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A Milano gioiello contemporaneo al design





A Milano gioielli e arte alla Galleria Rossini in occasione della Design Week ♦︎

Per una settimana, tutti gli anni, Milano diventa la capitale del design. Salone del Mobile (negli spazi della Fiera) e Fuorisalone (le mostre in città) attirano folle e operatori da tutto il mondo. È puntuale anche la proposta della Galleria Rossini, che in occasione della design week organizza la mostra Outsidelounge 2019. Gioiello contemporaneo. Anche il gioiello, infatti, è frutto del design, in particolare quello che nasce da un legame con il mondo dell’arte contemporanea. Insomma, gioielli, ma di ricerca, pezzi unici.

Calcagnini Gioielli
Calcagnini Gioielli

La mostra sarà aperta dal 9 al 20 aprile, in collaborazione con le curatrici Marina Chiocchetta e Sonia Patrizia Catena. I gioielli sono eterogenei, nati dalla ricerca e dalla creatività di designer, orafi e artisti italiani e stranieri. Pezzi non necessariamente creati per essere indossati, ma come piccole sculture. I gioielli in mostra si concentrano su due filoni principali: il linguaggio cosiddetto biomorfico, cioè di imitazione formale della natura, oppure sullo studio di forme geometriche regolari legate al mondo dell’architettura.

Simone Vera, Bath, bracciale in bronzo e argento
Simone Vera, Bath, bracciale in bronzo e argento

Amoridoro, Giovanna Bittante, Silvia Borghi, Calcagnini Gioielli, Glauco Cambi, Marina Cappellano, Dario Scapitta Design, Claudine Dupeyron, Sabrina Formica, Rosanna Frapporti, Genos Gioielli, JewelryGreen, Lakeobject, Lunante, Erica Magliano, Maragisca, Marcia Lima, Monreale Gioielli, MyriamB, Quinta Essenza, Ridolfi Francesco, Flavia Rivetti, Simone Vera Bath, Werner Altinger

Gli autori presenti nella mostra

Opera di Silvia Borghi
Opera di Silvia Borghi

Ci sarà anche una selezione di gioielli d’artista provenienti da un altro progetto, Ridefinire il Gioiello, arrivato alla sua VII edizione e di cui la galleria è partner dal 2012. Saranno esposti i vincitori del Premio Rossini proclamati dalla direttrice artistica Marina Chiocchetta. La galleria ha scelto sette artiste meritevoli per ricerca, tecnica e originalità: Genos di Adriana del Duca, Vanessa Kubach, Lalì creative leather, Emilie Le Dez, Daniela Luzzu, Studiozero vetro di Caterina Zucchi, Qèc di Mariantonietta Davoli.

La mostra, che aprirà al pubblico in occasione del Fuorisalone martedì 9 aprile, sarà visitabile fino al 20 aprile 2019, da martedì a sabato ore 10.00 -19.00. L’incontro con gli artisti è previsto sabato 13 alle ore 16.00.





Glauco Cambi
Glauco Cambi

Marina Cappellano
Marina Cappellano
Dario Scapitta, Euklidea, Blue triangle
Dario Scapitta, Euklidea, Blue triangle
Sabrina Formica
Sabrina Formica
Genos Gioielli, Katana
Genos Gioielli, Katana
Lakeobject, orecchini Ventaglio
Lakeobject, orecchini Ventaglio
Lunante, Inclusioni
Lunante, Inclusioni
Erica Magliano, Organic artefice
Erica Magliano, Organic artefice
Maragisca Design Lab
Maragisca Design Lab
Monreale Gioielli
Monreale Gioielli
Quinta Essenza, spilla Oxidised Lichen
Quinta Essenza, spilla Oxidised Lichen
Francesco Ridolfi, collezione Skycity of Bhujerba
Francesco Ridolfi, collezione Skycity of Bhujerba

Flavia Rivetti, Emmaus
Flavia Rivetti, Emmaus







Il tesoro dei Nizam





Lo storico tesoro dei Nizam, famiglia reale del centro dell’India, torna visibile dopo 12 anni in una eccezionale mostra ♦︎

Appassionati di gioielli, se avete la possibilità acquistate un biglietto aereo per New Delhi, India. Fino al 5 maggio avrete la possibilità di ammirare uno dei diamanti più grandi del mondo, il diamante Jacob del peso di 184,75 carati, il settimo più grande del mondo, e altri 173 preziosi gioielli dei Nizams di Hyderabad, esposti al Museo Nazionale. La mostra si intitola Jewels of India: The Nizam’s Jewellery Collection. È un evento eccezionale, perché sono 12 anni che nessuno può vedere da vicino questa collezione di gioielli storici. Ed è una storia tutta da raccontare.

Il tesoro Nizam è un esempio eccezionale della gioielleria del Deccan, ma è stato rinchiuso nei sotterranei della Reserve Bank of India nel 1995, dopo una lunga battaglia legale per il suo possesso tra il governo e la precedente famiglia reale.

Jacob Diamond, di 184,75 carati
Jacob Diamond, di 184,75 carati

Un contenzioso che continua ancora tra Esra, la vedova erede della famiglia reale, e il governo, che ritiene invece il tesoro un patrimonio nazionale inestimabile, che non dovrebbe essere messo all’asta. I gioielli, in effetti, hanno un valore storico. Tutto nasce nel 1948, dopo l’adesione dello stato di Hyderabad all’India nel 1948, in seguito all’indipendenza dalla Gran Bretagna. Dopo l’annessione del regno da parte dell’Unione dell’India, Nizam e i suoi eredi furono banditi dal governo indiano. Gli eredi furono costretti a vendere i gioielli a un prezzo molto ridotto e affidati ad alcuni trust. Ma dopo la morte di Azam Jah, nel 1970, i trust decisero di vendere i gioielli. E da quel momento è iniziata la battaglia legale con il governo.

Ora, però, la mostra organizzata al Museo Nazionale permette di osservare da vicino i gioielli.

Pendente con diamante Golconda e perla
Pendente con diamante Golconda e perla

I gioielli Nizam sono incastonati con i favolosi diamanti Golconda, miniera ormai esaurita, smeraldi della Colombia, rubini e spinelli, perle della Birmania e di Bassora. Sono gioielli ricchi e seguono l’estetica e il design tradizionale indiano, che piaceva al settimo Nizam Mir Osman Ali Khan, che ha creato i Jewellery Trusts, che hanno permesso al governo indiano di acquisire i gioielli per la nazione. La collezione comprende sarceche (ornamenti per il turbante), collane, cinture e fibbie, bracciali e braccialetti, orecchini, anelli per le dita dei piedi, per le mani, orologi da taschino e catene per orologi, bottoni e gemelli.

La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 5 maggio 2019. Federico Graglia





Collana con smeraldi e diamanti
Collana con smeraldi e diamanti

Collana con perle, rubini e smeraldi
Collana con perle, rubini e smeraldi
Nawab Mir Osman Ali Khan
Nawab Mir Osman Ali Khan

Pendente del tesoro Nizam in oro, rubini e smeraldi
Pendente del tesoro Nizam in oro, rubini e smeraldi







54 clip di Van Cleef & Arpels





Le più belle clip di Van Cleef & Arpels riunite in una mostra a Parigi. Eccone alcune ♦︎

La clip, recita la definizione, è un fermaglio a molla di varia fattura e per diversi usi. D’accordo, ma la clip può anche esistere per un altro, unico, differente motivo: essere ammirata. È il caso delle clip di alta gioielleria, che di solito non fermano, chiudono o servono a nulla altro che a mostrare la propria bellezza. Tornata di moda dopo anni di oblio, la spilla vive una seconda giovinezza. E a ricordare che cosa avviene quando l’alta gioielleria sposa l’arte della oreficeria ci pensa Van Cleef & Arpels, che a Parigi, nella lussuosa sede al numero 20 di Place Vendôme, ha organizzato una mostra delle sue clip più famose: dalle celebri ballerine, agli animali, fino ai fiori.

