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Design d’arte in cammino a Milano




Gioielli speciali, tra l’arte e l’ornamento, per 14 designer: Sara Barbanti, Paula Castro, Laura Forte, Saimi Joutsi, Kaori Juzu, Merıstėma Lab, Valentina Romen, Agustina Ros, Karin Seufert, Yoko Takirai, Giulia Vecchiato, Laura Volpi, Angie Wu, Annachiara Zani. A Milano la Esh Gallery ha organizzato Walking Treasures. Tesori da passeggio, mostra dedicata al gioiello contemporaneo. È questa la sesta edizione dell’evento. I gioielli interpretati dai 14 autori sono realizzati con i materiali più diversi: metallo, vetro, ceramica, con pietre ed elementi naturali. Vetro e metallo, per esempio, sono utilizzati per la collezione di Suri&Ros, frutto della collaborazione tra Agustina Ros e Giulia Vecchiato, esposta per la prima volta dopo una prima presentazione online in occasione della New York Jewelry Week 2020.

Anello di Augustina Ros
Anello di Augustina Ros

Ogni gioiello nasce da lastre di metallo rifinite a mano sulle quali viene applicato il vetro soffiato attraverso un gioco equilibrato di contrasti tra volumi. Caratteristica unica della collezione è la multifunzionalità: le spille diventano pendenti, gli orecchini diventano spille e così via, con il risultato di avere più gioielli in uno. Annarita Bianco (Merıstėma Lab), invece, mescola artigianato tradizionale e tecnologia, con gioielli realizzati a partire da cavi usb, lavorati con resine incastonate su lastre di argento e incise a laser a simulare l’aspetto di fossili moderni.

Design di Annachiara Zani
Design di Annachiara Zani

Il contrario, in un certo senso, del design ispirato al mondo naturale di Annachiara Zani, giovane neolaureata allo Ied di Milano e nominata per Klimt02 New Talent Award: utilizza alabastro, una pietra semitrasparente. In controluce i suoi gioielli rivelano, dietro la loro forma ellittica, la scritta Visibile. L’artista tedesca Karin Seufert presenta pendenti costruiti da piccoli punti di Pvc, forme vuote che hanno l’illusione del peso e richiamano l’architettura. Le spille in porcellana, invece, seguono una continua ricerca di vestibilità ottenuta mediante l’uso di materiali non comuni nel campo della gioielleria. Infine, i gioielli in oro e argento di Laura Forte sono caratterizzati da linee e forme essenziali, accostate allo stile minimalista di Yoko Takirai.

ESH Gallery
Via Forcella 7 – 20144 Milano
39 0256568164
Orari
Opening: martedì 14 dicembre, 12.00-21.00
Dal 15 al 23 dicembre: 11.00-19.00
24 dicembre: 11.00-14.00
Dal 10 al 28 gennaio: su appuntamento

Design di Laura Forte
Design di Laura Forte
Anello di Laura Volpi
Anello di Laura Volpi
Design Meristema Lab
Design Meristema Lab

Design di Suri&Ros
Design di Suri&Ros







Francesca Mo Only for you

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Francesca Mo torna alla galleria Subert di Milano (via della Spiga 42) per una mostra dei suoi gioielli (10 novembre-22 dicembre da martedì a venerdì dalle 11 alle 18, sabato, domenica e festivi su appuntamento). La galleria, uno spazio riservato a mobili, oggetti d’arte e da collezione vintage, è il luogo abituale per l’architetto e designer milanese che si occupa da anni di gioielli. Francesca Mo, figlia dello scultore Carlo Mo, infatti, ha iniziato inventando gioielli solo attraverso materiali che hanno una storia, come ciottoli di vetro lavorati dal mare, resti di orologi, sabbie, lastre di pietre semipreziose.

Anello Only for you
Anello Only for you. Photo: Fabrizio Stipari

Più che i materiali utilizzati (plexiglass, bronzo, argento e oro), per la designer sono importanti la fantasia e il desiderio di scegliere una strada radicalmente diversa da quella della gioielleria tradizionale, come nelle serie di gioielli Only for You e Hover, in bronzo e argento, con cubic zirconia bianchi o colorati.

Bracciale Only for you
Bracciale Only for you
Orecchini Hover in bronzo con perla
Orecchini Hover in bronzo con perla
Anello Hover in bronzo con perla
Anello Hover in bronzo con perla
Anello con secret
Anello con secret

Anello Only for you con diamante nero
Anello Only for you con diamante nero







Gioielli d’arte a Lugano




Un nuovo appuntamento tra arte e gioielleria a Lugano (Svizzera). La Kromya Art Gallery (Viale Franscini, 11)ospita la mostra Preziose Prospettive. Opere e gioielli in dialogo dedicata ai lavori dell’architetto e designer Eleonora Castagnetta con opere in bronzo dell’artista Alex Pinna. La mostra è curata da Paola Stroppiana, storica dell’arte. L’iniziativa ha l’obiettivo riassegnare al gioiello d’artista un ruolo di primo piano nel contesto contemporaneo. «Il gioiello come opera d’arte, perfettamente compiuta, è in grado di esprimere la forza della creatività al pari delle altre discipline, integrando alla peculiare dimensione espressivo-creativa del manufatto artistico la caratteristica dell’indossabilità.

Spilla in argento e smalti con diamanti
Spilla in argento e smalti con diamanti

Da questa considerazione nascono le nuove prospettive di lettura del lavoro dei due artisti coinvolti: Alex Pinna, scultore, e Eleonora Castagnetta, architetto, declinano il gioiello ognuno secondo il proprio linguaggio espressivo, trovando in esso una mirabile occasione formale e concettuale di trasposizione della propria poetica personale». Eleonora Castagnetta espone alcune opere inedite, ispirate da Le città invisibili di Italo Calvino, trasformando in gioiello quattro delle città utopiche descritte nel volume: Dorotea, Fedora, Sofronia e Tecla: spille in argento e smalti con dettagli in oro e diamanti, in uno scrigno che ne contestualizza la dimensione. Il percorso in mostra è arricchito dalla presenza di altri gioielli, precedentemente realizzati, ispirati a grandi maestri dell’architettura e al Bauhaus: l’anello Mognolo (per la realizzazione del quale ha tratto ispirazione dalla Chiesa di San Giovanni Battista a Mogno, in Svizzera, progettata dall’architetto di fama internazionale Mario Botta, con il quale Eleonora ha collaborato per 13 anni); Ziggurat; Omaggio a Le Corbusier e Omaggio al Bauhaus.

Eleonora Castagnetta, spilla  Dorotea in argento e smalti
Eleonora Castagnetta, spilla
Dorotea in argento e smalti
Fedora, argento e smalti con dettaglio oro
Fedora, argento e smalti con dettaglio oro

Sofronia, argento e smalti
Sofronia, argento e smalti







Cartier e l’arte islamica, matrimonio a Parigi




Che cosa unisce l’arte islamica a un gioielliere di lusso come Cartier? Più di quanto si possa immaginare. Una mostra a Parigi (dal 21 ottobre 2021 al 20 febbraio 2022) organizzata al Musée des Arts Décoratifs scopre legami e influenze sorprendenti. La mostra si intitola Les Arts de l’Islam. Aux sources de la modernité, ed è co-organizzato dal Musée des Arts Décoratifs, Parigi e dal Dallas Museum of Art, dove è già apparsa lo scorso anno.

Collier in oro, platino, diamanti, ametiste, turchesi. Commissionato dal duca di Windsor per la duchessa, 1947
Collier in oro, platino, diamanti, ametiste, turchesi. Commissionato dal duca di Windsor per la duchessa, 1947

Si scopre, dunque, che Cartier ha utilizzato nel design dei suoi gioielli alcuni dei motivi ornamentali tradizionali nell’arte islamica. La mostra comprende oltre 500 pezzi tra gioielli e oggetti di Cartier, capolavori dell’arte islamica, disegni, libri, fotografie e documenti d’archivio. La mostra esplora le origini di questa influenza attraverso il contesto culturale parigino e la figura di Louis e Jacques Cartier, due dei nipoti del fondatore, che hanno avuto un ruolo importante nella creazione di una nuova estetica soffusa di modernità.

Diadema in oro, corallo, diamanti
Diadema in oro, corallo, diamanti

Fondata nel 1847 da Louis-François Cartier, la Maison parigina si era inizialmente specializzata nella vendita di gioielli e opere d’arte. Il figlio del fondatore, Alfred, assunse la direzione dell’azienda nel 1874 e il figlio maggiore, Louis, si aggiunse nel 1898. A quel tempo, Cartier disegnava i propri gioielli, pur continuando a rivendere pezzi antichi. All’inizio del 20esimo secolo, Louis Cartier cercò nuova ispirazione. E Parigi era l’epicentro del commercio d’arte islamica: attraverso le grandi mostre organizzate al Musée des Arts Décoratifs di Parigi nel 1903 e poi a Monaco nel 1910, Louis scoprì il design esotico.

Ornamento per turbante in piume, platino, oro e diamanti, 1924
Ornamento per turbante in piume, platino, oro e diamanti, 1924

La mostra esplora anche i viaggi di Jacques Cartier, come quello in India nel 1911, dove incontrò i Maharajah del subcontinente. Queste fonti di ispirazione e i gioielli orientali hanno arricchito le collezioni della Maison Cartier, come gli ornamenti per turbanti, le nappe, i bazubands (un braccialetto allungato indossato sulla parte superiore del braccio). Cartier ha utilizzato questi format per diverse gioielli, con un esito eccezionale. Forme a mandorla, palmette, fogliame, paillettes, volute, squame, sono state interpretate con lapislazzuli e turchesi, abbinando il verde della giada o dello smeraldo al blu del lapislazzuli o dello zaffiro per creare il suo famoso modello pavone.

Portasigarette in oro e smalto, 1924
Portasigarette in oro e smalto, 1924
Cartier, diadema in platino e diamanti, 1923
Cartier, diadema in platino e diamanti, 1923
Cartier, bracciale in oro e diamanti
Cartier, bracciale in oro e diamanti

Cartier, tiara in platino, diamanti e turchesi, 1936
Cartier, tiara in platino, diamanti e turchesi, 1936







Gioielli fantastici e dove trovarli (a New York)




Uomini e bestie. O, meglio, creature che fanno parte del mondo della natura. E della gioielleria. Gli animali sono al centro di una mostra a New York intitolata Beautiful Creatures, che raccoglie alcuni dei gioielli più spettacolari ispirati al mondo degli animali. La mostra è organizzata alla Melissa e alla Keith Meister Gallery all’interno del Museo Americano di Storia Naturale. Sono stati selezionati oltre cento preziosi gioielli creati dalle più grandi case di gioielleria, dalle iconiche pantere di Cartier alle farfalle di Suzanne Belperron. Con pezzi piuttosto rari, come la collana del designer americano Joel Arthur Rosenthal, più noto come Jar: quella in mostra, una delle poche realizzate dal mitico gioielliere, è del 1990 ed è realizzata con pietre preziose e semipreziose e con pavé di diamanti incastonato in argento e oro. I gioielli selezionati sono stati realizzati negli ultimi 150 anni, in linea con la recente celebrazione del 150esimo anniversario del museo.

Collana Serpente d - Jar in oro, argento, ametiste, zaffiri, diamanti
Collana Serpente d – Jar in oro, argento, ametiste, zaffiri, diamanti

I gioielli selezionati escludono gli animali domestici, mentre comprendono quelli in qualche modo presenti in qualche angolo del museo. Molte le grandi Maison presenti, da Bulgari a Van Cleef & Arpels, oltre a designer contemporanei come Bina Goenka. La mostra, che in realtà era stata annunciata in autunno, ma poi è slittata a causa del covid, è presente nelle nuove sale permanenti di Allison e Roberto Mignone ed è gratuita e per visitarla prevede le misure di sicurezza sanitaria (cioè un po’ distanziamento).

