diamanti

I gioielli della corona di Olanda

Anche i reali di Olanda possono vantare un buon numero di gioielli importanti. Ecco quali sono ♦

Maxìma di Olanda anni fa era stata inserita dalla rivista Time tra le 100 persone più influenti al mondo per il suo impegno sociale. E sembra proprio una donna fortunata: ha sposato un principe, è diventata regina, dopo che nel 2013 Beatrice d’Olanda ha abdicato a favore del figlio Guglielmo Alessandro. Maxima Zorreguieta Cerruti, argentina di nascita, ha così avuto anche accesso a una delle collezioni di gioielli più ricche d’Europa. È un patrimonio accumulato nei secoli e mantenuto intatto grazie a una brillante soluzione: quella di far confluire i pezzi più importanti in una fondazione. E se i membri femminili della famiglia possono usufruirne in base al ruolo dinastico, alcuni di questi preziosissimi gioielli sono riservati unicamente alla regina regnante o consorte. Come, appunto, la regina Máxima , che a un anno dall’incoronazione ha dimostrato grande abilità nel modificarli e indossarli. Perché si tratta di diademi smontabili e rimontabili come collane e bracciali e viceversa. Ecco come, partendo proprio dalla tiara di diamanti zaffiri indossata nel giorno dell’incoronazione.

Maxìma d’Olanda con la tiara e gli orecchini della parure di zaffiri
Maxìma d’Olanda con la tiara e gli orecchini della parure di zaffiri

Sapphire Parure. Realizzata nel 1881 per la regina Emma, la tiara, che fa parte della Sapphire Parure, ha 655 diamanti sudafricani di 242 carati complessivi con un taglio brillante e 33 zaffiri del Cashmere di 155 carati. Uno zaffiro centrale a taglio cuscino circondato da due zaffiri più piccoli e da cinque diamanti per lato è l’elemento centrale, indossabile anche separatamente come spilla. Per renderla più leggera la nuova regina elimina sostituisce i tre diamanti montati a forma di giglio sulla sommità e li sostituisce con un unico grande diamante. Il girocollo di questa parure invece, è stato indossato come tiara aggiungendo sulla sommità cinque elementi costituiti da uno zaffiro centrale, circondato da diamanti in una montatura a forma di rombo.

Maxìma d’Olanda con la collana della parure di zaffiri indossata come tiara
Maxìma d’Olanda con la collana della parure di zaffiri indossata come tiara

Tiara di diamanti. Dono di nozze della regina Emma nel 1879, era in origine sormontata da tre stelle di diamanti a 12 punte. Ora è composta da tre diamanti centrali che possono essere sostituiti da rubini.

Dettaglio della tiara con 34 diamanti taglio rosa
Dettaglio della tiara con 34 diamanti taglio rosa

Tiara di diamanti taglio rosa. Tiara formata da una fila di 34 grossi diamanti i incastonati su una placca di platino (chaton) secondo una moda in voga nella metà del XIX secolo, che può essere usato come diadema o una collana.

Maxìma d’Olanda con la tiara di 34 diamanti taglio rosa
Maxìma d’Olanda con la tiara di 34 diamanti taglio rosa

Tiara della Regina Anna. Appartenuta alla Gran Duchessa Anna Pavlovna di Russia, moglie di Guglielmo II d’Olanda, è composta da diamanti e sette perle a forma di pera che pare risalgano al 1600.

Maxìma d’Olanda con la tiara delle perle antiche
Maxìma d’Olanda con la tiara delle perle antiche

Tiara delle margherite. Trasformata più volte, inizialmente aveva sulla sommità cinque perle tonde circondate ciascuna da dieci diamanti taglio brillante, in modo da formare una margherita, appunto. Nel 2002 al posto dei fiori vennero inserite delle stelle tramandate dalla regina Emma, seconda moglie di Guglielmo III. I gioielli a forma di stella erano popolari nel tardo XIX secolo, e fu Sissi l’imperatrice Elisabetta d’Austria a decretarne il successo usandole come fermagli nei capelli.Maxìma le ha volute per il giorno del suo matrimonio.

La tiara delle margherite
La tiara delle margherite

Tiara Mellerio. Fa parte di una parure costituita da una collana, un bracciale e una spilla con rubini e diamanti in grande quantità: 385 gemme nella tiara, 425 nella collana e 135 nel bracciale.

La tiara Mellerio con bracciali e orecchini
La tiara Mellerio con bracciali e orecchini

Tiara Wurttenberg. È un diadema con un intricato disegno di diamanti e perle che formano volute e gigli, sormontati da due file di perle a forma di goccia: sei nella parte inferiore e cinque in quella superiore, entrambe sono rimovibile e per questo sono possibili quattro versioni: con o senza perle, con la prima o seconda fila. È sempre stata la preferita dell’ex regina Beatrice, che dal giorno del suo matrimonio in poi l’ha portata in tutte le occasioni ufficiali.

Dettaglio della tiara Wurttenberg
Dettaglio della tiara Wurttenberg
Maxìma d’Olanda con la tiara di tre diamanti centrali sostituibili con i rubini
Maxìma d’Olanda con la tiara di tre diamanti centrali sostituibili con i rubini
Dettaglio della tiara delle margherite-stelle
Dettaglio della tiara delle margherite-stelle
La tiara dele perle antiche senza perle
La tiara dele perle antiche senza perle

I diamanti di casa Asscher

I gioielli con diamanti della dinastia Asscher, che ha dato il nome a uno dei più famosi tipi di taglio delle pietre più preziose ♦

Molti conoscono Asscher perché è anche il nome di un particolare taglio dei diamanti. Ma la Royal Asscher Diamond Company, società olandese fondata nel 1854 dalla famiglia Asscher, produce anche gioielli, che ovviamente fanno largo uso di diamanti. Pensate che la sede della società è ancora quella originale, in via Tolstraat, ad Amsterdam. Nei gioielli si trovano gli elementi del movimento Arts and Crafts, che hanno dato vita allo stile liberty, e poi si sono evoluti nell’Art Deco. Pezzi di gioielleria davvero regali. D’altra parte, è si è fregiata del nome Royal Asscher Diamond Company nel 1980, quando è stato conferito l’onore di fornitore reale dalla Regina Giuliana. E nel 2011 la regina Beatrice ha perpetuato il prefisso «Royal» per altri 25 anni.

Orecchini Pavo con diamanti taglio Asscher
Orecchini Pavo con diamanti taglio Asscher

Royal Asscher è ancora di proprietà della famiglia Asscher. È diventata famosa all’inizio del XX secolo per il lavoro di Joseph e Abraham Asscher, ed è diventata Royal Asscher Diamond Company nel 1980, quando le fu conferito il Predicato Reale Olandese dalla Regina Giuliana dei Paesi Bassi in riconoscimento della importanza dell’azienda nei Paesi Bassi e in tutto il mondo.

Orecchini con diamanti per 1 carato con taglio Asscher
1 Karat Diamantohrringe im Asscher-Schliff

Il taglio Asscher è nato nel 1902, inventato da Joseph Asscher, che ha brevettato questa speciale forma per il diamante. È stato anche il primo taglio di diamante brevettato al mondo. Il progetto originale prevedeva 58 sfaccettature a gradini e un padiglione ripido con angoli tagliati. In pratica, è un diamante con taglio smeraldo, ma quadrato e con angoli tagliati. Il taglio Asscher è stato un punto fermo dei gioielli dell’epoca art déco e art nouveau, con le sue linee rette e la disposizione sfaccettata che lo rendevano perfetto per elementi puliti e grafici portati in vita dal movimento.
Riproduzione della corona reale britannica, esposta nella sede di Asscher, con il grande diamante Cullinam
Reproduktion der britischen Königskrone, ausgestellt in Asscher, mit dem großen Cullinam-Diamanten

I diamanti storici

La storia della società è legata ad alcuni diamanti straordinari: l’Excelsior di 997 carati uno dei più grandi diamanti trovati. Nel 1903 Abraham Asscher per ridurre al minimo i difetti (alcune inclusioni) ha diviso la pietra in dieci diamanti. Il diamante Excelsior è finito (ma non si sa se è un merito) per essere indossato come pendente dal reggiseno, durante la sfilata 2003 della Victoria Secret Fantasy Bra, indossato da Heidi Klum. Un completo intimo da circa 13 milioni di dollari. Altro diamante storico è il Cullinan, scoperto nel 1905, di 3.106 carati (621,2 g). Il diamante è stato presentato al re Edoardo VII, che ha invitato i fratelli Asscher a Londra per discutere come tagliare la pietra. Joseph Asscher ha diviso il Cullinan in tre parti. Se ne sono poi ricavate nove grandi pietre: la più grande è di 530,20 carati (106,040 g), il Cullinan I. Fa parte dei gioielli della corona britannica.

