smeraldi

I gioielli Muisca di Muzo Emerald

Gioielli unici con i migliori smeraldi del mondo presentati da Muzo Emerald ♦︎

Muisca è il nome associato a una civiltà Chibcha che formava una confederazione incontrata dagli spagnoli durante la conquista dell’attuale Colombia centrale. Muisca è anche una delle quattro civiltà originarie delle Americhe. Secondo la leggenda, la tribù eseguiva El Dorado, un rituale in cui un sovrano copriva il suo corpo con polvere d’oro, offrendo oggetti preziosi e smeraldi agli dei. E Muisca è anche il nome di una serie di preziosi gioielli di Muzo Emerald, la grande azienda che opera nel dipartimento di Boyacá, in Colombia. Muzo è la capitale mondiale degli smeraldi: qui si trovano le miniere di pietre verdi della più alta qualità. E Muzo Emerald estrae dalla terra questi smeraldi: una buona parte li vende a gioiellieri di tutto il mondo. Una piccola, selezionata, quantità di smeraldi serve invece a realizzare gioielli di Muzo.

Muzo Emerald, collana Muisco
Muzo Emerald, collana Muisco

Un esempio è, appunto, la serie di gioielli della collezione Muisca. Come la collana con oltre 228 carati di smeraldi insieme a diamanti gialli e bianchi incastonati in oro giallo 18 carati, che è venduta al presso di 91.000 dollari. Si tratta, ovviamente di smeraldi della migliore qualità, con le stesse sfumature profonde della foresta che si estende (per ora) tra Brasile e Colombia. Anche questa è un bene prezioso.

Orecchini della collezione Muisca
Orecchini della collezione Muisca
Bracciale Muisca
Bracciale Muisca
Orecchini con 43,76 carati di smeraldi
Orecchini con 43,76 carati di smeraldi

Joseph Gad, la vita in verde

La filosofia green di Joseph Gad: al centro di grandi gioielli mettere dei grandi smeraldi ♦︎

Il verde è il colore dell’erba, della speranza e degli smeraldi. Ed è il colore che ha scelto la famiglia Gad, che continua la tradizione del fondatore, Joseph Gad, che nel 1960 ha intrapreso la strada dell’alta gioielleria. Con una spiccata preferenza per il verde, cioè per gli smeraldi, anche se propone gioielli con altre gemme. E, ancora più in particolare, per gli smeraldi della Colombia, occasionalmente accostati a diamanti o a zaffiri e rubini.

Anello in oro bianco con smeraldo e diamanti taglio marquise
Anello in oro bianco con smeraldo e diamanti taglio marquise

Da allora è diventata la principale fonte mondiale di pietre preziose e diamanti straordinari e rari. Nel 1968, la famiglia Gad è diventata partner esclusivo della Muzo Mine a Bogata, in Colombia. Nel 1975 la famiglia Gad è stata determinante nella legalizzazione dell’esportazione di smeraldi dalla Colombia negli Stati Uniti. In qualità di membro pionieristico del Responsible Jewelry Council, in ogni caso, la Maison di New York si è impegnata a reperire eticamente tutti i materiali, che sono tutti tracciabili.

Parure di diamanti e smeraldi
Parure di diamanti e smeraldi

Tutti gli smeraldi sono tagliati e lucidati in casa, con l’obiettivo di esaltarne le qualità.

I gioielli realizzati con grandi smeraldi non sono gli unici, però. Joseph Gad progetta e realizza anche grandi gioielli con altre pietre preziose. Inoltre, l’azienda acquista anche gioielli vintage, in particolare quelli con smeraldi eccezionali.  

Joseph Gad, anello con smeraldo taglio smeraldo
Joseph Gad, anello con smeraldo taglio smeraldo
Orecchini pendenti con smeraldi e diamanti
Orecchini pendenti con smeraldi e diamanti
Orecchini pendenti con smeraldi taglio pera e diamanti
Orecchini pendenti con smeraldi taglio pera e diamanti
Orecchini pendenti con smeraldi taglio pera e diamanti marquise
Orecchini pendenti con smeraldi taglio pera e diamanti marquise
Orecchini con smeraldi e diamanti fancy yellow
Orecchini con smeraldi e diamanti fancy yellow
Orecchini con smeraldi e diamanti taglio marquise
Orecchini con smeraldi e diamanti taglio marquise
Anello con rubino e diamanti
Anello con rubino e diamanti
Anello con zaffiro taglio smeraldo
Anello con zaffiro taglio smeraldo
Orecchini con zaffiri e diamanti
Orecchini con zaffiri e diamanti
Orecchini con rubino e diamanti
Orecchini con rubini e diamanti

I tesori di Salvatore Como Gioielli

Salvatore Como Gioielli, il virtuosismo della scuola di Valenza.

Salvatore Como Gioielli è un’azienda artigiana di gioielleria creata da Salvatore Scibetta. Orafo, gioielliere, designer, dopo aver lavorato per aziende come Santagostino, Crova e Cantamessa, Scibetta ha deciso di mettersi in proprio nel 2007. Anche se si chiama con il nome di una città lombarda, Salvatore Como Gioielli ha sede a Valenza, nel distretto italiano della gioielleria di lusso. Da subito Scibetta ha messo a frutto l’esperienza accumulata per disegnare e produrre pezzi unici di altissima qualità. Ma in gran parte la produzione è verso altri brand, che richiedono l’abilità e l’esperienza di Como Gioielli.

Como Gioielli, aneli polpo e orecchini palla, in oro e zaffiri
Como Gioielli, aneli polpo e orecchini palla, in oro e zaffiri

Per esempio, l’azienda è capace di produrre pezzi come la collana smeraldi in oro bianco 18 carati, con pietre naturali per 43 carati, orecchini smeraldi in oro bianco 18 carati, la collezione Margherita, con un anello multimisura adattabile in oro bianco 18 carati, diamanti, smeraldi, rubini e zaffiri naturali. Infine, un bracciale schiava in oro rosso 18 carati con diamanti bianchi naturali per 22 carati. Oppure la serie di gioielli ispirati al mondo marino, con polipi e stelle in oro, diamanti e zaffiri: un lavoro che solo le Maison più abili riescono a produrre.

Anello Fucsia
Anello Fucsia
Orecchini Palla
Orecchini Palla
Anello a forma di polipo in oro rosa, diamanti e zaffiri rosa
Anello a forma di polipo in oro rosa, diamanti e zaffiri rosa
Collana in oro e diamanti
Collana in oro e diamanti
Bracciale in oro 750 e diamanti interamente eseguito a mano
Bracciale in oro 750 e diamanti interamente eseguito a mano
Bracciale in oro 750 e diamanti interamente eseguito a mano. Sottobracciale intercambiabile in pelle di galuchat
Bracciale in oro 750 e diamanti interamente eseguito a mano. Sottobracciale intercambiabile in pelle di galuchat

Andreoli eroe dei due mondi

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Dalla vendita di tappeti in India, a Valenza, fino alla sede nel Rockefeller Center, a New York: ecco l’alta gioielleria di Andreoli.

Il lavoro a Valenza, il successo in Usa. Andreoli è un brand americano di haute joaillerie che ha iniziato il suo cammino in Italia nel 1945, quando la famiglia Hadjibay si è affermata nel settore del commercio di pietre preziose (ne abbiamo parlato anche qui). Dal 1970, l’azienda si è evoluta e mantiene la progettazione e la realizzazione di pezzi di alta gioielleria a Valenza, Italia, mentre il mercato su cui opera è quello americano. Date le origini, non stupisce che i protagonisti delle collezioni siano le grandi pietre, come diamanti brillanti, rubini, smeraldi e zaffiri, ma anche perle, coralli e turchesi. Non solo: accanto all’oro Andreoli utilizza platino e titanio per creare gioielli anche imponenti, come il grande collier con oltre 850 carati di rubini e 20 grammi di perle. Non deve essere facile indossarla in maniera disinvolta. Il timone dell’azienda è retto ora da Caroline Hadjibay, che ha preso il testimone dal patriarca Jack Hadjibay, dalla sua sede nel Rockefeller Center, a New York.

