L’edizione di settembre 2024 di Milano Fashion&Jewels si svolgerà ancora nella Fiera di Rho da sabato 14 a martedì 17. Sabato l’ingresso dei visitatori sarà solo su invito. Inoltre, le giornate dal 15 al 17 (domenica-martedì) saranno in concomitanza con Micam Milano, Salone Internazionale della Calzatura, Mipel Salone internazionale della pelletteria e dell’accessorio moda.
In tre giorni, oltre all’apertura di sabato dedicata all’ingresso esclusivo con invito da parte degli espositori, si potranno così concentrare meglio tutte le attività e gli eventi speciali della manifestazione, offrendo ai visitatori, ai buyer e giornalisti presenti, una proposta molto mirata per conoscere e apprezzare le potenzialità di Milano Fashion&Jewels. In un’ottica di ottimizzazione delle opportunità di visita anche a settembre è prevista la parziale sovrapposizione (martedì 17) con Lineapelle, mostra internazionale di pelli, accessori, componenti, tessuti, in agenda dal 17 al 20 febbraio 2024.
I gioielli con torsione di Laurent Gandini
Torsade, collezione firmata Laurent Gandini, è una parola in italiano si traduce con torsione. La torsione è uno degli elementi tipici dell’architettura barocca. Basti pensare alle colonne che circondano l’altare all’interno della basilica di San Pietro, disegnate dal Bernini nella prima metà del Seicento. Ma la torsione è un elemento che si adatta bene anche alla gioielleria, per esempio con l’utilizzo di fili in oro intrecciati.
E anche nella collezione Torsade del gioielliere milanese compaiono bordi in oro rosa 9 carati che formano una spirale senza fine e che racchiudono pietre naturali di diversi colori. Per esempio, ametista, prasiolite, topazio Blue London, con taglio quadrato oppure ottagonale, sono circondate da un motivo in oro attorcigliato.
Sono scarse le informazioni riguardo Laurent Gandini. Pare abbia studiato storia medievale all’università, ma poi ha scelto di fare il designer di gioielli. Ha lavorato per Missoni, ma nel 1990 si è messo in proprio e ha lanciato la sua gamma di gioielli realizzati realizzati a Milano. Si ispira a motivi della tradizione popolare, come gli ex-voto, ma anche a stili architettonici, come i rosoni delle chiese medioevali lombarde. Aspetto che non stupisce visti gli studi della sua gioventù.
Mariani 1878, un bis lungo un secolo e mezzo
Nel 2017 ha vinto il Design Couture Awards di Las Vegas nella categoria People’s choise. E nel 2021 Mariani 1878 si è ripetuta, questa volta nella categoria Best in Gold. La Maison di alta gioielleria con sede a Monza, cittadina a due passi da Milano, celebra 150 anni di vita ricca di riconoscimenti, che testimoniano un’abilità orafa a tutto campo. Il precedente premio, per esempio, era stato assegnato grazie a Pon Pon, un ciondolo a goccia tridimensionale con 27 carati di diamanti di altissima qualità. nel gioiello ogni diamante era incastonato singolarmente e inserito in una sorta di rete che circonda il solitario centrale.
Un gioiello, quello presentato al Couture, che pare abbia ingolosito anche Melania Trump, che all’epoca era first lady con domicilio alla Casa Bianca. D’altra parte, i gioielli Mariani negli Usa hanno convinto anche celebrity Sylvester Stallone e Denzel Washington, in vena di regalo alle proprie partner.
Quattro anni dopo, invece, sono stati un paio di lunghi orecchini con una maglia in oro brunito e diamanti ha convincere la giuria. La Maison, come indica il nome, è stata fondata nel 1878 ed è gestita dai fratelli Carlo e Federico Mariani, laurea in economia e master in gemmologia, sotto la guida del padre Giuseppe Mariani, diretto discendente del fondatore Camillo Mariani.