La mostra si intitola Le clip, un bijou de style et d’élégance e raccoglie 54 pezzi della collezione del patrimonio della Maison, accompagnati da disegni e video.

Chrysanthème, esposto anche al  Musée des Arts Decoratifs
Chrysanthème, spilla con rubini e diamanti esposta anche al Musée des Arts Decoratifs

È anche l’occasione per rivisitare mode e forme legate ai periodi storici che vanno dagli anni Venti fino a oggi. Spighe di grano, piume, cerchi perfetti, nodi di pizzo, leoni e pulcini, fate che si sono appuntate su vestiti da sera o da giorno, in occasioni diverse. Ma sempre come un segno distintivo: non tutti possono indossare piccole opere d’arte.

Boutique Van Cleef & Arpels
Heritage Gallery
20 Place Vendôme 75001, Paris
Dal 21 gennaio al 30 marzo 2019
dal lunedì al sabato dalle 11 alle 19





Clip Danseuse (1947) © Van Cleef & Arpels
Clip Danseuse (1947) © Van Cleef & Arpels

Clip Orchidea (1927) © Van Cleef & Arpels
Clip Orchidea (1927) © Van Cleef & Arpels
Clip Lion (1967) © Van Cleef & Arpels
Clip Lion (1967) © Van Cleef & Arpels
Clip Lace Bow (1949) © Van Cleef & Arpels
Clip Lace Bow (1949) © Van Cleef & Arpels

Clip Fairy Dragonfly (1941) © Van Cleef & Arpels
Clip Fairy Dragonfly (1941) © Van Cleef & Arpels







Fabergé in mostra





Lo stile Fabergé in una grande mostra vicino a Mosca. Ecco le immagini in anteprima ♦︎

Ci sono ottimi gioiellieri. Ci sono anche grandi gioiellieri. Un gradino più in alto ci sono i gioiellieri che hanno fatto la storia. E poi c’è Fabergé. Mitico, quasi misterioso, con un’eredità contesa che è giunta fino ai nostri giorni. A questo nume tutelare della gioielleria il Museo e centro espositivo La Nuova Gerusalemme di Istra (vicino a Mosca) dedica una grande esposizione: Lo stile di Fabergé. Eccellenza senza tempo.

L’esposizione presenterà oltre 400 pezzi, molti dei quali non sono mai stati esposti al pubblico.

Tiara appartenuta alla zarina
Tiara appartenuta alla zarina

Ai fortunati che possono visitare la mostra sono proposte le opere della casa di gioielli Fabergé dalle collezioni dei musei russi e stranieri: il Museo Fabergé in Baden-Baden (Germania), il Museo Statale Ermitage (Russia, San Pietroburgo) e altri.

La mostra non comprende solo i singoli oggetti, ma racconta anche la storia dello sviluppo della Casa Di Fabergé, con rari documenti che segnano le fasi importanti nella storia del marchio.

dice il curatore della mostra, professore, fondatore del primo museo privato in Russia (Il Museo Nazionale di Russia) e il Museo Fabergé a Baden-Baden (Germania), Alexander Ivanov. Ci sono anche utensili di cristallo, articoli da regalo e prodotti per l’arredo. Inoltre, è presentato un confronto del lavoro di maestri orafi di diverse filiali dell’azienda di San Pietroburgo e di Mosca. E non mancano le famose uova di pasqua imperiali, gli oggetti dallo studio di Sua Maestà Imperiale, gli accessori dei membri della famiglia imperiale.

Spilla con zaffiro di Peter Carl Fabergé
Spilla con zaffiro di Peter Carl Fabergé

Tra gli articoli esposti principali c’è l’uovo imperiale di Pasqua di betulla della Carelia (1917), l’ultimo uovo di Pasqua, prodotto e regalato alla famiglia imperiale dalla ditta Fabergé; l’uovo imperiale di Pasqua «La costellazione di zarevic Aleksej» (1917), destinato in dono all’imperatrice Alexandra Fedorovna per la Pasqua del 1917; la spilla «Farfalla» (1896), donata dall’imperatore Nicola II all’attrice M. N. Ermolova.

Lo stile di Fabergé. Eccellenza senza tempo
15 dicembre 2018 — il 24 marzo 2019
Museo e centro espositivo «La Nuova Gerusalemme»,
Istra (60 km da Mosca), Russia





Uovo di Pasqua del 1904
Uovo di Pasqua del 1904

Uovo di Pasqua del 1904, parte superiore
Uovo di Pasqua del 1904, parte superiore
Uovo di Pasqua del 1904, dettaglio
Uovo di Pasqua del 1904, dettaglio

Uovo di Pasqua del 1904, aperto
Uovo di Pasqua del 1904, aperto

Imperial Easter Egg, Tsesarevich Constellation
Imperial Easter Egg, Tsesarevich Constellation

Cofanetto per tabacco da fiuto
Cofanetto per tabacco da fiuto

Spilla Butterfly
Spilla Butterfly

Spilla in oro con fiore
Spilla in oro con fiore







Terza vita per il Museo del Gioiello





Il Museo del Gioiello di Vicenza si rinnova con la terza esposizione curata da Alba Cappellieri. Ecco come sarà ♦︎

È stato bello, lo sarà ancora di più. Dopo quattro anni il Museo del Gioiello di Vicenza ospitato all’interno della Basilica Palladiana si rinnova. Ma non è una sorpresa: l’esposizione permanente, infatti, è nata proprio con l’idea di un rinnovamento continuo dei gioielli esposti.

Il museo, iniziativa di Italian Exhibition Group Spa in partnership con il Comune di Vicenza, propone al pubblico una mostra di 310 pezzi unici, molti dei quali appartenenti a collezioni private, che generalmente non sono accessibili né al pubblico né agli operatori del settore.

Bulgari, collana Flora,  High Jewellery 2013.  Oro rosa, 60 zaffiri fancy color, diamanti tondi taglio brillante, pavé di diamanti
Bulgari, collana Flora, High Jewellery 2013.
Oro rosa, 60 zaffiri fancy color, diamanti tondi taglio brillante, pavé di diamanti

I gioielli sono concessi al museo per due anni. Ora è la volta della terza edizione, che si inaugura il 14 dicembre e sarà visitabile fino alla fine del 2020.

Il Museo del Gioiello è diretto da Alba Cappellieri, docente di Design del Gioiello al Politecnico di Milano, oltre che principale studiosa del gioiello in Italia. Tante le novità che gli appassionati di gioiello potranno ammirare. Come la collana Flora High Jewellery di Bulgari. “Ho scelto questo oggetto straordinario perché è un omaggio alla manifattura e alla bellezza italiana. Bulgari si ispira ai dipinti di Sandro Botticelli, la cui grazia eterna si riverbera in questo prezioso e delicato bouquet fiorito e la splendida manifattura esalta la capacità artigiana italiana.”, spiega Cappellieri.

Il percorso espositivo si snoda attraverso nove sale, ognuna delle quali accoglie una diversa accezione del gioiello, in un pluralismo di contenuti, epoche, geografie e provenienze.