Spilla a forma di rosa composta con 65,41 carati di zaffiri, oro e titanio
Spilla composta con 65,41 carati di zaffiri, oro e titanio

E dire che la storia della famiglia è iniziata da Abraham Hadjibay, in India, dove vendeva i migliori tappeti persiani. Ma bisogna aggiungere che il padre di Abraham aveva già venduto gemme agli zar di Russia. Abraham Hadjibay si è così spostato dai tappeti ai gioielli, con il commercio di pietre preziose. Il figlio, Jack Hadjibay, ha poi continuato l’attività. L’attività del brand Andreoli, invece, ha origine a Valenza, dove è stata fondata nel 1845. Nel 1920, Andreoli ha lanciato la sua collezione prêt-à-porter e ha subito ottenuto successo in tutto il mondo. Le due storie unite hanno portato a quello che è, oggi, uno dei brand più famosi dell’alta gioielleria.

Bracciale in oro bianco con diamanti e rubini
Bracciale in oro bianco con diamanti e rubini
Orecchini con diamanti e ametista
Orecchini con diamanti e ametista
Orecchini pendenti in oro giallo con turchesi e diamanti
Orecchini in oro giallo con turchesi e diamanti
Spilla a forma di rindine con diamanti bianchi e neri
Spilla con diamanti bianchi e neri
Anello in oro, argento, diamanti, peridoto
Anello in oro, argento, diamanti, peridoto







Alberti, il bello del classico




Alberti, una azienda di Valenza che sviluppa gioielli, dal disegno alla realizzazione finale ♦
Alberti: il bello della gioielleria senza esagerare. A Valenza, nella tradizione orafa del distretto piemontese dei gioielli, dal 1974 l’azienda propone la lavorazione di anelli e pendenti realizzati secondo le buone abitudini consolidate dalla tradizione secolare. L’azienda è nata sull’iniziativa di un ambizioso e giovane addetto alle vendite, che ha collaborato con un appassionato direttore di produzione, con una vasta esperienza nella realizzazione di gioielli di qualità superiore. L’idea, rispettata, è stata quella di proporre gioielli classici, che si sono poi rinnovati nel tempo.

Gioielli di Alberti in oro, diamanti, pietre semi preziose
Gioielli di Alberti in oro, diamanti, pietre semi preziose

Alberti è uno di quei brand dove un anello solitaire corrisponde esattamente a un anello solitaire: un diamante taglio brillante su un cerchio di oro bianco, senza stravolge l’idea base del gioiello. Gli anelli hanno la loro grande pietra preziosa, smeraldo, diamante o zaffiro, contornata da una corona di piccoli diamanti a taglio brillante su oro bianco. Classici. Ma non solo: non mancano i gioielli con accostamenti originali di gemme o design molto moderni, come negli anelli visti a Vicenzaoro. L’azienda realizza anche gioielli per conto terzi, che vende in gran parte sui mercati internazionali.

Anelli in oro rosa con diamanti
Anelli in oro rosa con diamanti
Anelli in oro con pietre semi preziose
Anelli in oro con pietre semi preziose
Collana in oro bianco e diamanti
Collana in oro bianco e diamanti
Orecchini in oro bianco
Orecchini in oro bianco

Anello in oro bianco con tormalina paraiba
Anello in oro bianco con tormalina paraiba







Le perle sandwich di Little H

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Perle che nascondono rubini o smeraldi: i gioielli di Little H sono davvero diversi dagli altri ♦︎

Il culto delle perle è nato in Giappone, ma non tutti i giapponesi considerano le perle come simbolo intoccabile della perfezione della natura. Le perle possono essere utilizzate, lavorate, aperte, scavate, modificate: ed è quello che fa Hisano Shepherd. Nata in Giappone, ma cresciuta tra Tokyo e Los Angeles, dove risiede oggi, la designer ha iniziato a progettare gioielli da ragazza. «Mia nonna mi portava al teatro Takarazuka, un gruppo teatrale tutto al femminile e si vestiva con i suoi gioielli più preziosi. In particolare, ricordo il suo anello di fidanzamento di smeraldi e gli anelli da cocktail con opali», racconta Hisano Shepherd.

Orecchini con perle barocche in cui sono incastonati semi di perle
Orecchini con perle barocche in cui sono incastonati semi di perle

Il suo contatto con la gioielleria è iniziata con lo studio delle tecniche di oreficeria durante la scuola superiore e poi con specializzazioni tra Los Angeles e New York. Ha iniziato poi a fare pratica in un laboratorio di riparazione e lucidatura di un produttore di fashion jewelry, fino a quando non ha messo a fuoco il suo percorso creativo e ha fondato la sua Maison, Little H. Oggi lavora soprattutto con le perle, rotonde o barocche. Ma in un modo assolutamente originale: lo sferico frutto delle ostriche è lavorato fino a ospitare rubini, zaffiri e smeraldi. Sono perle di mare o di acqua dolce, perfettamente rotonde o con il volume irregolare, bianche oppure colorate. E magari spezzate a metà. Una collezione, per esempio, si chiama Pearl Geode, per la quale ha depositato anche una richiesta di brevetto.

Anello con perla barocca e zaffiro rosa
Anello con perla barocca e zaffiro rosa
Anello con perla Edison lavanda e tormaline
Anello con perla Edison lavanda e tormaline
Ciondolo con perla e ametista
Ciondolo con perla e ametista
Hisano Shepherd
Hisano Shepherd
Orecchini pendenti con tormaline a spirale e geode di agata
Orecchini pendenti con tormaline a spirale e geode di agata

Orecchini con perle e rubini
Orecchini con perle e rubini







Bijan & Co, gemme per regine

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I gioielli degni di regine di Bijan & Co, brand di New York ♦︎

Si definisce un brand specializzato in gioielli maestosi, adatti a una regina. Per una volta, la descrizione non è eccessiva. Bijan & Co., a New York, è un’azienda che raccoglie gioielli di marche note o ignote, ma tutte di grande valore. Grandi collane di diamanti e pietre preziose, orecchini imponenti per dimensione e valore, bracciali degni di una maharani: sono pezzi che possono costare decine di migliaia di dollari e, in qualche caso, superare il milione.

Collana con turchesi
Collana con turchesi

Pezzi eccezionali che l’azienda a conduzione familiare e guidata da Eliot Elihu riesce a reperire sul mercato e a rivendere in tutto il mondo, specialmente nei Paesi in cui il numero di zeri che seguono una cifra è meno importante. La qualità dei gioielli proposti è definita «museale». Sono pezzi, cioè, che non solo hanno un valore per quantità e dimensione, cioè per il numero di carati delle pietre, ma anche per la loro qualità che si colloca al massimo livello. I gioielli che il brand mostra ogni anno sono lì a dimostrarlo.  

Spilla di diamanti a forma di palma
Spilla di diamanti a forma di palma

Anello con tre smeraldi
Anello con tre smeraldi

Collana con diamanti e smeraldi a goccia
Collana con diamanti e smeraldi a goccia

Orecchini con diamanti e smeraldi
Orecchini con diamanti e smeraldi
Collana con diamanti e smeraldi di Bijan & Co
Collana con diamanti e smeraldi di Bijan & Co
collana rubini diamanti
Collana con diamanti e rubini
Collana con diamanti e smeraldi taglio smeraldo
Collana con diamanti e smeraldi taglio smeraldo
Collana con diamanti fancy
Collana con diamanti fancy







Zoë Chicco, da Firenze a Los Angeles

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I nuovi gioielli di Zoë Chicco, anche quelli con gli smeraldi di Gemfields ♦

Cognome italiano, nata in Pennysilvania, Zoë Chicco ha convinto star come Giselle Bundchen, Sofia Vergara, Cameron Diaz, Dakota Fanning, Demi Moore, Penelope Cruz, Jessica Simpson, Uma Thurman o Marisa Tomei che i suoi gioielli sono cool. E nel giro di 15 anni è riuscita a essere presente in oltre 100 negozi negli Stati Uniti, oltre che vendere online attraverso il suo sito. Curiosa, amante dei viaggi, orientata verso la semplicità senza offuscare la fantasia, Zoë Chicco fa base a Los Angeles, dove ha uno staff che crea artigianalmente le sue linee di gioielli.