Alta gioielleria Pomellato ispirata a Milano
Nata nel 1967, contemporaneamente al successo delle grandi Maison italiane della moda, la milanese Pomellato ha scalato i gradini del successo portando in gioielleria il concetto di prêt-à-porter. Lusso, ma sobrio. Design, ma senza esagerare. Forme semplici ma non sempliciotte. Gioielli che sono piaciuti subito alle signore milanesi e, poi, a quelle delle altre città. negli anni la capacità di interpretare una moda senza eccessi ha scavalcato i confini italiani in parallelo con l’identificazione di Milano come una delle capitali mondiali del design. Pomellato una decina di anni fa è stata per questo acquistata dal gruppo francese Kering.
Da allora qualcosa è cambiato. Pomellato, grazie alla spinta del colosso parigino del lusso è stata portata sui mercati internazionali e, in parte, ha aggiunto alla sua sobrietà un sapore sempre più marcato di gioielli di alta gamma. Ora il direttore creativo, Vincenzo Cataldo, ha deciso di coniugare la linea di alta gioielleria, introdotta da tre anni, con l’eco delle radici del brand. La nuova collezione, per questo, è ispirata a Milano.
I pezzi della gamma, che uniscono le pietre preziose alla tradizione di design, prendono il nome di luoghi noti anche ai turisti, come il Duomo (la cattedrale neo-gotica) oppure il Castello della città, ma anche ai più moderni grattacieli. La collezione si compone di quattro linee: Vertical Landscapes, Contemporary Heritage, Creativity on Stage e Terrazza Duomo. Uno dei pezzi che colpiscono di più è probabilmente la collana Castello, composta da placche in oro rosa collegate da maglie tempestate di diamanti di diversa forma: oltre 28 carati tra gemme taglio brillante, baguette, princess e rotondi, più cinque rubelliti per 29 carati. Una catena, collegata al girocollo è rimovibile.
Un palco all’opera con Schreiber
Milano capitale del design. Ma anche delle gioiellerie: ce ne sono alcune, come Schreiber, con una lunga e piacevole tradizione, che continua a rinnovarsi ♦
La semplicità è l’anticamera dell’eleganza e la stanza attigua al buon gusto. Schreiber, gioielliere milanese di lungo corso (alla terza generazione, Federico e il nipote Giacomo che seguono le orme del fondatore Franco Schreiber) non disdegna di affiancare argento e smalto alle classiche collezioni in oro e pietre preziose. Anche i gioielli realizzati con il meno costoso argento, però, non dimenticano la margherita che è il simbolo della gioielleria fondata nel 1948 e che ora opera sempre in pieno centro città, in via Borgospesso.
In perfetto stile milanese, la gioielleria propone un lusso non urlato, seppure senza lesinare in elementi di valore, come le gemme selezionate dal nipote del fondatore, Giacomo, che dopo il diploma al Gia sceglie personalmente le pietre da utilizzare per le collezioni. Lo stile è quello che coniuga modernità con classica dedizione al lusso. Insomma, gioielli che sono perfetti per una prima al Teatro alla Scala. Più milanese di così…
La naturale asimmetria di Brusi
I gioielli della piccola Maison milanese Brusi, fondata nel 1930 ♦
Brusi fa parte delle tante storie della gioielleria italiana. Un racconto che è cominciato a Milano nel 1920, quando Pietro Codari, un giovane orefice, ha iniziato la sua attività e ha aperto un laboratorio. La storia è continuata: nel 1970 il figlio Paolo ha ereditato laboratorio e professione. L’azienda con il tempo si è ingrandita e ha affinato la propria vocazione. Oggi Paola, Andrea e Simone, i tre figli di Paolo Codari, lavorano nell’azienda di famiglia e sono responsabili della gestione creativa, finanziaria e commerciale di Brusi.
L’azienda, situata in una zona storica della città, tra il Cimitero Monumentale di Milano e il quartiere cinese, propone pezzi di buona qualità, a base di oro, diamanti e pietre preziose. Anelli con pavé di diamanti champagne e pietre preziose come la tanzanite sono i cavalli di battaglia. Sempre con lo stile della «quasi simmetria». Cioè quella differenza dalla perfetta specularità geometrica che si trova spesso in natura. L’obiettivo è presentare gioielli in sintonia con la natura, proprio grazie a questa naturale asimmetria. Concetto sottile, ma interessante.
