliardi di euro. È un incremento pari a +41,4% rispetto ai 5,07 miliardi di euro esportati nei primi nove mesi 2019. Ma, forse come avvisaglia della incombente recessione, la crescita nel terzo trimestre del 2022 è rallentata: dopo gli aumenti superiori al 30% in valore del primo e del secondo trimestre, da luglio a settembre l’export ha registrato +14,6% secondo le stime del Centro Studi di Confindustria Moda su dati Istat per Federorafi).
Anno d’oro per il settore orafo
Qual è lo stato di salute del settore orafo in Italia? Da tre anni il Club degli Orafi, associazione che riunisce alcune delle grandi aziende del settore, lo chiede alla principale banca italiana, Intesa San Paolo. Il risultato è una Inchiesta congiunturale che sembra ormai un appuntamento necessario per chi lavora nel mondo della gioielleria.
La nuova edizione della ricerca, presentata nell’ambito di Vicenzaoro January, indica un diffuso ottimismo degli operatori. Il bilancio che riguarda il 2022 in ogni classe dimensionale di imprese registra per circa il 70% di chi ha risposto al sondaggio un aumento del fatturato. Anche se i dati definitivi per il 2022 sono ancora provvisori, la ricerca di Banca Intesa conferma la variazione dell’indice Istat (l’ente statistico pubblico italiano), che si attesta nel periodo gennaio-ottobre a +25%, meglio dei settori della filiera della moda e del manifatturiero.
Ottimismo confermato dalla produzione industriale del settore orafo, con una crescita tendenziale nel periodo gennaio-novembre sia rispetto al 2021 (+15%), che nel confronto. con il 2019 diventa +28%. Dopo i due anni difficili del covid, insomma, e a dispetto della crisi geopolitica che coinvolge Ucraina e Russia, l’export non si è fermato: nei primi nove mesi dello scorso anno c’è stata crescita sia in valore (+30%), sia in quantità (+11%), con un pieno superamento dei valori pre-crisi pandemica (+40%).
L’Italia si colloca come sesto Paese esportatore di gioielleria e semi lavorati, con una quota di mercato in crescita, in particolare negli Stati Uniti, dove è riuscita a consolidare il proprio posizionamento (quota di mercato del 12,5% a novembre 2022).
E il 2023? L’indagine indica attese di rallentamento e di maggior prudenza generalizzate: per le imprese di maggiori dimensioni, però, il sentiment resta positivo sia per il mercato interno (56% dei rispondenti), sia per il mercato estero (61%). Ovviamente tutti sperano che l’invasione russa termini e con essa la guerra.
L’analisi dei dati relativi al 2022 mostra come l’andamento positivo registrato nei mesi scorsi non fosse temporaneo e in risposta al calo del 2020, quanto piuttosto un segnale di straordinaria crescita strutturale del settore orafo italiano. Le aziende sono riuscite ad affrontare in modo diretto la gran parte delle criticità che nei mesi scorsi destavano maggiore preoccupazione, quali la situazione geopolitica, gli incrementi dei costi energetici e le difficoltà legate alle materie prime. La fine delle restrizioni agli spostamenti con la conseguente ripresa delle Fiere e del turismo hanno dato ulteriore slancio sia in termini di ulteriore rafforzamento dell’export, sia per quanto riguarda la ripresa del retail. Permane, rafforzandosi, il tema ormai indifferibile del reperimento delle risorse umane, diventato prioritario per la quasi totalità delle imprese, soprattutto di quelle di grandi dimensioni.
Giorgio Villa, Presidente del Club degli Orafi Italia
Ma per le aziende italiane la partita si gioca soprattutto nel confronto con gli altri operatori nazionali o europei, mentre le difficoltà maggiori sono rappresentate dal reperimento di manodopera, indicato da un rispondente su due (si sale all’87% dei casi per le imprese di produzione) e che, per effetto di un progressivo ridimensionamento delle problematiche legate alla gestione delle materie prime e degli approvvigionamenti, si colloca al primo posto.