Anelli di fidanzamento della Maison Asscher
Anelli di fidanzamento della Maison Asscher

Una curiosità: durante i mesi dell’epidemia di coronavirus, Mike e Lita Asscher hanno deciso di voler aiutare a combattere il covid-19 con la creazione di una mascherina che ha stampata l’immagine dei diamanti Asscher. La maschera è in tessuto non medico ed è venduta online: i profitti sono stati destinati agli scienziati del LUMC (Leiden University Medical Center).

Orecchini in oro giallo e diamanti
Orecchini in oro giallo e diamanti
Anello con diamante taglio ovale
Anello con diamante taglio ovale
Anello con diamante taglio Asscher
Anello con diamante taglio Asscher

Come vendere i vostri gioielli in cinque mosse

Volete vendere un gioiello e non sapete che cosa fare? Leggete questa breve guida su come vendere i vostri gioielli senza farvi imbrogliare ♦

Forse è un buon momento per vendere gioielli. Per questo motivo sono molti i gioiellieri che accettano di acquistare collane, anelli e bracciali, magari solo per staccare le pietre preziose, se ce ne sono, da rimontare con un design più moderno. Ma attenzione: vendere l’anello di brillanti della nonna o l’anello che vi ha regalato l’ex fidanzato non è semplice. Perlomeno: non è facile ottenere un prezzo univoco. Mentre l’oro ha delle quotazioni più o meno certe, i diamanti presentano una serie di aspetti nella valutazione che lo rendono suscettibile di proposte differenti per quanto riguarda il prezzo. Per i gioielli, poi, è ancora più complicato: contano la marca, la fattura, i carati dell’oro, oltre alla qualità delle pietre preziose o semi-preziose se ce ne sono. Sono molti gli  aspetti da considerare.

Spilla con diamanti e perle
Spilla con diamanti e perle

1. Rendetevi conto di ciò che davvero avete nel cassetto. Solo perché la nonna ha detto che il suo vecchio anello di diamanti era prezioso (un regalo del caro nonno) non vuol dire che lo sia davvero. Il valore sentimentale è una cosa, quello venale un’altra. Quindi, prima di correre dal primo gioielliere, meglio avere un quadro preciso della sua qualità e genuinità. Se si tratta di un diamante di una certa dimensione e peso, vale la pena rivolgersi a un perito qualificato, che può dare un parere imparziale delle caratteristiche e delle condizioni della pietra. E anche di mettere in evidenza gli attributi positivi che potrebbero influenzare il suo valore. Ma informatevi prima sul costo della perizia: deve valere la pena. Spesso un banco dei pegni offre un servizio simile. Meglio ancora: se volete far valutare un diamante rivolgetevi a un istituto gemmologico riconosciuto. Per un gioiello, invece, bisogna per forza rivolgersi a una gioielleria: meglio quelle con una tradizione alle spalle e con un gioielliere di esperienza.

Anello in platino con diamanti del 1950 circa. Base d'asta: 1500 euro
Anello in platino con diamanti del 1950 circa

2. Preparatevi a un prezzo realistico. Sognare è bello, ma bisogna fare i conti con la realtà. Abbiamo detto che il mercato è in un momento favorevole, ma dipende molto dal tipo di pietra. Per farvi un’idea, date un’occhiata alle vendite su eBay. Prima di rivolgersi a un venditore, infine, pensate che lui comprerà solo se è convinto di concludere un buon affare, non per farvi un favore. Non pensate di riuscire a spuntare lo stesso prezzo a cui è stato acquistato il gioiello. Di solito lo sconto richiesto è di circa il 50%, in alcuni casi ancora maggiore.

Bracciale a forma di cigno bianco, con diamanti
Bracciale a forma di cigno bianco, con diamanti

3. Considerare le opzioni di vendita. Chi acquista il vostro gioiello ha tre opzioni: vendere a sua volta il pezzo a un altro operatore del settore, direttamente al pubblico, oppure utilizzare solo il metallo del vostro anello per farne uno nuovo. Considerate la possibilità di rivolgervi a un produttore di gioielli, cioè a un’azienda che produce gioielli: probabilmente il prezzo che potete spuntare non sarà il massimo, ma in compenso di solito la vendita avviene molto velocemente. Attenti però a rivolgervi a operatori in possesso di tutti permessi di legge e con un curriculum specchiato. Le indagini su molti negozi di acquisto oro stanno a dimostrare che è facile imbattersi in commercianti di onestà dubbia. Una breve indagine su Google può essere di aiuto. A proposito: esiste anche un sito specializzato nella compravendita online tra privati (www.idonowidont.com). Il meccanismo offre una garanzia a venditore e acquirente (naturalmente si paga una commissione), ma attenzione: è in lingua inglese e potrebbero esserci eventuali problemi di dogana.

Anello con diamante taglio smeraldo e oro bianco
Anello con diamante taglio smeraldo e oro bianco

4. Siete emotivamente pronti a vendere? La cosa più difficile non è spuntare un buon prezzo, ma essere sicuri di voler vendere un gioiello che, di solito, è anche parte della vostra storia. Si tende ad aggiungere un valore emotivo a un diamante sull’anello di fidanzamento, e la delusione sul reale valore di mercato può essere uno shock. Siete davvero sicuri di voler vendere il vostro gioiello?

Anello in oro giallo con diamanti
Anello in oro giallo con diamanti

5. Considerate le aste. Se avete un gioiello di un certo valore, una strada interessante è quella di proporlo in un’asta. Oltre ai colossi Sotheby’s e Christie’s, ogni Paese ha case d’aste che organizzano periodicamente vendite all’incanto. Se il gioiello ha una foggia interessante, potrebbe spuntare un prezzo superiore a quello di una semplice vendita in gioielleria.

Un'asta condotta da David Bennett (Sotheby's)
Un’asta condotta da David Bennett (Sotheby’s)

Diamanti naturali o sintetici? Una ricerca svela che…

I diamanti sintetici, definiti di solito come cresciuti in laboratorio, sono una truffa o un’opportunità per il consumatore? Dipende. La spinosa questione divide da qualche anno il mondo della gioielleria. E alcuni, persino un brand come De Beers, ha finito per scegliere salomonicamente di vendere tutti e due. L’argomento è caldo ed è stato affrontato durante uno dei talk organizzati a Vicenzaoro January. I risultati di una inchiesta di Format Research ha gettato benzina sul fuoco.

Anello in oro giallo e diamanti di laboratorio
Anello in oro giallo e diamanti di laboratorio

La ricerca è stata compiuta su un campione significativo di consumatori italiani, con focus sulla percezione tra sintetico e naturale. Lo studio è stato rivolto a cittadini di età superiore ai 25 anni che negli ultimi tre anni hanno acquistato un diamante (naturale o sintetico) o che avrebbero desiderato acquistarlo. Le interviste ai consumatori (200 casi) sono state effettuate tramite Sistema CAWI (Computer Aided Web Interview) nel periodo compreso tra il 18 e il 22 dicembre 2023. Le interviste qualitative alle gioiellerie (34 casi) sono state effettuate tramite Sistema CATI (Computer Aided Web Interview) nel periodo compreso tra il 2 e l’11 gennaio 2024.
La presentazione della ricerca
La presentazione della ricerca

Primo dato: il 27,5% dei consumatori che hanno acquistato almeno un gioiello negli ultimi tre anni ha optato per un diamante. Oltre il 35%, invece, desiderava acquistare un diamante, ma ha successivamente rinunciato all’acquisto: la rinuncia è stata causat principalmente per l’eccessivo costo dei diamanti (77,5% dei casi). Sempre la ricerca ha stabilito che l’86,5% dei consumatori è a conoscenza dei diamanti sintetici o ne ha sentito parlare. I consigli da gioiellieri, di esperti del settore (42,2%) e ricerche online su siti web specializzati (38,5%) sono i principali canali attraverso i quali i consumatori hanno acquisito informazioni sui diamanti sintetici.

Tra chi ha acquistato un diamante, l’80% ha scelto una gemma naturale, il 20% una pietra sintetica. Il 55% di chi ha acquistato un diamante naturale lo ha fatto perché le pietre hanno un valore duraturo per il loro carattere di rarità e unicità e il 42,5% perché conservano e aumentano il loro valore nel tempo. Tra l’altro, è anche quello che pensa l’88,2% dei gioiellieri intervistati.

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio di De Beers

I motivi principali per cui i consumatori hanno acquistato diamanti sintetici sono sostanzialmente due: è impossibile notare a occhio nudo la differenza con una gemma naturale (60%) e il prezzo più accessibile (50,5%): erano ammesse risposte multiple.