Michela Bruni, Pechino è a Milano
I gioielli di Michela Bruni Reichlin, la designer milanese in stile via Monte Napoleone ♦
Figlia di un ex ambasciatore a Pechino, con una famiglia nota alle spalle, moglie di un designer che lavora a New York (Riccardo Gambaccini): Michela Bruni Reichlin progetta gioielli e li vende nella sua boutique di Milano. Non è un luogo qualunque: si trova in via Monte Napoleone, una delle strade mondiali dello shopping di lusso. Ma i gioielli di Michela Bruni Reichlin hanno anche un altro aspetto che li distingue: sono in bilico tra Oriente e Occidente, frutto dei tanti viaggi in Cina nel periodo (fine anni Novanta) in cui il padre, Paolo Bruni, rappresentava l’Italia. L’esperienza in Cina è anche alla base di alcune delle scelte stilistiche: per esempio, l’utilizzo della giada, ma anche di alcuni motivi iconografici, come draghi o maschere.
Non è, però, una gioielleria che imita uno stile etnico, anche se ama l’abbinamento di pietre dure come la giada, agata, corallo, onice e turchese all’oro e i diamanti. Insomma, se fosse uno chef, la designer proporrebbe un menu fusion, con ampie varianti: ci sono gioielli che possono essere assimilati alla bigiotteria di lusso, fino a quelli proposti a diverse migliaia di euro. Un altro aspetto da sottolineare: tutti gli orecchini sono composti da due parti, una superiore e un pendente. Sono gioielli intercambiabili, in modo da moltiplicare le combinazioni. In pratica, se si comprano due pezzi se ne ottengono quattro. Un optional apprezzato non solo dalle clienti milanesi.
Le date della prossima Milano Fashion&Jewels
Si terrà da domenica 18 a mercoledì 21 febbraio 2024 a fieramilano (Rho), la prossima edizione della Milano Fashion&Jewels, evento dedicato all’accessorio moda, all’abbigliamento e al gioiello. Fissata la data anche del secondo appuntamento: l’edizione di settembre avrà luogo da domenica 15 e a mercoledì 18. La nuova cadenza settimanale della manifestazione, secondo la società organizzatrice (fieramilano) ha l’obiettivo di intercettare un target di visitatori allargato e internazionale al fine di massimizzare le occasioni di business. Buyer nazionali e internazionali potranno così aggiungere l’evento Milano Fashion&Jewels tra gli appuntamenti della Settimana della Moda.
In contemporanea si terrà Micam Milano, Mipel e The One Milano, sempre negli spazi della fiera a Rho, con parziale sovrapposizione di Lineapelle. Nell’edizione di settembre 2023 sono stati oltre 42.273 gli operatori professionali provenienti da 129 Paesi che hanno potuto scoprire le collezioni di 2000 brand.
Il sogno di Istanboulli
Fin da bambino, ad Aleppo, Krikor Istanboulli si è interessato dell’arte orafa. Ma la vita lo ha indotto a puntare sul commercio di preziosi: ha iniziato a commerciare oro e pietre tra Oriente e Occidente. Arrivato in Italia ha fondato Art.Or, mentre il fratello Arturo ha dato vita a un’altra azienda, Krisonia, che è una crasi tra il nome del padre, Krikor, e della madre, Sonia. L’amore per i gioielli, però, non lo ha abbandonato e, fissata la base a Milano, ha fondato Istanboulli Gioielli. Data la professione, ha potuto fornire alla sua Maison pietre preziose e oro capaci di soddisfare anche un mahraja. Anche se continua a dirigere il commercio all’ingrosso di preziosi, ha quindi sviluppato un brand che si avvale dei migliori materiali.
A dirigere il flusso di diamanti, rubini e smeraldi è il figlio Vace, che ha conseguito il diploma al Gia. Che per non farsi mancare nulla è diventato anche un esperto di perle, dopo aver passato sei mesi a lavorare con un grossista di Akoya e South Sea. Ha anche passato un po’ di tempo ad Anversa, la capitale dei diamanti. Insomma, nessuna improvvisazione, qui sono professionisti. Un valido aiuto arriva inoltre da Zarmine, la figlia, che dal 2003 è entrata in azienda. Lei si occupa di marketing. Insomma, il lavoro della famiglia Istanboulli è al top e ora le loro aziende di produzione e vendita all’ingrosso sono tra le maggiori in Italia.