Il settore orafo italiano ha confermato anche nel 2022 un’elevata competitività maturata soprattutto nei mercati internazionali con una crescita dell’export del 30% in valore e dell’11% in quantità, con un pieno superamento dei valori pre crisi. Spicca in particolare il contributo del mercato statunitense, sostenuto anche dal cambio favorevole, tornato al primo posto tra le destinazioni dell’oreficeria italiana che ha progressivamente rafforzato il proprio posizionamento tanto da rappresentare a novembre 2022 il 12,5% del totale importazioni americane. Complessivamente, il settore ha dato prova nell’ultimo biennio di grande capacità di resilienza e di competitività, frutto di un lungo percorso di selezione e riqualificazione dell’offerta che ha portato l’Italia a diventare il principale hub produttivo per la gioielleria di alta gamma. Sarà fondamentale, dato anche il contesto più incerto che si prospetta, continuare nel percorso di rafforzamento dell’offerta grazie a investimenti volti all’efficientamento dei processi produttivi e al sostegno del saper fare necessario allo sviluppo del settore.
Stefania Trenti, Responsabile Industry Research, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo
Il programma di Vo Vintage
Il cronometro si è già messo in moto per il conto alla rovescia. E proprio i segnatempo sono i protagonisti di Vo Vintage, l’appuntamento introdotto tre anni fa da Ieg come esperimento e che si è rivelato un valido contributo a Vicenzaoro. Così dal 20 al 23 gennaio Vo Vintage va in scena per la quarta edizione, un giorno in più rispetto alle precedenti. L’evento è programmato sempre nel foyer al primo piano della fiera e si rivolge agli appassionati di orologi, a collezionisti e trader. A differenza di Vicenzaoro, infatti, in questo caso l’ingresso è aperto al pubblico e non solo agli operatori.
A Vo Vintage saranno presenti 35 brand e dealer, tra cui Vintage Watches di Stefano Mazzariol, Tempus di Elvio Piva, Goldfingers di Roberto Verde e Vintage Watches and Cars di Andrea Foffi, che torna a Vicenza anche in qualità di collezionista con la seconda parte della mostra Magister Speedmaster Exhibition (la prima a Vicenzaoro September 2022) dedicata ai più celebri modelli di orologi Omega della sua raccolta privata. A rappresentare la gioielleria vintage ci sono, inoltre, Art Deco’ Bijoux, Montegrandi Gioielli, Micol, Gioielleria Faelutti e I Santi Medici. Presente anche con una selezione di dieci espositori l’associazione Watch Passion, che raccoglie e promuove i migliori commercianti di orologeria.
Sabato 21 gennaio
L’evento dedicato agli orologi (ma anche alla gioielleria vintage), ha in agenda una serie di incontri. Sabato 21 gennaio Jacopo Spangaro, organizzatore dell’asta-evento The One e titolare dell’Orologeria Spangaro di Udine, Antonio Follari e Giancarlo Befera, collezionisti e soci de L’Orologio Club, moderati da Dody Giussani, parleranno di Quali caratteristiche deve possedere un collezionista. Gli ultimi trend del mercato internazionale d’alta gamma saranno affrontati da Stefano Mazzariol, founder e Ceo Vintage Watches, Elvio Piva, founder e Ceo Tempus Padova, e Roberto Verde, presidente associazione Watch Passion, in un incontro moderato da Michele Mengoli e Jacopo Giudici, rispettivamente direttore e founder ed editore di Watch Insanity. Sempre sabato 21 gennaio è programmato il talk con interventi di Franco Armentano, founder di DHM, Fabio Bertini, responsabile di F.lli Pisa di Milano e Michele Corvo, owner di Corvo & C e GMT Italia.
Sabato 21 gennaio, nel talk Collecting out of the box a cura di Andrea Casalegno, watch lover, consulente e firma di IamCasa su Instagram, discuterà con tre giovani influencer di come è cambiato il modo di collezionare e del crescente ruolo dei social network: Alessandro Fanciulli, collezionista e cacciatore di pezzi di pregio, Joël Laplace, collezionista e assistente di direzione allo Zenith Heritage Department, e Lorenzo Maillard, collezionista e content specialist di Watches and Culture, il cultural hub di FHH.
Domenica 22 gennaio
Bruno Bergamaschi (aka Giorgione), tra gli esperti di orologeria più riconosciuti in Italia, founder di Watchouse e ambassador di Vicenzaoro per la passione e la cultura dell’orologeria, sarà invece tra i protagonisti dell’incontro di domenica 22 gennaio sul tema Difendere la passione da contraffazione e furto, assieme a Mario Peserico, presidente Assorologi, e Lorenzo Lucchinelli, founder di Ipsum – Identity for luxury goods.