E i gioiellieri? Il 23,5% degli intervistati vende i diamanti sintetici. DI questi, il 14,7% afferma di venderli in quantità limitata rispetto ai diamanti naturali. Il 76,5%, invece, non vende diamanti sintetici. Dall’indagine risulta anche che nove diamanti su dieci venduti in Italia dalle gioiellerie nell’ultimo anno sono diamanti naturali. Il restante 10% delle vendite, invece, riguarda i diamanti sintetici. I gioiellieri italiani hanno anche una pessima opinione dei diamanti sintetici: circa il 53% delle gioiellerie considera il diamante sintetico un «falso», in quanto creato in laboratorio. E oltre l’85% dei gioiellieri ritiene che il diamante sintetico non rappresenti il futuro del diamante.

Pierluigi Ascani
Pierluigi Ascani

Secondo oltre il 73% dei gioiellieri, infine, molti clienti hanno una conoscenza limitata riguardo alla differenza tra diamanti naturali e sintetici ma tendono a preferire i diamanti naturali per ragioni tradizionali o emotive. «Il consumatore non è in grado di distinguere tra diamante sintetico e naturale. A fare la differenza possono essere solo la professionalità, l’etica e la capacità di racconto del gioielliere», ha commentato Pierluigi Ascani di Format Research.

Stefano Andreis
Stefano Andreis

Il quadro che emerge dalla ricerca condotta per l’Osservatorio Federpreziosi Confcommercio offre, in effetti, molti spunti di riflessione. Se negli Usa il diamante sintetico sembra prendere sempre più spazio, in Italia e, forse, in Europa, la gemma di laboratorio non ha ancora attecchito. «Volendo partire dal punto di vista del gioielliere, dalla lettura dei dati sembra prevalere la convinzione che solo il professionista gioielliere possa essere punto di riferimento per il cliente», è il commenti di Stefano Andreis, presidente di Federpreziosi. «Il cliente oggi è piuttosto informato, ma spesso le operazioni di marketing non aiutano a fare chiarezza. Chi è pronto ad acquistare un diamante, tuttavia, ha in genere fatto la sua scelta etica; spetta poi al gioielliere guidare il cliente verso la scelta migliore», è l’analisi di Steven Tranquilli, direttore di Federpreziosi .
Steven Tranquilli
Steven Tranquilli

E secondo il presidente dell’Associazione Italiana Gemmologi Rinaldo Cusi, «per conoscere e saper raccontare il diamante occorre muoversi tra Scienza e Storia, così da essere in grado di fare le appropriate distinzioni ed attribuire il corretto valore simbolico». Infine, il gioielliere e gemmologo Davide Bolzoni ritiene importante insistere sulla corretta terminologia quando si parla di diamanti naturali e sintetici: «È importante farsi comprendere con chiarezza dai propri clienti, evidenziando le opportune differenze, per esempio tra artificiale e sintetico, senza annoiarli, ma con precisione ed equilibrio. Questo vale quando si parla di caratteristiche fisiche così come di temi etici e sostenibilità. Accuratezza e capacità di suscitare emozioni devono essere al pari parte del racconto». D’accoro Loredana Prosperi, direttrice del Laboratorio dell’IGI-Istituto Gemmologico Italiano, secondo cui «la storia dei diamanti sintetici nasce nel lontano 1954, lo stesso anno in cui nacque la Fiera Orafa di Vicenza, ed è interessante ripercorrerne le tappe per scoprire come fin dall’inizio la professionalità del gioielliere fosse di fondamentale importanza nell’orientare correttamente i consumatori. Oggi più che mai anche su temi etici e di sostenibilità».
Rinaldo Cusi
Rinaldo Cusi

Loredana Prosperi
Loredana Prosperi
Davide Bolzoni
Davide Bolzoni

Geometrie in Valani Atelier

Geometrie e pietre preziose: la sorprendente storia di Heena Shah e della sua Valani Atelier ♦︎

Scordatevi la storia della bambina che amava giocare con i gioielli della nonna e da grande è diventata designer. No. Heena Shah, origini indiane, lavorava come ingegnere da Google. Dagli algoritmi alle gemme: non è stato un salto semplice. Ora però è soddisfatta e ha conosciuto il successo con la sua Maison, Valani Atelier, con sede a New York.

Bracciale Stella con smeraldi e diamanti
Bracciale Stella con smeraldi e diamanti

La storia del cambiamento, invece, passa attraverso il marito della stilista, che fa parte di un’antica famiglia di mercanti di gemme. Da oltre 80 anni, infatti, la famiglia Valani acquista pietre preziose direttamente dalle miniere di tutto il mondo e si avvale di artigiani che lavorano con tecniche tradizionali. La designer è appassionata di arte e scultura e ad un certo punto della sua vita ha deciso di viaggiare. Prima con il marito a Hong Kong, e poi attraverso le miniere di mezzo mondo. La passione per la scultura e la scoperta della bellezza delle gemme ha fatto il resto di lei.
Rival Diamond Ear Cuff
Rival Diamond Ear Cuff

Per diventare gioielliere, però, mancava uno step: imparare il mestiere. Per questo Heena Shah ha frequentato corsi di design al Gemological Institute of America di New York. La professione di ingegnere ha probabilmente aiutato la designer nel suo lavoro di progettazione. E in poco tempo ha collezionato diversi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui un Agta Spectrum Award, un WJA Diva Award e il Platinum Innovation Award, mentre quest’anno un bracciale di diamanti e smeraldi è arrivato al primo posto nella categoria InStore Design Awards. Lo stile di Atelier Valani spazia tra classico e moderno: alcuni gioielli seguono una sorta di minimalismo nordico, altri hanno un aspetto che corrisponde più ai canoni tipici della gioielleria.

Orecchini in oro bianco e zaffiri
Orecchini in oro bianco e zaffiri
Orecchini con rubini e diamanti
Orecchini con rubini e diamanti
Orecchini Cyra con smeraldi e diamanti
Orecchini Cyra con smeraldi e diamanti
Anello con opale, rubini, zaffiri rosa e diamanti
Anello con opale, rubini, zaffiri rosa e diamanti
Anello con opale, smeraldi e diamanti
Anello con opale, smeraldi e diamanti

Attenti ai prezzi dei diamanti di laboratorio

Perché aumentano le vendite di gioielli con diamante artificiale, creato in laboratorio? Chi ama i diamanti deve tenere conto di un trend che si afferma sempre di più: quello delle gemme prodotte artificialmente, in laboratorio. La società di ricerca Brainy Insights ha stimato di recente che il  mercato dei diamanti coltivati in laboratorio da 10,8 miliardi di dollari raggiungerà i 20,6 miliardi di dollari entro il 2032. I diamanti di laboratorio sono considerati sempre più spesso un’opzione più conveniente rispetto ai gioielli realizzati con diamanti estratti naturalmente. E sempre più brand, da Pandora a De Beers, offrono gioielli con diamanti coltivati in laboratorio, ormai disponibili in un’ampia gamma di dimensioni e forme. E a un prezzo conveniente. Così i produttori di diamanti coltivati in laboratorio stanno lavorando con diverse aziende e designer di gioielli, in particolare in Europa, per produrre gioielli distintivi, alla moda ed esclusivi.

Bracciale tennis in oro bianco e diamanti di laboratorio
Bracciale tennis in oro bianco e diamanti di laboratorio di V Rai

Anche secondo l’agenzia di stampa Bloomberg quello delle pietre artificiali, creati in laboratorio, è un mercato in crescita. Semplificando, la maggior parte dei diamanti artificiali sono realizzati con due diversi metodi: con carbonio trattato in uno speciale microonde e un forte surriscaldamento, che si trasforma in una palla di plasma, oppure si utilizzano forti compressioni. Sono metodi che simulano il processo naturale con cui, in milioni di anni, i diamanti si sono formati nelle profondità della Terra. Questi procedimenti (i due sistemi si chiamano HPHT oppure CVD), richiedono comunque macchine speciali (non provateci con il microonde di casa) per cristallizzare il carbonio e trasformarlo in gemme utilizzate anche (ma non solo) per la gioielleria. Per questo, in ogni caso, definire green i diamanti di laboratorio è una forzatura: il processo di realizzazione delle gemme sintetiche è comunque molto energivoro. I maggiori produttori di diamanti sintetici si trovano in India, Cina e Stati Uniti.