Spilla leone in oro e zaffiri gialli di Van Cleef & Arpels
Spilla leone in oro e zaffiri gialli di Van Cleef & Arpels
Spilla a forma di zampa di leone di Fulco di Verdura. È composta con una conchiglia di capesante acquistata dal designer italiano nel negozio di articoli da regalo del Museo nel 1940.jpg
Spilla a forma di zampa di leone di Fulco di Verdura. È composta con una conchiglia di capesante acquistata dal designer italiano nel negozio di articoli da regalo del Museo nel 1940.jpg
Stella di mare flessibile disegnata da Salvator Dalì nel 1950
Stella di mare flessibile disegnata da Salvator Dalì nel 1950
Spilla in oro con ametista, smeralzi, zaffiri, smalto di Suzanne Belperron
Spilla in oro con ametista, smeralzi, zaffiri, smalto di Suzanne Belperron

Spilla a forma di cervo volante in oro, zaffiri e diamanti realizzata da Boucheron nel 1895
Spilla a forma di cervo volante in oro, zaffiri e diamanti realizzata da Boucheron nel 1895







Gioielli che stupiscono in mostra

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Si chiama Beauty and Astonishment l’esposizione di gioielli d’avanguardia a cui partecipano 26 designer di diversi Paesi. La mostra, curata dal designer Luis Acosta, prosegue fino al 30 giugno 2021 alla Galería Context di Sant Cugat del Vallès (Barcellona, Spagna). L’evento raccoglie il lavoro di designer alla ricerca di forme nuove e, quasi sempre, con materiali inconsueti per il mondo della gioielleria. Oltre al classico bronzo utilizzato da designer come Laura Volpi, si aggiungono materiali come l’ardesia o le ossa di cervo. In ogni caso, offre la possibilità di uno sguardo su un tipo di gioielleria che non è quella main stream.

Laura Volpi, orecchini in bronzo satinato
Laura Volpi, orecchini in bronzo satinato

Ecco i partecipanti alla mostra Beauty and Astonishment:

Iro Kaskani, Elvira Cibotti, Fumiko Nakajima, AMÀLGAMA (Giorgia Tasca), Ana Marchetanu, Bárbara Laso, Cartonpia (Alejandra Epifani), Chokolom (Esther Ortiz-Villajos), Duo Wonder (K.Noelmans – Sofie Hermans), Esteban Erosky, Flore Soria, Iona Nieva, Julie Bégin, Katharina Moch, Laura Volpi, Magali Thibault Gobeil, Meristèma Lab. (Annarita Bianco), Misaki Nomoto, quasi caramelle (Mariolina Mascarino), Saadah Bin Shehab , Sita Falkena, Studiozero-Vetro (Caterina Zucchi), Susanne Hammer, Valeria Rossini, Yael Friedman, Yiota Vogli.

Valeria Rossini, anello in bronzo con lapislazzulo, corallo e osso di cervo
Valeria Rossini, anello in bronzo con lapislazzulo, corallo e osso di cervo
Chokolom (Esther Ortiz Villajos), orecchino in ottone bagnato in rodio nero, gesso
Chokolom (Esther Ortiz Villajos), orecchino in ottone bagnato in rodio nero, gesso
Bárbara Laso, collana in ardesia, mattone, ottone
Bárbara Laso, collana in ardesia, mattone, ottone

julie Bégin, orecchini in legno carbonizzato, argento, pietra verde
julie Bégin, orecchini in legno carbonizzato, argento, pietra verde







Torna a giugno la Milano Jewelry Week




Prove tecniche di ripartenza. Vaccini e l’efficacia delle misure sanitarie offrono a Prodes, società organizzatrice della Milano Jewelry Week, la sicurezza di fissare dal 3 al 6 giugno la seconda edizione. Per rimanere nell’ambito della gioielleria, Vicenzaoro, che però è una fiera di tipo completamente diverso, ha invece già stabilito dal 10 al 14 settembre il ritorno dell’evento in piena regola, mentre Oroarezzo è prevista dal 12 al 15 giugno. Naturalmente nella convinzione che stiamo lentamente, ma sicuramente, uscendo dal tunnel della pandemia.

Edizione di primavera di Artistar Jewels 2019
Edizione di primavera di Artistar Jewels 2019

La seconda Milano Jewelry Week , in ogni caso, prevede mostre, vernissage, esposizioni di gallerie e scuole internazionali, serate di premiazione, workshop, cocktail party e performances. Obiettivo: raccontare il gioiello in tutte le sue forme da molteplici punti di vista, dalla storia alla tecnica, passando per le contaminazioni con l’arte e la moda. Tra gli appuntamenti ci sono Artistar Jewels (un concorso), The Jewelry Hub, Jewelry Drops e Talent Show, oltre a momenti didattico-formativi a cura di docenti ed esperti del settore che terranno conferenze e workshop ai quali sarà possibile accedere previa registrazione. Tra questi John Moore, uno tra i nomi più autorevoli e noti della gioielleria contemporanea che, oltre a tenere una lecture, svelerà dei pezzi creati appositamente per Milano Jewelry Week.

Gioielli di Zēlé Jewellery
Gioielli di Zēlé Jewellery

Artistar Jewels, giunto alla ottava edizione, sarà organizzato ancora a Palazzo Bovara (Corso Venezia 51) raccoglierà i gioielli di 200 artisti e designer provenienti da 40 diversi Paesi. The Jewelry Hub metterà in mostra le ultime novità di 40 brand «selezionati secondo criteri molto stringenti» all’interno di un allestimento dal forte impatto visivo realizzato in un palazzo carico di storia nel centro di Milano. È l’area più business, con la possibilità di comprare i pezzi in mostra. Jewelry Drops, invece, è una collettiva phyigital a cui prenderanno parte, sia in presenza che da remoto, artisti e designer internazionali, con il risultato di dare vita a uno spazio espositivo dinamico e originale che offrirà una panoramica del gioiello.

Anello di Inesa Kovalova
Anello di Inesa Kovalova

Bracciale e anello di Salima Thakker
Bracciale e anello di Salima Thakker







Le gemme delle meraviglie con Van Cleef & Arpels




Van Cleef & Arpels è, tra le Maison della gioielleria, una di quelle che vanta grande attenzione nella scelta delle pietre preziose. Una testimonianza di questa speciale attitudine è la mostra Pierres précieuses, inaugurata al Muséum national d’Histoire naturelle di Parigi e che proseguirà fino al 14 giugno 2021. Il contributo di Van Cleef & Arpels si intitola Rocher aux merveilles ed è centrata sulla contrapposizione tra pietre e alta gioielleria. Le nove creazioni di alta gioielleria che compongono la Rocher aux Merveilles comprendono anello, clip, ciondolo, orecchini e bracciale.

La composizione Rocher aux merveilles
La composizione Rocher aux merveilles

L’aspetto più sorprendente alla mostra è proprio il contributo offerto dalla Maison parigina, che ha utilizzato una grande roccia grezza di lapislazzuli di 6,2 chilogrammi che sembra una montagna, appoggiata su una lastra di quarzo blu di 13 chilogrammi, accanto a una foresta di cristalli di tormalina per 2.171 carati e con un piccolo tesoro di alta gioielleria: un drago, un unicorno, due fate, fiori, e una cascata di diamanti e zaffiri. L’insieme è un paesaggio da fiaba in miniatura. Un’atmosfera che, in effetti, è una delle ispirazioni ricorrenti nelle collezioni alta gioielleria di Van Cleef & Arpels.

La clip unicorno
La clip Unicorno

La realizzazione di questo piccolo mondo di alta gioielleria ha comportato la scultura delle fate e l’unicorno nella cera, taglio delle pietre, assemblaggio, artigianato dei gioielli, incastonatura e lucidatura. In tutto sono state necessarie quasi 6.400 ore di lavoro, con oltre 4.700 ore di gioielleria, 1.200 ore di incastonatura e 500 ore di lucidatura.

Clip con diamanti e zaffiri rosa
Clip con diamanti e zaffiri rosa
Posizionamento dei cristalli di tormalina
Posizionamento dei cristalli di tormalina
La locandina della mostra Pierres précieuses
La locandina della mostra Pierres précieuses
Posizionamento della clip Palmyre con diamanti e zaffiri sulla roccia di lapislazzulo
Posizionamento della clip Palmyre con diamanti e zaffiri sulla roccia di lapislazzulo
Il modellino in cera della clip Unicorno
Il modellino in cera della clip Unicorno







Cancellata anche la Florence Jewellery Week




Un altro evento legato alla gioielleria è stato cancellato: la Florence Jewellery Week 2020 subisce la quarantena da coronavirus. In effetti, è una non-notizia, anche se mancava l’ufficialità.

Florence Jewellery Week edizione 2017
Florence Jewellery Week edizione 2017

Da quando siamo entrati nell’emergenza Covid abbiamo resistito e continuato a lavorare al nostro progetto come nei mesi scorsi, tutti i giorni, immaginando gli allestimenti, gli incontri, parlando quotidianamente con le persone coinvolte, con l’ufficio stampa, come se questo confinamento e questa chiusura non ci riguardassero, che le cose si sarebbero risolte, e ci saremmo incontrati alla fine di maggio a Firenze. Abbiamo invece dovuto prendere atto della realtà, e accettare che ci sono adesso cose più importanti del nostro progetto a cui pensare.
Giò Carbone, direttore artistico di Lao e curatore della Fjw

Chia Hsien Lin, Smelling Memories
Chia Hsien Lin, Smelling Memories

DI conseguenza, sono state cancellate le mostre, le conferenze, i seminari e gli incontri. Non è un rinvio: un progetto con queste caratteristiche non può essere semplicemente spostato ad altra data. Difficile rimettere insieme il gruppo di artisti e le collezioni che erano state coinvolte in un lungo lavoro di quasi due anni. Per il curatore, Giò Carbone, e per gli organizzatori di Lao, resta la soddisfazione di aver constatato la stima, la credibilità e il rispetto che gli sono state accordati da chi ha aderito al progetto.







La capsule Cuore di Liu Jo Luxory nella mostra Be a Sweetheart, a Milano





La capsule collection Cuore presentata da Liu Jo Luxury nella mostra Be a Sweetheart, il cuore nel gioiello moda organizzata a Milano, 8-18 febbraio a Palazzo Giureconsulti, da Homi Fashion&Jewels in collaborazione con il Poli.Design.

Bracciale Cuore di Liu Jo Luxury
Bracciale Cuore di Liu Jo Luxury

Il cuore è un must delle nostre collezioni di gioielli e in questi dodici anni lo abbiamo proposto attraverso numerose rivisitazioni che hanno ottenuto sempre un grande successo. Le collezioni di gioielli, visto il riscontro positivo sul mercato, sono e continueranno ad essere tra gli elementi caratterizzanti dell’offerta Liu Jo Luxury.
Bruno Nardelli, amministratore delegato di Liu Jo Luxury

Bruno Nardelli
Bruno Nardelli

La mostra è dedicata alle interpretazioni del cuore nella gioielleria fashion, nelle sue declinazioni in equilibrio tra arte e moda, sacro e profano, amore e sentimenti. La capsule di Liu Jo Luxury si caratterizza per un design con trama merlettata e si compone di collane, bracciali e orecchini a tema.

Orecchini della collezione Cuore
Orecchini della collezione Cuore

Liu Jo Luxury è la brand extension di Liu Jo per gli orologi e gioielli: faceva capo alla Nardelli Luxury di Bruno Nardelli, che è diventato nel 2017 Liu Jo Luxury, joint venture di Liu Jo con Nardelli. La nuova società ha Bruno Nardelli come amministratore delegato, mentre presidente è Marco Marchi, che è l’amministratore unico di Liu Jo. Liu Jo Luxury è nata con l’obiettivo di consolidare il posizionamento del brand sui mercati esteri.

Be a Sweetheart, il cuore nel gioiello moda
Dall’8 al 18 febbraio 2020
Milano, Palazzo Giureconsulti
Orari: 10.00/18.30 – Ingresso Libero

Collana della collezione Cuore
Collana della collezione Cuore







In mostra i bottoni trasformati in bijoux-design da Lea Stein




La francese Lea Stein è considerata una designer innovativa nel campo dei gioielli in materiale plastico. Alla designer è dedicata una mostra al Museo del Bijou di Casalmaggiore (Cremona), che descrive il suo percorso creativo.