Con Italian Watch Spotter spazio alle collezioni degli anni Novanta e Duemila e ai design contemporanei che rievocano il vintage. Per la formazione tecnica, domenica 22 gennaio torna l’apprezzato corso tenuto dal professor Ugo Pancani, della ginevrina FHH – Fondation de la Haute Horlogerie e membro della GPHG Academy. Domenica 22 gennaio sarà la volta di Vintage Game Changers, con un’altra voce chiave che ha cambiato le regole del gioco nell’ambito del collezionismo: Jasper Lijfering, owner e CEO di Amsterdam Vintage Watches, tra le più prestigiose boutique dell’orologeria vintage di lusso, con un’offerta online di pezzi di alta gamma per collezionisti di tutto il mondo.
A Vo Vintage anche Maurice Lacroix
Vo Vintage, appuntamento parallelo a Vicenzaoro dedicato all’orologeria (20-23 gennaio), porta in fiera anche Maurice Lacroix. L’azienda svizzera che ha sede a Saignelégier, nel Cantone del Jura, debutta con alcune novità: dai modelli della collezione Aikon di dimensioni sempre più piccole, come Venturer 38 millimetri e Skeleton 39 millimetri, adatti sia per uomo sia per donna, fino ai nuovi Pontos S Chronograph e Pontos Day Date Limited Edition, per la prima volta dotati di cinturino facilmente intercambiabile.
In mostra anche l’ultimo arrivato in casa Maurice Lacroix: l’Aikon Master Grand Date Black, un orologio che unisce la precisione della meccanica della collezione Masterpiece al design urbano.
Il programma di Vicenzaoro January
Come sempre l’appuntamento con Vicenzaoro è anche un’occasione per la formazione, l’informazione e l’ideazione, grazie ai tanti eventi collaterali al business. Anche per Vicenzaoro January (20-23 gennaio) la società organizzatrice della fiera, Italian Exhibition Group, ha preparato una serie di talk che possono essere utili a chi parteciperà. Di seguito, il programma previsto nei quattro giorni dell’evento dedicato alla gioielleria.
Venerdì 20 gennaio
Opening Ceremony
11.30 – 12.30 | Teatro Palladio
Il settore orafo italiano: aggiornamento e presentazione dell’analisi congiunturale
Talk
a cura di Club degli Orafi Italia
14:30 – 15:30 | Sala Tiziano B
Piazza Italia: toward a more sustainable internationalization with our B2B digital integration
Event a cura di Piazza Italia
17:30 – 19:00 | Buyers Lounge
Sabato 21 gennaio
W&J Initiative Summit
Event
a cura di CIBJO
10:00 – 12:00 | Sala Tiziano B
Dreamscapes
Between Reality and Fiction pushing the boundaries of the Jewellery Sector
Event
a cura di Trendvision Jewellery + Forecasting
11:00 – 12:30 | Teatro Palladio
Women driving sustainability in mining
Talk
a cura di Italpreziosi S.p.A.
12:30 – 13:30 | Sala Tiziano B
Women & business in jewellery (gems, stones, mines)
Talk a cura di Italian Exhibition Group S.p.A. in collaborazione con BPW International e Africa Business Council
14:00 – 18:00 | Sala Tiziano A
Dior Joiellerie
Intervista a Dominique Dufermont, Responsable Service Pierres Maison Dior
Event
a cura di Assogemme
15:00 – 16:00 | Sala Tiziano B
Katerina Perez: turning passion into a profession
Event a cura di Katerina Perez
16:30 – 17:30 | Teatro Palladio
Domenica 22 gennaio
Jewellery Technology Forum
Event a cura di Legor Group S.p.A.
09:45 – 17:30 | Sala Tiziano
Chinese new year celebration
Event a cura di Italian Exhibition Group S.p.A
10:00 – 11:00 | Hall 7 – Welcome Lounge
The branding of the jewellery market
Seminar
a cura di CIBJO
10:00 – 11:00 | Teatro Palladio
Open day: orientamento per le scuole a Vicenzaoro January 2023
Event a cura di Italian Exhibition Group S.p.A.
in collaborazione con Confindustria Federorafi e Provincia di Vicenza
10:00 – 13:00 | Sala Vip
Lounge
Sustainability through successful succession
Seminar a cura di CIBJO
11:15 – 12:15 | Teatro Palladio
PROGOLD 3D Design Contest Award Ceremony
Reinterpreting an iconic aesthetic through the use of new technologies in a sustainable way
Event
a cura di Progold S.p.A.