Synthesis diamond con taglio a pera
Synthesis diamond con taglio a pera, pietra creata in laboratorio

Come si riconoscono?
I diamanti artificiali si distinguono difficilmente da quelli naturali. Solo gli esperti, con speciali macchine e in laboratori con sofisticate attrezzature possono percepire la differente caratteristica, lavorazione e taglio. Anzi, alcuni diamanti sintetici hanno proprietà come durezza, conducibilità termica e mobilità degli elettroni che sono superiori a quelle della maggior parte dei diamanti naturali. Le impurità sono generalmente evitate, ma possono essere introdotte intenzionalmente per modificare alcune proprietà del diamante. Insomma, distinguerli è davvero difficile e, per un semplice gioielliere, quasi impossibile. Anche per questo i diamanti naturali sono accompagnati da un certificato che ne garantisce l’autenticità.
I diamanti sintetici di solito sono molto piccoli, sotto il peso di 1 carato, anche se sul mercato cominciano a essere proposte gemme di laboratorio più grandi. Non sono solo bianchi, incolori. Ce ne sono anche fancy, in particolare gialli e blu. Il giallo deriva dalle impurità dell’azoto nel processo di produzione, mentre il blu deriva dal boro. Altri colori, come il rosa o il verde, sono ottenuti usando una pioggia radioattiva (ma senza pericolo per la salute, si spera).

Anello in oro con diamanti di laboratorio della collezione Solstice
Anello in oro con diamanti di laboratorio della collezione Solstice by Brilliant Earth

Costano di più o di meno?
I diamanti sintetici sono venduti in media a un prezzo del 15-30% inferiore rispetto agli equivalenti naturali. Dipende però anche dalla loro qualità: anche i diamanti artificiali non sono tutti uguali. Secondo i produttori il prezzo dovrebbe diminuire ancora con il miglioramento della produzione. Vale la pena sceglierli? Ma, attenzione: Rapaport Group, che è parte in causa dato che si occupa di informazioni sul commercio dei diamanti, ha lanciato un allarme con l’obiettivo di avvertire i consumatori sui prezzi al dettaglio dei diamanti coltivati ​​in laboratorio, considerati troppo alti. Secondo Rapaport, alcune pietre di laboratorio sono state acquistate all’ingrosso con prezzi fino al 99% al di sotto del listino per i diamanti naturali. Ma molti rivenditori non hanno applicatolo stesso ribasso ai consumatori.

Anello in oro bianco con diamanti lab grown per 0,98 carati
Anello in oro bianco con diamanti lab grown per 0,98 carati

Pulire i gioielli con la salsa di pomodoro

Salsa di pomodoro, vodka o birra per pulire i vostri gioielli. Si può. Se non avete sottomano niente di meglio… ♦

A tavola con i gioielli. Per pulirli. Secondo alcuni, ci sono tanti modi per rendere collane, anelli e orecchini più brillanti: basta utilizzare alcuni prodotti che di solito sono impiegati in cucina. Per esempio, ketchup, birra e vodka. Attenzione: non stiamo consigliando di seguire queste indicazioni, soprattutto per i vostri gioielli più preziosi. Ma, chissà, forse funzionano…

Per esempio, una ciotola di ketchup può ripulire un anello immerso nella salsa rossa dopo 5 o 10 minuti. Lasciare troppo a lungo il gioiello a contatto con la salsa, però, potrebbe causare danni. Pulire il tutto con uno spazzolino da denti e risciacquare. Un altro alimento utile è la birra: basta versarne un po su un panno pulito e strofinare delicatamente per far rivivere l’oro. Meglio non provarci, però, sulle placcature leggere, e non usare birra scura.

Tomatensauce
Salsa di pomodoro

L’alcol piace anche ai diamanti: un bicchierino di vodka può restituire luminosità alle pietre, ma anche a strass e cristallo. Basta versare la vodka su un panno morbido e pulire accuratamente i gioielli, oppure immergere il gioiello in un bicchiere colmo del liquore russo per eccellenza. Chi è astemio si consoli: l’acqua frizzante è ottima per resuscitare lo splendore delle gemme. Immergete un gioiello con incastonate delle pietre in un bicchiere con acqua minerale gasata. Lasciate riposare tutta la notte: al mattino sarà tutto più luccicante.

 

Pulire i gioielli con l'acqua minerale
Pulire i gioielli con l’acqua minerale

E dopo pranzo? Lavarsi i denti è una buona norma igienica. Già che ci siete, però, potete usare spazzolino e dentifricio sui gioielli in metallo o pietre come diamanti o rubini. Poi, risciacquate (prima di rimettervi a tavola).

Spazzolino e dentifricio sono utili anche per pulire i gioielli
Spazzolino e dentifricio sono utili anche per pulire i gioielli

La naturale asimmetria di Brusi

I gioielli della piccola Maison milanese Brusi, fondata nel 1930
Brusi fa parte delle tante storie della gioielleria italiana. Un racconto che è cominciato a Milano nel 1920, quando Pietro Codari, un giovane orefice, ha iniziato la sua attività e ha aperto un laboratorio. La storia è continuata: nel 1970 il figlio Paolo ha ereditato laboratorio e professione. L’azienda con il tempo si è ingrandita e ha affinato la propria vocazione. Oggi Paola, Andrea e Simone, i tre figli di Paolo Codari, lavorano nell’azienda di famiglia e sono responsabili della gestione creativa, finanziaria e commerciale di Brusi.

Anello in oro con tanzanite e corona di diamanti
Anello in oro con tanzanite e corona di diamanti

L’azienda, situata in una zona storica della città, tra il Cimitero Monumentale di Milano e il quartiere cinese, propone pezzi di buona qualità, a base di oro, diamanti e pietre preziose. Anelli con pavé di diamanti champagne e pietre preziose come la tanzanite sono i cavalli di battaglia. Sempre con lo stile della «quasi simmetria». Cioè quella differenza dalla perfetta specularità geometrica che si trova spesso in natura. L’obiettivo è presentare gioielli in sintonia con la natura, proprio grazie a questa naturale asimmetria. Concetto sottile, ma interessante.

Anelli con smeraldi e zaffiri
Anelli con smeraldi e zaffiri blu
Anelli con diamanti champagne
Anelli con diamanti champagne
Orecchini in oro, apatite, madreperla, diamanti brown
Orecchini in oro, apatite, madreperla, diamanti brown
Orecchini in oro e diamanti champagne e bianchi
Orecchini in oro e diamanti champagne e bianchi
Orecchini in oro e zaffiri blu
Orecchini in oro e zaffiri blu
Orecchini in oro e rubini
Orecchini in oro e rubini
Anello in oro bianco e tanzanite
Anello in oro bianco e tanzanite

Salvatore Arzani, fiori, cuori e fantasia

Pavé di diamanti, oro, zaffiri… Sono i classici materiali con cui sono realizzati i gioielli di Salvatore Arzani ♦

Uno dei tanti laboratori artigianali del lusso che si trovano a Valenza è quello di Salvatore Arzani. È un’azienda piccola, ma con qualità grandi, tanto che vende all’estero la maggior parte della sua produzione che, come spesso accade nella cittadina piemontese, è figlia di una lunga tradizione. Assieme a moglie, figlie del fondatore, e una decina di virtuosi di incastonatura, bulino e saldatrice, il piccolo brand è una specie di riassunto di quello che è l’artigianato italiano e del design nella gioielleria.

Collana in oro bianco 18 kt con pendente chicco di riso in pavé di diamanti
Collana in oro bianco 18 kt con pendente chicco di riso in pavé di diamanti

Per esempio, con una collezione di pezzi unici in oro 18 carati e diamanti, con ampio uso di pietre colorate, che punteggiano i grossi anelli che compongono le catene. Anche collezioni come Fantasia, in ogni caso, seguono i classici canoni di diamanti, bianchi, neri o colorati e pietre come gli zaffiri che compongono pavé a volte simili a mosaici e a tortuosi arabeschi. Bracciali, grossi anelli, pendenti a forma di cuore o fiore, sono i capisaldi della gioielleria firmata Salvatore Arzani.

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Anello in oro bianco 18 kt con incassati diamanti taglio brillante
Anello in oro bianco e diamanti a forma di fiore
Anello in oro bianco e diamanti a forma di fiore
Anelli con diamanti e zaffiri della collezione Fantasia
Anelli con diamanti e zaffiri della collezione Fantasia
Anelli rosa con diamanti bianchi, neri e colorati
Anelli rosa con diamanti bianchi, neri e colorati
Catena in oro e diamanti
Catena in oro e diamanti
Anelli catena in oro bianco, giallo e diamanti
Anelli catena in oro bianco, giallo e diamanti

Gioielli e oro: vero o falso? Domande e risposte

Vero o falso? L’oro si riconosce con un morso? La vera giada è fredda? La cubic zirconia, spesso confusa con lo zircone, è indistinguibile dal diamante? L’argento provoca allergia? Il 925 è il numero dell’argento perfetto? I riflessi di una pietra devono essere arcobaleno? Sono tra le tante domande che riceviamo spesso con le relative risposte.  

Per controllare che il gioiello sia di oro autentico bisogna morderlo.