Busatti a Milano è un nome storico della gioielleria. Ora è raddoppiato. Un ramo della famiglia ha deciso di puntare decisamente sulla ricerca e sull’innovazione e ha creato un proprio brand: Busatti 1947. Dopo pochi mesi di vita vanta già un riconoscimento prestigioso: il secondo posto nella categoria Best in Diamonds Above $40,000 Retail al Couture Design Awards. Merito, appunto di una spinta decisa verso un design forte e una scelta di materiali per molti aspetti inconsueta. Alla base di tutto ciò ci sono i fratelli Lalla e Davide Busatti. La storia familiare alle spalle risale a quando il nonno, Antonio Busatti, iniziò a viaggiare in Giappone dopo la Seconda guerra mondiale per acquistare perle.
Il figlio, Luigi, ha continuato l’attività con le gemme. Lalla (designer) e Davide Busatti (che seleziona le gemme) rappresentano la terza generazione, che hanno deciso di introdurre gioielli con il proprio brand all’attività di commercio di pietre preziose. Ma, come accennato, mettendoci parecchia innovazione. Per esempio, nell’introdurre materiali inconsueti, come la fibra di carbonio per realizzare una resina super resistente, che è accostata a oro e diamanti o cacholong. I gioielli, di fascia alta, sono già stati presentati alle principali fiere internazionali di gioielleria, da Las Vegas a Dubai, Ginevra e Hong Kong.
Le novità di Piero Milano
Chissà perché ci sono gioiellieri che riescono a costruire un mito attorno alle loro collezioni e altri, come il brand piemontese Piero Milano, che sono altrettanto bravi, ma sono meno spavaldi nel comunicarlo. A volte le strategie di marketing sono un po’ misteriose. Così come è poco comprensibile che un marchio come Piero Milano sia apprezzato nei negozi all’estero, abbia tanti estimatori, ma abbia meno riscontro nell’immagine collettiva.
Eppure l’azienda di Valenza fondata ormai mezzo secolo fa da Piero Milano e Luigi Benzi non ha nulla da invidiare a molte altre Maison che godono della celebrità (a volte immeritata). D’accordo, Piero Milano vanta un buon successo di mercato, grazie alla capacità di interpretare il gioiello classico, come è nella tradizione degli orafi di quella provincia piemontese. Oro, platino, diamanti, pietre preziose e semipreziose: non manca nulla nel vasto catalogo delle proposte, che vanno dall’alta gioielleria all’easy to wear.
Orologi da collezione all’asta di Cambi
Orologi all’incanto per collezionisti: a organizzare la vendita è la milanese Cambi Casa d’Aste. La vendita è in programma per giovedì 15 giugno, nella sede di via San Marco alle 15.00. All’asta una raccolta di pezzi unici realizzati da marchi internazionali come Rolex, Audemars Piguet, Patek Philippe, assieme a una serie di marchi indipendenti.
Tra i top lot ci sono un cronografo neovintage a monopulsante realizzato in platino nel 1991 circa da Daniel Roth con un’edizione limitata di soli 16 esemplari: ha un quadrante con lavorazione satinata e guilloché, numerazione a cifre romane e fondo a vista (Stima: 25.000 – 50.000 euro). Altro pezzo di spicco è un raro Rolex sportivo modello Submariner del 1957 circa, in acciaio con cinturino in pelle, quadrante nero lucido gilt, pallettoni al radio, corona maggiorata brevet, cassa in acciaio mai lucidata, una ghiera girevole con triangolo rosso per segnalare le ore 12. (Stima: 50.000 – 80.000 euro).
C’è anche un Royal Oak Jumbo D Series del 1979 circa, prodotto da Audemars Piguet in acciaio inossidabile, e appartenuto all’ex pilota austriaco di Formula Uno Gerard Bergher, vincitore di dieci Gran Premi. L’orologio presenta cassa ottagonale, quadrante blu Petit Tapisserie ed è accompagnato da scatola originale e garanzia (Stima: 35.000 – 50.000 euro). Da segnalare anche un raro cronografo a due contatori con tasti a pompa firmato Omega, modello Chrono 33.3, che si distingue per il suo quadrante Lemrich grigio a tre toni, le cifre delle ore a numeri romani, la carica manuale calibro 33.3 e la cassa in acciaio con fondello impermeabile a vite. (Stima: 12.000 – 18.000 euro).