Orecchino Love in oro 14 carati
Orecchino Love in oro 14 carati

Lavora in oro 14k, argento ossidato e diamanti. È diventata designer dopo un appropriato tirocinio: ha iniziato a disegnare gioielli in età molto precoce. Ha frequentato lo Skidmore College di Saratoga Springs, New York, e poi è stata a Firenze, allo Studio Arts Center International. In Italia ha poi girato qua e là tra i centri specializzati nella lavorazione dei gioielli. Il suo cane si chiama Rocco, altro link con l’Italia. Ecco qualche esempio del suo lavoro.

Orecchini in oro e perle
Orecchini in oro e perle
Anello in oro 14 carati con diamanti taglio pera e smeraldo
Anello in oro 14 carati con diamanti taglio pera e smeraldo
Anello Sister in oro 14 carati
Anello Sister in oro 14 carati
Collana Mama in oro 14 carati con pendente e pavé di diamanti
Collana Mama in oro 14 carati con pendente e pavé di diamanti
Anello in oro 14 carati a catena cubana
Anello in oro 14 carati a catena cubana

Collana in oro 14 carati con pendente e pavé di diamanti
Collana in oro 14 carati con pendente e pavé di diamanti







Come pulire cammei, perle, smeraldi, opali, cristalli

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Come si fa a pulire un gioiello fragile, che si può rovinare facilmente? Ecco le regole da seguire per pulire un gioiello senza rovinarlo ♦

Forse nel cassetto avete dei gioielli fragili, delicati. È molto facile: la maggior parte dei gioielli non sono realizzati con pietre durissime, come diamanti o rubini, che sono pietre più resistenti (anche se nonostante questo possono rovinarsi lo stesso). Ci sono anche i materiali che si rovinano o si graffiano molto facilmente, per esempio cammei, perle, smeraldi, opali, cristalli. E sono fragili anche i materiali che sono incollati, come le pietre che compongono un pavé.

Pulizia di una collana di perle
Pulizia di una collana di perle

Attenzione, quindi: questo tipo di gioielli va trattato con molta, molta attenzione. Specialmente quando è necessario pulirli, operazione che va ripetuta con regolarità. A proposito: meglio ancora di pulire i gioielli è evitare che si sporchino. Non indossateli se dovete occuparvi di giardinaggio, lavare i piatti, oppure se state per cospargervi con una crema, o qualsiasi altra azione che abbia a che fare con sporcizia e prodotti chimici. Per fortuna non è difficile pulire un gioiello delicato, a patto di seguire questi consigli.

Mossa 1: immergere il gioiello in una tazza d'acqua
Mossa 1: immergere il gioiello in una tazza d’acqua
Mossa 2: aggiungere una goccia di sapone liquido neutro. Eventualmente utilizzare uno spazzolino morbido
Basta una goccia di sapone liquido neutro. Eventualmente utilizzare uno spazzolino morbido

Materiali da utilizzare

  • Acqua tiepida
  • Sapone neutro liquido (da evitare gli antibatterici e saponi aggressivi)
  • Panno morbido: va benissimo una vecchia maglietta di cotone, oppure microfibra
  • Uno spazzolino da denti morbido meglio se con setole naturali

Come fare

Mescolate acqua tiepida (né calda né fredda) con una goccia di sapone neutro in un bicchiere o in un piatto concavo. Quando la miscela fa un po’ di bolle e si è diluita bene, immergete i gioielli e lasciate riposare per due minuti. Se nelle fessure (per esempio, tra una pietra e il metallo) si è depositata polvere, utilizzate molto delicatamente lo spazzolino a setole morbide. Concentratevi soprattutto sul lato inferiore. Assicuratevi di risciacquare bene la soluzione, sempre con acqua tiepida: i residui di sapone possono danneggiare le pietre. A operazione terminata, asciugate delicatamente con un panno morbido.

Anello con smeraldi a bolle
Anello con smeraldi a bolle

Cammei o smeraldi

Possiamo aggiungere un consiglio a parte per la pulizia di i cammei o smeraldi. Oltre a seguire le indicazioni che avete letto prima, in questo caso potete utilizzare l’olio che si impiega per il corpo dei neonati. Gli smeraldi, per esempio possono rovinarsi a causa di micro fessure, quasi invisibili, ma che tendono ad allargarsi: una goccia di olio può evitare che rovinino ulteriormente.

Prudenza

Attenzione: queste indicazioni sono generiche. Ovviamente, se avete in casa un gioiello molto antico o particolarmente delicato chiedete un consiglio al vostro gioielliere di fiducia prima di operare interventi che potrebbero rovinarlo.

Collana con perle, diamanti e oro
Collana con perle, diamanti e oro
Bracciale in oro con perle di Thaiti
Bracciale in oro con perle di Thaiti
Orecchini con perle South Sea e diamanti
Orecchini con perle South Sea e diamanti
Collana di perle coltivate a quattro fili venduta per 40.0000 euro
Collana di perle coltivate a quattro fili venduta per 40.0000 euro
Bracciale Tudor Rose, in oro bianco, diamanti e perle
Bracciale Tudor Rose, in oro bianco, diamanti e perle







Bina Goenka, incredibile India




Gli straordinari gioielli della designer indiana Bina Goenka, pezzi di virtuosismo orafo tra Mumbai e Londra ♦

Un gioiello di Bina Goenka ha spesso un prezzo superiore ai 100.000 euro o dollari. Eppure sono venduti anche online, per esempio da Net-a-Porter.  Le immagini in questa pagina aiutano a capire perché questa designer indiana, con base a Mumbai, ma che si può incontrare anche a Londra (su appuntamento) sia una delle star dell’alta gioielleria. Lo sanno bene i clienti del Grand Hyatt Plaza Hotel di Mumbai, dove la designer è presente con i suoi gioielli dal 2007, quando ha aperto il suo flagship store.

Orecchini con smeraldi di Colombia e Zambia, turchesi
Orecchini con smeraldi di Colombia e Zambia, turchesi

Non stupisce che i suoi collier elaborati, gli orecchini che sembrano puzzle per maharaja, le spille che ricordano i lavori di certi pittori fiamminghi del Seicento, siano ambiti da stelle del cinema, ricchi industriali, e membri delle famiglie reali. Lei, Bina Goenka, fondatrice e Ceo del marchio che porta il suo nome e moglie di un famoso immobiliarista, disegna e produce solo pochi pezzi all’anno: non potrebbe essere diversamente, dato che per realizzarne uno ci vogliono tre-quattro mesi, senza contare la selezione delle pietre e il tempo dedicato al disegno dei pezzi unici. Motivi geometrici e pattern che si trovano nel mondo della natura sono fonti ispiratrici per questa artista della gemma.