Lea Stein, spilla Tenniste. Foto: Luigi Briselli
Lea Stein, spilla Tenniste. Foto: Luigi Briselli

Lorena Taddei, antiquaria milanese, ha fatto da trait d’union fra l’artista e il museo. Direttamente dall’archivio parigino di Lea Stein sono così pervenuti a Casalmaggiore centinaia di pezzi mai esposti prima: le spille più rare, fra cui le strabilianti serigrafate, gli oggetti di tabletterie (alcuni dei quali creati per la Maison Guerlain), bracciali, anelli, collane e bottoni.

Spilla Sacha. Foto: Luigi Briselli
Spilla Sacha. Foto: Luigi Briselli

Proprio da un bottone parte l’avventura sentimentale, e poi anche professionale, di Lea e Fernand Steinberger: si incontrano per caso, lui si complimenta per un originale bottone che lei indossa. Solo alcuni anni dopo quell’incontro, però, i due si ritrovano e possono unire le loro vite e le loro passioni. Nata nel 1936 a Parigi da famiglia ebrea di origine polacca e sfuggita agli orrori della guerra, Lea Stein ha iniziato la produzione delle sue spille negli anni Sessanta: i collezionisti conoscono i suoi personaggi (la Ballerina, Carmen, la Tuffatrice…) e gli animali (il cane Ric, il gatto Gomina, la famosa Volpe…), realizzati nelle più curiose e affascinanti fantasie con fogli di acetato di cellulosa, tagliati e sovrapposti dal marito Fernand con una tecnica da lui stesso inventata e ancora segreta.

Spilla Pavone. Foto: Luigi Briselli
Spilla Pavone. Foto: Luigi Briselli

L’originalità dei suoi pezzi è quindi affidata a questa ricetta geniale ed è garantita dai fermagli di chiusura a coda di rondine sui quali è incisa la scritta Lea Stein – Paris.

Spilla Marcelle. Foto: Luigi Briselli
Spilla Marcelle. Foto: Luigi Briselli

La mostra resterà aperta fino al 16 febbraio 2020 nella Sala Zaffanella del museo ed è curata da Lorena Taddei, in collaborazione con Roberto Cavaglià, Elisabetta Ghidini e Paolo Zani, e con le foto di Luigi Briselli. Traduzioni di Silvia Tomasoni.

Museo del Bijou
Via Porzio 9, Casalmaggiore (Cremona)
Orario: da martedì a sabato: 10.00-12.00 / 15.00 – 18.00; domenica e festivi: 15.00- 19.00
Ingresso: intero 3, euro; ridotto 2,50

Spilla Becassine. Foto Luigi Briselli
Spilla Becassine. Foto Luigi Briselli
Spilla Cicala. Foto Luigi Briselli
Spilla Cicala. Foto Luigi Briselli
Spilla Clown. Foto Luigi Briselli
Spilla Clown. Foto Luigi Briselli
Spilla Demoiselle Volage. Foto Luigi Briselli
Spilla Demoiselle Volage. Foto Luigi Briselli

Spilla Helene Sabot. Foto Luigi Briselli
Spilla Helene Sabot. Foto Luigi Briselli







A Venezia in mostra la storia dei Serpenti Bulgari





A guardare Venezia dall’alto il Canal Grande ha la forma sinuosa di un serpente. Quindi, quale luogo migliore della città Lagunare per una mostra dedicata ai serpenti di Bulgari? Dal 4 dicembre 2019 al 1 marzo 2020 Venezia, al Fondaco dei Tedeschi ospita una mostra dedicata all’iconico gioiello della Maison romana, ora parte del gruppo Lvmh.

Bulgari, Serpenti, particolare
Bulgari, Serpenti, particolare

La mostra è organizzata da Bulgari o, meglio con il suo marchio Bvlgari e T Fondaco dei Tedeschi by DFS, il lifestyle department store nel cuore di Venezia. La mostra si intitola Bvlgari Serpenti – Myth and Mastery e racconta storia e aspetti inediti dei gioielli che hanno affascinato tante donne, comprese dive come Liz Taylor.

Pubblicità di Bulgari con Liz Taylor
Pubblicità di Bulgari con Liz Taylor

L’esposizione è organizzata negli ambienti dell’Event Pavilion, al quarto piano del Fondaco e comprende un excursus delle celebri creazioni Serpenti Bvlgari, dai primi modelli più stilizzati realizzati con la tecnica Tubogas fino a quelli più realistici con scaglie in oro o rivestite di smalti policromi evidenzierà. Una evoluzione che continua ancora.

Su cinque totem sono installate immagini di scatti di grandi fotografi che hanno immortalato muse del mondo del cinema e della moda con indosso creazioni Bvlgari Serpenti di ieri e di oggi. Su video panel, un’antologia di immagini storiche e di opere d’arte ispirate al mito del serpente completerà il racconto offrendo un punto di incontro e riflessione nelle diverse culture del mondo. Tutto intorno, il motivo delle scaglie del serpente avvolgerà il visitatore favorendo l’immersione in un affascinante universo fatto di bellezza, creatività e maestria artigianale.

Serpenti bracelet in gold with jade, rubies and diamonds, 1968 Orologio-bracciale Serpenti in oro con giada, rubini e diamanti, 1968 BVLGARI Heritage Collection
Serpenti bracelet in gold with jade, rubies and diamonds, 1968 Orologio-bracciale Serpenti in oro con giada, rubini e diamanti, 1968. BVLGARI Heritage Collection

Emblema di seduzione, rinascita e trasformazione, il simbolo del serpente si intreccia da secoli con la storia dell’umanità, catturandone l’immaginario a Oriente come a Occidente. Fin dall’antichità, la capacità dell’animale di rinnovarsi cambiando pelle, di rimanere in contatto con la terra e al tempo stesso elevarsi da essa, di avvolgersi sinuosamente o di sconfiggere minacciosi predatori ha alimentato miti e leggende ispirando la produzione artistica in molteplici campi.

Bvlgari advertising campaign form the 1970s
Bvlgari advertising campaign form the 1970s

Negli Anni Quaranta, Bvlgari ha colto la forza espressiva di questo segno così suggestivo reinterpretandolo per la prima volta in gioielleria con flessuosi orologi-bracciale divenuti, decade dopo decade, icone della sua creatività.

I bracciali-orologio a forma di serpente di Bvlgari sono diventati un punto di riferimento della gioielleria. Sono caratterizzati dal quadrante incastonato nella testa, tempestata di gemme e con il cinturino dorato che avvolge il polso.

Serpenti bracelet-watch in gold with green enamel, emerald and diamonds, ca. 1965
Serpenti bracelet-watch in gold with green enamel, emerald and diamonds, ca. 1965

L’origine dei primi bracciali-orologio è legata all’uso della tecnica tubogas di Bvlgari. I primi esemplari risalgono alla fine degli anni Quaranta ed erano a forma di serpente altamente stilizzato con spirali realizzate sia nella tipica tubogas, sia in maglia d’oro che avvolgeva il polso. La cassa dell’orologio e il quadrante, solitamente quadrati o rettangolari, erano posti a una estremità così da evocare la testa del serpente. L’elegante sobrietà di queste creazioni fu un successo immediato negli anni post guerra, quanto la rinascita economica in Europa doveva ancora arrivare e i pezzi vistosi non erano né adatti né abbordabili. Perciò, si sono rilevati accessori ricercati con una funzione, in sintonia con il desiderio femminile di apparire con un ornamento distintivo a discapito dei vincoli monetari che le circondavano.

Serpenti bracelet-watch in gold with polychrome enamel and emeralds, ca. 1967
Serpenti bracelet-watch in gold with polychrome enamel and emeralds, ca. 1967

Negli anni successivi, questo genere di orologio si è visto in versioni sempre più varie e interessanti esplorando qualsiasi tipo di forma per quanto riguarda la cassa e il quadrante: rotonda, quadrata, ottagonale, a pera e dai bordi smussati, con o senza lunetta di diamanti. La cassa era posizionata alla fine o al centro del bracciale in tubogas a spirale, ed era esso stesso realizzato in ogni possibile variante: acciaio, acciaio annerito o in una combinazione di oro e acciaio. Il meccanismo era sempre di alta qualità: Audemars Piguet, Jaeger LeCoultre, Movado e Vacheron Constantin solitamente personalizzavano i loro meccanismi per Bvlgari, il logo di colui che personalizzava il movimento, appariva accanto al logo sul quadrante.

La seconda metà degli anni Cinquanta vide i primi modelli in cui il serpente era reso in maniera realistica, affermando la connessione con la tradizione antica in modo più esplicito. Negli orologi a forma di serpente di Bvlgari di quel periodo, la cassa dell’orologio era nascosta nella testa del serpente e il quadrante giaceva sotto una copertura a cerniera nella parte superiore e centrale della testa.

Numerosi elementi di manifattura particolarmente elaborati formavano il corpo: ogni maglia era realizzata a mano in lamina d’oro ed erano fissate tra loro con perni d’oro saldati o, nel caso delle versioni smaltate, avvitate. L’anima era attraversata da una molla fatta in oro bianco che assicurava una perfetta flessibilità.

Composit of Serpenti bracelet-watches from the 1960s, Bvlgari Heritage Collection
Composit of Serpenti bracelet-watches from the 1960s, Bvlgari Heritage Collection

I primi modelli animalier furono realizzati esclusivamente in oro giallo con le teste e le code in platino e decorate con diamanti. L’orologio di Elizabeth Taylor, immortalato al polso dell’attrice in una fotografia fatta sul set di Cleopatra nel 1962, ne costituisce un magnifico esempio. La testa del serpente è in pavé di diamanti con gli occhi in smeraldo impreziosita da una cresta fatta di diamanti a forma marchese. Naturalmente, negli anni successivi furono prodotte numerosi varianti, anche senza l’orologio stesso. Il corpo del serpente è sempre stato in oro ma le piccole squame del serpente dei primi modelli si sono trasformate in più grandi, adornate con decorazioni di diamanti poligonali o con smalto multicolore nelle più svariate e sgargianti combinazioni tra cui turchese e bianco, rosso e giallo, verde, rosso, nero e celeste e così via. Di queste varianti, per il modello Harlequin, così chiamato poiché era caratterizzato da quattro colori, erano necessarie in media duecento ore di lavoro, essendo più lungo da realizzare poiché era necessario che ogni pigmento smaltato fosse cotto separatamente.

Pubblicità Bvlgari degli anni Settanta
Pubblicità Bvlgari degli anni Settanta

La procedura di smaltamento delle cavità poligonali che trasformava le squame era un processo che richiedeva una lunga e paziente preparazione di tre giorni: la molatura del vetro colorato, la decantazione delle polveri, il lavaggio, l’applicazione, la cottura, il raffreddamento e la finitura. Furono adottate con successo anche le pietre dure come il corallo, turchese, lapislazzuli o giada per creare le squame, generando sempre combinazioni cromatiche di forte impatto. Per completare una linea così intricata, diverse pietre furono usate per simulare gli occhi del serpente. Furono usati diamanti gialli o colorati, rubini, zaffiri e smeraldi con forma a pera, marchese o circolari.

Amanda Wellsh by Gian Paolo Barbieri, 2016
Amanda Wellsh by Gian Paolo Barbieri, 2016

Le vivaci versioni animalier riflettevano le tendenze della società e dei costumi degli anni Sessanta, quando le donne mostravano un atteggiamento più sicuro di sé, riflettendo profondamente sul loro ruolo nella società e sfidando le convenzioni. Audaci e carismatiche, le creazioni Serpenti esprimevano un atteggiamento femminile responsabile delle leggi che governavano la seduzione, prendendo in giro il ruolo tradizionale della “donna peccatrice”. Le creazioni Serpenti avvolte intorno al polso trasmettevano immediatamente la loro appartenenza alla donna carismatica che le indossava.