14:00 – 15:00 | Teatro Palladio
HRD Design Awards XVIII edizione
Event
a cura di HRD Antwerp e Italian Exhibition Group S.p.A. sotto l’alto patrocinio di CIBJO
16:30 – 19:00 | Teatro Palladio
Lunedì 23 gennaio
Le sorprendenti caratteristiche di alcune gemme: le gemme camaleontiche e le gemme fenomeniche
Gem talk a cura di I.G.I. (Istituto Gemmologico Italiano)
10:00 – 11:00 | Sala Tiziano B
Addio vecchi dogmi, benvenuti nuovi paradigmi. Vivere e non sopravvivere nel cambiamento
Retail talk a cura di Federpreziosi Confcommercio
11:30 – 12:15 | Sala Tiziano B
Vendere su Amazon: il gioco vale la candela?
Retail talk a cura di Gruppo Giovani Imprenditori Federpreziosi Confcommercio
12:30 – 13:15 | Sala Tiziano B
Presentazione del concorso di Design del Gioiello: il gioiello del faraone
Event a cura di LabiGem – Laboratorio Italiano di Gemmologia
15:00 – 16:00 | Sala Tiziano B
Mercato del lusso e dei gioielli: analisi delle variabili chiave per il posizionamento competitivo. L’esperienza di Confartigianato Imprese Vicenza
Talk a cura di Confartigianato Imprese Vicenza
16:30 – 17:30 | Sala Tiziano B
La natura di Cédille Paris
La natura al centro delle collezioni di Cédille Paris, la Maison fondata da Carmen Aoun ♦︎
Carmen Aoun, di origine libanese, si è trasferita a Parigi. Fin da piccola, racconta è cresciuta con l’amore per le pietre preziose e la gioielleria. Due aspetti che ha studiato fino a creare la sua Maison di gioielli, che si chiama Cédille Paris. Nel 2019 ha partecipato per la seconda volta a VicenzaOro, nella Design Room. Per chi non conosce la lingua francese è bene precisare che cedille (cediglia) è quel segno grafico che si aggiunge a volte alla lettera Ç e che si pronuncia come una morbida lettera S. E se guardate bene la cediglia è come un accessorio: assomiglia a un gioiello, per esempio a un paio di orecchini.
Anche lo stile di Cédille Paris è divertente come il suo nome. Ma l’ispirazione non ha nulla a che vedere con l’alfabeto. I gioielli, infatti, hanno quasi esclusivamente un soggetto naturale, qualche volta con un po’ di humour. Come nel caso dei gioielli che rappresentano una lisca di pesce, con oro e diamanti fancy. C’è, però, anche una linea più impegnata, che ricorda l’ambiente a rischio per gli elefanti. Le collezioni Cédille sono realizzate con diamanti, pietre preziose e oro 18 carati nei colori bianco, giallo e rosa, oltre a qualche pietra semi preziosa come la malachite.
A Vicenzaoro previsti 1200 brand e qualche debutto
Anteprima di Vicenzaoro. Ieg, la società che organizza l’appuntamento dedicato al gioiello (20-24 gennaio 2023) anticipa alcuni dei punti interessanti del prossimo evento. Le previsioni indicano la partecipazione di oltre 1.200 brand espositori da 33 Paesi, con nuove presenze come Niessing, AWKN1 e Coeur de Lion, marchio tedesco recentemente distribuito anche in Italia. Torna anche la The Design Room, questa volta con la presenza di brand come Antonini, Salima Thakker, Morphée Joaillerie, Marina B e Victoria Yu, Alessio Boschi, Cédille Paris, José Maria Goñi, Mousson Atelier e Netali Nissim. Come già annunciato, accanto a Vicenzaoro ci sarà il salone internazionale delle tecnologie e dei macchinari per l’oreficeria T.Gold, oltre a uno spazio aperto al pubblico dedicato all’orologeria e alla gioielleria vintage.
