Con un padre egiziano, ma nata negli Usa, Jacquie Aiche è uno strano mix di cultura hippie (nella sua boutique organizza anche lezioni di yoga), boho-chic e lusso. Ama l’oro martellato secondo le influenze mediorientali, ma anche amuleti, un approccio informale, le lunghe e sottili collane, le pietre dure e colorate, come quelle delle ultime sue creazioni. E molte celebrity amano lei, a partire da Rihanna, che anni fa ha scelto di indossare (anche) i suoi gioielli e ha lanciato questa designer che lavora a Beverly Hills, Los Angeles, il posto giusto per avere clienti che affollano i giornali e siti web dedicati allo spettacolo e al gossip.
Il suo successo, però, è frutto soprattutto della sua capacità di unire lo spirito allegro e fuori dagli schemi con il lusso. E che fa parte della sua attitudine: quando aveva otto anni, ha raccontato, dipingeva piccole rocce che vendeva ai vicini. Poi, ha deciso di occuparsi di moda e si è iscritta al Fashion Institute of Design & Merchandising di Los Angeles. Ha lavorato un po’ nel settore del fashion, nella boutique di moda di Sunset Boulevard della sua famiglia, fino ad accorgersi che la cosa che sapeva fare meglio era creare gioielli. Adora opali, tormaline e turchesi, che accompagnano i fili d’oro con piccoli diamanti. Oltre ai gioielli classici, anelli, collane, orecchini e bracciali, ha progettato anche ornamenti per il corpo da indossare attorno ai fianchi o piccole catene che seguono il profilo di un reggiseno.
Fraleoni, ritorno al futuro
Fraleoni, gioielli che arrivano dal passato per andare al futuro ♦︎
Dice il proverbio: da cosa nasce cosa. Il vecchio adagio popolare è valido anche per la gioielleria, in particolare per un’azienda che coniuga vecchio e nuovo, anche se non necessariamente con il riutilizzo del materiale. Per esempio, Fraleoni, marchio romano di gioielleria. È stata fondato da Attilio Fraleoni, dopo 50 anni di expertise nel settore Che cosa c’entra il proverbio? È presto detto: la piccola Maison di gioielleria è figlia di un’altra attività, acquisto e vendita di oro e gioielli gestita da Valentina Fraleoni che si chiama Vecchi Gioielli, «si dedica con esperienza e professionalità all’attività di compra-vendita di oro» e pietre preziose. Gioielli vintage, insomma, in linea con l’equilibrio circolare, di uso e riuso, la frontiera per il futuro.
I gioielli di Fraleoni si dividono, però, in due categorie ben distinte. La prima è quella dei gioielli tradizionali. La seconda linea, invece, è un’idea di Sara Fraleoni, seconda generazione della famiglia. Fraleoni Rainbow, è molto moderna, veloce, dal disegno semplice, che punta sulla forma di maxi catene colorate. È dedicata, insomma, all’uso quotidiano anche senza dimenticare la cura per la realizzazione e una propria originalità. I gioielli di Fraleoni Rainbow, inoltre, possono essere personalizzati con diverse combinazioni di colori al momento dell’acquisto sul sito web.
I gioielli a basso prezzo sono pericolosi?
I gioielli comprati sulle bancarelle o ai mercatini sono pericolosi? Provocano allergie? Hanno scoperto che… ♦︎
L’allarme è arrivato tempo fa da Londra. Ma può tranquillamente essere esteso all’intera Europa e, forse, agli Stati Uniti, Australia, eccetera. Il problema riguarda i bijoux a basso costo che sono venduti sulle bancarelle, ai mercatini, nei negozi cheap. Questi gioielli, che nella quasi totalità dei casi sono fabbricati nei Paesi dell’estremo Oriente, come la Cina, contengono spesso sostanze tossiche. Insomma, costano poco, ma i soldi che si risparmiano saranno poi spesi in medicine.
I risultati dell’indagine
Secondo un’indagine condotta dalla London Trading Standards e resa nota tempo fa da Professional Jeweller, oltre la metà dei componenti delle collane a basso costo hanno livelli eccessivi di materiali tossici. Per accertarlo sono state acquistate 30 collane in metallo da bancarelle e negozi a Londra. I bijoux sono stati analizzati per individuare i componenti, in particolare i livelli piombo, cadmio e il rilascio di nichel, misurati secondo i parametri europei (il regolamento Reach). Piombo e cadmio, infatti, sono metalli tossici e sono consentiti solo livelli molto bassi in gioielleria (0,05% e 0,01% del peso complessivo). Risultato: delle 30 collane testate, 19 non sono risultate conformi alle regole (63,3%), solo 11 varianti (36,7%) avevano livelli accettabili di piombo, cadmio e nichel, mentre il 50% aveva un eccesso di piombo, in un caso addirittura l’82,4%.
Come evitare le allergie da nichel
Allergia al nichel
Il nichel, in particolare, è noto per creare una reazione sensibilità ed è la causa più comune di allergia da contatto in Europa. E una delle collane testate aveva un tasso di nichel molto alto, oltre il 60% del massimo consentito.
Forse non sapete che molti metalli con i quali capita di venire in contatto sono tossici. Ecco i 35 più pericolosi: antimonio, arsenico, bismuto, cadmio, cerio, cromo, cobalto, rame, gallio, oro, ferro, piombo, manganese, mercurio, nichel, platino, argento, tellurio, tallio, stagno, uranio, vanadio e zinco.
Quando avviene un’eccessiva esposizione a questi metalli si possono avvertire astenia e stanchezza, fino a danni cerebrali, ai polmoni, ai reni, al fegato, fino ad anomale variazioni della composizione del sangue.