FALSO L’oro puro è un metallo molto morbido e, in effetti, i denti possono lasciare facilmente un segno se è purissimo, a 24 carati. Ma morderlo non è una garanzia né una prova raccomandabile. Oltretutto, si possono danneggiare i denti. Senza contare che il piombo è ancora più morbido dell’oro: un gioiello che utilizza piombo placcato oro potrebbe facilmente essere scambiato. Inoltre, di solito per i gioielli è utilizzato oro a 18 carati, o anche meno: 14 e perfino 9 carati. Si tratta di oro in lega con altri metalli: in questo modo si rende l’oro meno malleabile e anche meno costoso. Insomma, in realtà oltre all’oro si finisce per mordere anche altri metalli come argento, rame, palladio, nickel.

Mordere l'oro non è una garanzia
Mordere l’oro non è una garanzia

Per scoprire se una pietra è autentica bisogna guardarla in controluce.

VERO In realtà l’unico modo veramente affidabile per identificare una pietra preziosa è il parere di un gemmologo o di un gioielliere, oppure i test di laboratorio. Premesso questo, ecco un suggerimento utile per decidere se vale la pena di prendere in considerazione la pietra di un anello o di una collana. Ponete la pietra contro la luce del sole e guardare l’arco di colori che produce. Le pietre preziose autentiche di solito mostrano un arcobaleno che si rifletterà su una superficie vicina. La maggior parte delle vere gemme produrrà una gamma completa di colori: avvicinate la pietra all’occhio e inclinatela, dovrebbe comparire un arcobaleno. Le pietre che non producono nulla sono spesso falsi. Ripetiamo: non è una  prova definitiva: per alcune pietre, in particolare quelle molto dense, di colorazione profonda o che non sono state lucidate completamente, il sistema potrebbe non funzionare. Ma è un piccolo test da non trascurare.

Esame di un diamante a un precedente Dubai Jewellery Show
Esame di un gioiello con diamante

Uno zircone è praticamente uguale a un diamante, solo che costa meno.

FALSO Quello chiamato comunemente zircone è in realta una cubic zirconia: una pietra artificiale che assomiglia al diamante.  È brillante, ma molto, molto più economica. In realtà, è solo molto difficile distinguerla da un vero diamante se non siete esperti. È una forma cristallina cubica del biossido di zirconio. È un materiale sintetico molto duro, otticamente perfetto e solitamente incolore, anche se può essere realizzato in una varietà di colori diversi. Non va confuso con lo zircone naturale, pietra composta da  silicato di zirconio, spesso di colore blu. La cubic zirconia a volte viene erroneamente chiamato erroneamente «zirconio cubico». La produzione commerciale è iniziata nel 1976. Suo principale concorrente come una gemma creata in laboratorio è la moissanite sintetica.

Cubic zirconia
Cubic zirconia

L’argento provoca allergia e fa diventare verde la pelle.

FALSO La colorazione non è causata da un’allergia: è una reazione ai metalli usati in gioielleria e con cui spesso è fuso l’argento, soprattutto quando la pelle suda. Insomma, indica che l’argento non è puro. È il rame e non l’argento a provocare spesso un alone verde sulla pelle. L’argento Sterling, per esempio, è al 7,5 per cento una lega con rame. Le macchie più comuni lasciate dai gioielli in argento Sterling, in ogni caso, sono nere e non verdi. Alcuni gioielli in argento Sterling sono rivestiti con prodotti che li aiutano a mantenere la patina, ma i rivestimenti possono svanire nel tempo.

Bracciali in argento a maglia geometrica con charm
Bracciali in argento a maglia geometrica con charm Pandora

Vero o falso? Il numero 925 indica che il gioiello è di vero argento.

VERO Nella parte interna di un gioiello, l’incisione o punzonatura del numero 925 indica che il materiale è, appunto Argento 925, la lega più comune. Ovviamente, la garanzia è relativa: nulla vieta che sia stata apposta su un gioiello falso, ma di solito per l’argento non avviene.

In questo orecchino di Giovanni Raspini è ben visibile la punzonatura con il numero 925
In questo orecchino di Giovanni Raspini è ben visibile la punzonatura con il numero 925

Il negozio cinese sotto casa ha degli anelli di giada a un prezzo molto buono. Posso fidarmi? Mi hanno detto che la vera giada è fredda.

VERO La temperatura non è una prova sufficiente, ma un’indicazione la dà: la giada è scarsamente termoconduttrice. Appoggiandola a una parte sensibile, per esempio sul volto, è facile avvertire una sensazione di freddo. Un’altro suggerimento facile è provare a incidere la pietra con l’unghia: la vera giada è molto dura e non mostrerà un graffio. La stessa prova si può condurre con un oggetto molto caldo: la vera giada non mostrerà segni al contatto. Infine, la giada autentica ha di solito piccole imperfezioni, comuni in natura. Una pietra perfetta dovrebbe farvi nascere un sospetto. In ogni caso, la vera giada è molto costosa.

Anello Palloncino con giada
Anello Palloncino di Vhernier con giada verde

Diamanti o cubic zirconia?

Acquistare un gioiello con cubic zirconia, cioè con una pietra sintetica che assomiglia al diamante e che di solito è venduta come zirconi (non cascateci, i veri zirconi sono un’altra cosa)? Ecco che cosa dovete sapere sulla cubic zirconia che in realtà è… ♦︎

Diamanti o cubic zirconia? Chi non può permettersi le pietre preziose più amate si accontenta, spesso, della loro imitazione: cubic zirconia, che si trova sui gioielli che costano poco e brillano lo stesso. Ma molti ci hanno chiesto di sapere di più: che cosa sono davvero, le pietre chiamate cubic zirconia? Ecco quello che c’è da conoscere sulla cubic zirconia, una pietra molto usata, per esempio da Pandora e da tanti altri marchi di gioielleria con prezzi bassi. Con una premessa: spesso queste pietre sono vendute come zirconi. Ma si tratta di una pietra diversa. Attenzione: le cubic zirconia sono differenti anche dai diamanti coltivati o creati in laboratorio, che hanno una struttura chimica del tutto uguale a quella dei diamanti naturali. I diamanti sintetici, o di laboratorio, costano meno dei diamanti naturali, ma molto di più rispetto a un cristallo di cubic zirconia.

Leggete anche: Cubic zirconia o zirconi? Ecco la differenza

La zirconia cubica o cubic zirconia è indicata spesso anche con la sigla CZ. Se nella descrizione di un gioiello leggete CZ, dunque, sappiate che si tratta di un materiale sintetico.

Pandora, charm oro giallo 14 carati con zirconia cubica
Pandora, charm oro giallo 14 carati con zirconia cubica

Che cosa è

La cubic zirconia, spesso indicata come zirconi, si ottiene in laboratorio, non è una pietra naturale. Assomiglia molto a un diamante. Anzi, chi non è esperto lo scambierà di sicuro per un diamante: ha lo stesso aspetto, è tagliata in modo simile. Non solo: oltre che nella classico aspetto incolore, può essere anche colorata e assomigliare a diamanti fancy, cioè colorati, per esempio gialli o blu o in tante altre colorazioni. Certo, se tenterete poi di vendere una zirconia cubica non riceverete molto. Anzi, probabilmente nessun gioielliere acquisterà un anello con montata una zirconia cubica.

La zirconia cubica è nata nel 1976 come diamante sintetico a basso costo. Si ottiene sciogliendo insieme un elemento chimico, lo zirconio, con il biossido di zirconio in polvere e riscaldando il tutto ad altissima temperatura. Dato che è una pietra sintetica, la cubic zirconia è perfetta: non ha le inclusioni o i difetti che si possono trovare su una pietra naturale. Tra l’altro, la CZ è dura quasi come un diamante: sulla scala di durezza di Mohs arriva a 8,5, mentre un brillante è l’elemento più duro di tutti e arriva a 10.

Bracciale in galvanica black gun con cubic zirconia
Pianegonda, bracciale in galvanica black gun con cubic zirconia

Come distinguere un vero diamante da una cubic zirconia?

A occhio non è facile, neppure per un gioielliere, che però esaminando attentamente al microscopio la pietra può individuare se è sintetica o naturale. Se volete sapere se l’anello che vi hanno regalato monta un diamante o una cubic zirconia dovete per forza sottoporre la pietra ad alcune prove tecniche.

Per esempio, i diamanti sono conduttori di calore, mentre l’ossido di zirconio è un isolante. In teoria, in somma, un diamante si scalda prima di una zirconia. Nella pratica, ci vogliono strumenti speciali per accertarlo. Altro aspetto: la durezza. Per stabilire se arriva a 10 o si ferma a 8,5 senza rovinare la pietra, anche in questo caso ci vogliono strumenti da laboratorio. Uno spettrometro verifica anche la densità della pietra: la cubic zirconia è 1,7 volte più densa di un diamante. Altro aspetto: l’indice di rifrazione: il diamante attraversato da un raggio luminoso ha un indice di 2.42 rispetto alla zirconia, che si ferma a 2.15-2.18. Ci sono poi altri aspetti, come la dispersione e il colore. La cubic zirconia, paradossalmente, è quasi sempre più perfetta di un diamante. Quelli naturali in commercio, tranne eccezioni, hanno una catalogazione inferiore al livello massimo.