Sono il gioiello come Simbolo, Magia, Funzione, Bellezza, Arte, Moda, Design, Icone e Futuro, ciascuna, nella nuova edizione, affidata a un curatore di fama internazionale che ne ha interpretato il significato attraverso preziosi di straordinaria bellezza e inestimabile valore.

È di Pascale Lepeu, direttore della collezione Cartier da oltre 30 anni, la selezione della Sala Simbolo che ospita gioielli straordinari capaci di raccontare la potenza simbolica degli ornamenti. Simbolo di potere, di ricchezza, di religione, regalità, manifattura.

A Cristina Boschetti, archeologa, esperta di produzioni artistiche del Mediterraneo Ellenistico e Romano, è invece affidata la Sala Magia: amuleti e talismani protettivi, monili propiziatori per allontanare influenze maligne. Per la Sala Funzione è stato scelto Massimo Vidale, professore di Archeologia dell’Università di Padova, che ha centrato l’attenzione sulla funzione comunicativa del gioiello. Dai gioielli dei guerrieri di diverse culture, fino agli anelli e ai pendenti utilizzati dai rapper.

Alba Cappelieri
Alba Cappelieri

L’interpretazione della Sala Bellezza è curata da Patrizia di Carrobio, esperta di diamanti. Per lei i gioielli trasferiscono bellezza in chi li ammira. Il tema è il gioco, in un mix affascinante di valori, dove l’alta gioielleria si mischia con gioielli moda. A Marie-José van den Hout, gallerista olandese, fondatrice della galleria Marzee, è stata affidata la Sala Arte. Il tema è l’oro e il racconto si dipana attraverso i processi di sperimentazione degli artisti internazionali, che non hanno avuto timore di portare al limite la creatività e la sperimentazione ottenendo risultati sorprendenti.

Nella Sala Moda, curata da Chichi Meroni, anima creativa de l’Arabesque Cult Store di Milano, si trovano bijoux creati per la moda tra gli anni Venti e Ottanta mentre, la Sala Design è stata curata da Alba Cappellieri con una selezione dedicata ai designer che non hanno esplorato altri prodotti che non fossero il gioiello.

La Sala Icone è curata da Gabriele ed Emanuele Pennisi, antiquari milanesi specializzati nel gioiello antico: ospita capolavori del passato tra il XVII e il XX secolo, icone dei loro tempi: dalle montature dell’Ottocento alla manifattura mirabile dei gioielli in smalto, fino ai sigilli e ai ritratti di personaggi famosi. L’ultima sala, dedicata al tema del Futuro, è stata curata da Olga Noronha, fashion designer internazionale: dalla gioielleria digitale che modifica il corpo ai gioielli invisibili che si innestano sottopelle, dai gioielli terapeutici ai gioielli home made che si possono autoprodurre.





Queen Maria of Serbia's tiara. Van Cleef and Arpels, 1949 White gold, silver, diamonds, fake emerald (glass)
Queen Maria of Serbia’s tiara. Van Cleef and Arpels, 1949
White gold, silver, diamonds, fake emerald (glass)

Marcel Boucher, Sonia,  Linea Ballet of Jewels, 1950, Usa. Metallo dorato, strass blu e bianchi
Marcel Boucher, Sonia, Linea Ballet of Jewels, 1950, Usa. Metallo dorato, strass blu e bianchi
Una sala della Basilica Palladiana
Una sala della Basilica Palladiana
Interno del Museo del Gioiello
Interno del Museo del Gioiello

Alba Cappelieri in una sala del Museo del Gioiello
Alba Cappelieri in una sala del Museo del Gioiello







Con Lebole Gioielli Macchiaioli alle orecchie





I quadri di pittori di fine Ottocento si trasformano in orecchini con Lebole Gioielli ♦︎

I Macchiaioli sono stati un movimento artistico italiano di fine Ottocento, che comprende pittori come Giuseppe De Nittis, Giovanni Fattori, Carlo Fornara, Domenico e Gerolamo Induno, Silvestro Lega, Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Segantini, Federico Zandomeneghi. Ora ai Macchiaioli è dedicata una mostra organizzata a Novara che comprende circa 80 opere dei grandi maestri italiani, a cui si aggiungono quelle di pittori che hanno preso spunto da quel movimento, come Giovanni Boldini.

Che cosa c’entrano i Macchiaioli con i gioielli? C’entrano.

Lebole Gioielli ha deciso di abbinare una linea di orecchini della collezione Circle a 12 immagini delle opere esposte.

Capsule collection dedicata ai Macchiaioli
Capsule collection dedicata ai Macchiaioli

La scelta è dovuta alla passione della designer, Barbara Lebole, per la pittura e l’arte in generale, oltre che alla tradizionale attività nell’antiquariato della famiglia. Gli orecchini della collezione The Circle sono realizzati con capsule piatte stampate su banda stagnata, montati in ottone galvanizzato oro e pietre naturali. L’asimmetria è data dalle diverse immagini impresse nella capsula. Saranno in vendita al book shoop della mostra e in tutti i rivenditori Lebole Gioielli. Prezzo: 28 euro.

Dai Macchiaioli a Segantini
Novara, 20 ottobre 2018 – 24 febbraio 2019
Castello Visconteo Sforzesco

Orecchini di Lebole Gioielli
Orecchini di Lebole Gioielli
Orecchini collezione The Circle
Orecchini collezione The Circle
Capsule collection di Lebole Gioielli
Capsule collection di Lebole Gioielli
Orecchini con particolari dei quadri esposti alla mostra «Dai Macchiaioli a Segantini»
Orecchini con particolari dei quadri esposti alla mostra «Dai Macchiaioli a Segantini»

Potere & Gioielli, una mostra scopre gli intrecci





I simboli del potere: tiare e corone in una mostra al Museo del Gioiello di Vicenza ♦︎

Non solo i gioielli servono a sottolineare il corpo di chi li indossa, non solo mostrano il gusto di chi li sceglie e non solo sono un indice di ricchezza. Sono anche, in alcune occasioni, simboli del potere. Come tiare e corone, medaglie e spille, anelli e diademi. A loro, ai gioielli del potere, è dedicata la nuova mostra al Museo del Gioiello di Vicenza, all’interno della Basilica Palladiana. Il museo è il primo in Italia e uno dei pochi al mondo dedicato esclusivamente al gioiello ed è gestito da Italian Exhibition Group (società che organizza anche VicenzaOro) in partnership con il Comune di Vicenza.

Tiara della collezione Ballarino Cavour
Tiara della collezione Ballarino Cavour

La nuova mostra temporanea si intitola I Gioielli del Potere: Corone e Tiare ed è curata da Alessandra Possamai (22 settembre-17 marzo 2019).

Sotto le teche si trova un’accurata selezione di corone e tiare provenienti da tempi e contesti diversi, dall’alta gioielleria alla moda. “La mostra rappresenta un excursus tra le corone e le tiare del passato e del presente, e pone l’attenzione su quello che sono e quello che sono state. Un vero e proprio salto nel gusto e nello stile di epoche diverse attraverso opere di grandi artisti”, spiega la curatrice, Alessandra Possamai. “Un mondo, tuttavia di interesse creativo, un banco di prova per orafi e designer contemporanei. I preziosi manufatti protagonisti della mostra sono segno dell’eccellenza dell’arte orafa, caratterizzata da cura del dettaglio e qualità del lavoro, che ha reso grande il Made in Italy nel mondo”.