Benedetta Barzini by Gian Paolo Barbieri, 1968
Benedetta Barzini by Gian Paolo Barbieri, 1968

Diana Vreeland, il giudice della moda di New York, amava indossare la sua cintura pitonata di Bvlgari a doppio giro come collana. Vreeland era così affascinata dal potere seducente dei serpenti che in un memorandum del 1968 indirizzato al suo staff editoriale scrisse: “Non dimenticare il serpente…il serpente dovrebbe essere su ogni dito e attorno ad ogni polso e ovunque”. Non a caso, i giornali di moda cominciarono a proporre scatti fatti dai maestri della fotografia come Gian Paolo Barbieri, Franco Rubartelli o Bret Stern con modelle che indossavano le creazioni Serpenti di Bvlgari in pose sicure di sé. Non a caso, una iconica campagna pubblicitaria di Bvlgari degli anni Settanta era caratterizzata da una grande B avvolta da numerosi varianti dei modelli di Serpenti, affermando ulteriormente l’importanza di questo motivo nell’universo creativo del brand. Oltre ai bracciali-orologio, nel corso degli anni la linea di Bvlgari Serpenti si è arricchita con collane, anelli, cinture, clutch in oro e con lo sviluppo della gamma accessori della Maison negli anni Novanta comprendendo occhiali da sole e borse in pelli pregiate. Il motivo del serpente ha così espresso e continua a esprimere la creatività multiforme della Maison, racchiudendo al contempo la costante evoluzione stilistica. Una centenaria metafora di trasformazione e rinascita, e non c’è animale migliore a incapsulare il mistero del tempo.

BVLGARI Serpenti. Myth and Mastery
Fondaco dei Tedeschi by DFS in collaborazione con Bvlgari
DFS T Fondaco dei Tedeschi
Dal 4 dicembre 2019 al 1 marzo 2020
Venezia, Calle del Fontego dei Tedeschi (Ponte di Rialto)
Orario: 9,30 – 19,30
Non è necessaria la prenotazione
Entrata gratuita







Van Cleef & Arpels in mostra a Milano, ecco le immagini





A Milano 400 gioielli di Van Cleef & Arpels in una grande mostra che racconta la storia della Maison parigina. Con le interviste alla curatrice, Alba Cappelieri, e a Nicolas Bos Presidente e Ceo di Van Cleef & Arpels ♦︎

Il grande, sfavillante, fantasioso mondo di Van Cleef & Arpels racchiuso nelle sale di una mostra allestita a Milano. Un’occasione unica per ammirare da vicino documenti d’archivio, disegni al tratto e a gouache, oltre a 400 gioielli e orologi, che raccontano le origini della creazione artistica della Maison parigina dal 1906 a oggi.

L'allestimento della mostra «il Tempo, la Natura e l’Amore» a Palazzo Reale, Milano. Foto: Santi Caleca
L’allestimento della mostra «il Tempo, la Natura e l’Amore» a Palazzo Reale, Milano. Foto: Santi Caleca

La mostra dura dal 30 novembre 2019 al 23 febbraio 2020 ed promossa dal Comune di Milano e prodotta da Van Cleef & Arpels, in collaborazione con Fondazione Cologni. Allestita A Palazzo Reale, l’esposizione è curata da Alba Cappellieri, docente di Design del Gioiello e dell’Accessorio al Politecnico di Milano e direttore del Museo del Gioiello di Vicenza. I gioielli provengono dalla Collezione Van Cleef & Arpels e da prestiti privati.

Collana Lion Barquerolles, 1971 Van Cleef & Arpels
Collana Lion Barquerolles, 1971 Van Cleef & Arpels. Trasformabile in due bracciali, una clip e un pendente. Oro giallo, smeraldi, diamanti

Leggi anche: Romeo e Giulietta nei gioielli di Van Cleef & Arpels

La mostra offre anche un allestimento speciale, con una scenografia concepita dalla designer americana Johanna Grawunder, che si specchia nelle sale dell’Appartamento dei Principi e le Sale degli Arazzi della reggia milanese, che ospitano le tre sezioni in cui si articola la mostra: il Tempo, la Natura e l’Amore. Temi che hanno ispirato da sempre i designer della gioielleria parigina nella creazione di pezzi entrati nella storia della gioielleria, come la clip con la ballerina, gli animali, la zip.

Collana Collerette, 1928, Patrick-Gries, Van Cleef & Arpels
Collana Collerette, 1928, Patrick-Gries, Van Cleef & Arpels

Alba Cappellieri ha selezionato i concetti chiave attraverso i quali decodificare le creazioni della Maison e la loro relazione con il tempo ispirandosi a un’opera di Italo Calvino, Sei proposte per il prossimo millennio. La sezione iniziale sul Tempo occupa dieci sale, dedicate a tematiche distintive. La prima sala è consacrata a Parigi, mentre le successive alla nozione di Esotismo e ai cinque valori di Calvino: Leggerezza, Rapidità, Visibilità, Esattezza, Molteplicità. Le ultime sale della sezione pongono poi l’accento sulle Intersezioni con altre discipline quali la danza, la moda e l’architettura.

L'allestimento della mostra a Palazzo Reale con la scenografia curata da Johanna Grawunder. Foto: Santi Caleca
L’allestimento della mostra a Palazzo Reale con la scenografia curata da Johanna Grawunder. Foto: Santi Caleca

Nel cuore dell’esposizione, la sezione sull’Amore presenta creazioni, testimonianze e pegni d’amore, che sono stati l’espressione della forza dei sentimenti e che hanno accompagnato alcune grandi passioni del XX secolo ormai entrate nel mito.

Clip Pivoine, 1937, Van Cleef & Arpels
Clip Pivoine, 1937, Van Cleef & Arpels. Platino, oro giallo, Serti Mystérieux rubini, rubini, diamanti

Le ultime tre sale della mostra, infine, sono dedicate alla Natura con la botanica, la flora e la fauna. Esse svelano un mondo incantato in cui l’eccellenza artigianale di Van Cleef & Arpels e la sua ricerca di armonia si fondono in un’arte assoluta.

Clip Cinq feuilles, 1967 Van Cleef & Arpels
Clip Cinq feuilles, 1967. Platino, rubini, diamanti, già Collezione Maria Callas

Van Cleef & Arpels: il Tempo, la Natura, l’Amore
Palazzo Reale a Milano
dal 30 novembre 2019 al 23 febbraio 2020
Curatore  Alba Cappellieri
Mostra promossa da  Comune di Milano e Palazzo Reale
Prodotta da Van Cleef & Arpels
In collaborazione con  Fondazione Cologni
Catalogo Skira Editore
Orari Lunedì 14.30 – 19.30
Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30
Giovedì e sabato 9.30 – 22.30
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Festività  Sabato 7 dicembre 9.30 – 22.30
Domenica 8 dicembre 9.30 – 19.30
Martedì 24 dicembre 9.30 – 14.30
Mercoledì 25 dicembre 14.30 – 18.30
Giovedì 26 dicembre 9.30 – 22.30
Martedì 31 dicembre 9.30 – 14.30
Mercoledì 1 gennaio 14.30 – 19.30
Lunedì 6 gennaio 9.30 – 19.30
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Ingresso libero

Locandina mostra
La locandina della mostra

Di seguito, il comunicato stampa e poi le interviste alla curatrice, Alba Cappelieri, e al presidente e Ceo di Van Cleef & Arpels, Nicolas Bos.

Documenti d’archivio, disegni al tratto e a gouache testimoniano le origini della creazione artistica accompagnando i preziosi esemplari provenienti dalla Collezione Van Cleef & Arpels e da prestiti privati.

Promossa dal Comune di Milano Cultura e Palazzo Reale e prodotta da Van Cleef & Arpels in collaborazione con la Fondazione Cologni, la mostra è curata da Alba Cappellieri, professore ordinario di Design del Gioiello e dell’Accessorio al Politecnico di Milano e direttore del Museo del Gioiello di Vicenza.

Immagine della mostra. Foto: Santi Caleca
Immagine della mostra. Foto: Santi Caleca

La scenografia contemporanea, concepita dalla designer americana Johanna Grawunder, dialoga con le sale dell’Appartamento dei Principi e le Sale degli Arazzi della reggia milanese.

La mostra si articola intorno a tre concetti: il Tempo, la Natura e l’Amore, considerati come i valori più rappresentativi della Maison. Per la curatrice, “il gioiello è sempre in bilico tra eternità ed effimero, tradizione e moda, amore e investimento, bellezza e concetto e il rapporto con il tempo è controverso mentre qui vogliamo dimostrare la capacità della Maison francese di rappresentare pienamente sia il tempo frammentato del XX secolo che la capacità di incarnare gli eterni valori della bellezza e, allo stesso tempo, il potere effimero della seduzione.”

L'allestimento della mostra a Palazzo Reale, Milano
L’allestimento della mostra a Palazzo Reale, Milano

Prendendo le mosse dall’opera di Italo Calvino Lezioni Americane. Sei proposte per il prossimo millennio, Alba Cappellieri ha selezionato i concetti chiave attraverso i quali decodificare le creazioni di Van Cleef & Arpels e la loro relazione con il tempo. La sezione iniziale sul Tempo si snoda in dieci sale: la prima è consacrata a Parigi, seguono l’Esotismo e i cinque valori di Calvino: Leggerezza, Rapidità, Visibilità, Esattezza, Molteplicità. Le ultime sale della sezione pongono l’accento sulle Intersezioni con altre discipline quali la danza, la moda e l’architettura.

Nel cuore dell’esposizione, la sezione sull’Amore presenta creazioni – testimonianze e pegni d’amore – che sono stati l’espressione della forza dei sentimenti e che hanno accompagnato alcune grandi passioni del XX secolo ormai entrate nel mito.

Le ultime tre sale della mostra sono infine dedicate alla Natura con la botanica, la flora e la fauna. Esse svelano un mondo incantato in cui l’eccellenza artigianale di Van Cleef & Arpels e la sua ricerca di armonia si fondono in un’arte assoluta.

Ala Cappellieri e Nicolas Bos
Ala Cappellieri e Nicolas Bos

Nicolas Bos, presidente e Ceo di Van Cleef & Arpels

Com’è nato il progetto di una mostra a Milano in collaborazione con Alba Cappellieri?

Milano è da tempo una delle grandi capitali della cultura in cui desideravamo presentare la storia della Maison. Il ruolo centrale di questa città nel mondo della creazione, del design e delle arti decorative ne fa un luogo per noi imprescindibile. Al di là della presenza della nostra boutique, qui abbiamo sviluppato dei legami con manifestazioni e istituzioni quali il Salone del Mobile, il Museo Poldi Pezzoli, la Scala o la Creative Academy. È del resto grazie alla Creative Academy – la scuola di design del Gruppo Richemont con sede a Milano – che ho potuto incontrare Alba Cappellieri, che qui insegnava in qualità di grande esperta di gioiello. Quando l’opportunità della mostra a Palazzo Reale si è concretizzata, abbiamo voluto affidarle la curatela in modo che apportasse il suo punto di vista sulla Maison attraverso un progetto completamente nuovo, radicato nella cultura italiana. Apprezzo molto questo tipo di collaborazioni capaci di stimolare il dialogo e arricchire lo sguardo sulle nostre creazioni.

Clip Fleur, 1939
Clip Fleur, 1939. Montatura in platino e oro giallo, con due fiori scintillanti dal cuore incastonato con diamanti giunchiglia sono trattenuti da un fiocco

Che cosa l’ha affascinata di questa lettura dell’universo della Maison?

Nelle opere di Italo Calvino a me note – Il barone rampante, Il cavaliere inesistente o Le città invisibili – ero affascinato da questa scrittura del XX secolo che preservava ancora il rapporto col meraviglioso, il racconto, l’infanzia. Grazie ad Alba ho scoperto le Lezioni americane che ci invitavano a un parallelismo tra l’universo della gioielleria e il mondo della letteratura, cercando di trovare una trasversalità, una comunità di valori che non fosse artificiale. Improvvisamente alcune parole di Calvino mi hanno colpito poiché sembravano definirci perfettamente: in effetti negli atelier noi facciamo spesso riferimento alla “precisione” e alla “leggerezza” per qualificare le nostre creazioni. Quando Alba ha sviluppato il progetto, tutto si è attuato in modo naturale, direi poetico. È riuscita a riunire intorno ai valori di Calvino degli insiemi coerenti e armoniosi. Mi piace l’idea di conservare quest’armonioso filo conduttore per tutto il corso della mostra. Ciò del resto è in sintonia con le conferenze di Calvino che avrebbero dovuto trovare compimento in un sesto valore: la Coerenza.