Tra i marchi più affermati nella community Icon ci saranno come sempre Damiani, Roberto Coin, Crivelli, Fope, Leo Pizzo, Annamaria Cammilli, Crieri. Nell’area Look sono attese new entry come PdPaola e la francese Aurélie Bidermann, assieme al ritorno di brand come Amen, Brosway, Bronzallure, Unoaerre. Per chi prevede di partecipare è già attiva l’app di Vicenzaoro The Jewellery Golden Cloud, con indicazioni utili.
Più spazio a TGold
Assieme a Vicenzaoro, dal 20 al 24 gennaio 2023 torna TGold, evento dedicato alla produzione orafa. La prossima edizione, secondo gli organizzatori di Italian Exhibition Group, sarà un’edizione potenziata dalla maggiore superficie espositiva e con un’offerta ancora più completa, a testimonianza del valore strategico di manifattura Made in Italy e internazionale. Un’attenzione particolare sarà riservata a processi sostenibili e lavorazioni innovative.
Nei 5 giorni di fiera, nella Hall 9 completamente dedicata, gli espositori saranno organizzati in sei macro-categorie: fusione, lavorazione meccanica, prototipazione e produzione digitale, finitura, affinazione e recupero, utensili-banchi e materiali. Tra i maggiori player del segmento spiccano le aziende italiane, alle quali il mercato riconosce la leadership su un know-how tecnologico che si è consolidato nel tempo e dalla penisola si è diffuso nel mondo. In fiera, grazie alla partnership con Afemo (Associazione Fabbricanti Esportatori Macchine per Oreficeria) e alla collaborazione con Ice, l’agenzia statale per l’export, ci saranno Legor Group, Sisma, Italimpianti, Btt Impianti del Gruppo Lem Industries, oltre a imprese internazionali, in particolare dalla Germania.
A Vicenzaoro lancette sul Time
Dire che Vicenzaoro vuole trasformarsi in una nuova Baselworld sarebbe sbagliato. Ma è certo che la società organizzatrice dell’evento più importante della gioielleria, Italian Exhibition Group, pensa ad allargare lo spazio di business. Lo indica la decisione di far nascere una nuova area, chiamata con non eccessiva originalità Time, dedicata all’orologeria. Per la verità già da un paio d’anni Vicenzaoro aveva affiancato allo spazio riservato alla gioielleria anche un mezzanino dove si è svolta Vo Vintage, spazio per l’orologeria aperto al pubblico, con i più qualche rivenditore di gioielli d’epoca.
Dopo questo assaggio arriva, dunque, la nuova community dedicata all’orologeria contemporanea e alla sua filiera arricchisce, ma in versione B2B. Il debutto è previsto in contemporanea con Vicenzaoro, dal 20 al 24 gennaio 2023, sempre nei locali di Fiera Vicenza. Saranno presenti i principali buyer e operatori della distribuzione internazionale e italiana una selezione di brand come Edox, U-Boat, GaGà Milano, Locman, marchi indipendenti, una collettiva di marchi svizzeri a cura di Swiss Creative Lab e una selezione micro-brand italiani e start-up ad alto potenziale firmata Watches of Italy. Lo spazio Time ospiterà anche aziende di componenti, accessori, strumenti e servizi per l’after-sales, come Oisa 1937 e Bergeon. VO Vintage, però, non va in pensione e rimane sempre aperto al pubblico.
Ieg, insomma, vuole creare un evento di alto livello dedicato all’orologeria. Per convincere gli operatori, la società ricorda che nell’ultima edizione di Vicenzaoro, a settembre, gli arrivi dall’estero hanno fatto registrare un aumento del 10% rispetto al 2019 e rappresentano oltre la metà delle presenze totali (51%), con buyer provenienti da 124 Paesi.
La nuova Vicenzaoro avrà più tempo
Vicenzaoro torna alla consueta collocazione nel calendario e si prepara giù al prossimo appuntamento (20-24 gennaio 2023) con alcune novità. Si tratta della nuova community Time, dedicata all’orologeria contemporanea con distribuzione, che integra l’offerta merceologica della manifestazione, che vede la conferma di VO Vintage (20-23 gennaio, un giorno in più delle passate edizioni), evento che si svolge negli spazi attigui ed è dedicato a segnatempo e gioielleria d’epoca, aperti al pubblico. Ma ora Vo sarà affiancata da un’area B2B per l’orologeria contemporanea. A quanto risulta a gioiellis.com, inoltre, la nuova edizione di Vicenzaoro dovrebbe riproporre la formula originale, con allestimenti personalizzati dei booth per ogni espositore.