Infine, un altro Rolex, l’ambitissimo Cosmograph Daytona realizzato in acciaio nel 1965 circa con una straordinaria ghiera in bachelite e tasti a vite Millerighe, il quadrante argentato Grené e contatori neri a contrasto. (Stima: 55.000 – 80.000 euro).
Film d’autore per l’Essenziale di Atelier VM
Gioielli e cinema d’essai. Il brand milanese Atelier VM ha siglato una collaborazione con i registi Alberto Caffarelli e Matteo Erenbourg del collettivo Alterazioni Video. Obiettivo: realizzare un film in cinque episodi L’Essenziale, Welded Love Stories. Il link con il cinema d’autore riguarda la selezione al Fashion Film Festival di Milano del video, che a detta degli autori è un omaggio a Jean Luc Godard, regista francese di avanguardia, tra i nomi di spicco della Nouvelle Vague da poco scomparso. I registi hanno deciso di riproporre alcune scene cult dei suoi film. L’Essenziale, invece, è il gioiello-simbolo di Atelier VM.
I gioielli nei filmati si trovano al polso di due donne di diversa generazione, probabilmente una nonna con sua nipote, mentre si lavano le mani o si scambiano una carezza, oppure tra le braccia di due amiche (forse amanti?) mentre leggono, giocano e oziano in terrazza, e ancora sul corpo di due innamorati al risveglio, sulle mani di tre stralunati amici al bar e, infine, indossati da una ragazza che si lascia andare in una danza scatenata e liberatoria.
Uno store a Milano per PdPaola
La lunga marcia d PdPaola è partita otto anni fa da Barcellona e, ora, fa tappa a Milano. Il brand fondato dai fratelli Paola e Humbert Sasplugas ha aperto uno store monomarca nella città italiana con maggiore sviluppo. Si trova in corso Vercelli 4, una delle maggiori vie commerciali. Il negozio è su due piani e adotta colori soft, scaffali galleggianti e specchi circolari. Naturalmente lo store presenta le novità del marchio e le sue collezioni signature come Letters, Charms e Zodiac, oltre alla linea di gioielli in oro 18 carati e diamanti sintetici.
PdPaola ha già negozi nelle principali città spagnole come Madrid, Barcellona, Siviglia, Bilbao, San Sebastián e Palma di Maiorca, oltre a Londra, Porto Rico, Lima e Riyadh. Ha recentemente aperto nuovi punti vendita (shop-in-shop) nella catena di grandi magazzini di lusso spagnola El Corte Inglés. I gioielli del brand sono disponibili in 2000 punti vendita e in una decina di mercati internazionali, tra cui 50 negli Negli Stati Uniti.
Tanti gioielli all’asta con Cambi
400 gioielli all’asta a Milano con Cambi
Tanti gioielli di qualità, di marchi famosi: sono quasi 400 i lotti che compongono il catalogo di Fine Jewels della Casa d’Aste Cambi. La vendita è in programma mercoledì 17 maggio dalle ore 11.00, nella sede milanese (via San Marco 22, Milano). Nella prima tornata dell’asta (lotti 1/98) sono protagonisti i gioielli d’epoca: tra gli oggetti di maggior interesse spiccano una collezione di coralli di varie epoche e provenienze, una parure di cammei in conchiglia raffiguranti famosi poeti italiani e divinità classiche con astuccio originale (stima: 6.000-8.000 euro), e un bracciale in micromosaico con vedute di Roma (9.000-11.000).
Nella seconda tornata (lotti 99/402) sono in vendita gioielli contemporanei, come il girocollo della collezione Serpenti di Bulgari (40.000-60.000), un bracciale con ametista e diamanti di Michele della Valle (6.000-7.000), un sautoir in diamanti convertibile in collana e bracciali (30.000-40.000) e un bracciale della collezione Panthère di Cartier (10.000-15.000).