Orecchini in oro giallo e bianco, madreperla, rubini, diamanti
Orecchini in oro giallo e bianco, madreperla, rubini, diamanti
Anello in oro bianco 18 carati, perle e diamanti
Anello in oro bianco 18 carati, perle e diamanti
Orecchini con rubini Gemfields del Mozambico, turchesi, diamanti, perle South Sea
Orecchini con rubini Gemfields del Mozambico, turchesi, diamanti, perle South Sea
Anello con rubini Gemfields del Mozambico
Anello con rubini Gemfields del Mozambico
Orecchini con smeraldi colombiani, perle Akoya
Orecchini con smeraldi colombiani, perle Akoya
Orecchini con rubini, perle Akoya
Orecchini con rubini, perle Akoya







I gioielli della cacciatrice di gemme Judy Geib

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Gli avventurosi smeraldi (e tutto il resto) della cacciatrice di gemme Judy Geib ♦︎

Dalla Pennsylvania a New York a cercare smeraldi. D’accordo, a Manhattan non ci sono miniere di pietre verde, ma si trovano i gioielli di Judy Geib, che ha una passione speciale per gli smeraldi. Li utilizza ampiamente, infatti, per le sue collezioni. Le pietre hanno affascinato la designer fin da bambina, quando collezionava minerali. Ma la vita di Judy Geib è cambiata radicalmente quando, a un certo punto della sua vita, ha seguito la famiglia in Brasile, mentre Judy era adolescente. Se a questo si aggiungono gli studi di arte e design, si capisce perché a un certo punto ha deciso di lavorare lei stessa con metallo e pietre preziose. Nel 2002 ha lanciato la sua prima collezione di pezzi al Barneys (una catena di negozi di lusso) di New York.

Collana con smeraldi colombiani, oro a 22 e 18 carati
Collana con smeraldi colombiani, oro a 22 e 18 carati

I gioielli di Judy Geib sono allo stesso tempo preziosi e scanzonati. Un po’ flower power, un po’ Coachella, un po’ etnici, con un pensiero al lavoro di Suzanne Belperron. Ma con oro che, qualche volta, è utilizzato nel suo stato più puro, 24 carati. Oppure argento ossidato con lavorazioni quasi barocche. Oltre agli smeraldi, la sua pietra preferita, gira il mondo alla ricerca di tormaline paraiba, rubini, zaffiri, acquamarine, kunzite, tormaline rosa e verdi. La sua meta preferita per gli smeraldi è, però, la Colombia. Non senza qualche disavventura, racconta.

Orecchini con smeraldi colombiani su oro 22 e 18 carati
Orecchini con smeraldi colombiani su oro 22 e 18 carati
Collana in oro 22 e 18 carati, argento, con opale nero
Collana in oro 22 e 18 carati, argento, con opale nero
Orecchini Triangular con opale nero
Orecchini Triangular con opale nero
Orecchini Swoosh Extravagant in oro e diamanti
Orecchini Swoosh Extravagant in oro e diamanti
Collar Peter Pan in oro 18 carati e rubini
Collar Peter Pan in oro 18 carati e rubini

Collar Peter Pan in oro 18 carati
Collar Peter Pan in oro 18 carati







Diamanti? Vi spiego come evitare cattivi acquisti




Diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri: quanto valgono? Come riconoscerli? C’è chi li compra per farsi perdonare qualcosa, chi per passione, chi come investimento in un bene rifugio. Qualunque sia la motivazione, il parere di un esperto è fondamentale. Soprattutto perché quando si tratta di diamanti esistono dei parametri che sono una sorta di listino di base per la quotazione, ma nel campo delle gemme colorate, come smeraldi, rubini e zaffiri la faccenda non è semplice. A che cosa stare attenti e quali criteri adottare per la scelta, lo spiega Pio Visconti, docente dell’Istituto Gemmologico Italiano, consulente di molti enti regionali e titolare del Centro analisi gemmologiche di Valenza. La prova che sia un insigne gemmologo, sta nel fatto che la sua perizia è citata come garanzia nei cataloghi delle aste, in caso di una sua certificazione del gioiello. «Come valutare una pietra? Se dovesse comprare un Rolex va dal concessionario autorizzato o si rivolge al conoscente che l’ha acquistato in metropolitana?», spiega in questa intervista a Gioiellis.com.

Pio Visconti in tenuta da golf
Pio Visconti in tenuta da golf

Domanda. Quale delle famose quattro C carati (carat), colore (colour), chiarezza (clarity) e taglio (cut), è più importante nella scelta di un diamante?

Risposta. Il criterio che deve prevalere, secondo me, è il taglio. Certo peso, colore e chiarezza sono importanti, ma poiché la spesa per una pietra IF di 40 punti e una Vs2 di 70 punti magari è abbastanza simile, rimane il fatto che il diamante quando è incastonato deve brillare sulla montatura, deve essere una montagna di luce, come dicevano gli antichi, e questo lo si ottiene solo con un buon taglio.

Fedi eternity in diamanti
Fedi eternity in diamanti

D. Ma chi non è del settore come fa a capire se si tratta di un buon lavoro? Si affida al suo senso estetico?

R. Nel certificato si leggono dei numeri che si riferiscono ai valori della tavola, ossia della parte superiore, per esempio 57%, e all’altezza della corona 14%. Al cliente non dicono nulla e per questo a fianco è scritto il giudizio dell’analista: ottimo, buono, medio, sia come proporzioni sia come accuratezza. In definitiva, io consiglierei un diamante tagliato in maniera ottima, perché gli altri criteri sono legati al prezzo.

D. Che cosa fare se la certificazione non esiste?

R. Le faccio io una domanda: se dovesse comprare un Rolex va dal concessionario autorizzato o si rivolge al conoscente che l’ha acquistato in metropolitana?

Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi
Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi

D. Molti marchi conosciuti ci tengono a evidenziare l’utilizzo esclusivo di diamanti certificati, ma non c’è il rischio di ricevere il certificato di un’altra gemma? 

R. Tutto può succedere, però rovinarsi la reputazione per un comportamento poco trasparente per gemme di poco valore non vale la pena, tanto più che basta poco a trasformarsi in una catastrofe commerciale. In casi di pietre molto rare, il diamante è sigillato con il suo certificato all’interno, addirittura negli ultimi dieci anni è sempre più frequente la richiesta dell’incisione del numero di certificato sulla cintura della pietra stessa.

D. La corsa alla certificazione non dipende anche dalla notevole evoluzione tecnologica nella produzione diamanti sintetici che derivano sì dal carbonio, ma realizzati in laboratorio, e dall’aumento del numero di pietre naturali modificate dall’uomo per farle sembrare più belle. Il Gemological Institute of America(Gia), ha addirittura messo a punto un software 3D per smascherare i falsi. Funziona? 

R. È uno strumento in più, ma da solo non basta. Il lavoro del gemmologo è quello di identificare l’autenticità della pietra con una strumentazione adatta. Inoltre, esiste un listino prezzo di massima per ognuna delle 4 C, poi il valore preciso è determinato dalla domanda e dall’offerta. I commercianti addirittura possono valutare la pietra senza nemmeno vederla perché, appunto, fa fede il certificato. Le cose invece, si complicano terribilmente con le pietre di colore: nessun ente certificatore al mondo è riuscito a identificare in maniera seria parametri che possano suggerire il valore di uno smeraldo, di un rubino e uno zaffiro. E per le pietre semipreziose è ancora peggio.

Esame di un diamante a un precedente Dubai Jewellery Show
Esame di un gioiello com diamante

D. Si dice che la provenienza delle gemme ne determini la qualità. È vero che i rubini più belli sono birmani, così come gli smeraldi devono essere colombiani?

R. È una semplificazione: si sa che un rubino birmano solitamente ha delle caratteristiche cromatiche eccezionali perché è di un bel rosso vivo, brillante, senza saturazioni di bruno o di viola, quasi la tonalità delle auto Ferrari per intendersi. Questo non vuol dire che pietre simili non si possano trovare anche nei giacimenti di altri Paesi, ma sicuramente sono più rare. Per esempio quelli tailandesi hanno un’ottima trasparenza, ma anche una sfumatura violacea, per una piccolissima saturazione blu. Lo stesso vale per gli smeraldi: alcuni esemplari, magnifici per colore e trasparenza ossia con caratteristiche tipiche dei berilli colombiani, sono stati scoperti in Brasile. Gli zaffiri del Kasmhir sono di un blu incomparabile, ma rarissimi, mentre quelli di Ceylon sono più chiari ma più caldi e, ancora, quelli del Siam sono di una tonalità molto intensa.