“Da sempre la moda assorbe e partorisce forti valori iconici e le corone sono potenti ispirazioni per il loro immediato e universale simbolismo. Siamo molto orgogliosi di questa nuova mostra temporanea: Alessandra Possamai ha saputo intrecciare tempi e contesti diversi, presentando corone e tiare dall’alta gioielleria alla moda, confermando e ampliando lo spirito pluralistico e inclusivo del Museo del Gioiello”, aggiunge Alba Cappellieri, direttore del Museo del Gioiello.




Corona, 2018, in oro, argento, diamanti taglio rosa, corallo rubrum. Collezione dell'autore Platimiro Fiorenza
Corona, 2018, in oro, argento, diamanti taglio rosa, corallo rubrum. Collezione dell’autore Platimiro Fiorenza

Corona, 1986. Realizzata per la parte di Re Oaudio in Amleto interpretato da Alain Batas, riduzione cinematografica di Franco Zeffirelli. Lastra in argento sbalzata a mano con pietre dure. Archivio Gerardo Sacco
Corona, 1986. Realizzata per la parte di Re Oaudio in Amleto interpretato da Alain Batas, riduzione cinematografica di Franco Zeffirelli. Lastra in argento sbalzata a mano con pietre dure. Archivio Gerardo Sacco







I bijoux di Kenneth Jay Lane

Una mostra dedicata al più americano dei designer di bijoux, Kenneth Jay Lane. Ecco dove ♦︎

Kenneth Jay Lane (1932-2017) è stato un designer americano che ha iniziato a disegnare gioielli nel 1963. Non solo: ha anche ideato calzature ingioiellate per Dior e Arnold Scaasi. Pare che la sua ascesa sia iniziata anche grazie all’apprezzamento di Wallis Simpson, la duchessa di Windsor, che ha acquistato alcuni pezzi di Lane e lo ha raccomandato ai suoi amici. Ora a Kenneth Jay Lane è dedicata una mostra al Museo del Bijou di Casalmaggiore (Cremona).

Uno dei talenti principali di Lane è stato copiare i gioielli di alta gamma. Ma talmente bene che i bijoux erano mostrati con orgoglio dai possessori.

Per l’inaugurazione della mostra, il 22 settembre, è prevista anche una conferenza sul lavoro di Lane da parte della presidente del museo, Maria Teresa Cannizzaro, sarà possibile acquistare alcuni bijoux e si svolgerà un’asta dedicata a un progetto benefico. Inoltre, è prevista una sfilata di abiti vintage americani, con le modelle che sfileranno nel Museo. Sarà disponibile il nuovo libro, Brillanti Illusioni, che è anche il Catalogo della Mostra. La mostra su Kenneth Jay Lane rimarrà aperta fino al 4 novembre. Il 12 ottobre, Columbus Day, Teresa Cannizzaro sarà di nuovo al Museo e nuovamente per la chiusura, il 3 novembre. Info: www.museodelbijou.it

Cavallino alato, collezzione Pennetta. Resina acrilica turchese con strass su fusione in peltro placcato rodio
Cavallino alato, collezzione Pennetta. Resina acrilica turchese con strass su fusione in peltro placcato rodio

Spilla Elefante con portantina. Smalti policromi e strass su peltro americano
Spilla Elefante con portantina. Smalti policromi e strass su peltro americano dorato
Kenneth Jay Lane
Kenneth Jay Lane
Spilla Stella con strass bianchi
Spilla Stella con strass bianchi
Bracciale in metallo dorato e martellato con strass
Bracciale in metallo dorato e martellato con strass

Collana di perle e smeraldi
Collana di perle e smeraldi







A Roma i gioielli d’artista per Roberto Coin





Nella boutique di Roberto Coin a Roma i gioielli d’artista di Arman, Pol Bury, Turi Simeti… ♦︎

Arman, Pol Bury, Turi Simeti, Marco Lodola, Lim Dong Lak, Mauro Staccioli, Valerio Adami, Jean Claude Farhi, Emilio Isgrò. Artisti che hanno deciso, in un momento della loro vita, di dedicarsi a piccole sculture da infilare al dito o indossare al polso. Insomma, gioielli. Una raccolta di questi gioielli costituisce la collezione di Marylart, in mostra nella boutique di Roberto Coin di Roma (via del Babuino 73) dal 15 al 29 settembre.

La collezione, per la precisione, si chiama Jewels by Contemporary Artists ed è organizzata da Marylart, un editore di Lugano da anni impegnato nella realizzazione di gioielli disegnati dai più affermati artisti contemporanei. La mostra si intitola, appunto, Gioielli d’Artista, ed è curata da Marina Ruggieri, da oltre 20 anni editore di gioielli d’artista.

Collana di Valerio Adami
Collana di Valerio Adami

Il critico d’arte francese Pierre Restany ha definito la raccolta un “museo in miniatura”.

Anche perché ne fanno parte artisti che hanno segnato la storia dell’arte del Novecento, come quelli citati. “Ho sempre considerato il gioiello come una forma d’arte, che va ben oltre il semplice accessorio legato al mondo della moda o dello stile. Questa mostra è la dimostrazione di quanto la capacità e la sensibilità artistiche siano fondamentali per dare vita a gioielli preziosi quanto unici” è il commento di Roberto Coin. In programma per il prossimo anno mostre a Rio de Janeiro, San Paulo, Pechino.





Anello in oro rosa di Arman
Anello in oro rosa di Arman

Anello in argento di Bury
Anello in argento di Bury
Anello di Bury
Anello di Bury
Anello di Lim Dong Lak
Anello di Lim Dong Lak

Ciondolo di Turi Simeti
Ciondolo di Turi Simeti







Cartier in mostra





Oltre 300 grandi gioielli di Cartier in una grande mostra: c’è anche la tiara della regina Elisabetta indossata da Kate Middleton ♦︎

Ci sono nomi della gioielleria che assomigliano a famiglie reali. Hanno una lunga tradizione alle spalle e, soprattutto, sono considerate da tutti (anche dai concorrenti) una spanna al di sopra degli altri. Insomma, ci sono Maison con il sangue blu. E, non a caso, sono anche le preferite dai reali, quelli veri. Una di queste regine della gioielleria è Cartier. Cinque anni fa Cartier aveva deciso di celebrare la propria ricca tradizione con una grande mostra a Parigi, al Grand Palais. Ora, un po’ a sorpresa, replica questa esposizione in Australia. La mostra Cartier: The Exhibition è organizzata alla National Gallery di Canberra, sede del Parlamento australiano (no, non è a Sidney) e presenta oltre 300 gioielli, anche di famiglie reali che li hanno gentilmente prestati per la mostra, o appartenute a celebrità, più pezzi rari che fanno parte della collezione Cartier. Ci sono diademi, collane, spille e orecchini che fanno parte di un pezzo di storia: in tutto, 7776 diamanti, 1246 smeraldi, 301 zaffiri, 249 altre gemme colorate da 3500 carati. Come la spilla con diamanti della cantante lirica australiana Dame Nellie Melba, la collana di giadeite imperiale dell’ereditiera Barbara Hutton, l’anello di fidanzamento con diamante da 10,48 carati della principessa Grace di Monaco, la collana di diamanti e rubini di Elizabeth Taylor (regalo del terzo marito Mike Todd).

Molti dei pezzi esposti hanno una lunga storia. Come la tiara Halo, ordinata a Cartier tre settimane prima di diventare re da Giorgio VI, nel 1936. Il diadema in platino, con 739 diamanti tondi taglio brillante e 149 diamanti taglio baguette, era per la sua futura moglie Elizabeth Bowes-Lyon (la regina madre). Che poi ha regalato la tiara alla futura Regina d’Inghilterra, Elisabetta II, per il diciottesimo compleanno. La Halo Tiara è tornata a splendere in pubblico nel 2011, indossata da Kate Middleton per il suo matrimonio con il Principe William.