Tra i top lot si trovano una raffinata tiara in diamanti e smeraldi Colombia (20.000-25.000), un anello con smeraldo Colombia di 10 carati circa (50.000-60.000), un diamante taglio brillante da 3,48 carati (50.000-60.000), un anello con zaffiro Kashmir (60.000-80.000) e un diamante taglio brillante di 13,39 carati (70.000-90.000).
Tornano la Milano Design Week, il Fuorisalone e il Salone del Mobile e la ormai tradizionale esposizione-contest della Galleria Rossini dedicata al gioiello contemporaneo. Dal 15 aprile al 6 maggio sono in scena i finalisti della seconda edizione di Gioiello Contemporaneo Contest, con l’esposizione di oltre 60 gioielli di artisti provenienti dall’Italia e dall’estero, in collaborazione con le curatrici Marina Chiocchetta e Sonia Patrizia Catena. Come sempre si tratta di gioielli-opere, pezzi unici, realizzati con materiali preziosi o comuni.
In mostra sono i gioielli di Thomas Ayers Jewellery, Bodyfurnitures di Gian Luca Bartellone, Frederic Byron Upcycling Phenomenon, Emanuele Cannoletta, Clara D’Onofrio, Ellence, Tami Eyal, Mgioielli di Magda Ferrari, Alessandra Filippelli, Patrizia J., Vanessa Kubach, Melania La Via Studio d’arte tessile, Mariagioia Maffucci, Elisabetta Nevola unconventional porcelain, Laura Sala, Renata Shaikhislamova Atelier Inter Nos, Tabitha Sowden, Cristian Visentin, Laura Visentin Contemporary Jewelry.
I finalisti sono stati scelti da due giurie, una interna alla galleria e una esterna, composte da curatori, esperti d’arte, docenti e designer. Ai vincitori, annunciati sabato 15 aprile, sarà assegnato un Premio Speciale che prevede la possibilità di una mostra personale in Galleria Rossini, l’opportunità di esporre al Museo del Bijou di Casalmaggiore, allo Spazio Heart di Vimercate e allo Spazio E di Ghemme. In mostra anche i gioielli d’artista di Claudia Marchioni, vincitrice del Premio Rossini, proclamata durante la serata inaugurale di Ridefinire il Gioiello, progetto arrivato alla sua VIII edizione e di cui la galleria è partner dal 2012.
Gioiello Contemporaneo
Galleria Rossini
Viale Monte Nero, 58, 20135 Milano
Da martedì a sabato ore 10.00 -19.00
A Errani Studio la comunicazione di Atelier VM
Errani Studio, agenzia di comunicazione milanese, curerà il mondo dei media per Atelier VM, marchio nato nel 1998 a Milano su iniziativa di Marta Caffarelli e Viola Naj Oleari. Le tappe della crescita di Atelier VM comprendono i primi ordini di Barneys New York e l’apertura della boutique di Piazza Sant’Eustorgio, a Milano. Nel 2007 le due creatrici si sono trasferite in via Cesare Correnti, nel distretto delle Cinque Vie, un contesto più commerciale dove consolidano il rapporto con il territorio.
L’Essenziale è il nome del bracciale nato nel 2014, saldato sul corpo, cioè con la circonferenza esatta del polso di chi lo indossa, e nel 2015 Atelier VM ha aperto il primo corner in Francia nel grande magazzino Le Bon Marché, a Parigi. Poi, è arrivato il secondo monomarca a Milano in zona Brera, un prestigioso punto vendita a Londra nello storico grande magazzino Liberty, tre corner nel department store La Rinascente Roma, Torino e Milano e da Nordstrom a New York. Nel 2020, invine, il brand ha lanciato il proprio negozio online e nel 2022 ha aperto due corner in La Rinascente Firenze e Cagliari.
Arte e gioielli con il Club degli Orafi al miart
L’oro, i gioielli e l’arte. Il legame è stretto. Lo sottolinea la partecipazione del Club degli Orafi Italia, supportato dall’agenzia governativa Ice, a Miart, la fiera internazionale di arte moderna e contemporanea che si svolge a Milano dal 14 al 16 aprile 2023 nello spazio di Allianz MiCo, il più grande centro congressi d’Europa. La partecipazione si concretizza con la mostra Double Face, che vede esposti i gioielli d’artista di otto soci del Club, a cura di Alba Cappellieri.