Leggi anche: Diamanti: 4 regole per evitare truffe

Orecchini Profumi di Maggio, perle e cubic zirconia
Mayumi, orecchini Profumi di Maggio, perle e cubic zirconia

Il costo

Le cubic zirconia sono pietre sintetiche dal prezzo molto più basso rispetto a un diamante. Ma, proprio come per le pietre naturali, il loro costo dipende dal peso, cioè dai carati. Inoltre, non tutte le cubic zirconia sono uguali: ce ne sono alcune che sono migliori e, dunque, costano di più. Infine, non confondete le cubic zirconia, o zirconi, con i diamanti creati in laboratorio, che sono molto più cari e quasi indistinguibili dalle pietre naturali. I veri zirconi, invece, quelli che vedete nella immagine qui sotto.

Autentici zirconi naturali. Copyright: gioiellis.com
Autentici zirconi naturali. Copyright: gioiellis.com
Orecchini con zirconia cubica o cubic zirconia, spesso proposti semplicemente (e spesso ingannevolmente) come zirconi
Orecchini con zirconia cubica o cubic zirconia, spesso proposti semplicemente (e spesso ingannevolmente) come zirconi
Rebecca, Elizabeth linea Elegance anello in bronzo placcato giallo e zirconia cubica
Rebecca, Elizabeth linea Elegance anello in bronzo placcato giallo e zirconia cubica
Yvone Christa, anello in argento placcato in oro 22 carati con una zirconia cubica
Yvone Christa, anello in argento placcato in oro 22 carati con una zirconia cubica
Anelli della collezione Radiant Bloom, in lega metallica rosa e zirconia cubica
Pandora, anelli della collezione Radiant Bloom, in lega metallica rosa e zirconia cubica
Pandora, anelli in argento con zirconia cubica verde
Pandora, anelli in argento con zirconia cubica verde

Successo color smeraldo per Crieri

Il verde va di moda: è sinonimo di ambiente, natura, speranza. Ma anche di smeraldi che, per la verità, non sono mai passati di moda. Come può testimoniare la storia di Crieri, marchio di gioielleria made in Valenza (Italia) che tra le sue collezioni più pregiate ne ha una dedicata alla pietra verde per eccellenza. La collezione Bogotà, come indica il nome, è dedicata agli smeraldi colombiani. Pietre che, raccontano in azienda, sono stale al centro del primo viaggio nella capitale della Colombia del fondatore dell’azienda, Alessandro Saracino, nel 1996. E nello storico distretto, in cui i commercianti di smeraldi colombiani si ritrovano quotidianamente per acquistare e vendere le gemme, nel 2005 da Alessandro Saracino ha aperto il primo ufficio.

Anello con smeraldo di 6,5 carati e diamanti per 2,5 carati. Copyright: gioiellis.com
Anello con smeraldo di 6,5 carati e diamanti per 2,5 carati. Copyright: gioiellis.com

Il risultato è, appunto, la collezione Bogotà, che accende le luci sulle trasparenze, i riflessi e i misteri dello smeraldo (tutte le pietre sono certificate dal gemmolgo Pio Visconti e dalla svizzera C. Dunaigre), montato su oro bianco e circondato da diamanti. Una linea classica, che raggruppa una serie di classici gioielli di alta gamma, proposti in una gamma di prezzo che va da 5.000 ai 300.000 euro.

Anello com smeraldo e diamanti taglio trilliant
Anello com smeraldo e diamanti taglio trilliant. Copyright: gioiellis.com
Anello in oro bianco, diamanti, smeraldo
Anello in oro bianco, diamanti, smeraldo
Anello in oro bianco, diamanti, smeraldo colombiano
Anello in oro bianco, diamanti, smeraldo colombiano
Anello in oro bianco, diamanti, smeraldo della collezione Bogotà
Anello in oro bianco, diamanti, smeraldo della collezione Bogotà
Collana in oro bianco, diamanti, smeraldo
Collana in oro bianco, diamanti, smeraldo
Collier in oro bianco, diamanti, smeraldo
Collier in oro bianco, diamanti, smeraldo
Orecchini in oro bianco, diamanti, smeraldo
Orecchini in oro bianco, diamanti, smeraldo

Diamanti protagonisti in televisione. Per la rapina del secolo

Per una volta, anzi per otto volte, i diamanti potranno essere ammirati su uno schermo e non in gioielleria. Sono loro, le pietre più preziose, a essere protagoniste di una nuova fiction televisiva su Prime Video di Amazon. Solo che non si tratta di gioielli, ma del più grande furto di diamanti e preziosi, per 100 milioni di dollari, avvenuto il 15 febbraio 2003. E che ora diventa uno spettacolo avvincente. Ad Anversa, quella notte, una banda di ladri italiani, guidati da Leonardo Notarbartolo, che sarà interpretato dall’attore italiano Kim Rossi Stuart, ha saccheggiato il caveau sotterraneo del Centro dei diamanti di Anversa.

Carlotta Antonelli, Leonardo Lidi, Kim Rossi Stuart
Carlotta Antonelli, Leonardo Lidi, Kim Rossi Stuart

I ladri hanno rubato soprattutto diamanti, ma anche contanti e gioielli in una delle imprese criminali più incredibili, con uno svolgimento da film. Eccolo, infatti. La serie televisiva si intitola Everybody Loves Diamonds, tutti amano i diamanti, e descrive passo passo la pianificazione e l’esecuzione della rapina, che ha eluso uno dei luoghi con le misure di sicurezza più severe del mondo. Il cast è in gran parte italiano: Anna Foglietta, Gian Marco Tognazzi, Carlotta Antonelli e Leonardo Lidi, con gli attori inglesi Rupert Everett e Malcolm McDowell. Regista Gianluca Maria Tavarelli. E per una volta l’attitudine per la gioielleria degli italiani non sarà associata alle capacità artigianali.

Diamanti in vendita ad Anversa
Diamanti in vendita ad Anversa

Anversa: valutazione di un diamante
Anversa: valutazione di un diamante

Diamanti al cubo da A. Link

La Maison americana A.Link, specializzata nella pietra più amata dalle donne: i diamanti ♦︎

Diamanti, diamanti, diamanti: c’è chi i gioielli li ama solo se ruotano attorno alla pietra preziosa più amata. Ed è questa la storia di A.Link, una società di New York specializzata in gioielli con diamanti. Fa solo quello dal 1904. È stata fondata da Adolph Link, gioielliere di Vienna emigrato negli Usa, che ha portato il gusto amato dai ricchi europei della Belle Epoque in una nazione che stava crescendo velocemente. A oltre un secolo di distanza, l’azienda è ancora a conduzione familiare, gestita a New York da Jeffrey Link e Douglas Sills.

Collana di diamanti di A.Link
Collana di diamanti di A.Link

Passata la boa dei 110 anni, festeggiati nel 2014 con un premio di Jck per un anello You and Me, continua a proporre la sua ricetta che sembra avere un successo eterno: diamanti, diamanti e ancora diamanti, ma con certificato di provenienza ed lavorazione sostenibile. Adolph Link, pare, è stato il primo a studiare e a campionare i diamanti per ottenere qualità uniformi delle pietre. In questo modo i gioielli creati hanno una omogeneità e, ovviamente, un valore molto più certo. L’azienda vanta anche una particolare capacità nella scelta del taglio. Insomma, se vi piacciono i diamanti, da A.Link ne trovate a sazietà.

Bracciale tennis in oro rosa e diamanti
Bracciale tennis in oro rosa e diamanti
Orecchini a bottone in oro bianco e diamanti
Orecchini a bottone in oro bianco e diamanti
Pendente Eclipse
Pendente Eclipse
Set con diamanti baguette, montatura in platino. Questo anello ha vinto il premio del 2014 JCK Jewelers nella categoria Platinum per vendita al dettaglio meno di 10.000 dollari nei Jck Awards 2014
Set con diamanti baguette, montatura in platino. Questo anello ha vinto il premio del 2014 JCK Jewelers nella categoria Platinum per vendita al dettaglio meno di 10.000 dollari nei Jck Awards 2014
Bracciale di diamanti e platino, per un totale di 10 carati
Bracciale di diamanti e platino, per un totale di 10 carati
Collana per Forevermark, diamanti e oro bianco
Collana per Forevermark, diamanti e oro bianco
Bracciale Bubble con fermaglio, oro bianco e diamanti
Bracciale Bubble con fermaglio, oro bianco e diamanti
Orecchini a forma di goccia, diamanti e oro bianco
Orecchini a forma di goccia, diamanti e oro bianco

Che cosa sono i carati?