Vicenzaoro torna così a essere l’apripista degli eventi dedicati alla gioielleria. Per l’occasione Ieg, società che organizza la fiera, ripropone il format The Jewellery Boutique Show. Insomma, dopo la lunga parentesi condiziona ta da covid la fiera italiana della gioielleria torna alla normalità, compreso il programma di talk e workshop con esperti e opinion leader internazionali. E con Vicenzaoro tornerà T.Gold, salone internazionale delle tecnologie e dei macchinari per l’oreficeria, principale vetrina di innovazione per il comparto.
Vicenzaoro vuole tornare agli antichi fasti
Vicenzaoro cambia pelle. O, più precisamente, si ripromette di indossare l’abito di gala, quello utilizzato per tanti anni. Fino alla pandemia. Con il blocco o la riduzione delle attività, anche della gioielleria, Italian Exhibition Group, la società che organizza la maggiore fiera italiana dedicata al gioiello, ha deciso di adottare uno stile più sobrio e, soprattutto, meno costoso per gli espositori. A partire da settembre 2020, infatti, Vicenzaoro ha offerto a visitatori e aziende espositrici un allestimento pressoché uguale per tutti, con l’unica differenza delle metrature acquistate. Gli espositori hanno potuto aggiungere sedili, scrivanie, e ovviamente le vetrine per i gioielli. Ma i vari booth sono apparsi tutti invariabilmente nello stesso color mattone.
Con la fine del periodo di emergenza, e considerato anche che la gioielleria ha messo a segno un piccolo boom nei mesi scorsi, Ieg, riferiscono espositori presenti a settembre, ha deciso che da gennaio Vicenzaoro tornerà al vecchio stile, con allestimenti differenti per ogni espositore. Ognuno, come negli anni pre-covid, dovrà incaricarsi di organizzare il proprio spazio. Una decisione che dovrebbe riqualificare l’estetica di Vicenzaoro ma che, indubbiamente, comporta qualche costo aggiuntivo per le aziende presenti. In occasione di Vicenzaoro September, abbiamo quindi condotto un informale sondaggio tra alcuni espositori (tutti italiani), sotto rigorosa richiesta di anonimato, riguardo questa scelta. La maggioranza delle aziende con cui abbiamo parlato (una dozzina) si è manifestata contraria, per l’aggravio di spesa che comporta un booth personalizzato. Una minoranza è indifferente o blandamente favorevole.
Per Ieg, a questo punto, potrebbe aprirsi una riflessione. La volontà degli espositori, come dimostra la vicenda di Baselworld, affossata dai costi eccessivi, potrebbe prevalere o indurre a una maggiore cautela, anche perché non è detto che i tempi d’oro per per la gioielleria siano destinati a continuare. Certo, un mini sondaggio non può essere sufficiente a far cambiare strategia a un’azienda che è specializzata nella gestione delle fiere. Ma potrebbe suggerire di aprire un dialogo con i propri utenti, che non sarebbe tempo perso.
Vicenzaoro chiude a +10%
Tutti felici e contenti a Vicenzaoro. Di sicuro lo sono gli organizzatori, cioè Italian Exhibition Group. E, probabilmente, anche molti espositori, se si considerano i numeri. L’edizione di settembre della fiera dedicata al gioiello ha superato i risultati pre-covid: i visitatori sono stati del 10% in più rispetto al 2019, con una crescita degli arrivi dall’estero del 20%. È presumibile che gli affari siano lievitati di conseguenza. Ieg nel comunicato finale a chiusura della fiera ha diffuso cifre che, forse, possono rammaricare le aziende che hanno deciso di non partecipare. Ecco i dati, piuttosto confortanti per il settore, dato che Vicenzaoro è un evento B2B, cioè accessibile solo agli operatori (e ai giornalisti), e i commenti positivi dei rappresentanti di alcuni dei brand presenti.