D. Se la provenienza non garantisce la qualità, che dire del taglio?

R. Le pietre colorate hanno dei sistemi cristallini più complicati del diamante, quello che conta è una buona simmetria e un’uniformità colore vista dall’alto, perché di profilo questo non si otterrà mai. Per questo un taglio non perfettamente centrato è accettabile negli smeraldi, rubini e zaffiri. Al contrario, è inaccettabile in un diamante.

Rubino birmano color sangue di piccione non riscaldato da 6,41 carati, montato su un anello in oro giallo e bianco di 18 carati, circondato da diamanti, progettato da Forms
Rubino birmano color sangue di piccione non riscaldato da 6,41 carati, montato su un anello in oro giallo e bianco di 18 carati, circondato da diamanti, progettato da Forms

D. E si torna sempre al taglio…

R. Sfruttare al massimo sia il peso che il colore della gemma dipende dall’abilità del tagliatore: gli zaffiri australiani molto scuri con un sovratono verdastro e per questo poco amati, sono solitamente tagliati abbastanza sottili per evitare di accentuarne la cupezza. Invece, quelli Ceylon dalla tonalità molto bella, ma poco intensa hanno un padiglione molto più ampio per rafforzarne il colore.

D. Ma allora il criterio di scelta per queste pietre è il colore?

R. Sì, deve essere il più puro possibile, rispecchiare l’idea di verde o rosso o blu che abbiamo. Ovviamente, non devo vedere inclusioni a occhio nudo, magari posso aiutarmi con occhiali da una diottria o due, perché le imperfezioni ne abbassano il valore. E se capita di voler fare shopping durante un viaggio, prima di comprare una pietra meglio passare prima da un ente certificatore del luogo.

Anello Margot con zaffiro taglio pera e diamanti
Anello Margot con zaffiro taglio pera e diamanti

D. Quali sono le contraffazioni più comuni e quelle più dannose economicamente? Si sente spesso parlare di smeraldi «No Oil» come segno di autenticità. Vale anche per rubini e zaffiri? 

R. Tra tutti i trattamenti quello citato è più innocuo e anche più antico: Plinio accenna nei suoi scritti che per rendere più belli gli smeraldi era sufficiente metterli a bagno nell’olio. Le microfratture impregnate di resina: quelle sì che sono gravi. Per gli zaffiri il metodo più clamoroso, che riduce di un decimo il valore è la termodiffusione, ossia la colorazione blu di un corindone naturale, ma completamente incolore. Risultato? Una gemma da 70 euro trattamento compreso, potrebbe essere valutata anche 1.200 euro. Mentre le radici di rubino, chiamate così perché opache, sono rubini di bassissima qualità che, con una tecnica molto sofisticata, ricevono infiltrazioni di vetro. In genere sono al piombo per aumentare l’effetto, in modo da rendere i rubini completamente trasparenti. In pratica, una pietra di 4 carati il cui costo al commercio fatica superare i 100 dollari, assume lo stesso aspetto estetico di una da 5mila dollari.

D. Quindi l’ente certificatore garantisce l’autenticità e l’origine del prodotto?

R. Sì, verifica se è naturale o sintetico e, nel primo caso, se ha subito dei trattamenti. Grazie alle inclusioni, che sono delle tracce della roccia nella quale la pietra si è formata, è possibile risalire alla zona geografica. Sul valore c’è una forbice molto ampia legata al commercio, alla moda, alla percezione personale. Monica Battistoni

Pietre di colore: zaffiro, rubino, rubellite e zaffiro giallo
Pietre di colore: zaffiro, rubino, rubellite e zaffiro giallo






 

Sotheby’s mette all’asta occhiali da marahaja




Il fascino dei gioielli esotici e preziosi: Sotheby’s dedica un’asta al tema Arts of the Islamic World & India. La maggior parte dei pezzi riguarda oggetti, tappeti, stampe, pitture. Ma ci sono anche gioielli. E due, in particolare, attirano l’attenzione: si tratta di occhiali  provenienti da un tesoro principesco sconosciuto. L’aspetto davvero unico di questi occhiali è che sono realizzati con diamanti e smeraldi. La stima d’asta (Londra, 27 ottobre) per questi gioielli unici è di 1,5 – 2,5 milioni di sterline ciascuno. Possono essere visti dal pubblico a Hong Kong (7-11 ottobre) e Londra (22-26 ottobre).

I due occhiali Astaneh Ye Ferdaws (smeraldi) e Halqeh Ye Nur (diamanti)
I due occhiali Astaneh Ye Ferdaws (smeraldi) e Halqeh Ye Nur (diamanti)

Queste straordinarie curiosità mettono insieme una miriade di fili: dalla maestria tecnica del tagliatore e il genio dell’artigianato alla visione di un mecenate che ha scelto di realizzare due paia di occhiali del tutto diversi da qualsiasi cosa mai vista prima. Sono senza dubbio una meraviglia per gemmologi e storici, ed è una vera emozione poter portare alla luce questi tesori e offrire al mondo l’opportunità di meravigliarsi della loro brillantezza e del mistero dietro la loro creazione.
Edward Gibbs, presidente di Sotheby’s Middle East & India

La storia di questi occhiali inizia nell’India Mughal del XVII secolo, in un’epoca in cui la ricchezza imperiale, la conoscenza scientifica e lo sforzo artistico raggiunsero contemporaneamente il loro apice. Su commissione di un principe ignoto, un artista ha intagliato un diamante, del peso di oltre 200 carati, e uno smeraldo brillante, del peso di almeno 300 carati. Testimonianza dell’abilità tecnica coinvolta, non è nota l’esistenza di alcun esempio comparabile di entrambi. Nel 1890 circa, le lenti furono inserite in nuove montature, decorate con diamanti taglio rosa.

Gli occhiali con lente di smeraldo
Gli occhiali con lente di smeraldo

Il mecenate originale per il quale furono commissionati gli occhiali rimane sconosciuto, ma derivano da un ricco periodo di conquiste artistiche e architettoniche durante i regni del Grande Moghul degli imperatori Akbar (1556-1605), Jahangir (1605-1627), Shah Jahan (1627 -1658) e Aurangzeb (1658-1707).

La qualità e la purezza delle gemme è di per sé straordinaria e pietre di queste dimensioni sarebbero state senza dubbio la riserva di un imperatore. I diamanti sono impeccabili, si pensa che provengano dalle miniere di Golconda nel sud dell’India. Tagliati in coppia da un singolo diamante naturale, forse il più grande mai trovato, ora pesano insieme 25 carati. La sfaccettatura attorno al bordo mostra un’abilità estrema, organizzata per mantenere la trasparenza nelle lenti mentre rilascia la luce dai bordi. Anche gli smeraldi provengono da una unica gemma colombiana naturale e ora pesano 27 carati. La smussatura degli smeraldi è stata angolata con precisione per mantenere l’intensità del colore nella pietra.

Gli occhiali con lenti di diamanti
Gli occhiali con lenti di diamanti

Mentre le lenti ordinarie funzionano semplicemente per migliorare la vista, questi filtri erano aiuti per una funzione spirituale, con diamanti pensati per illuminare e smeraldi che si credeva possedessero poteri miracolosi per guarire e allontanare il male. Nell’opera Naturalis historia, un trattato che risale al primo secolo, Plinio il Vecchio racconta che l’imperatore romano Nerone osservava le gare di gladiatori attraverso la superficie di una preziosa pietra verde. Il tutore di Nerone, Seneca, era un esperto di rifrazione della luce, specchi e ottica, e si pensa che questi siano stati uno dei primi occhiali in assoluto. Molti secoli dopo, un inventario del tesoro di Carlo V di Francia cita dei berilli (una famiglia di pietre preziose, che comprende smeraldo e acquamarina) incorniciati come occhiali.