La mostra comprende anche una selezione di originali disegni preparatori, ritratti, fotografie storiche, film, materiale pubblicitario, strumenti per la creazione di gioielli e attrezzature per fornire una panoramica storia di Cartier. Margherita Donato




Tiara Halo con 739 diamanti tondi taglio brillante e 149 diamanti taglio baguette
Tiara Halo con 739 diamanti tondi taglio brillante e 149 diamanti taglio baguette
Kate Middleton con la Halo TIara il giorno del suo matrimonio. Photo: Getty Image
Kate Middleton con la Halo Tiara il giorno del suo matrimonio. Photo: Getty Image
Spilla in platino del 1953, Ordine speciale. Platino, diamanti, diamante rosa . Prestato da Sua Maesta Elizabeth II. Collection Trust
Spilla in platino del 1953, Ordine speciale. Platino, diamanti, diamante rosa . Prestato da Sua Maesta Elizabeth II. Collection Trust
La Regina Elizabeth II con la  collana Nizam di Cartier. Indossata per il suo matrimonio nel 1947
La Regina Elizabeth II con la collana Nizam di Cartier. Indossata per il suo matrimonio nel 1947
La collana Nizam of Hyderabad di Cartier , in platino e diamanti. Prestata da Sua Maestà la regina Elisabetta
La collana Nizam of Hyderabad di Cartier , in platino e diamanti. Prestata da Sua Maestà la regina Elisabetta
La Duchessa di Windsor nel 1947. Foto Condé Nast
La Duchessa di Windsor nel 1947. Foto Condé Nast
Collana in platino e diamanti Devant de corsage, Cartier, 1902
Collana in platino e diamanti Devant de corsage, Cartier, 1902
Grace, principessa di Monaco, indossa gioielli Cartier, 1959. Photo: H. Lukomski
Grace, principessa di Monaco, indossa gioielli Cartier, 1959. Photo: H. Lukomski
Anello di fidanzamento   della principessa di Monaco. Cartier Paris, 1956. Foto: Vincent Wulveryck
Anello di fidanzamento
della principessa di Monaco. Cartier Paris, 1956. Foto: Vincent Wulveryck

Spilla Flamingo di Cartier, collezione Nils Herrmann. Platino, oro, diamanti, smeraldi, zaffiri, rubini, citrini
Spilla Flamingo di Cartier, collezione Nils Herrmann. Platino, oro, diamanti, smeraldi, zaffiri, rubini, citrini







Sotheby’s online debutta in Italia





Prima asta online di gioielli organizzata da Sotheby’s in Italia. Esposizione a Milano di una prestigiosa collezione privata ♦︎

Anche l’Italia, da Milano, ha la sua parte di gioielli all’asta. Sotheby’s ha annunciato una vendita all’incanto, online, di gioielli dal 17 al 30 maggio. E con un’esposizione aperta al pubblico dal 22 al 23 maggio, nello storico Palazzo Serbelloni (corso Venezia 16). In particolare, è in vendita una collezione privata che, recita il comunicato di Sotheby’s, è stata «costituita con passione nel corso di una vita a partire dai primi anni Cinquanta». Questa collezione ha due principali soggetti d’ispirazione: il mondo della natura e della moda e i gioielli d’artista.

Comprende, quindi, gioielli che raffigurano farfalle, libellule, api e moschine di vari periodi, con pezzi di Bulgari e Buccellati, di Cartier e Van Cleef & Arpels, o di firme americane come quelle di Webb, Tiffany e Schlumberger.

Ci sono anche gioielli firmati da artisti, come la preziosa spilla di Capogrossi in diamanti, una serie di collane di Facchini, Afro per Masenza, oppure gioielle dal mondo della moda come quelli firmati Valentino.

«È la prima asta online dedicata ai gioielli che organizziamo in Italia, sulla scia di quelle di Londra e di New York. E sono lieta che Milano sia stata scelta subito dopo Londra come piazza europea della piattaforma internazionale», è il commento di Sara Miconi, responsabile della vendita. Le stime dei gioielli della collezione oscillano dai 400 euro a un massimo di 20.000 euro.




Spilla con diamanti di Capogrossi
Spilla con diamanti di Capogrossi
Collana con medaglione di Afro in oro
Collana con medaglione di Afro in oro
Particolare del medaglione firmato Afro
Particolare del medaglione firmato Afro
Spilla come una libellula, con uno zaffiro a forma di cuore, testa e coda evidenziate con smeraldi rotondi e diamanti, le ali con smalto e con diamanti incastonati, peso lordo circa 26 grammi
Spilla come una libellula, con uno zaffiro a forma di cuore, testa e coda evidenziate con smeraldi rotondi e diamanti, le ali con smalto e con diamanti incastonati, peso lordo circa 26 grammi
Spilla a forma di farfalla, con smeraldi, rubini, zaffiri e diamanti. Il corpo è realizzato con una perla naturale, del peso di circa 22 grammi
Spilla a forma di farfalla, con smeraldi, rubini, zaffiri e diamanti. Il corpo è realizzato con una perla naturale, del peso di circa 22 grammi
Composizione con farfalle e libellula
Composizione con farfalle e libellula







Artisti da indossare a Dubai





Gioielli firmati da famosi artisti, da Picasso a Kapoor: sono in mostra (e in vendita) a Dubai ♦︎

Che i gioielli siano una forma artistica, ovviamente quando sono al top, è assodato. E la passione di molti pittori e scultori per i gioielli lo conferma. Se andate a Dubai, per esempio, dal 19 marzo al 2 giugno 2018 potete visitare la Custot Gallery, che ha organizzato una mostra intitolata Art and Jewelry, curata dalla collezionista Diane Venet. Come potete immaginare, la mostra è dedicata ai gioielli che sono stati realizzati da artisti di fama internazionale, come Alexander Calder, Pablo Picasso e Niki de Saint Phalle, passando per Anish Kapoor, Marc Quinn, Ron Arad, oppure l’argentino Pablo Reinoso, l’iraniano Monir Shahroudy e il libanese Nadim Karam. Nota: gli 80 gioielli esposti sono anche in vendita. La mostra è un’idea di Stéphane Custot, che gestisce la galleria nella città degli Emirati.

La mostra comprende bracciali, collane, orecchini, anelli, cioè l’intero spettro dei gioielli. Spesso sono pezzi creati dagli artisti come un segno di amore per moglie compagne. Ma non solo: Alexander Calder, per esempio, durante la sua vita ha scolpito più di 1.800 gioielli, tutti pezzi unici. Federico Graglia




Anish Kapoor, Water Pendant, oro 22 carati lucido, smalto blu. Courtesy of Louisa Guinness Gallery. Photo Credit: Richard Valencia
Anish Kapoor, Water Pendant, oro 22 carati lucido, smalto blu. Courtesy of Louisa Guinness Gallery. Photo Credit: Richard Valencia

Collana in ottone di Alexander Calder. Foto Courtesy: Custot Gallery
Collana in ottone di Alexander Calder. Foto Courtesy: Custot Gallery
Anello Linea Indeterminata, in argento, di Bernar Venet. Foto Courtesy: Custot Gallery
Anello Linea Indeterminata, in argento, di Bernar Venet. Foto Courtesy: Custot Gallery
Niki de Saint Phalle, collana Assemblage, 1974- 2015. Foto Courtesy: Custot Gallery
Niki de Saint Phalle, collana Assemblage, 1974- 2015. Foto Courtesy: Custot Gallery