Clip Oiseau de Paradis, 1942. Oro giallo, platino, rubini, zaffiri, diamanti
Clip Oiseau de Paradis, 1942. Oro giallo, platino, rubini, zaffiri, diamanti

In cosa, secondo lei, la Maison ha sempre saputo radicarsi nella sua epoca pur conservando la capacità di creare esemplari senza tempo?

È molto difficile rendersene conto dall’interno e ciò richiede una presa di distanza rispetto alla storia della Maison e alla sua cronologia. S’individuano così i legami che le differenti creazioni hanno tessuto con la loro epoca e il loro contesto o con certi eventi in particolare, come quelli di carattere espositivo. Tali legami non erano necessariamente coscienti al momento della concezione degli esemplari, ma possono essere intuiti a posteriori. Ciò dipende probabilmente dal modo in cui da sempre la Maison opera, tramite la sua apertura sul mondo, l’attenzione nei confronti dei differenti stili di vita, dei cambiamenti sociali, dell’evoluzione nel modo d’indossare le creazioni, tanto nella moda come nella gioielleria. Van Cleef & Arpels si è sempre interessata all’attualità del mondo artistico, nonché a quella della creazione in senso lato. Il carattere intramontabile dei nostri esemplari è legato alla natura stessa della nostra attività: per definizione la gioielleria impiega materie preziose antichissime che non sono determinate dalla temporalità. Ma il fatto che lo stile della Maison abbia perdurato, si sia sviluppato senza soluzione di continuità, in modo ininterrotto e sempre coerente rappresenta un autentico fattore di atemporalità. Questa capacità di concentrarsi su alcuni mestieri, di rimanere coerente con il proprio stile, d’integrare le innovazioni senza tuttavia lasciarsi dominare dallo spirito del tempo incarna la vera forza della Maison.

In mostra, un posto importante è accordato agli oggetti preziosi. Perché avete voluto mostrare questo aspetto della creazione di Van Cleef & Arpels?

Gli oggetti preziosi costituiscono una parte straordinaria del nostro patrimonio che non è sempre stata oggetto di valorizzazione. Per esempio la mostra Van Cleef & Arpels, l’Art de la Haute Joaillerie al Museo di Arti Decorative di Parigi era focalizzata unicamente sulla gioielleria nelle sue funzioni tradizionali. Contrariamente a collane, bracciali o spille, che s’iscrivono in una tradizione millenaria e verosimilmente destinata a durare, gli oggetti sono legati a momenti specifici dell’arte di vivere. La loro funzionalità è dunque spesso ricondotta a un periodo definito che essi evocano come i ricordi di uno stile di vita passato, ormai lontano. Con questa mostra abbiamo voluto mettere in luce la qualità intrinseca di tali esemplari, cioè non la funzionalità, bensì la qualità della realizzazione, la dimensione di oggetto d’arte. Attraverso il prisma della molteplicità gli oggetti creano la sorpresa e rivelano il meraviglioso che è in essi. Grazie ai loro segreti, gli automi o le pendolette antiche possono talvolta suscitare più stupore che un gioiello tradizionale.

Collana Zip, 1951. Trasformabile in bracciale Platino, oro giallo, zaffiri, smeraldi, rubini, diamanti
Collana Zip, 1951. Trasformabile in bracciale Platino, oro giallo, zaffiri, smeraldi, rubini, diamanti

Nell’ambito della mostra, qual è la sua creazione prediletta?

La collana Zip. Ai miei occhi essa rappresenta una realizzazione assolutamente centrale e distintiva della Maison. Il dialogo che abbiamo instaurato con Alba è cominciato proprio da questa creazione che ha giustamente ispirato la sua riflessione sullo spirito del tempo. La collana Zip è dunque un’icona sia di Van Cleef & Arpels che della mostra.

 


Alba Cappelieri, Curatrice della mostra

Per comprendere l’universo di Van Cleef & Arpels ha fatto ricorso ai 5 valori definiti da Italo Calvino nelle Lezioni americane (Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità). Perché ha adottato questa prospettiva?

Italo Calvino è il primo italiano a essere stato invitato, nel 1984, dall’Università di Harvard a tenere le prestigiose Charles Eliot Norton Lectures. In occasione di questo ciclo di conferenze lo scrittore aveva scelto di trattare dei “valori da preservare per il prossimo millennio” ovvero Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità. La conferenza sul sesto valore, la Coerenza, avrebbe dovuto essere redatta direttamente ad Harvard, ma purtroppo Italo Calvino è morto prima, il 19 settembre 1985. Tali “valori, qualità, specificità”, così come sono stati definiti da lui stesso, rappresentano dei valori assoluti per la letteratura, ma anche per il gioiello e per ogni altro oggetto del nostro tempo e supportano l’analisi e la comprensione della nostra epoca al di là delle singole discipline. La Leggerezza, la Rapidità, l’Esattezza, la Visibilità, la Molteplicità offrono delle chiavi di lettura interessanti per decodificare la relazione tra Van Cleef & Arpels e il tempo: un tempo irregolare, spezzato e complesso come quello del XX secolo. L’artificio letterario ha permesso di rilevare che ciascuna di queste cinque “proposte” ben rappresenta alcune icone della Maison francese, che nella loro bellezza eterna esprimono e cristallizzano lo spirito del tempo che ha contribuito a crearle. I valori identificati da Calvino sono ancora attuali, fatto che ne attesta la pertinenza. Essi ci aiutano a comprendere il talento di Van Cleef & Arpels nell’interpretare, plasmare e tradurre il tempo in oggetti preziosi.

Diadema, 1976. Trasformabile in collana. Platino, oro bianco, diamanti
Diadema, 1976. Trasformabile in collana. Platino, oro bianco, diamanti

Nella mostra lei esplora anche altri concetti, come quello delle Intersezioni. Può dirci qualcosa di più in merito?

Ho aggiunto alle proposte calviniane cinque valori supplementari, che appartengono al DNA della Maison: Parigi, l’Esotismo e le Intersezioni con la danza, con la moda e con l’architettura. La sezione dedicata a Parigi è ben più che un semplice omaggio alla città in cui le famiglie Van Cleef e Arpels nel 1906 hanno dato origine a quest’avventura straordinaria, poiché all’inizio del XX secolo la capitale francese era il centro delle arti e della bellezza. L’Esotismo ci permette di comprendere meglio la capacità visionaria dei fondatori della Maison di esplorare mondi sconosciuti alla ricerca di gemme uniche, traendo ispirazioni, colori e motivi da culture altre. Questa capacità di connessione è molto rara nel mondo dell’Alta Gioielleria, che aspira alla trascendenza dell’eternità, abbandonando l’immanenza dell’effimero propria del gusto del momento. In oltre un secolo di storia, Van Cleef & Arpels ha al contrario dato prova del suo particolare talento nel ricavare la bellezza da fonti eterogenee in termini di materie, forme e discipline. Ciò è accaduto in passato e accade ancora oggi. L’intersezione con discipline quali la danza, la moda e l’architettura ha portato alla nascita di capolavori come le clip Ballerina, la collana Zip o i bracciali modernisti.

Spilla Juliette, 1951 ca. Oro giallo, smeraldi, zaffiri, rubini, perle di coltura e Spilla Roméo, 1951 ca. Oro giallo, smeraldi, rubini, perle di coltura
Spilla Juliette, 1951 ca. Oro giallo, smeraldi, zaffiri, rubini, perle di coltura e Spilla Roméo, 1951 ca. Oro giallo, smeraldi, rubini, perle di coltura

In che modo ha scelto il nome della mostra il Tempo, la Natura, l’Amore ovvero i tre grandi temi che strutturano il percorso?

Considero il Tempo, la Natura e l’Amore come i valori più importanti e rappresentativi della vita e quindi degli oggetti che accompagnano il nostro quotidiano. Purtroppo non è facile ritrovarli in gioielleria poiché questa disciplina è in costante equilibrio tra eternità ed effimero, tradizione e moda, amore e investimento, bellezza e concetto, natura e artificio. L’Alta Gioielleria coltiva una dimensione che ambisce all’eternità, indifferente allo Zeitgeist, lo spirito del tempo. Ciò non vale per Van Cleef & Arpels che dimostra sempre uno spiccato interesse per il proprio tempo. La mostra illustra la sua capacità di rappresentare un’epoca discontinua come il XX secolo e le sue aporie, la sua facoltà d’incarnare tanto i valori eterni della bellezza quanto il potere fugace della seduzione. Attraverso alcune creazioni della Maison, la natura diventa arte, sia in termini di gemme e di competenze sia di attitudine umanistica che aspira all’armonia. L’amore è l’energia più potente al mondo e ogni gioiello di Van Cleef & Arpels è realizzato con amore. Inoltre le creazioni di Van Cleef & Arpels – in quanto simbolo e pegno d’amore – hanno influenzato alcune leggendarie storie d’amore del XX secolo. È la prima volta che trovo i valori del Tempo, della Natura e dell’Amore riuniti insieme in una Maison di gioielleria. Lo studio della sua storia straordinaria e del suo heritage ha ampiamente superato le mie aspettative.

La sezione “il Tempo” si compone di dieci sale. Cosa l’ha spinta a dare uno spazio così importante a questo tema?

Ogni oggetto dovrebbe rappresentare la propria epoca. È ciò che gli conferisce senso e valore. Il tempo è un elemento cruciale della creatività e della fabbricazione: esso, infatti, modella l’estetica degli oggetti, ne determina la funzione e l’utilità sociale, definisce il loro stile, influenza la scelta dei materiali e delle tecniche, indica la loro origine, stratifica il gusto e soprattutto rivela il contesto. Ho compiuto lunghe ricerche sulla Maison Van Cleef & Arpels per comprendere il modo in cui essa esprime questa nozione di Zeitgeist nei sui oggetti preziosi. È così che ho esaminato e applicato dieci caratteristiche specifiche del XX secolo, adottando come punto di partenza le Lezioni americane di Italo Calvino.

Clip Ballerine, 1945 Oro giallo, zaffiri, rubini, diamanti
Clip Ballerine, 1945
Oro giallo, zaffiri, rubini, diamanti

In mostra, un posto importante è accordato agli oggetti preziosi. Perché avete voluto mostrare questo aspetto della creazione di Van Cleef & Arpels?

Gli oggetti preziosi sono esposti nella sala “Molteplicità”, che ritengo essere una delle più spettacolari della mostra. Essa presenta oggetti che vanno dalla Minaudière – il prezioso scrigno inventato da Charles Arpels nel 1933 – ai portasigarette, dalle lampade ai flaconi da profumo, fino a una gabbia per uccelli, al modellino di una barca o a una scultura di Buddha. Meno conosciuti dei gioielli di Van Cleef & Arpels, questi oggetti sono unici e straordinari in termini di savoir-faire e di stile. Essi ci insegnano qualcosa sulla bellezza, l’arte, l’artigianato e il talento. Per Calvino la Molteplicità è un metodo di conoscenza, un ponte tra gli individui e le idee: è esattamente ciò che Van Cleef & Arpels ha fatto e continua a fare.

Nell’ambito della mostra, qual è la sua creazione prediletta?

La collana Zip, senza dubbio! Naturalmente sono impressionata da numerosi gioielli e oggetti d’arte straordinari della Maison, ma la collana Zip mi ha folgorata. In quanto direttore del Museo del Gioiello di Vicenza, l’ho scelta anche per il museo per la sua capacità di associare la straordinaria manifattura orafa al funzionalismo di matrice industriale della cerniera lampo, in origine applicata alle uniformi americane. Un capolavoro di concetto, innovazione, creatività e tecnica, da scoprire fin nei minimi dettagli!