Collana del Deccan, con gemme. Circa Ottocento
Collana del Deccan, con gemme. Circa Ottocento

Più vicino a dove questi esempi hanno origine, in India, in seguito alla tragica morte dell’amata moglie di Shah Jahan, in onore della quale è stato faticosamente costruito il Taj Mahal, si dice che l’imperatore abbia pianto così tante lacrime che aveva bisogno di curare i suoi occhi malati con gemme di smeraldo.

Set di gioielli del Marocco, 18-19esimo secolo
Set di gioielli del Marocco, 18-19esimo secolo
Collana in argento dorato. Marocco, Ottocento
Collana in argento dorato. Marocco, Ottocento
Collana Moghul con perle e smeraldo intagliato
Collana Moghul con perle e smeraldo intagliato







I nuovi gioielli di Vania Leles

I nuovi gioielli di Vania Leles, con le più preziose gemme africane

L’eredità dell’Africa vista attraverso gli occhi di una ex modella delle grandi marche di gioielleria che ha imparato ad amare le pietre preziose: di Vania Leles abbiamo già parlato. La modella, ora designer, continua la sua missione di esaltare i frutti preziosi che escono dalla terra africana. Il risultato è alta gioielleria di gusto raffinato. Vania Leles predilige i gioielli monocolori: tutti rubini, oppure tutti smeraldi, tutti diamanti.

Bracciale in oro bianco con diamanti e smeraldi dello Zambia
Bracciale in oro bianco con diamanti e smeraldi dello Zambia

Leggi anche: I rubini di Vania Leles 

Scesa dalle passerelle e uscita dagli studi fotografici, Vania è entrata nelle aule del Gemological Institute of America (Gia), dove ha imparato i segreti delle pietre preziose. Dopo la laurea la designer si è trasferita a Londra e ha lavorato per Graff Diamonds, De Beers e Sotheby’s Jewellery Department, dove ha supervisionato le aste di alcuni dei pezzi più prestigiosi del secolo, come i gioielli della Duchessa di Windsor e il Graff Pink, uno dei gioielli più costosi mai venduti all’asta. Infine, nel 2011 ha deciso di fondare il suo marchio di gioielleria, utilizzando diamanti di alta qualità che provengono da Paesi senza conflitti. Vania Leles è stata una delle designer incluse nella selezione di Sotheby’s, in mostra e vendita a New York, intitolata Brilliant & Black: A Jewelry Renaissance.

Orecchini floreali in oro rosa, titanio, rubini del Mozambico
Orecchini floreali in oro rosa, titanio, rubini del Mozambico
Orecchini Kilimanjaro in oro bianco, titanio, diamanti bianchi
Orecchini Kilimanjaro in oro bianco, titanio, diamanti bianchi
Anello Kilimanjaro in oro bianco, titanio, diamanti bianchi
Anello Kilimanjaro in oro bianco, titanio, diamanti bianchi
Orecchini Legends of Africa con diamanti bianchi e neri
Orecchini Legends of Africa con diamanti bianchi e neri
Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi
Anello Legends of Africa con diamanti bianchi e smeraldi
Collier con diamanti bianchi e smeraldi
Collier con diamanti bianchi e smeraldi
Anello in oro rosa, diamanti e rubini del Mozambico
Anello in oro rosa, diamanti e rubini del Mozambico, rubellite
Vania Leles (da Facebook)
Vania Leles (da Facebook)

I gioielli mobili di Paula Mendoza

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Paula Mendoza, America Latina e degli smeraldi fuori dal comune ♦

I gioielli di Paula Mendoza sono stravaganti, pieni di luce e decisamente scultorei. La designer colombiana, che nel giro di pochi anni ha conquistato il mercato americano, complice anche il video XO di Beyoncé, che canta indossando i suoi pezzi, continua a sperimentare nuove forme: dopo la miriade di sfere in bronzo oppure ottone placcato in oro 24 carati e naturalmente smeraldi. Con una scelta particolare: utilizza, infatti, anche smeraldi trapiche. Sono smeraldi che prendono il nome da una mola utilizzata in Colombia per lavorare la canna da zucchero.Queste pietre hanno delle inclusioni che assomigliano a una ruota a raggi con un nucleo esagonale. 

Anello in oro 18 carati con smeraldo trapiche
Anello in oro 18 carati con smeraldo trapiche

I gioielli, dal design molto geometrico con elementi smontabili per cambiare forma all’oggetto, sono infatti delle strutture disegnate per essere appese, un po’ come quelle dello scultore americano che fu uno dei primi a inventare una sorta di astrattatismo in movimento. D’altra parte Mendoza, dopo aver studiato giornalismo a Bogotà, ha deciso di imparare l’arte orafa dagli artigiani locali non solo nel suo Paese ma anche in Perù e in seguito di applicarsi nel disegno e nella scultura negli Stati Uniti. Questo succedeva nel 2008, ora dicono ci sia la lista d’attesa per alcuni suoi pezzi unici.

Anello in oro 18 carati con tre smeraldi, di cui uno trapiche
Anello in oro 18 carati con tre smeraldi, di cui uno trapiche
Orecchini in oro 18 carati con smeraldi, diamanti bianchi e neri
Orecchini in oro 18 carati con smeraldi, diamanti bianchi e neri
Maxi collana Magdalena in ottone placcato oro 24 carati
Maxi collana Magdalena in ottone placcato oro 24 carati
Orecchini Big Star in ottone placcato oro 24 carati
Orecchini Big Star in ottone placcato oro 24 carati
Orecchini a cerchi ​in ottone placcato oro 24 carat
Orecchini a cerchi in ottone placcato oro 24 carati

Collana in ottone placcato oro 24 carati
Collana in ottone placcato oro 24 carati







Gioielli per piacere con María José

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Un tweet di María José, gemmologa messicana e fondatrice del brandi di gioielli con il suo nome, riassume la sua prospettiva: “Sono così felice di vivere tra Los Angeles e New York”, ha scritto. Originaria di Guadalajara, la designer si è trasferita negli STati Uniti, dove ha frequentato il Gemological Institute of America a New York. Ha anche studiato il design del gioiello a Tribeca, quartiere della Grande Mela, dove ha lanciato la sua Maison María José nel 2014. Insomma, si è perfettamente integrata nella vita americana e anche nello stile: i suoi gioielli, infatti, sono moderni e in linea con quelli che sono i gusti internazionali, con una predilezione per l’utilizzo di smeraldi colombiani.

Orecchini con smeraldi e diamanti su oro bianco 18 carati
Orecchini con smeraldi e diamanti su oro bianco 18 carati

È gioielleria elegante, lussuosa, ma con un tocco di informale. L’obiettivo spiegato dalla Maison, infatti, è di infondere un senso di divertimento nelle collezioni, perché chi acquista un gioiello sia in grado di indossare i pezzi con disinvoltura, tanto quanto in occasioni ufficiali.

Come molti altri suoi colleghi, anche María José Jewelry sostiene le pratiche del commercio equo e solidale e la produzione etica, valori fondamentali del marchio. Tutte le pietre scelte dalla designer provengono da fonti etiche e i suoi gioielli sono realizzati a mano a Los Angeles.

Anello con diamanti champagne
Anello con diamanti champagne
Anello in oro bianco 18 carati con diamanti e smeraldo
Anello in oro bianco 18 carati con diamanti e smeraldo
Anello in oro bianco con rubini e diamante nero
Anello in oro bianco con rubini e diamante nero
Collana in oro giallo 18 carati con smeraldi
Collana in oro giallo 18 carati con smeraldi
Anello in oro bianco con diamanti e zaffiro
Anello in oro bianco con diamanti e zaffiro

Orecchini in oro bianco 18 carati con smeraldi
Orecchini in oro bianco 18 carati con smeraldi







Il mito ottomano di Sevan Biçakçi

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Dalla Turchia i gioielli che hanno ereditato il fascino dell’impero ottomano di Sevan Biçakçi ♦

Chiedete a un gioielliere di quale collega contemporaneo acquisterebbe un gioiello: la risposta potrebbe essere Sevan Biçakçi. Sarà perché questo designer ha uno stile talmente unico da non poter essere paragonato a nessun altro, sarà perché il suo intaglio su materiali traslucidi, eseguito con strumenti da dentista, è talmente accurato da lasciare senza parole, fatto sta che il gioielliere di origine armena piace molto. Persino a chi ha uno stile minimalista.