Pablo Reinoso, orecchini a forma di spaghetti. Foto Courtesy: Custot Gallery
Pablo Reinoso, orecchini a forma di spaghetti. Foto Courtesy: Custot Gallery







L’alta gioielleria in mostra a Valenza



A Valenza le tecniche dell’alta gioielleria diventano una mostra itinerante ♦︎

Si dice che Valenza sia la capitale dell’alta gioielleria in Italia. La verità è che non tutta l’alta gioielleria è realizzata nella città piemontese, ma buona parte sì. L’antica tradizione orafa di Valenza è ora mostrata attraverso la mostra Valenza. L’arte e la tecnologia del gioiello tra passato, presente e futuro (23-25 febbraio 2018). La settecentesca Villa Gropella ospiterà la prima e inedita tappa, perché si tratta di una esposizione itinerante. L’esposizione è curata da Giansante Gioielli, realtà locale del settore e permette di osservare dall’interno le tecniche di lavorazione dei gioielli di pregio. «Con questa preziosa rassegna la nostra realtà intende valorizzazione l’arte orafa legata indissolubilmente al territorio di Valenza, oggi come ieri», commenta Marcello Giansante.

La mostra visualizza la produzione artigiana locale, ripercorrendone l’evoluzione attraverso l’esposizione di fotografie, oggetti e scritti che narrano lo straordinario lavoro dei valenti artigiani di quest’area, nota al mondo per i suo raffinati manufatti e diventata oggi un punto di riferimento della produzione orafa internazionale. Molto spesso, infatti, non si ha coscienza del processo creativo che sta dietro un gioiello di pregio. «Le botteghe capaci di lavorare pietre e metalli preziosi sono oggi un patrimonio culturale e non solo economico molto importante», aggiunge Giansante. «Vogliamo che quest’arte venga esaltata e, per questo, abbiamo ideato un progetto espositivo che valorizza il saper fare. La grande precisione e l’abilità manuale, oltre che la fantasia e la creatività, tramandata, con i suoi gesti e i suoi strumenti, di generazione in generazione, da maestro ad apprendista, sono gli elementi che si potranno scoprire nel corso dell’esposizione».

Valenza. L’arte e la tecnologia del gioiello tra passato, presente e futuro
23 – 25 febbraio 2018 dalle 10.00 alle 18.00
Villa Gropella – Strada per Solero, 8 – Valenza (Alessandria)
Ingresso gratuito
www.gioielleriagiansante.it/mostra
Tel. +39 0362 907354





Immagine dalla mostra Valenza. L’arte e la tecnologia del gioiello tra passato, presente e futuro
Immagine dalla mostra Valenza. L’arte e la tecnologia del gioiello tra passato, presente e futuro

Lavorazione con lo stampo
Lavorazione con lo stampo
Lavorazione dei gioielli
Lavorazione dei gioielli
Bracciali a molla di Giansante Gioielli
Bracciali a molla di Giansante Gioielli
Controllo qualità
Controllo qualità

Villa Gropella, a Valenza
Villa Gropella, a Valenza







La Persia dei gioielli in mostra



I gioielli della Persia antica e moderna al Museo del Bijou di Casalmaggiore ♦︎

La Persia non è solo quella delle Mille e una notte. E non è neppure solo quella che ogni tanto si legge nelle cronache di geopolitica. C’è anche una Persia che ha una cultura millenaria, che si esprime anche con la gioielleria. Chi è curioso di sapere in che cosa consiste l’arte di fabbricare gioielli in Iran, può andare a visitare una mostra allestita nel Museo del Bijou di Casalmaggiore (Cremona, dal 25 novembre al 28 gennaio). La mostra si intitola Splendida Persia, visioni nel Gioiello, ed curata da Bianca Cappello e della designer iraniana Sogand Nobahar. La mostra propone, ovviamente, una selezione di gioielli storici, ma anche pezzi della oreficeria contemporanea.

Tra i gioielli antichi si trovano pezzi che hanno origine nell’antica Mesopotamia, mentre tra i gioielli contemporanei ci sono quelli di grandi designer iraniani, che reinterpretano idee e simboli della tradizione persiana e islamica. Accanto a loro, con un parallelo ardito, si trova selezione di gioielli made in Italy dagli anni Sessanta agli anni Duemila, anche questi ispirati all’iconografia, ai colori e alla poesia persiana. Sorprendente sapere che esistono. Infine, con un mix ancora più sorprendente, sono esposti i gioielli concettuali di un gruppo di giovani studenti del corso di Design del Gioiello dell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.

Infine, a contorno della mostra, sono esposti gli scatti inediti in Iran del fotografo Federico Wilhelm. Lavinia Andorno

Splendida Persia, visioni nel Gioiello
Museo del Bijoux di Casalmaggiore
Via Porzio 9, Casalmaggiore (Cremona)
Orario: da martedì a sabato: 10.00-12.00 / 15.00 – 18.00
Domenica e festivi: 15.00- 19.00.
Chiuso Natale e Capodanno.
Ingresso: intero 3 euro; ridotto 2,50 euro
Informazioni e prenotazioni: 0375 284424




 Ailin Abrishami
Pendente di Ailin Abrishami
Diadema di Bozart, anni Ottanta
Diadema di Bozart, anni Ottanta
Diadema di Bozart, anni Ottanta
Collana di Carlo Zini, inizio anni Duemila
Collane in corniola incisa, Bactriana III-X secolo d.C.
Collane in corniola incisa, Bactriana III-X secolo d.C.
Collane in faiance, Persia, epoca sasanide VII secolo
Collane in faiance, Persia, epoca sasanide VII secolo
Fateme Safar Talab, collane serie Lady Pomegranate
Fateme Safar Talab, collane serie Lady Pomegranate
Parure di Gianni De Liguoro
Parure di Gianni De Liguoro

Collana in giaietto e argento, secondo XII e XX
Collana in giaietto e argento, secondo XII e XX





Mahnaz Seyedekthiary
Mahnaz Seyedekthiary

Maryam Azadegan, collana e bracciale in ricamo balouch
Maryam Azadegan, collana e bracciale in ricamo balouch
Spilla di Mostafa Daneshi
Spilla di Mostafa Daneshi
Collana di Nahar Najafi
Collana di Nahar Najafi
Nogol Zahabi, collare Dark Blue in ricamo Termeh
Nogol Zahabi, collare Dark Blue in ricamo Termeh
Collana di Ornella Bijoux
Collana di Ornella Bijoux
Ottavio Re, anni Settanta
Ottavio Re, anni Settanta
Sanaz Armaghan. Photo: Mohammad Razaee
Sanaz Armaghan. Photo: Mohammad Razaee
Bracciali di Sharra Pagano
Bracciali di Sharra Pagano
Anello di Shiva Ghorbani
Anello di Shiva Ghorbani

Sogand Nobahar, anello e bracciali serie MyCity, Teheran
Sogand Nobahar, anello e bracciali serie MyCity, Teheran







Le novità del Pad di Londra



Il Pad di Londra con gioielli vintage, ma anche di moderno design. Ecco una selezione ♦︎