La presenza estera è stata per noi ottima, sia d’oltreoceano che dall’Europa, per potenziali e nuovi concessionari, con visite di qualità in linea con il nostro posizionamento e con quello che stiamo cercando. Abbiamo riscontrato anche interesse e propensione al futuro, tutte note positive.
Massimo Gismondi, Ceo di Gismondi 1754
Oltre la metà delle presenze totali (51%) è arrivata da oltrefrontiera, da 124 Paesi diversi. I contatti media totali, compresi quelli di gioiellis.com, hanno toccato i 92 milioni lordi, dei quali 29 milioni dalla stampa estera. Le visualizzazioni da parte degli operatori professionali dei profili espositori sulla piattaforma B2B The Jewellery Golden Cloud hanno superato le 125 mila. Nel dettaglio, visitatori e buyer sono arrivati soprattutto da Spagna (7,3%), Francia (5,5%) e Germania (5,1%). Tra i Paesi extra europei al primo posto gli Stati Uniti (5,7%, Turchia (3.3%), Israele (2,5%) e Uae (2,3%). Ma non sono mancati gli apporti da India (1,9%), Messico, Colombia (entrambi all’1%) e Brasile (0,7%).
Per Fabergé Vicenzaoro September 2022 è stato un evento di grande successo in termini commerciali, di visitatori e di stampa, nonostante un periodo complicato sotto il profilo socio-economico e politico. Siamo estremamente soddisfatti, perché abbiamo incontrato molti nostri partner e sviluppato nuovi contatti e relazioni da tutto il mondo, in un’edizione che è stata per noi palcoscenico per esibire nostro object d’art dedicato a Game of Thrones, pezzo unico al mondo presentato a Vicenzaoro per la prima volta in Europa.
Nico Clary, head of wholesale di Fabergé
La gioielleria diventa gender fluid
Se Mikimoto due anni fa ha lanciato la collana di perle per uomo, se Tiffany non perde occasione per sottolineare la indossabilità dei suoi gioielli per i rappresentanti del sesso maschile, se Fope ha allargato la sua maglia elastica in oro anche ai mister del pianeta (l’elenco può continuare a lungo), significa che la gioielleria maschile è l’attuale trend? Non proprio. A Vicenzaoro il consueto appuntamento con Trendvision Jewellery + Forecasting, l’osservatorio indipendente di Ieg (la società che organizza Vicenzaoro) sul mondo del gioiello, ha preso atto di una tendenza diffusa tra i giovani, la fluidità di genere. Certo, può essere considerata anche confusione, non è detto che piaccia a tutti. Ma è innegabile che una parte delle nuove generazioni tenda a sfumare la propria identità. Qualsiasi giudizio si possa dare a questo frullato gender, per le aziende di gioielli è una pacchia. Si tratta, insomma, di un mercato che si allarga, in proporzione con il labile confine tra uomo e donna, perlomeno per chi segue questo trend.
Ma, attenzione: non si parla dei tradizionali bracciali in stile militare o anelli a forma di teschio studiati per l’uomo che non deve chiedere mai. Il concetto del trend è sintetizzato da Lynn Yaeger, contributing editor di Vogue Usa, cioè una collaboratrice del mensile: «Tutti possono comprare tutto. Tra i giovani troviamo una libertà e fluidità che un tempo non esistevano. Oggi si mescolano i generi anche in gioielleria: l’argento con pietre preziosissime, per esempio. Che i giovani non si definiscano più in un genere ha un impatto sull’industria del gioiello: anche l’uomo usa collane femminili con diamanti e pendenti».
In ogni caso, non c’è solo la fluidità di genere, perlopiù rappresentata dalla tendenza di uomini a utilizzare accessori femminili, piuttosto che il contrario. I trend individuati quest’anno dalla creative director e co-founder Paola De Luca prendono atto di questa babele identitaria. Ma si aggiungono anche nanoceramiche e 3D, materiali sostenibili, circolari e di riciclo, forme ispirate alle trame della natura e superfici mantenute allo stato grezzo, ma anche gioielli che raccontano storie sentimentali custodite al loro interno. Trendvision Jewellery + Forecasting è stata anche l’occasione per parla di metaverso e gioielleria. Un argomento a cui dedicheremo un articolo nei prossimi giorni.