Di quanti carati è il vostro diamante? E di quanti carati è, invece, il vostro anello d’oro? Per chi non è un esperto di gioielleria o non conosce le regole base del mondo dei gioielli, i carati sono un gran pasticcio. I carati, l’unità di misura utilizzata per pietre preziose e perle, infatti, sono una cosa completamente diversa dai carati che si riferiscono all’oro. Lo sapevate? In lingua inglese è tutto più facile: i carati che misurano i diamanti iniziano con la lettera C mentre quelli per l’oro iniziano con la K. In altre lingue, invece, si scrive allo stesso modo ed è tutto più complicato.

Ecco, quindi, perché bisogna fare attenzione a non confondere i diversi concetti: i carati dei diamanti (oppure di rubini, smeraldi, zaffiri eccetera) con i carati che sono relativi all’oro. Ecco come distinguere i due diversi carati.

Diamante a cuore di Recarlo
Diamante a cuore di Recarlo

I carati delle pietre

Il carato (l’abbreviazione è ct) è un’unità che indica la massa di una pietra o di una perla. Si utilizzano i carati per comodità, dopo che per secoli ogni Paese si regolava in modo diverso. Per chi commerciava in diamanti o altre pietre era difficile, quindi, regolarsi. A Firenze, per esempio, l’unità di misura base equivaleva a 197,2 milligrammi, mentre a Londra era di 205,49. Dopo tante discussioni, alla fine, nel 1907 è stato deciso di adottare come misura del carato 200 milligrammi. Un singolo carato, quindi, equivale a un quinto di 1 grammo.

Anello con diamante bianco ovale da 31,82 carati
Anello con diamante bianco ovale da 31,82 carati

Ora sapete esattamente quanto pesa il diamante che avete al dito: dividete per cinque il numero di carati e avrete il peso in grammi. O, più facilmente, in milligrammi, visto che non è frequente indossare un diamante che pesa 5 carati (e quindi 1 grammo). proprio per questo il carato è divisibile in 100 punti di 2 milligrammi.

Anello di Van Cleef & Arpels a forma bombata con diamanti
Anello di Van Cleef & Arpels a forma bombata con diamanti

A proposito, perché il carato si chiama così? L’origine pare sia legata ai semi di carruba. La parola carato deriva dall’arabo qīrāṭ قيراط, che però è deriva dal greco kerátion κεράτιον, che indica i semi di carruba. E questi semi erano utilizzati anticamente per pesare i gioielli, grazie alla loro forma sempre regolare. Poi il termine carato è stato utilizzato in Italia e, in seguito, nel resto del mondo. L’utilizzo della unità di misura carato per pesare i diamanti risale al 1570.

Selezione dei diamanti nel laboratorio di Antwerp (Anversa)
Selezione dei diamanti nel laboratorio Tiffany di Antwerp (Anversa)

I carati dell’oro

I carati di diamanti, pietre preziose e perle si riferiscono al peso. I carati dell’oro, invece, indicano la percentuale di metallo giallo presente in un gioiello, la sua purezza. Il termine carato è prevalso tra i tanti sistemi adottati in passato e, in particolare, sulla misura di libbre e once, che sono ancora utilizzati per il peso dell’oro, del platino o dell’argento. Perché questa confusione, quindi? Semplice: l’origine antica della parola è la stessa, cioè i carati utilizzati per misurare i materiali preziosi.

Nel caso dei carati che si riferiscono all’oro, però, indicano i millesimi di quantità di oro (o altri metalli preziosi) contenuta in una lega. Il massimo, per quanto riguarda l’oro, è 24 carati. Non troverete mai oro a 25 o più carati. I 24 carati indicano che l’or è al 100% puro. I 24 carati sono la base per calcolare il resto (sempre per l’oro). I gioielli a 18 carati, quindi, sono al 75% d’oro. Si calcola così: 18 : 24 = 0,75. Analogamente, un gioiello con oro al 14% significa che contiene poco più della metà di oro, il resto sono altri metalli (14 : 24 = 0,58).

Anello a fascia in oro 22 carati
Anello a fascia in oro 22 carati

I carati d’oro possono essere indicati, in alcuni casi, anche con il numero che si riferisce alla percentuale (il risultato della divisione aritmetica). Per esempio, l’oro a 18 carati può essere indicato anche con la sigla 750, quello a 14 carati con 583 e così via. Se, ancora, in un gioiello leggete il numero 375 sappiate che equivale a 9 carati.

I carati si utilizzano anche per l’argento. Quello sterling, per esempio, contiene il 92,5% di argento e il 7,5% di altri metalli, generalmente rame. È indicato generalmente come argento 925.

Anello Wave Stacking in oro 24 carati
Menē, anello Wave Stacking in oro 24 carati
Anello Bahia in oro 18 carati e diamanti
Anello Bahia in oro 18 carati e diamanti
Anello in oro rosa 14 carati
Anello in oro rosa 14 carati
Anello in oro rosa 9 carati e diamante ice
Anello in oro rosa 9 carati e diamante ice
Anello in argento satinato e lucido
Anello in argento 925 satinato e lucido

I diamanti si chiamano Bloch

Della famiglia Bloch di Anversa si conosce poco. Eppure da mezzo secolo anni Bloch è una delle gioiellerie più quotate del Belgio, ma con un largo raggio d’azione. Non a caso Anversa è la capitale europea dei diamanti e la famiglia Bloch con i diamanti ha confidenza da parecchi decenni. L’azienda è guidata dall’amministratore delegato, Leslie Bloch, mentre managing director è Mickey Bloch. Tutto in famiglia, insomma, in un’atmosfera di totale discrezione. E anche la sede, in via Vestingstraat 59, nel quartiere dei diamanti della città, è assolutamente anonima.

Orecchini a cerchio con diamanti
Orecchini a cerchio con diamanti

Hanno un’immagine precisa, invece, le collezioni di gioielli di alta gamma, progettate e realizzate ad Anversa, che riassumono lo stile della gioielleria che si è sviluppato nella città fiamminga. La lavorazione esclusivamente con artigiani altamente qualificati e con pietre di alta qualità, con diamanti incolori oppure fancy, sono nello stile più classico e tradizionale possibile. Classici solitaire, ancora più classici anelli con pietra preziosa, oppure a banda infinity, orecchini a bottone, eccetera. Non manca la qualità, è assente qualsiasi idea stravagante.

Orecchini con diamanti e zaffiri blu
Orecchini con diamanti e zaffiri blu
Orecchini a bottone in oro bianco e diamanti
Orecchini a bottone in oro bianco e diamanti
Anello infinity in oro giallo e diamanti
Anello infinity in oro giallo e diamanti
Anello in oro bianco con diamanti, zaffiro rosa e smeraldo
Anello in oro bianco con diamanti, zaffiro rosa e smeraldo

La filosofia acquatica di Ondyn

I gioielli di Ondyn, vincitrice al Couture Design Awards nella categoria Best in Diamonds Below $40,000 Retail.

Ondyn, creatura della newyorkese Tara Maria Famiglietti, ha origini lontane. Il padre di Tara ha creato abiti e scarpe su misura per Eric Clapton, Mick Jagger, John Lennon e Jimmy Hendrix. Sua madre e sua zia erano proprietarie della Boutique Menage a Trois in Madison Avenue,New York, e disegnavano abiti per Diana Ross, Bianca Jagger, Barbara Streisand e Diane von Furstenberg. Lei, la fondatrice di Ondyn, ha iniziato a creare gioielli all’età di vent’anni. La sua Maison di gioielleria contemporanea utilizza diamanti e oro a 14 o 18 carati, accompagnato da diamanti incastonati a formare lunghi fili che servono a collane, anelli oppure orecchini.

Anello con sirena in oro 14 carati e diamanti
Anello Siren in oro 14 carati e diamanti

Tara si è laureata in design di gioielli al Fashion Institute of Technology di New York, ha collaborato con alcuni dei grandi nomi dell’industria della moda per creare pezzi che sono stati venduti in boutique esclusive e grandi magazzini in tutto il mondo. Accanto ai gioielli coltiva anche un’altra passione: il mare. Per un certo periodo la designer ha vissuto in barca a vela, viaggiando attraverso la Costa Azzurra, la Costiera Amalfitana, le Isole Baleari, la Costa Africana e i Caraibi. E non a caso il suo brand si chiama Ondyn (nome che assomiglia alla parola italiana onda, cioè wave). E, dopotutto, anche New York è una città di mare.