Ecco un altro appuntamento per gli amanti dell’arte, delle antichità e dei gioielli, vintage oppure moderni: il Pad di Londra. Nel cuore di Mayfair, quartiere chic della capitale britannica, il Pad è la fiera principale di Londra per l’arte, il design e le arti decorative del XX secolo. Molte gallerie, ma anche singole Maison anche di gioielleria, vogliono essere presenti al Pad per mostrare il meglio ai selezionati visitatori. Ha una sua struttura a boutique: è come un concentrato di ricchezza, culturale e venale allo stesso tempo. Quest’anno la fiera si svolge dal 3 all’8 ottobre a Berkeley Square W1. Ci sono anche i gioielli. Alcuni, quelli d’epoca sono in mostra da firme dell’antiquariato come Siegelson, che quest’anno presenta pregevoli pezzi di Cartier anni Trenta. Ma ci sono anche firme del design come la tedesca Hemmerle o la svizzera Suzanne Syz: gioielli super moderni, per veri intenditori, di gran classe. Oppure l’artista e designer londinese Eliane Fattal, che ha collaborato dal 2011 con SJ Phillips, la mecca per i gioielli d’antiquariato, per creare pezzi unici, storici e moderni. Presenta gioielli resuscitati come pezzi contemporanei, indossabili e talvolta trasformabili: fiori, foglie, insetti, farfalle e animali che non hanno rivali nel loro genere. Federico Graglia





Anello Vuoi una mentina? Di Suzanne Syz, con tormalina Paraiba, oro, smalto, diamanti
Anello Vuoi una mentina? Di Suzanne Syz, con tormalina Paraiba, oro, smalto, diamanti

Bracciale Art Dèco di Cartier, 1922. Corallo, onice, diamanti
Bracciale Art Dèco di Cartier, 1922. Corallo, onice, diamanti
Collana di Cartier, 1935. Diamanti e zaffiri
Collana di Cartier, 1935. Diamanti e zaffiri
Eliane Fattal, spilla in oro e diamanti
Eliane Fattal, spilla in oro e diamanti
Eliane Fattal, spilla in oro e diamanti a forma di rosa
Eliane Fattal, spilla in oro e diamanti a forma di rosa
Anello di Hemmerle, in bronzo, oro bianco e diamante fancy yellow
Anello di Hemmerle, in bronzo, oro bianco e diamante fancy yellow
Collana presentata da Ma Tei con cristallo di rocca, bronzo
Collana presentata da Ma Tei con cristallo di rocca, bronzo
Hemmerle, orecchini in bronzo, diamanti, oro bianco e zirconi
Hemmerle, orecchini in bronzo, diamanti, oro bianco e zirconi

Hemmerle, orecchini in alluminio, oro bianco e diamanti
Hemmerle, orecchini in alluminio, oro bianco e diamanti







I paesaggi del gioiello a Parigi



A Parigi va in scena l’avanguardia del bijoux con la mostra Metaphysical landscapes ♦︎

Il gioielli di avanguardia si sposta sotto un altro famoso gioiello di avanguardia, la Tour Eiffel. A portarli a parigi è A/dornment, che si definisce come «progetto curatoriale integrato dedicato al gioiello contemporaneo». Il risultato è Metaphysical landscapes, mostra organizzata alla Galerie Graphem in occasione di Parcours Bijoux 2017. I gioielli, che sono in realtà opere sul sottile crinale che separa un oggetto di uso comune dall’avanguardia, sono realizzati da Florence Croisier, Daria Borovkova e María Ignacia Walker Guzmán. Saranno anche gioielli da ascoltare, visto l’intervento di un sound designer, Enrico Ascoli, con l’idea di rendere immersiva l’esperienza dell’esposizione.

Metaphysical landscapes ha l’obiettivo di «moltiplicare le suggestive estetiche dei gioielli attraverso un’installazione multidisciplinare». Molto diverse le tre interpretazioni del gioiello come paesaggio estetico delle proprie emozioni. I gioielli-opere sono realizzati con stili diversi e materiali diversi, dal titanio al bronzo. Più che a essere indossati, insomma, sono gioielli da guardare. Come i paesaggi.

La Galerie Graphem si trova nel 12° arrondissement di Parigi a fianco alla cantina Ici-Même,68 rue de Charenton 75012 Paris. Dal 13 al 29 orrobre 2017. Federico Graglia





Gioielli di Daria Borovkova
Gioielli di Daria Borovkova

Gioiello di Maria Walker
Gioiello di Maria Walker
Orecchini di Florence Croisier
Collana di Florence Croisier
Bracciale di Daria Borovkova
Bracciale di Daria Borovkova
Maria Ignacia Walker Guzman, Trascendieron
Maria Ignacia Walker Guzman, Trascendieron
Maria Ignacia Walker Guzman
Maria Ignacia Walker Guzman
Opera di Florence Croisier
Opera di Florence Croisier

Gioielli di Daria Borovkova
Gioielli di Daria Borovkova







L’oro di Giansone a Torino



Gioielli tra scultura e jazz: a Torino in mostra i lavori di Mario Giansone ♦︎

Tra jazz e scultura c’è un feeling. E tra scultura e gioielleria c’è un link. E quando il design è di Mario Giansone, scultore italiano (1915-1997) che ha segnato la vita artistica del Novecento, il collegamento è doppio. A Torino, a Palazzo Madama, dal 5 ottobre 2017 al 29 gennaio 2018, al secondo piano, in Sala Atelier, è stata organizzata una mostra dedicata ai gioielli in oro forgiati dall’artista piemontese. Attenzione: arte, ma da indossare. Non sono sculture concepite per riposare in una teca di vetro. Al contrario, sono gioielli, seppure pezzi unici, pensati per essere indossati dalle signore (parecchie, pare) che Giansone frequentava. L’artista nel corso della sua vita, ha scolpito, disegnato, dipinto e realizzato incisioni e arazzi con uno stile apprezzato, tra figuratività e astrazione. Ha utilizzato marmo, pietra, ferro, legno. Ma anche l’oro.

Nella mostra si trovano esposti gioielli tra il 1935 e il 1997. Sono microsculture fuse in oro, in cui Giansone mette in estremo risalto la componente scultorea del gioiello. Un altro aspetto unico, è la scelta dei contenitori per i gioielli: sono altre sculture, spesso con un legno africano molto duro, come mogano, azobè, paduk, palissandro, radica e soprattutto ebano.

I curatori della mostra sono Marco Basso e Giuseppe Floridia, coadiuvati dalla registrar di Palazzo Madama, la storica dell’arte Stefania Capraro. I pezzi esposti sono una quarantina. In occasione della mostra a Palazzo Madama, lo studio di scultura di Mario Giansone (Via Messina 38, Torino) resta eccezionalmente aperto per visite guidate (con prenotazione obbligatoria. Telef0no 11 4436999, email didattica@fondazionetorinomusei.it).
www.palazzomadamatorino.it
Orario: lunedì-domenica 10-18, chiuso il martedì





Mario Giansone, anello in oro
Mario Giansone, anello in oro

Mario Giansone, bracciale in oro
Mario Giansone, bracciale in oro
Anello in una scatola di legno
Anello in una scatola di legno

Scultura di Mario Giansone
Scultura di Mario Giansone







Gli architetti dei gioielli



Architettura e gioielli, la simbiosi in una mostra a Londra ♦︎

Architettura e gioielli: chi ha copiato? L’interrogativo si pone da quando esistono architetti e gioiellieri, cioè da sempre. Ci sono progettisti di edifici che hanno aggiunto a muri e cornicioni decorazioni che potrebbero stare su una collana o un anello. E ci sono designer di gioielli che si sono ispirati ai volumi dell’architettura. A questo tema, a Londra, è stata organizzata una mostra assieme al 2017 London Design Festival. A organizzarla è la Contemporary Applied Arts, un’associazione che ha come obiettivo promuovere e sostenere l’artigianato di qualità in Gran Bretagna e che riunisce circa 350 designer. Il Contemporary Applied Arts espone quindi gioielli ispirati all’architettura, con pezzi che sembrano palazzi, oppure semplicemente ricordano gli spazi di un’arena o di un teatro. Come le spille in oro e argento di Ute Decker, oppure la riduzione del Museo Guggenheim di Bilbao da parte di Vicki Ambery-Smith. La mostra si trova nel centro di Londra alla Southwark Gallery.