Anello in oro giallo e bianco, argento e zaffiro blu
Anello in oro giallo e bianco, argento e zaffiro blu

Nei suoi incredibili anelli è solito riprodurre i monumenti di Istanbul, la Basilica di Santa Sofia, la Moschea Blu, il palazzo Topkapi, la Cisterna Basilica, le effigi dei sultani e le divinità, ma anche fiori, uccelli, frutta e insetti. Infatti, nel fondo di acquamarine, quarzi, smeraldi, zaffiri e altre gemme sono incisi cupole, petali, becchi, tutte miniature che fluttuano nella trasparenza della pietra taglio cabochon montata sul gambo dell’anello riccamente cesellato in oro, argento e smalto. Insomma, c’è tutta la tradizione artistica bizantina e ottomana dell’impero turco, una sorta di macchina del tempo che a guardarla sembra di stare nelle pagine del libro scritto da Orhan Pamuk, Il mio nome è rosso, ambientato nella Istanbul del Cinquecento.

I suoi gioielli sono un mito per tutto il mondo e hanno conquistato un posto d’onore anche nelle vendite di Barneys New York.

Anello in oro giallo, argento e diamanti neri
Anello in oro giallo, argento e diamanti neri

La serie di anelli con la Basilica di Santa Sofia lo ha fatto conoscere in tutto il mondo, ma la vera notorietà, soprattutto negli Stati Uniti e tra le star di Hollywood arriva grazie a Gwyneth Paltrow, che indossa spesso una sua collana con un lucchetto, uno dei temi più riconoscibili di Biçakçi, che è anche uno dei simboli della cultura turca. Usato per chiudere le recinzioni attorno alle tombe, rappresentava la promessa di buone azioni in cambio di un trattamento misericordioso per i propri cari, e portarlo al collo significava ricordare l’impegno rendendo preziosa la persona che lo indossa. E poi i pugnali stilizzati (il nome Biçakçi in turco significa lama) sui bracciali fatti con maglie di metallo come le armature degli antichi guerrieri e altri decori tipici del mondo mussulmano dove ha un posto importante anche la calligrafia.

Anello in oro 24 carati, argento, perla barocca, diamante
Anello in oro 24 carati, argento, perla barocca, diamante

Nel suo atelier di cinque piani vicino al Gran Bazar e quindi a due passi da tutti gli edifici più importanti della capitale turca, l’orafo con i suoi collaboratori, dieci persone, produce al massimo 500 pezzi l’anno, perché il lavoro d’incisione richiede parecchio tempo. Ma non solo: quella dell’intaglio sul fondo della pietra è una tecnica delicata, il rischio di crepe nella gemma è alto e se a fine giornata il risultato non è eccellente si butta via tutto. Per fortuna l’esperienza di tanti anni di lavoro, più di venti, consente di approcciare anche i materiali più preziosi senza troppo timore e creare oggetti ancora più tridimensionali e colorati. Come Jar non lavora su commissione e il prezzo si stabilisce solo a gioiello finito, anche se in media si va dai 2mila ai 10 mila fino a 30 mila dollari per un anello, e 3 mila dollari per una collana semplice.

Anello in oro 24 carati con diamanti e ametista
Anello in oro 24 carati con diamanti e ametista
Anello in oro 24 carati con diamanti e quarzo citrino
Anello in oro 24 carati con diamanti e quarzo citrino
Anello in oro 24 carati con quarzo e zaffiro
Anello in oro 24 carati con quarzo e zaffiro
Anello in oro 24 carati con quarzo e zaffiro
Bracciale in oro 24 carati, argento, diamanti, pietre semi preziose
Collana in argento e oro 24 carati con diamanti bianchi e neri
Collana in argento e oro 24 carati con diamanti bianchi e neri

Anello in oro 24 carati, argento, quarzo intagliato, diamanti
Anello in oro 24 carati, argento, quarzo intagliato, diamanti







La New York di Rina Limor

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I gioielli couture (e non solo) di Rina Limor, designer di New York che si è ispirata alla Dolce Vita ♦

Come si dice Dolce Vita a New York? Per scoprirlo, la designer di gioielli Rina Limor negli anni Settanta ha trascorso lunghi periodi in Italia. Ma, oltre ad ammirare il panorama toscano o le bellezze artistiche delle città (e, speriamo, anche la cucina), ha occupato il tempo contattando produttori di materiale per gioielleria, orafi, incastonatori, eccetera. Il piacere dello stile di vita godereccio dell’Italia, assieme alla sua creatività e al gusto americano per la gioielleria ben visibile, hanno creato negli anni lo stile di Rina Limor, ormai affermata firma nel panorama del lusso newyorkese.

Anello con tanzaniti cabochon per 19,230 carati
Anello con tanzaniti cabochon per 19,230 carati

La sua proposta è piuttosto ampia: si va dai bracciali tubogas o grandi catene, ai pezzi di speciali della linea couture. Smeraldi, rubini, diamanti e tormaline Paraiba sono utilizzati senza risparmio. Come nei gioielli realizzati con un cluster di pietre, in alcuni casi tagliate con forme fancy, cioè al di fuori dei canoni tradizionali. L’effetto è inconsueto, ma piacevole. I prezzi, ovviamente, sono quelli che ci si può aspettare per gioielli di lusso a New York. Giulia Netrese

Anello Calypso in argento e zaffiri multicolori
Anello Calypso in argento e zaffiri multicolori
Orecchini con diamanti polki
Orecchini con diamanti polki
Orecchini con peridoto cabochon
Orecchini con peridoto cabochon
Anello con diamanti e onice
Anello con diamanti e onice
Collana e pendente con zaffiri rossi
Collana e pendente con zaffiri rossi

Collana e pendente con topazi
Collana e pendente con topazi







Luci e colori di Bavna

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I gioielli colorati e luminosi di Sunny Jain, indiano di nascita ma americano di adozione, che ha creato Bavna ♦

Sunny di nome e di fatto. I gioielli disegnati da Sunny Jain sono luminosi come il sole che illumina la California, dove il designer è cresciuto. L’amore per i colori solari il designer di Bavna l’ha acquisito fin da piccolo, dalla sua famiglia di gioiellieri originaria dell’India, dove anche lui è nato. Sunny Jain, insomma, è diventato adulto in mezzo ai gioielli e fin da subito si è sentito attratto dal mondo colorato delle gemme. Eppure prima di dedicarsi ad anelli e collane ha voluto laurearsi in medicina, la sua seconda passione. Forse la capacità di vedere dentro il corpo umano gli ha aggiunto anche la possibilità di interpretare l’anima delle grandi pietre colorate che utilizza per le collezioni di Bavna, che ha creato nel 2011.

Anello in oro con diamanti fancy
Anello in oro con diamanti fancy

Una curiosità: il nome Bavna in antico Sanscrito significa «buone intenzioni», ma è anche il nome della madre, a cui il designer è molto legato. I suoi gioielli, spesso pezzi unici perché disegnati attorno a pietre dal colore irripetibile, sono piaciuti a Jennifer Lopez, Beyonce, Rihanna, Camila Alves, Eva Mendes, Halle Berry, Christina Hendricks, Kim Kardashian e Anne Hathaway. Lavinia Andorno

Bracciale in oro bianco con diamanti e zaffiri
Bracciale in oro bianco con diamanti e zaffiri
Orecchini in oro con diamanti fancy
Orecchini in oro con diamanti fancy

Orecchini con diamanti e tormaline rosa

Anello con grappolo di diamanti fancy
Anello con grappolo di diamanti fancy
Anello in oro con zaffiri blu e acquamarina
Anello in oro con zaffiri blu e acquamarina

Bracciale in oro e diamanti
Bracciale in oro e diamanti






Come investire in gioielli




Investire in gioielli? Destinare i propri risparmi ad anelli, collane e bracciali? È una domanda che si ripete. Il motivo c’è: le Borse salgono salgono salgono. Poi, a un certo punto, precipitano. I rendimenti delle obbligazioni sono ai minimi e quando invece sono ai massimi è perché c’è l’inflazione che ne diminuisce il rendimento. Insomma, per chi ha dei risparmi da investire scegliere non è mai facile. Quindi, è una buona idea investire in gioielli? E l’investimento in gioielli è fatto per voi?