Anello Avalon in oro 14 carati e diamanti
Anello Avalon in oro 14 carati e diamanti
Bracciale Magisterial in oro 14 carati e diamanti
Bracciale Magisterial in oro 14 carati e diamanti
Orecchini Eminence in oro 14 carati e diamanti
Orecchini Eminence in oro 14 carati e diamanti
Orecchini con frange in oro 14 carati e diamanti
Orecchini con frange in oro 14 carati e diamanti
Orecchini Dalliance in oro 14 carati e diamanti
Orecchini Dalliance in oro 14 carati e diamanti
Collana Zen in oro 14 carati e diamanti
Collana Zen in oro 14 carati e diamanti

 

Graff in giallo a Parigi

Sunrise: A Celebration of Graff Yellow Diamonds. Chi ama i diamanti gialli sa già a quale porta bussare. Ma non è quella del flagshipstore di Londra, dove a sede Graff, uno dei brand più famosi per la sua offerta di gioielli con diamanti, anche nella versione yellow. Il gioielliere britannico ha scelto invece lo store di Parigi in Rue Saint-Honoré per esporre in una breve mostra la sua collezione di diamanti gialli. Accanto a pezzi storici, Graff ha proposto anche una novità: una eccezionale collana di alta gioielleria.

Sunrise Graff Yellow Diamond Necklace
Sunrise Graff Yellow Diamond Necklace

Si tratta di una collana che vale una cifra a sette zeri ed è composta da un diamante a forma di pera giallo intenso fancy da 30 carati, estremamente raro, accompagnato da altri 138 carati di diamanti gialli e bianchi. Oltre a essere un gioiello estremamente prezioso, la collana è anche frutto di una lunga lavorazione. Ogni elemento è stato creato con un attento lavoro artigianale con l’obiettivo di far risaltare la pietra centrale. Graff è una Maison famosa per i suoi diamanti gialli, come quello chiamato Stella di Bombay, acquistato nel 1974, una storica pietra gialla tagliata e lucidata da Graff utilizzando tecniche innovative per il tempo. Oppure Delaire Sunrise, diamante da 118,08 carati, oppure il Golden Empress, diamante color miele da 132,55 carati.

Collana composta da un diamante a forma di pera giallo intenso fancy da 30 carati, estremamente raro, accompagnato da altri 138 carati di diamanti gialli e bianchi
Collana composta da un diamante a forma di pera giallo intenso fancy da 30 carati, estremamente raro, accompagnato da altri 138 carati di diamanti gialli e bianchi
La lavorazione del ciondolo della collana
La lavorazione del ciondolo della collana
Orecchini Sunrise Graff Yellow
Orecchini Sunrise Graff Yellow
Lavorazione della collana di Graff
Lavorazione della collana di Graff

Diamanti sempre più artificiali per De Beers

Se il colosso dei diamanti, quello che ha coniato il claim “un diamante è per sempre” sceglie di fare concorrenza a sé stesso, c’è qualcosa di strano. De Beers cinque anni fa aveva lanciato a sorpresa il brand di diamanti sintetici Lightbox. Adesso l’azienda, che è controllata dal gruppo minerario Anglo American, rilancia. In sostanza, il brand più famoso per i suoi diamanti, visto che estrae dalla terra quasi il 30% della produzione globale, spingerà sui diamanti creati in laboratorio, che costano meno.

Punto luce di Lightbox
Punto luce con diamante di laboratorio Lightbox

Alla base della scelta c’è il prezzo in calo dei diamanti naturali. Anche se molti credono che le gemme più desiderate dalle donne siano un investimento sicuro, che nel tempo acquista sempre più valore, il prezzo dei diamanti è sceso di circa il 20% dai massimi di febbraio 2022. Nel frattempo, India e Cina producono un sempre maggior numero di diamanti sintetici, creati in laboratorio, a prezzi sempre più bassi. Una concorrenza spietata. Per chi non lo sapesse, i diamanti prodotti in laboratorio sono chimicamente indistinguibili da quelli naturali, anche se un’accurata analisi può determinare l’origine artificiale delle gemme. A occhio nudo, però, nessuno è in grado di percepire la differenza.

La nuova miniera: l'impianto di produzione in Oregon di diamanti artificiali
Impianto di produzione in Oregon di diamanti artificiali Lightbox (De Beers)

Proprio per questo la quota totale di diamanti sintetici in pochi anni è passata da circa il 2% a quasi il 10% del totale secondo alcuni esperti. E, allo stesso tempo, il loro prezzo è sceso del 60%. Ma non è tutto, perché secondo alcune stime, forse ottimistiche, se si guarda al settore del gioielli (cioè a quei diamanti che non sono utilizzati per l’industria) le vendite di anello, orecchini o collane con gemme artificiali sarebbe vicina al 50%. Probabilmente la percentuale si riferisce al segmento di gioielli con diamanti nello specifico mercato americano e non alla totalità. Ma anche se è difficile capire quanto queste stime corrispondano alla realtà, tutti concordano che le vendite di gioielli con diamanti di laboratorio è in forte aumento. E le mosse di De Beers sembrano solo un prendere atto della realtà. Anche sul fronte industriale le cose non vanno meglio: il Global Rough Diamond Price Index, relativo alle pietre grezze, è in ribasso del 18% rispetto al massimo storico che aveva toccato a febbraio 2022.

Al Cook, Ceo De Beers
Al Cook, Ceo De Beers

De Beers ha quindi creato una linea di prodotti premium, Finest, con diamanti di laboratorio certificati allo stesso modo di quelli naturali. In effetti, anche i diamanti artificiali possono essere di differente qualità. La certificazione si basa sugli stessi criteri utilizzati per i diamanti naturali, con le classiche 4C. Un ulteriore passo di De Beers è la promozione con azioni di marketing di anelli di fidanzamento con diamante solitario creato in laboratorio, per ora negli Usa. Quasi una bestemmia per chi ama i diamanti naturali, creati nel profondo della terra milioni di anni fa. E dire che De Beers al debutto del brand Lightbox aveva sottolineato le differenze incolmabili tra diamanti naturali e artificiali.

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio di De Beers

La guerra dei diamanti

Finora l’embargo sui diamanti russi non ha funzionato troppo. In futuro, però, le cose potrebbero cambiare e il prezzo delle gemme più amate dalle donne diventerebbe inevitabilmente più alto. La guerra in Ucraina scatenata dalla Russia aveva già provocato, nel 2022, l’annuncio di un embargo contro le esportazioni di Alrosa, colosso statale russo dei diamanti. Ma, nei fatti, le pietre preziose sono continuate a giungere anche in Occidente, per la difficoltà di tracciare le gemme. I diamanti grezzi, infatti, sono venduti in Paesi come l’India o la Tailandia, che non aderiscono allo stop deciso dai Paesi Occidentali alle pietre russe. La sola Europa nel 2022 ha importato diamanti russi per 1,4 miliardi di euro. Una cifra considerevole, anche se in calo rispetto agli 1,8 miliardi del 2021.

Expertise in un laboratorio Tiffany
Expertise in un laboratorio Tiffany

Qualcosa potrebbe cambiare dopo il G7, la riunione dei maggiori Paesi industrializzati, se non si tiene conto della Cina. In Giappone i capi di Stato dei Paesi del G7 avrebbero deciso di stringere di più i controlli per ridurre una delle fonti di reddito dello Stato russo. E la Gran Bretagna ha annunciato che lascerà subito fuori dai confini i diamanti russi, assieme ad altri metalli che sono esportati da Mosca. La Russia è oggi il maggior produttore al mondo di diamanti. Il problema, però, è come controllare il mercato delle pietre, che passa in gran parte attraverso canali difficili da sorvegliare.

Anversa: acquisti di un buyer
Antwerp (Anversa): acquisti di un buyer

Dove spariscono le tracce dei diamanti

L’ostacolo maggiore deriva dai passaggi legati alla lavorazione. Mentre i diamanti estratti sono facilmente controllabili, anche grazie al Kimberley Process, un percorso che certifica la provenienza delle gemme, proprio per evitare che possano finanziare Paesi o fazioni in guerra, il problema viene dopo. Il taglio e la lucidatura delle pietre grezze può far sparire le tracce della provenienza. Inoltre, l’idea di un vero embargo vede contrari quei Paesi, come Israele o Belgio, che sono i maggiori centri in cui si tagliano i diamanti.

Diamanti taglio brillante
Diamanti taglio brillante. Copyright: gioiellis.com

Chi ha tutto da guadagnare da uno stop ad Alrosa sono, invece, i produttori di gemme create in laboratorio, che possono beneficiare da un inevitabile aumento di prezzo dei diamanti naturali. I diamanti sintetici, che chimicamente sono uguali a quelli estratti in miniera, costo già ora molto meno di quelli naturali. Se il divario di prezzo salisse ancora il vantaggio sarebbe maggiore.

Lavorazione dei diamanti alla Dimexon, India
Lavorazione dei diamanti alla Dimexon, India
Esame di diamanti ad Anversa
Esame di diamanti ad Anversa
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