Arte Contemporanea Applicata
89 Southwark Street – SE1 0HX
www.caa.org.uk
Orari: lunedi-sabato: dalle 10 alle 18
Fino al 23 settembre 2017





Collana in acciaio di Tania Clarke Hall
Collana in acciaio di Tania Clarke Hall

Anelli di Joel Degen
Anelli di Joel Degen
Anello di Josef Koppman
Anello di Josef Koppman
Spilla in oro etico di Ute Decker
Spilla in oro etico di Ute Decker
Bracciale in oro etico di Ute Decker
Bracciale in oro etico di Ute Decker
Il Guggenheim Museum visto da Vicki Ambery
Il Guggenheim Museum visto da Vicki Ambery

Anelli di Wendy Ramshaw
Anelli di Wendy Ramshaw







I volumi del gioiello a Venezia

A Venezia arte e gioielli in mostra. Obiettivo: esplorare il tema del volume

Arte e gioielli: un matrimonio destinato a durare. Anzi, una unione che si rinnova periodicamente con eventi, mostre, esibizioni. Anche sulla lunghezza d’onda dell’avanguardia, come dimostra About Volumes, dedicata al gioiello contemporaneo e curata da A/dornment – Curating Contemporary Art Jewelry, in partnership con Valorizzazioni Culturali. Arte e gioielli, insomma, in una città che è lei stessa un’opera straordinaria: Venezia, in vista di una più ampia riqualificazione di uno spazio ai piedi del Ponte di Rialto. Lo spazio della mostra è in quella che è storicamente considerata l’area dedicata alla gioielleria e oreficeria a Venezia, il Sottoportico degli Oresi.

L’antica oreficeria, in questo caso, incontra il design, dopo il primo evento organizzato a Milano in occasione della Design Week (Leggi anche: Design Week con gioielli). Oggetto della mostra a Venezia il tema del volume del gioiello, tra materie e creatività. In mostra ci sono le opere di diversi designer che si sono cimentati con il tema: Fabrizio Bonvicini, Martacarmela Sotelo, Anne –Sophie Vallée, Wing-Han Wong, Rie Makino, Ria Lins, María Eugenia Muñoz Curbelo, Zeta Tsermou, Iro Kaskani, Letizia Maggio, Myriam Bottazzi.

About Volumes
Contemporary Art Jewelry Exhibition
Venezia, Sottoportico degli Oresi – San Polo 71 A
29 giugno – 27 agosto 2017

Anello, Fabrizio Bonvicini
Anello, Fabrizio Bonvicini
Iro Kaskani, Undisclosed desires
Iro Kaskani, Undisclosed desires
Letizia Maggio, In a colourful world. Photo: Alice Brazzit
Letizia Maggio, In a colourful world. Photo: Alice Brazzit
Martacarmela Sotelo, PI&O ncecklace
Martacarmela Sotelo, PI&O ncecklace
Myriam Bottazzi, collana tralcio fiorito
Myriam Bottazzi, collana tralcio fiorito


Sol Levante per Van Cleef & Arpels

Van Cleef & Arpels e i capolavori dell’artigianato giapponese a confronto in una mostra a Kyoto (nuove immagini) ♦

In Occidente, la gioielleria è spesso relegata tra le arti minori. Arte sì, ma cugina dell’Arte vera, quella di quadri e sculture. In Oriente, invece, le arti decorative, quelle che comprendono gioielleria, ma anche arredo o tessitura, sono a pieno titolo considerate opere d’arte tout court. Questa filosofia si è tradotta in una mostra organizzata al Museo di arte Moderna di Kyoto, l’antica capitale del Giappone, dedicata a Van Cleef & Arpels. Anzi, alla Maison francese messa a confronto con opere d’arte giapponesi. L’idea è originale. Van Cleef & Arpels è conosciuta per il suo stile unico e l’eccellenza tecnica. È stata fondata nel 1895 da Alfred Van Cleef, che sposò la figlia di un commerciante di pietre preziose, Esther (Estelle) Arpels. Nel 1906, Van Cleef & Arpels è stata fondata in Place Vendôme e da allora ha segnato delle pietre miliari della gioielleria.

Clip Drago, 1969
Clip Drago, 1969

Nel 1925, per esempio, un braccialetto di Van Cleef & Arpels è stato premiato alla Mostra Internazionale di Arte Moderna Industriale e Decorative di Parigi. Negli anni Trenta, la Maison ha introdotto la Minaudière, una speciale borsa da sera e ha ottenuto il brevetto per il suo Mystery Set, tecnica unica che permette di impostare pietre preziose senza punte visibili. Ci sono, inoltre, la collana Zip, la collezione Alhambra, le famose Ballerine, l’alta gioielleria. Insomma, tra innovazione tecnica e abilità artistica, Van Cleef & Arpels è qualcosa di più di una azienda di gioielleria.

Un’abilità artigianale che in Giappone è fiorita in particolare alla fine del periodo Meiji (1868-1912), con l’emergere di artigiani giapponesi che hanno posto l’accento sull’originalità e si sono considerati artisti. La mostra di Kyoto incoraggia i visitatori a confrontare circa cento gioielli di Van Cleef & Arpels con circa 50 esempi altrettanto sublimi di artigianato giapponese, tra cui smalti cloisonné, ceramiche, lacche e oggetti in metallo. Ma anche di artisti artigianali giapponesi contemporanei, come Moriguchi Kunihiko, un maestro nella tintura yuzen, Kitamura Takeshi, importante artista della tessitura ra e tatenishiki, Nakagawa Kiyotsugu, Hattori Shunsho, Miwa Kyusetsu XII (Miwa Ryosaku). Federico Graglia

Spilla di Van Cleef & Arpels, diamanti e perle, circa 1930. Photo: Patrick Gries
Spilla di Van Cleef & Arpels, diamanti e perle, circa 1930. Photo: Patrick Gries

Chocker Barquerolle, 1971
Chocker Barquerolle, 1971
La mostra di Kyoto
La mostra di Kyoto, interno
La mostra di Kyoto
La mostra di Kyoto
Spilla clip Trois oiseaux, 1946
Spilla clip Trois oiseaux, 1946
Orecchini art decò con smeraldi, 1923
Orecchini art decò con smeraldi, 1923
Collier Aga Khan, 1971
Collier Aga Khan, 1971
Van Cleef & Arpels, ciondolo a forma di uccello, 1971-72
Van Cleef & Arpels, ciondolo a forma di uccello, 1971-72
Beauty case Busta, 1925
Beauty case Busta, 1925
Spilla a forma di uccello, 1924
Spilla a forma di uccello, 1924
L'immagine di locandina della mostra
L’immagine di locandina della mostra
Clip Fucsia, in platino, oro, diamanti e rubini, 1968: utilizza il Mystery Set
Clip Fucsia, in platino, oro, diamanti e rubini, 1968: utilizza il Mystery Set
Bracciale Ludo Hexagon, 1937
Bracciale Ludo Hexagon, 1937
Van Cleef & Arpels, spilla Art Deco, 1930
Van Cleef & Arpels, spilla Art Deco, 1930

 

 

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