Collier con ametiste e turchesi messo all'asta
Collier con ametiste e turchesi messo all’asta

L’idea di investire in gioielli ha una base: negli ultimi anni (anche se il 2020 è stato condizionato dal covid) le aste di gioielli di grandi società come Sotheby’s e Christie’s hanno mostrato prezzi in ascesa. Ma bisogna fare attenzione: il mercato della gioielleria è volatile e, in alcuni casi, opaco. Secondo gli esperti, grandi gioielli e pietre preziose possono essere una buona scelta sul lungo periodo, ma non garantiscono un incremento di valore. Secondo quanto affermato tempo fa da Laurence Nicolas, amministratore delegato globale di gioielli e orologi per la casa d’aste Sotheby’s, quello che è cambiato negli ultimi anni è il livello dei prezzi che raggiungono.

Il diamante ovale da 88 carati messo all'asta
Diamante ovale da 88 carati messo all’asta da Sotheby’s

Investire in diamanti

Nel 2017, la domanda globale di diamanti ha raggiunto il livello record di 82 miliardi di dollari secondo il rapporto annuale di diamanti De Beers, rispetto agli 80 miliardi di dollari del 2016. E secondo un manager di Alrosa, nel 2020 le vendite online di gioielli con diamanti sono quasi raddoppiate, hanno raggiunto circa il 20% del totale. I diamanti sono considerasti, come l’oro, un bene rifugio. Ma, attenzione, il loro valore non cresce sempre. Come per altri materiali, il loro valore può anche scendere. C’è, poi, il problema della vendita. Mentre l’oro si vende facilmente ai negozi specializzati o a un orefice, per i diamanti è generalmente un po’ più complicato.

Inoltre, anche i diamanti sono soggetti alle mode: oggi i consumatori sempre più desiderosi di acquistare diamanti rari e colorati, fancy, e un po’ meno le tradizionali gemme incolori. C’è solo un problema: quelli più pregiati (rosa, blu, gialli) costano molto. Anche perché solo un diamante su 10.000 è colorato, secondo il laboratorio di classificazione dei diamanti Gia.

Il diamante Spirit of the Rose
Il diamante Spirit of the Rose

Investire in pietre preziose

Non ci sono solo i diamanti. Le pietre preziose sono sempre più popolari. Rubini, smeraldi e zaffiri hanno registrato forti aumenti di prezzo negli ultimi anni, secondo la casa d’aste Bonhams. Ci sono pietre particolarmente rare e richieste. Se ci si basa sui risultati delle aste, si scopre che gli zaffiri del Kashmir hanno riportato un aumento del prezzo del 970% nei dieci anni fino a luglio 2018. E un aumento analogo, del 1.100%, riguarda alcuni esempi di rubini birmani. Identico discorso per gli smeraldi colombiani, i più preziosi. Il problema è che queste pietre ormai costano tantissimo. Ma può far piacere sapere che se avete in casa un anello con uno zaffiro del Kashmir potrete venderlo a caro prezzo.

The Hope Spinel ha stabilito un nuovo record mondiale a un'asta di Bonhams
The Hope Spinel ha stabilito un nuovo record mondiale a un’asta di Bonhams

Investire in gioielli

Anche i gioielli sono soggetti ad andamenti ciclici. Per dieci anni, secondo il Luxury Investment Index di Knight Frank, la performance dei beni di gioielleria ha superato quella del mercato immobiliare di New York, dell’oro e delle azioni statunitensi. Ma nel 2018 l’indice è sceso del 5%. Anche perché le vendite globali di gioielli seguono in parte l’andamento economico globale. Ed è proprio quando i soldi scarseggiano che chi ha dei gioielli prova a venderli: il momento, però, è quello sbagliato.

Il punto debole, però, se si considera la gioielleria come investimento, riguarda i gioielli moderni. Magari tra 30 anni saranno richiestissimi alle aste, ma per ora può essere molto difficile recuperare un investimento. Insomma, i gioielli moderni possono essere indossati e goduti, ma a venderli è raro anche solo ricevere i soldi spesi per l’acquisto. Escludendo da questo ragionamento pezzi con pietre di eccezionale valore. Ciò non significa che non si debba acquistare gioielli contemporanei, ma solo che più difficilmente un bracciale o un anello realizzato oggi possa essere rivalutato a breve.

Gioielli all'asta da Sotheby's
Gioielli all’asta da Sotheby’s

Investire in gioielli d’epoca

Per quanto riguarda i gioielli di un passato recente, certe epoche hanno maggiore attrattiva. I gioielli Art Déco, anni Venti e Trenta, e quelli dei decenni successivi sono di moda. Gioielli di quel periodo firmati da prestigiose Maison come Cartier e Van Cleef & Arpels sono molto apprezzati e risultano meno soggetti ai capricci della moda. Anche i gioielli degli anni Sessanta e Settanta cominciano a essere considerati pezzi d’epoca e rivalutati, a patto che siano di ottima qualità. Sempre secondo la valutazione degli esperti delle case d’aste, i prezzi dei gioielli Art Déco e Belle Époque (dal 1890 al 1915) sono aumentati del 72% tra il 2007 e il 2018. Pezzi antecedenti, cioè fine Ottocento, sono invece meno considerati, perlomeno in questi ultimi anni.

Spilla art déco del 1925 con lapislazzuli, corallo, giada, onice, diamanti
Spilla art déco del 1925 con lapislazzuli, corallo, giada, onice, diamanti

Come acquistare gioielli per investimento?

Partiamo da un concetto: un negozio di gioielleria aggiunge, ovviamente, un ricarico sul costo del gioiello. Insomma, va benissimo acquistare un gioiello da regalare, ma non aspettatevi di concludere un buon affare. E questo vale anche per i gioielli d’epoca acquistati in negozio: anche in questo caso il ricarico del gioielliere può essere elevato. L’alternativa è scegliere un gioiello nelle tante aste che si tengono ogni anno. Ma in questo caso il problema è individuare il prezzo giusto. Per lanciarsi in un acquisto di gioielli all’asta bisogna essere degli esperti. Se non lo siete, la cosa migliore è consultare il catalogo dell’asta con molto anticipo e condurre una ricerca preventiva sui pezzi che vi interessano riguardo i prezzi di gioielli analoghi battuti nelle aste più recenti: possono offrire un’idea della valutazione di mercato. Attenzione, però: ricordatevi che le case d’aste addebitano anche una commissione, che aumenterà il prezzo di vendita finale. Insomma, il vero costo non è quello stabilito al momento in cui scende il martello del battitore. Un altro modo per comprendere il vero valore di un gioiello è affidarsi alle società di assicurazione, anche se il prezzo fornito da un perito indipendente impiegato da una casa d’aste non è una guida assoluta per stabilire a quanto si potrebbe vendere in seguito il gioiello. Insomma, gli ingredienti della ricetta per investire in gioielli sono molti: ci vuole occhio, scegliere gioielli di alta qualità, con belle pietre preziose. E un po’ di fortuna.

Asta di Christie's a Ginevra
Asta di Christie’s a Ginevra

Il diamante battuto all'asta a New York
Diamante battuto all’asta a New York

Il diamante battuto all'asta a New York
Diamante battuto all’asta a New York







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