Bracciale orologio Ludo à volets, 1949 Oro giallo, Serti Mystérieux zaffiri, diamanti
Bracciale orologio Ludo à volets, 1949. Oro giallo, Serti Mystérieux zaffiri, diamanti






Il programma della Jewellery Week di Milano

Il programma della Jewellery Week di Milano con 150 designer-artisti e il concorso Artistar Jewels ♦︎

Bisogna fare i complimenti a Prodes, azienda che organizza eventi di diverso tipo e al suo fondatore, Enzo Carbone. In sette anni Artistar Jewels, che era partita come mostra-concorso di gioielli di designer d’avanguardia, si è trasformata in una kermesse fino ad all’ungarsi in una Jewellery Week (24-27 ottobre) con tanti eventi sparsi per la città.

L'edizione primaverile di Artistar Jewels a Palazzo Bovara
L’edizione primaverile di Artistar Jewels a Palazzo Bovara

Non si tratta di una replica di fiere dedicate all’alta gioielleria, ma l’evento sembra comunque capace di attrarre interesse e creativi da mezzo mondo. Artistar Jewels resta al centro del programma. Si tratta di una mostra collettiva di artisti ospitata a Palazzo Bovara (Corso di Porta Venezia 51, ingresso gratuito).

Artistar Jewels è un progetto cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, raccogliendo consensi sia dagli addetti ai lavori che da un pubblico sempre più numeroso di appassionati. Il successo scaturito da Artistar Jewels ci ha permesso di intercettare l’esigenza di dare il giusto risalto al gioiello contemporaneo, in fortissima espansione negli ultimi anni, creando un’intera settimana ad esso dedicata: da qui l’idea di lanciare a Milano la prima Jewelry Week.
Enzo Carbone, Ceo di Prodes Italia

Chiara Passoni, bracciale
Chiara Passoni, bracciale

Tra le oltre 500 candidature ricevute da tutto il mondo, i curatori di Artistar Jewels hanno selezionato 150 artisti provenienti da 40 Paesi diversi, tra i quali Taiwan, Thailandia, Libano, Armenia, Israele e Kuwait e una forte presenza Nordamericana. In particolare, lo U.S. Export Assistance Center di New York ha contattato il Diamond District Partnership, che ha organizzato un contest per dare la possibilità ad un artista newyorchese di partecipare all’evento con il supporto di questo ente di New York. La guerra dei dazi, insomma, non ha ancora fatto danni in questo settore.

Yuvsà Jewelry, Silverlight Rosé Sight Eyewear
Yuvsà Jewelry, Silverlight Rosé Sight Eyewear

Artistar Jewels oltre alla parte espositiva ed editoriale, realizza anche un concorso, che nasce con l’obiettivo di dare maggior risalto agli artisti che più si sono distinti tra i già meritevoli partecipanti. La giuria di Artistar Jewels, presieduta da Elisabetta Barracchia, direttore di Accessory Vogue Vanity Fair. Abbiamo già citato in un altro articolo anche il designer Gianni De Benedittis, che in collaborazione con Artistar Jewels ha istituito il Premio futuroRemoto jewels, che consiste in due somme di denaro che verranno assegnate, rispettivamente, a un partecipante di Artistar Jewels e a uno studente di una delle scuole partecipanti alla Milano Jewelry Week, che si saranno distinti per l’ottima padronanza nella tecnica orafa e che avranno tenuto conto delle esigenze e delle tendenze del sistema moda.

Bisogna aggiungere che i pezzi in mostra non assomigliano, spesso, a gioielli tradizionali. Le tecniche impiegate spaziano dal taglio laser alla cera persa, dalla filigrana alle rifiniture a mano, passando per la stampa 3D, sempre più diffusa in questo settore, così come l’uso dei materiali, di anno in anno più green e frutto di attività di riciclo e upcycling. Anche quest’anno le opere finiranno poi in un libro.

Yael Kaduri, Compositions Series b
Yael Kaduri, Compositions Series b

Artistar Jewel 2019 Fall Edition

Palazzo Bovara

C.so di Porta Venezia, 51

24-27 Ottobre 2019

Orario: 10:00 – 18:00 (aperto al pubblico – ingresso gratuito)

Artist Night: 24 Ottobre ore 16:00 (su invito)

Ecco gli artisti che partecipano all’evento:

Agmento – Mexico, Akeem Anishere, Anishere Designs Jewelers – Usa, Alberto Ercoli – Italy, Alessandro Dari – Italy, Alexandra Albini Jewels – Italy, Alfredo Cittadini – Italy, Alyssa A. – Russia, Amal Al-Ismaili – Shaabook – Oman, Anapsara – Italy – Spain, Andreia Gabriela Popescu – Romania, Angelica Centonze – Italy, Anja Berg – Chile, Anna Maccieri Rossi – Italy, Anna Maria Pitt – Iceland – Uk, Anna Nava-Liess, Anna Nava Handcrafted Jewelry – Usa, Anna Zycka – Poland, Annie Gobel – Australia, Arsxoias – Spain, Awu Fine Jewelry – China, Balazs Botos Design – Hungary, Belle Brooke Barer – Usa, Benedetta Barzanó Benbar – Italy, Bia Tambelli Creations – Italy, Carlotta Dasso – Italy, Cat Freaks – Mexico, Cecilia Lopez Bravo Jewelry – Usa, Cecilia Milazzo – Italy, Chiara Passoni Design – Italy, Chokolate Luxury – Spain, Christine Rio Of Slate Jewelry – Canada, Claude L.Creations – France, Constanza Bielsa – Chile, Cristina Cipolli Jewellery – Italy – Uk, Cristina Zilli – Italy, Darcy Miro – Usa, Deamatris – Italy, Debe Doris Berner – Switzerland, Deema Murad – Portugal, Diana Vas – Romania, Dieuwke Raats – The Netherlands, Eden Gedz – Israel, Edoardo Maria Maggiolo – Italy, Elena Lopez Jewelry – Mexico, Elena Tiberi – Italy, Eleonora Castagnetta Botta – Switzerland, Ellebi Gioielli – Italy, Ellence – Italy, Ely Milano Jewelry – The Netherlands, Emanuela Duca – Usa – Italy, Ewa Nowacka-Piechowiak Mandlas Jewellery To Enjoy – Poland, Fabiana Fusco – Italy, Falcon Feather – Usa, Ferunas – Sweden, Fragiliadesign: Emozioni Libere Da Omologazioni – Italy, Francesca Mo Jewels Designer – Italy, Gioielli Dalla Terra – Italy, Gioielli Donati – Italy, Hanna Kowalska – Poland, Hard To Find – Mexico, Hawraa Almaqseed And Mohammed Khesroh – Kuwait, Hennie Broers Zilverkunst – The Netherlands, Henrike Altes – Germany, Ilaria De Lorenzi – Italy, Iren Bznuní – Spain, Irene Palomar – Argentina, Iulia Ivan – Romania, J.Noelle – Usa, Jewels By Jacqueline Massawe – Tanzania, John Farris – Usa, Jolanta Gazda – Poland, Jouel Bar By Parmida – Usa, Juwelieren Eren Sahan Bagci – Turkey, Kasia I Coal You. – Poland, Kathryn Cronin Jewellery Designs – Canada, Kazakova Olga Formeconept – Russia, L. Skelly – Canada, Latod De Lucia Jewels – Italy, Laura Forte- Italy, Leonor Silva Jewellery – Portugal, Lisi Fracchia – Spain, Little Thing – Russia, Lorenzo Pepe – Italy, Luciana & Yasmim – Brazil, Lucy Spink Jewellery – Uk, Lunante – Italy, Lyra – Croatia, Magmalab – Italy, Maia Merav Holtzman – Usa, Mando Bee – Usa, Manifesto Jewelery By Martin Ortiz – Usa, Maracole Bijoux – Usa, Margery Hirschey – Usa,  Margherita Forgione Jewels – Italy, María Blondet – Usa, Maria Louise High- Usa, Maria Samora – Usa, Mary Arrieta Designer – Mexico, May Gañán – Spain, Michelle Y. Yun- Usa, Midori Jewels & Design- Italy, Miriam Nori – Italy, Mitty Jo Jewellery Studio – Portugal, Mizuki Tochigi – Uk – Japan, Morena Fregonese Of Maitai Jewels – Italy, Motcaché- Italy, Myungsun Sung – South Korea, Nami Chubachi – Australia – Japan, Natalie Barhoum- Israel, Nita Angeletti – Usa, Olga Van Doorn Jewelry – The Netherlands, Palladingold™& Tatyana Kholodnova – Russia, Parè Gioielli – Italy, Paula Di Dario – Brazil, Petra Mohylova – Czech Republique, Pickmeordie. – Taiwan, Pin-Device Lucia Petracca Alessandra Mazzeo – Italy, Queenie Cao – China, Rascha Daher – Lebanon, Rayan Lynch Gioielli D’arte – Italy, Roberta Mattos – Brazil, Ryunosuke Suginaka – Japan, Saadah – Saudi Arabia, Sanaz Babakhani For Fratelli Piccini – Italy, Sarran – Thailand, Saskia Shutt Designs – Belgium, Shaolinyifan – Jewelry. Art. Design. – China, Sharon Khazzam – Usa, Shavarsh Hakobian – Armenia, Sibilla Santucci – Italy, Silvia Omodei – Italy, Slawa Tchorzewska – Poland, Sofie Stal – Soinflow- The Netherlands, Sofya Briantseva – Russia, Soledad Lowe – Usa, Sonia Birndt Carrascosa – Spain, Sowon Joo – South Korea, Spinelli Gioielli – Italy, Stkreo By Stefania Tortella – Italy, Sula Italyn Design – Italy, Susan Lenart- Usa, Tehila Designs By Veronica Umoetuk – Uk, Telma Aguiar Jewelry – Brazil, Tetyana Kalyuzyna – Ukraine, The Godhead Jewellery – Italy, Tracy Trainor Jewellery – Ireland, Valerie Jo Coulson – Usa, Vanessa Pederzani – Uk, Weinan Pan – Uk, Wendy Yothers – Usa, Xiaohui Yang – China, Yael Kaduri – Israel, Yael Magnes – Usa, Yukie Shirakawa – France – Japan, Yuvsà / Yutian Tao – Usa

Eden Gedz, A Messy Flower Necklace
Eden Gedz, A Messy Flower Necklace
Elena Tiberi, Jewelry Earrings
Elena Tiberi, Jewelry Earrings
MagmaLab, necklace
MagmaLab, necklace

Queenie Cao, Glasses Necklace
Queenie Cao, Glasses Necklace







Le ultime da Wallace Chan





Le nuove creazioni di Wallace Chan, con la sua ceramica indistruttibile, in mostra a Londra ♦︎

Il maestro. L’artista. L’innovatore. Wallace Chan è tutte e tre queste definizioni allo stesso tempo. Per esempio, proprio un paio di anni fa ha messo a punto una incredibile porcellana indistruttibile e cinque volte più dura dell’acciaio, un materiale che gli consente di creare gioielli, ma anche sculture, che non potrebbero essere realizzate con altri materiali.

Wallace Chan, anello con ceramica e zaffiri
Wallace Chan, anello con ceramica e zaffiri

E per il pubblico europeo Wallace Chan presenta a Londra alcune delle sue più recenti (e rarefatte) creazioni di gioielli. La mostra si intitola Shapeshifter: The Multiverse of Wallace Chan (14-17 settembre, Asia House). È anche la terza e ultima tappa di questa mostra itinerante, nel tempo arrivata a 20 pezzi, con porcellana infrangibile. Inoltre, l’esposizione comprende dieci grandi sculture in titanio, metallo prediletto dall’artista-gioielliere di Hong Kong. Altra invenzione del gioielliere è il Wallace Cut, una tecnica di incisione in una pietra trasparente o un cristallo, che combina tecniche di sfaccettatura e intaglio. Il risultato di questo delicato lavoro è un’illusione ottica multidimensionale, che rivela quattro immagini aggiuntive dell’incisione se sono osservate sulla faccia anteriore.