La gioielleria brilla, con qualche ombra
Come va il mercato della gioielleria in Italia? A questa domanda risponde la seconda edizione dell’inchiesta congiunturale organizzata dal Club degli Orafi e da Banca Intesa Sanpaolo. I risultati sono stati definiti con un sondaggio tra i soci del Club degli Orafi, associazione che riunisce le più importanti aziende dell’industria orafa italiana. L’indagine è stata presentata in un talk durante la prima giornata di Vicenzaoro. Risultato: per ora va tutto bene. Più della metà degli operatori ipotizza una crescita del fatturato, confermata anche dalla variazione dell’indice Istat, che si attesta nel primo semestre del 2022 a +32%, meglio dei settori del comparto moda e della media del manifatturiero italiano.
Sempre secondo l’indagine, in termini di produzione industriale la gioielleria e bigiotteria si colloca tra i best performer dell’industria italiana, sia nel confronto con il primo semestre 2021 (+23%, in quarta posizione tra i comparti manifatturieri) sia rispetto ai primi sei mesi del 2019 (+30%, che le vale il terzo posto nel ranking).
Incombono, però, alcune ombre. Una è determinata dalla guerra della Russia in Ucraina. La seconda riguarda invece l’aumento dei tassi di interesse. Il fenomeno inflattivo, inoltre, è di storicamente accompagnato dall’aumento del prezzo dell’oro. A inizio settembre, conferma l’indagine, rispetto alle precedenti edizioni è stata registrata una revisione al ribasso delle aspettative che, però, sembra coinvolgere solo gli operatori di dimensioni minori. Le imprese più grandi, invece, confermano una tenuta per l’anno in corso con il 70% dei partecipanti che dichiara una crescita del fatturato. Va aggiunto, però, che la quantità di ciò che si vende non sempre corrisponde agli utili scritti in bilancio.
In ogni, caso, nei primi cinque mesi del 2022 si è verificata una crescita del 41% in valore e del 15% in quantità dell’export. Il gioiello Made in Italy è riuscito a consolidare il proprio posizionamento verso i principali competitor commerciali. In particolare, ha guadagnato posizioni negli Stati Uniti dove rappresenta il secondo partner con una quota del 12,7% nella prima parte del 2022.
È però sorprendente che, di fronte a questo quadro incerto, le imprese si lamentino in particolare della difficoltà nel reperire manodopera, problema indicato dall’80% delle imprese più grandi, mentre tra le imprese di dimensioni minori cresce l’attenzione ai costi di trasporto.
Vicenzaoro al via con il vento del trend
Cinque giorni dedicati alla gioielleria. Vicenzaoro September è l’evento più importante dell’anno in Italia, e non solo, perché prelude alla stagione più calda (perlomeno da un punto di vista dello shopping). La fiera organizzata Vicenza da Ieg è in calendario dal 9 settembre (venerdì) al 13 settembre (martedì). E, anche se per il business del settore il periodo appena concluso, post pandemia, è stato soddisfacente, è tutto da verificare l’impatto che avrà la guerra in Ucraina e il conseguente aumento dei costi energetici sull’industria del gioiello. Che, inoltre, in buona parte ha rinunciato al problematico mercato russo.
Come incoraggiamento, Italian Exhibition Group ricorda i dati del settore relativi all’Italia: nei primi cinque mesi del 2022 i produttori di gioielli finiti o di componenti ha registrato una crescita delle esportazioni in valore del 36,5%, poco meno di 4 miliardi di euro, circa 1 miliardo in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (la stima è del Centro Studi di Confindustria Moda su dati Istat per Federorafi).
A Vicenzaoro September i mille brand espositori sperano che il vento positivo continui a soffiare nelle vele delle vendite, perché le aziende sono vicine ai livelli del 2019, ma non li hanno ancora raggiunti. In fiera, in ogni caso, sono presenti buyer per il 35% da 28 Paesi esteri, Turchia, Germania, Spagna i più rappresentati. E, altra buona notizia, tornano a Vicenza anche Cina e Hong Kong, India e Tailandia, per l’Asia In tutto sono 400 i buyer ospitati, provenienti da oltre 70 Paesi, grazie al supporto di una quarantina di uffici Ice nel mondo. Presenti inoltre tutte le sigle delle varie associazioni, che organizzano anche una serie di incontri dei quali abbiamo già scritto nell’articolo relativo al programma, che trovate qui.