Il Double Face non è soltanto una metafora o un espediente narrativo, ma uno spunto per indagare e riflettere sulla doppia capacità dei gioielli in mostra: oggetti preziosi, ma anche espressione della creatività, dall’innovazione, dalla sperimentazione. Da Tiziano ad Anish Kapoor, da Salvador Dali a Cindy Sherman, da Jan Vermeer a Claes Oldenburg e ancora Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Marina Abramovic: sono numerosi gli artisti che in tutte le epoche hanno esplorato e indagato la diplopia come riflessione sull’identità ma anche sull’invisibile, lo spirituale, le illusioni o le ombre.
Per questo le opere sono state selezionate per le loro duplice identità, con lavoro di artisti come Giò Pomodoro, che ha creato i gioielli di Cesari e UnoaErre, e Sergio Fermariello, autore del bracciale per de’Nobili, che qui hanno interpretato le rispettive ricerche nel medium del gioiello con risultati di grande interesse e qualità, gli orecchini Puzzle Arlecchino di Mattioli ispirati al Pointillisme e al Carnevale di Mirò, le creazioni di Vhernier, che rimandano alle forme eleganti e morbide delle sculture di Constantin Brancusi, Max Bill o Barbara Hepworth, o come la collana trasformabile di Alfredo Correnti, ispirata alle sinuosità dell’Art Nouveau. Sono gioielli che esplorano le sperimentazioni artistiche, come nel bracciale Wave di Angeletti dove la tradizione millenaria della gioielleria incontra l’innovazione dei nuovi materiali o come nel teschio di corallo di Liverino che si trasforma in scultura.
Diamanti e gioielli all’asta con Bolaffi
Circa 500 lotti provenienti con gioielli dall’Ottocento ai giorni nostri e basi d’asta molto diversificate. È ciò che è compreso nel catalogo della vendita all’incanto primaverile di gioielli firmata Aste Bolaffi del 28 marzo, in programma a Milano, all’Hotel Mandarin Oriental (via Andegari 9), mentre il 29 marzo sarà in modalità internet live sul sito di Aste Bolaffi. www.astebolaffi La vendita è preceduta dall’esposizione aperta al pubblico da venerdì 24 marzo fino al giorno dell’asta (domenica esclusa) presso la sede di Bolaffi (via Manzoni 7).
Nella selezione di diamanti si trovano i top lot della vendita, tra cui un diamante non montato di 9 carati, colore F, purezza VVS2, accompagnato da certificato Gia (lotto 298, base d’asta 260.000 euro) e un collier in diamanti di 36 carati complessivi di eccezionali colore e purezza (lotto 297, base 65.000 euro). In catalogo anche gioielli Tiffany, Bulgari, Cartier e Pomellato e un’interessante collezione firmata Orisa Torino dagli anni Quaranta ai Sessanta.
A Milano arte e gioielli di Vasiliki Merianou
Gioielli e arte, scultura e bijoux: il matrimonio è destinato a continuare. A Milano la Galleria Rossini è specializzata nel proporre periodicamente il lavoro di designer, artisti, creativi che si cimentano nella realizzazione di gioielli. È la volta dell’artista greca Vasiliki Merianou (alias Lokta Art) con la mostra Paramonas (23 marzo – aprile), ispirata alla costa occidentale dell’isola di Corfù e, in particolare, alla spiaggia di Paramonas. Vasiliki Merianou ha vinto nel 2022, il primo premio al concorso Gioiello Contemporaneo I edizione, indetto dalla Galleria Rossini. Ora espone oltre 30 creazioni, fra gioielli e micro sculture, in questa mostra personale.
Vasiliki Merianou, fondatrice del brand Lokta Art, che vive e lavora in Svizzera, propone gioielli con forme definite arcaiche e organiche, con sfumature della terra come il rosso, il marrone o il beige, accostate a tonalità fredde come il verde e il blu. I materiali utilizzati sono i più vari: pietre, legno, spago e carte, elementi poveri ed eterogenei. D’altra parte sono creazioni artistiche.
Galleria Rossini
Viale Monte Nero 58, Milano
da giovedì 23 marzo al 7 aprile 2023
orari: da martedì a sabato 10.00 – 19.00