Lotus Children, scultura in titanio
Lotus Children, scultura in titanio

Alcuni di questi pezzi sono stati presentati già a New York e Hong Kong, altri sono nuovi. Tra i pezzi più interessanti c’è la spilla Garden of Dreams, che utilizza la porcellana che viene ripetutamente intagliata e cotta. I filamenti del fiore sono in titanio blu-verde e le antere sono realizzate con pietre preziose rosse. La prima creazione con la speciale porcellana è, invece, un anello intitolato A New Creation, che combina porcellana bianca con zaffiro blu, acquamarine e pavé di diamanti. Federico Graglia





Memories From Death to Life, scultura di Wallace Chan
Memories From Death to Life, scultura di Wallace Chan

Spilla Garden of Dreams
Spilla Garden of Dreams

Spilla Mind Puzzle
Spilla Mind Puzzle

Wallace Chan qualche anno fa. Photo: Christie's
Wallace Chan qualche anno fa. Photo: Christie’s







I Vanity Affair di Christie’s





Custodie per trucchi create dalle grandi Maison di gioielleria in una mostra organizzata da Christie’s ♦︎

Cimeli legati al mondo del lusso. O, più precisamente, di quello che lo custodisce. A settembre, da mercoledì 11 a giovedì 16 Christie’s ha organizzato a Parigi una mostra curata dal dipartimento gioielli della più grande casa d’aste. La mostra si chiama A Vanity Affair e riunirà 75 lussuose custodie per make-up create dalle più grandi maison di gioielli di Place Vendôme. Le custodie, che sono dei veri gioielli, sono state acquistate e conservate da una coppia di appassionati (che preferiscono restare anonimi), che li ha assemblati con amore, gusto e pazienza nel corso degli anni, raggiungendo i 160 pezzi.

Jean Schlumberger per Ttiffany, 1956, portacipria in oro, peridoto, turchesi
Jean Schlumberger per Ttiffany, 1956, portacipria in oro, peridoto, turchesi

Nei miei cinquant’anni nel settore delle aste, ho visto e gestito molte collezioni di coppie, dai ricordi intimi di privati ​​alle proprietà comuni di leggende come Elizabeth Taylor e Richard Burton, il duca e Duchessa di Windsor e Yves Saint Laurent e Pierre Bergé. Questi di solito iniziavano come regali reciproci in occasioni speciali e, man mano che la collezione cresceva, progrediva verso uno sforzo più proattivo e serio, spesso con tesori che coprivano periodi, stili e regioni espansivi. La pozione magica in queste collezioni è l’emozione. Questa è una relazione amorosa permanente tra due persone e la loro relazione amorosa con bellezza e raffinatezza.
François Curiel, presidente di Christie’s Europe

Box art déco con corallo, lapislazzuli, smalto e diamanti
Box art déco con corallo, lapislazzuli, smalto e diamanti

La stessa passione ha spinto la coppia ad assemblare una delle più importanti collezioni private di custodie Vanity e Minaudiere, ripercorrendo l’evoluzione dell’arte del necessaire dal XVIII secolo alla metà del XX secolo. La raccolta registra l’evoluzione del gusto tra le due guerre mondiali e le alterne fortune di politica e finanza. È anche un inno alla maestria artigianale delle più grandi maison di gioielli, che hanno creato questi accessori per “donne moderne”. In effetti, Cartier, Van Cleef & Arpels e Lacloche Frères occupano un posto molto speciale in questa collezione insieme a Boucheron, Tiffany & Co, Fabergé e Black Starr & Frist, tra gli altri.

Vanity case art déco in madreperla, turchese, lapislazzuli, lacca. Cartier 1929
Vanity case art déco in madreperla, turchese, lapislazzuli, lacca. Cartier 1929

Aprire una di queste scatole, è come svelare i loro segreti intimi, tuffarsi nel loro universo e tornare indietro nel tempo. In viaggio per Parigi, Londra o New York, attraversando percorsi con le diverse personalità delle élite e della società dei caffè: aristocratici, designer, erede, pasci.
Lyne Kaddoura, scrittrice del libro A Vanity Affair

Minaudière art déco in lacca, platino e diamanti. Van Cleef et Arpels 1935
Minaudière art déco in lacca, platino e diamanti. Van Cleef et Arpels 1935

La collezione comprende pezzi che in precedenza erano di proprietà di personalità come Suzanne Belperron, Anna Gould duchessa di Talleyrand Perogord, sua nipote Diane de Castellane, Rachel Bunny Mellon, Pasha el Glaoui, Doris Duke.

Tra gli anni Venti e Cinquanta quasi tutte le principali maison di gioielleria hanno fornito  una clientela d’élite con questi piccoli box in oro e argento, decorati con diamanti, gemme colorate, giada e corallo, e determinati dall’estetica del giorno, riflettendo molti stili distintivi, Belle Époque, Art Deco, Orientale o Retro. Ma è da ammirare anche l’aspetto meccanico, con cerniere nascoste e scomparti a strati.

Durante la mostra sarà disponibile il libro Vanity Affair, 336 pagine riccamente illustrato, pubblicato da Rizzoli. Federico Graglia

Esposizione: dall’11 al 16 settembre, dalle 10 alle 18
Christie’s: 9 avenue Matignon, 75008 Parigi

Vanity case art déco, in smalto, madreperla e diamanti. Cartier 1925
Vanity case art déco, in smalto, madreperla e diamanti. Cartier 1925

Vanity case di Boucheron in smalto, madreperla e diamanti
Vanity case di Boucheron in smalto, madreperla e diamanti

Porta sigarette in argento , smalto e guscio d'uovo di Jean Trotain 1930
Porta sigarette in argento , smalto e guscio d’uovo di Jean Trotain 1930

Porta sigarette art déco  in smalto, diamanti. Lacloche Frères 1925
Porta sigarette art déco in smalto, diamanti. Lacloche Frères 1925







La storia dei gioielli Tiffany a Shanghai





Tiffany racconta la sua storia nella mostra Vision & Virtuosity a Shanghai ♦︎

Raccontare ai cinesi, e non solo, che cosa significa il marchio Tiffany. Il mezzo per questa operazione strategica è Vision & Virtuosity, una mostra organizzata a Shanghai dalla più grande impresa di gioielleria del mondo. La mostra, che celebra i più grandi capolavori creativi della leggendaria gioielleria americana, non è organizzata in Cina per caso.

Tiffany, Fifth Avenue, New York, in occasione del lancio della collezione Paper Flowers
Tiffany, Fifth Avenue, New York, in occasione del lancio della collezione Paper Flowers

Giusto a inizio giugno Tiffany ha ridotto le previsioni sugli utili per il 2019 dopo aver registrato una forte diminuzione degli acquisti da parte dei turisti, in particolare quelli cinesi, che ha causato una flessione sulle vendite trimestrali a perimetro comparabile. In quell’occasione Tiffany aveva anche specificato che le previsioni dipendono da una serie di fattori, tra cui i dazi in aumento sui gioielli che la società esporta dagli Stati Uniti alla Cina.

La mostra Vision & Virtuosity sembra essere una risposta per rilanciare il marchio: è stata concepita come un viaggio attraverso la storia, un’esplorazione dei codici del brand e uno sguardo sul futuro, un omaggio al passato della società di New York. Shanghai, una capitale globale che vanta un ricco patrimonio culturale e un’influenza internazionale, è la location ideale per una mostra di questo calibro rivolta alla Cina.

Alessandro Bogliolo, ceo di Tiffany
Alessandro Bogliolo, ceo di Tiffany

Vision & Virtuosity è un tributo a Tiffany & Co., sinonimo di grande maestria artigianale e design innovativo fin da quando Charles Lewis Tiffany fondò l’azienda a New York nel 1837. Questi due valori, visione e virtuosismo, sono l’essenza di Tiffany & Co. e questa mostra rappresenta il meglio del nostro brand.

Alessandro Bogliolo, Chief Executive Officer di Tiffany & Co

Vision & Virtuosity trasporta i visitatori in un mondo pieno di immaginazione e presenta le creazioni più importanti degli Archivi Tiffany. Le installazioni della mostra contestualizzano i momenti di grande innovazione del brand, documentando le innumerevoli prime volte di Tiffany, come l’introduzione dell’anello di fidanzamento moderno, il Tiffany Setting.

“Negli Archivi Tiffany ci sono molti oggetti incredibili dai quali traiamo ispirazione e troviamo continuamente modi nuovi di reinventarli e reinterpretali per i nostri modelli di oggi. Con questa mostra onoriamo il passato e mostriamo come la bellezza e la maestria artigianale siano senza tempo e sempre molto importanti”, aggiunge Reed Krakoff, Chief Artistic Officer di Tiffany.

Tiffany & Co. Vision & Virtuosity exhibition. Photo: Tiffany & Co
Tiffany & Co. Vision & Virtuosity exhibition. Photo: Tiffany & Co

Il percorso della mostra è diviso in sei capitoli.

Blue Is the Color of Dreams

Il Tiffany Blue, l’azzurro delle uova di pettirosso, è il protagonista di una sala, che mette in evidenza il colore iconico usato nei gioielli e nel brand Tiffany e la sua importante presenza come icona culturale. Nella sala, che rende omaggio alla scoperta e all’utilizzo delle pietre preziose colorate nella tradizione di Tiffany, si possono ammirare gemme quali gli zaffiri del Montana e le tanzaniti, pietre azzurro-viola che Tiffany ha presentato al mondo nel 1968.

Gioielli Tiffany in mostra
Gioielli Tiffany in mostra

The World of Tiffany

Una testimonianza visiva di quanto sia ampia la rappresentazione di Tiffany nella cultura popolare, The World of Tiffany mostra l’iconica influenza di Tiffany nel cinema, nella televisione, nella musica e nella letteratura. Questo spazio racconta l’evoluzione della Tiffany Blue Box, la costruzione del flagship store sulla Fifth Avenue a New York, i personaggi influenti che hanno indossato i gioielli Tiffany e altri momenti importanti che hanno fatto di Tiffany un luogo che dà gioia attraverso le sue creazioni spettacolari.

Lady Gaga con il Tiffany Diamond
Lady Gaga con il Tiffany Diamond

The Tiffany Blue Book

I visitatori scopriranno l’innovazione e la maestria che caratterizzano i pezzi di alta gioielleria delle collezioni del Blue Book. In questa sala si può ammirare il Blue Book originale del 1845, il primo catalogo di vendita per corrispondenza degli Stati Uniti, le creazioni eccezionali di Jean Schlumberger e Elsa Peretti. Una sala che racconta la storia dell’evoluzione del design e della maestria artigianale che hanno caratterizzato la creatività di Tiffany per quasi due secoli, arrivando fino ai gioielli delle collezioni del Blue Book disegnate dall’attuale Chief Artistic Officer di Tiffany & Co. Reed Krakoff.

Tiffany Blue Book, bracciale flessibile in platino con piastre a vortice, diamanti taglio tondo e baguette
Tiffany Blue Book, bracciale flessibile in platino con piastre a vortice, diamanti taglio tondo e baguette

Tiffany Love

Tiffany crea da sempre gioielli che celebrano le relazioni e il modo in cui le persone esprimono i propri sentimenti attraverso simboli d’amore. I gioielli in questa sala offrono uno sguardo sull’importante ruolo avuto da Tiffany nelle più grandi storie d’amore del mondo, attraverso creazioni quali il primo anello di fidanzamento moderno, il Tiffany Setting, e il Tiffany True presentato di recente.

Anello solitario in platino e diamante con il Tiffany Setting
Anello solitario in platino e diamante con il Tiffany Setting

Breakfast at Tiffany’s

Nessun altro film ha avuto un ruolo altrettanto importante nel consolidare il fascino di Tiffany nella cultura popolare quanto Colazione da Tiffany. Questo capitolo della mostra porta i visitatori dietro le quinte del film con oggetti esclusivi quali la sceneggiatura originale con le annotazioni personali di Audrey Hepburn e le foto del set nel flagship store di Fifth Avenue.

Copione di Breakfast at Tiffany’s , trascrizione di Paramount Pictures e annotazioni di Audrey Hepburn® (1960-1961). Audrey Hepburn® - Trademark and Likeness property of Sean Hepburn Ferrer and Luca Dotti – All Rights Reserved. Photo credit: The Tiffany Archives
Copione di Breakfast at Tiffany’s , trascrizione di Paramount Pictures e annotazioni di Audrey Hepburn® (1960-1961).
Audrey Hepburn® – Trademark and Likeness property of Sean Hepburn Ferrer and Luca Dotti – All Rights Reserved. Photo credit: The Tiffany Archives

Diamonds: Miracles of Nature

In questa sala i visitatori sono invitati a scoprire i diamanti più preziosi e importanti di Tiffany. Diamonds: Miracles of Nature rende omaggio all’autorevolezza di Tiffany nel campo dei diamanti nelle diverse epoche, dalla Gilded Age al periodo Art Deco ai modelli contemporanei. La mostra culmina con il gioiello più prezioso del brand, il Tiffany Diamond. Questo diamante fancy yellow da 128,54 carati, che è da molto tempo fonte d’ispirazione e punto di partenza per le collezioni di gioielli Tiffany, è indubbiamente una delle pietre preziose più importanti al mondo.

Audrey Hepburn in «Colazione da Tiffany»
Audrey Hepburn in «Colazione da Tiffany», davanti alle vetrine del negozio di New York

Vision & Virtuosity aprirà al pubblico dal 23 settembre al 10 novembre 2019 a Shanghai, in Cina, presso la Fosun Foundation Shanghai. I biglietti saranno messi in vendita a partire dall’inizio di settembre, e il ricavato della vendita di tutti i biglietti andrà alla Fosun Foundation e ai suoi programmi filantropici.







Le tiare di Chaumet in mostra




Le famose tiare di Chaumet, e altri gioielli, in mostra nel Principato di Monaco ♦︎

La Maison Chaumet, uno dei grandi nomi della gioielleria, dal 1780 a oggi ha creato oltre 2000 tiare. Per regine, famiglie aristocratiche, o semplicemente per donne che vogliono indossare un gioiello speciale e, naturalmente, sono tanto fortunate da avere un partner che regalo loro una tiara o un diadema. Infatti, un tempo la tiara era riservata a principesse e regine, mentre ora è un gioiello che può essere indossato da tutte le donne in speciali occasioni, come il matrimonio. Nell’arte della tiara, spiegano a Chaumet, tutto inizia con un disegno. Negli anni, le tiare di Chaumet hanno così interpretato lo stile del romanticismo, naturalismo, Belle Époque e Art Déco. Ora la Maison vanta 400.000 disegni d’archivio e un Salon des Diadèmes, vetrina delle collezioni storiche di Chaumet.

Diadema trasformabile con motivo a giglio appartenuto alla famiglia Leuchtenberg, discendenti dell'imperatrice Giuseppina, 1830. Il grande solitario di smeraldo esagonale può essere indossato come una spilla
Diadema trasformabile con motivo a giglio appartenuto alla famiglia Leuchtenberg, discendenti dell’imperatrice Giuseppina, 1830. Il grande solitario di smeraldo esagonale può essere indossato come una spilla

Un patrimonio che da un paio di anni gira il mondo in una mostra, che ora arriva nel Principato di Monaco, dopo essere passata per Pechino e Tokyo. La mostra si intitola Chaumet in Majesty, Jewels of Sovereigns since 1780 ed è organizzata al Grimaldi Forum di Monaco. Chi vuole sognare, può vedere da vicino diademi eccezionali tra 250 gioielli di sovrani, alcuni dei quali esposti per la prima volta al pubblico.

Chaumet in Majesty, Jewels of Sovereigns since 1780
dal 12 luglio al 28 agosto 2019
Grimaldi Forum di Monaco

 




Aigrette soleil rayonnant, in platino, smeraldo, diamanti. eno formale della tiara, l'aigrette offre comunque un'aria di festa e allunga la silhouette. Grassetto senza ostentazione, un'alternativa alle stelle e alle crescenti popolari della fine del XIX secolo, il Soleil fu introdotto da Chaumet intorno al 1900
Aigrette soleil rayonnant, in platino, smeraldo, diamanti. eno formale della tiara, l’aigrette offre comunque un’aria di festa e allunga la silhouette. Grassetto senza ostentazione, un’alternativa alle stelle e alle crescenti popolari della fine del XIX secolo, il Soleil fu introdotto da Chaumet intorno al 1900
Diadema Fleurs pensée
Diadema Fleurs pensée, circa 1850, oro, argento e diamanti
Diadema Boccioli di rosa, oro bianco, diamanti, perle
Diadema Boccioli di rosa, oro bianco, diamanti, perle
Diadème aux épis de blé (spighe di grano)
Diadème aux épis de blé (spighe di grano)
Collana Bayadère, Chaumet, Parigi, circa 1920, di Joseph Chaumet. Platino, diamanti, zaffiri e perle
Collana Bayadère, Chaumet, Parigi, circa 1920, di Joseph Chaumet. Platino, diamanti, zaffiri e perle
Chaumet, tiara in platino e diamanti
Chaumet, tiara in platino e diamanti
Spilla con diamante centrale a goccia
Spilla con diamante centrale a goccia
Spilla Fuchsia di Chaumet in diamanti fucsia realizzata nel 1840 sotto la direzione di Jean-Baptiste Fossin. Argento su oro con diamanti en tremblant
Spilla Fuchsia di Chaumet in diamanti fucsia realizzata nel 1840 sotto la direzione di Jean-Baptiste Fossin. Argento su oro con diamanti en tremblant
Spilla-aigrette Lune croissante, con diamanti e perle
Spilla-aigrette Lune croissante, con diamanti e perle







Gli storici gioielli di Bulgari in mostra





Gli spettacolari gioielli di Bulgari in una mostra in Italia dedicata alla storia della Maison romana ♦︎

Non tutti sanno che l’origine del nome Bulgari deriva dal fatto che la storica Maison di gioielleria, che ora fa parte del gruppo Lvmh, è stata fondata proprio in Bulgaria. Ma è avvenuto tanto tempo fa: nel 1884. A fondare Bulgari è stato l’argentiere di origine greca Sotirios Voulgaris, che arrivato in Italia è diventato Sotirio Bulgari. Sono passati tanti anni e Bulgari è diventata un’icona del lusso, capace di creare gioielli eccezionali.

Leggi anche: La Cinemagia di Bulgari

Bracciale Serpenti in oro bianco e diamanti
Bracciale Serpenti in oro bianco e diamanti

Ora i più bei gioielli della collezione Bulgari Heritage, compresi quelli appartenuti alle dive della Dolce Vita, saranno esposti dal 26 giugno (inaugurazione il 25) fino al 3 novembre, nella mostra intitolata Bulgari, la storia, il sogno, ospitata da due sedi del Polo Museale del Lazio, Castel Sant’Angelo e Palazzo Venezia.

Collana con rubellite, tormaline, granati, peridoti, diamanti
Collana con rubellite, tormaline, granati, peridoti, diamanti

Il progetto è stato ideato dal Polo Museale del Lazio, diretto da Edith Gabrielli, in collaborazione con Bulgari e realizzato attraverso contenuti selezionati da un comitato scientifico composto da esponenti del mondo accademico come Francesco Benigno (Scuola Normale Superiore di Pisa), Chiara Ottaviano (storica e sociologa della comunicazione di massa), Daniela Luigia Caglioti (Università Federico II di Napoli), Emanuela Scarpellini (Università degli Studi di Milano). I temi relativi a stile e creatività sono stati sviluppati da Lucia Boscaini, Bulgari brand and heritage curator. Curata da Chiara Ottaviano, la mostra traccia la storia di Bulgari come esempio di successo nel lusso.





L'allestimento curato da Chiara Ottaviano
L’allestimento curato da Chiara Ottaviano

Collana con diamanti e rubini
Collana con diamanti e rubini

Bulgari, collier con rubini, zaffiri, lapis, diamanti
Bulgari, collier con rubini, zaffiri, lapis, diamanti

Collier con zaffiri, rubini, smeraldi, diamanti
Collier con zaffiri, rubini, smeraldi, diamanti
Collana Serpenti con ametista, smeraldi, turchesi e diamanti
Collana Serpenti con ametista, smeraldi, turchesi e diamanti
Bracciale in oro rosa, madreperla, diamanti
Bracciale in oro rosa, madreperla, diamanti







Jean Schlumberger a Parigi con Tiffany




A Parigi Tiffany organizza una mostra di cento gioielli di Jean Schlumberger ♦︎

Jean Schlumberger, uno dei numi della gioielleria. A lui Tiffany dedica una mostra di quattro settimane che comprende un centinaio di gioielli, tra cui 80 pezzi unici, a partire dal 12 giugno. I pezzi sono acquistabili e si possono prenotare in qualsiasi boutique Tiffany. La mostra-vendita è organizzata nella boutique degli Champs-Élysées.

Il grande designer, a cui la Maison americana ha dedicato anche un libro, è stato infatti uno dei maggiori creativi della gioielleria, è ha lavorato in particolare proprio per Tiffany.

Spilla a forma di delfino in oro, smeraldi, diamanti firmata da Jean Schlumberger per Tiffany
Spilla a forma di delfino in oro, smeraldi, diamanti firmata da Jean Schlumberger per Tiffany

Francese, alsaziano di Mulhouse, una cittadina al confine con Germania e Svizzera, Schlumberger ha avuto due fortune: la prima è quella scampare alla terribile battaglia di Dunkerque, durante la Seconda guerra mondiale. L’altra è stata quella di incontrare il presidente di Tiffany, Walter Hoving, nel 1956.

Dopo la guerra e la breve carriera militare, infatti, il designer si era trasferito a New York a disegnare abiti per Chez Ninon. Nel 1946, però, si era già trasformato in gioielliere con una propria Maison. Ma è con Tiffany che decolla la sua fama, iniziata con la spilla Bird on a Rock, con un grande fancy yellow diamond. Trasferito da Tiffany, dove aveva un suo laboratorio e un ascensore privato, Schlumberger ha lavorato per la Maison fino alla fine degli anni Settanta (nato nel 1907 è scomparso nel 1987) e negli ultimi anni è stato anche vice presidente di Tiffany.

Bird on a Rock, spilla con un diamante fancy yellow
Bird on a Rock, spilla con un diamante fancy yellow

Schlumberger è una figura entrata nella storia della gioielleria, con lavori che sono rimasti famosi, come i suoi gioielli ispirati alle creature marine e ad altri animali. Jacqueline Kennedy indossava così tanti braccialetti di Schlumberger che la stampa li soprannominò braccialetti di Jackie. È stato anche uno dei quattro gioiellieri ai quali Tiffany ha permesso di firmare il proprio lavoro, assieme a Paloma Picasso, Elsa Peretti e Frank Gehry. Federico Graglia





Collana che fa parte di una suite firmata Van Cleef & Arpels, in diamanti e peridoti. Parte della collezione Rockefeller
Bracciale con diamanti e acquamarine di Jean Schlumberger per Tiffany, parte della collezione Rockefeller. Venduta per 250.000 dollari

Bracciale e spilla con zaffiri e diamanti di Jean Schlumberger per Tiffany
Bracciale e spilla con zaffiri e diamanti di Jean Schlumberger per Tiffany

Spilla con zaffiri e diamanti di Tiffany, design du Schlumberger
Spilla con zaffiri e diamanti di Tiffany, design du Schlumberger

Jasmine, collana di Jean Schlumberger del 1966
Jasmine, collana di Jean Schlumberger del 1966

Bracciale in oro 18 carati e smalto
Bracciale in oro 18 carati e smalto di Jean-Schlumberger

Collana appartenuta a Carroll Petrie, di Schlumberger per Tiffany, venduta per 905mila dollari
Collana appartenuta a Carroll Petrie, di Schlumberger per Tiffany, venduta per 905mila dollari







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