Certo è molto difficile che a causare questi sintomi sia un gioiello. Ma bisogna sapere che un prolungato contatto con questi metalli può tradursi in una progressiva degenerazione muscolare e neurologica, con sintomi tipici di gravi malattie degenerative come la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer e la distrofia muscolare, oltre ai tumori.
Da notare che nell’elenco compaiono anche metalli come l’oro e l’argento, che non sono ritenuti dannosi. Questo è senza dubbio verto per quanto riguarda i gioielli. Eppure anche l’oro se inalato (per esempio quando è in polvere) oppure ingerito può essere nocivo. Inoltre, esiste un piccolo gruppo di persone che è allergica anche all’oro.
Come scegliere un pendente
Un ciondolo alla fine della collana, un bel pendente che attira l’attenzione, è quello che ci vuole per valorizzare il vostro corpo. Ma, attenzione: un pendente, o un ciondolo, va scelto bene. Ecco alcuni consigli su come scegliere il pendente perfetto, un ciondolo che completa la vostra collana e il vostro aspetto. Prima di scegliere i ciondolo o pendente, però, dovete essere sicure di avere indossato una collana con la misura giusta per voi. Se avete dubbi, potete leggere questo articolo che spiega come scegliere la lunghezza della collana.
I pendenti di una collana possono essere aggiunti successivamente, oppure possono essere acquistati assieme al gioiello. Spesso i pendente sono staccabili e questo consente, per esempio, di indossare anche una semplice catena. L’acquisto di un pendente assieme alla collana su cui sarà fissato è la scelta più semplice, perché permette di valutare subito il rapporto con il ciondolo. Un pendente, infatti, non deve essere troppo piccolo rispetto allo spessore di una catena e, allo stesso modo, un grande ciondolo appeso a un filo sottile potrebbe dare l’impressione di staccarsi da un momento all’altro. E, infatti, ogni tanto può accadere anche questo.
Confrontare il peso
Quindi, il primo aspetto da valutare quando si sceglie una collana con pendente è proprio il rapporto tra catena o cordino e peso del gioiello abbinato. Il pendente non deve pesare di più della catena che lo regge.
Attenzione allo stile
Catena e pendente si devono abbinare: se non acquistate il gioiello già assemblato, fate attenzione allo stile dei due pezzi, che devono essere omogenei. Se la catena è vintage, per esempio, starà meglio con un ciondolo della stessa epoca. Non solo: scegliere metallo dello stesso colore. L’oro giallo, per esempio, può avere sfumature molto differenti, che dipendono dalla lega utilizzata: controllate che le tonalità siano uguali.
Collezionare ciondoli
Una collezione di ciondoli da aggiungere a una catena è un’ottima idea. Permette, per esempio, di scegliere un pendente giusto per ogni occasione. Inoltre, con l’acquisto di una sola catena si avranno a disposizione tanti gioielli diversi. Potete anche scegliere di collezionare ciondoli secondo un criterio. Per esempi, in base al soggetto del pendente (fiori, frutti, animali, simboli, oggetti) oppure secondo uno stile (art déco, art nouveau, anni Settanta, eccetera) o, ancora, scegliere ciondoli della stessa Maison.
Come indossarlo
È facile cavarsela con «come vi piace». In realtà, non è così. La prima cosa da tenere in considerazione è la vostra taglia: siete alte, basse, medie? Il volume pendente dovrà essere proporzionato al vostro corpo. Inutile indossare un minuscolo ciondolo che diventerà invisibile se il vostro hobby è giocare a basket. E altrettanto sproporzionato sarà un grande ciondolo se la vostra altezza o, meglio bassezza, non vi fa svettare tra la folla.
Ciondoli e décolleté
Un pendente è spesso indossato per valorizzare il décolleté. Giusto. Ma tenete conto che un pendente è come un cartello con scritto: guardate qui. Anche in questo caso ci vuole un po’ di buonsenso. Se il décolleté nasconde una taglia da adolescente, è inutile sottolineare questo aspetto con un vistoso pendente. Ma questo vale anche per le donne con una misura del busto vistosa: non è il caso di sottolinearla con pendenti extra large. Una volta scelto il volume giusto del ciondolo, evitate che arrivi esattamente dove finisce la scollatura: meglio fermarsi prima (questo dipende ovviamente dalla misura della collana). Altro consiglio: un pendente deve valorizzare voi, non il gioielliere che lo ha creato. Se il ciondolo è d’oro, fate attenzione che il colore del metallo sia quello che si addice meglio alla tonalità della vostra pelle. Se avete dubbi, leggete Come abbinare i gioielli con viso e pelle.
Quale stile scegliere?
Il pendente deve rispecchiare il vostro stile e il vostro umore. Il ciondolo più classico che c’è è il diamante, o diversi diamanti, con una piccola montatura attaccata a una sottile catena. È un gioiello che non tramonterà mai, ma ha un solo difetto: se non avete un budget adeguato per acquistare una pietra grande o un gioiello con tanti piccoli diamanti, rischia di essere quasi invisibile. Un altro gioiello intramontabile è il ciondolo in oro con pietre preziose o semi preziose, con o senza diamanti di accompagnamento. Per rimanere sempre tra i pendenti classici, un’altra variante è quella del pendente con una o più perle.
Ciondoli con messaggio
Da anni la gioielleria propone anche pendenti, anche a prezzi molto accessibili, che consistono in medaglie di metallo, oro, argento o acciaio, con inciso un messaggio, oppure una data o un segno zodiacale. In molti casi queste medaglie sono personalizzabili, per esempio con il nome del partner o una data speciale. La maggior parte di questi pendenti, però, sono pensati per un pubblico molto giovane, anche se ci sono delle eccezioni. Prima di acquistarne uno, però, pensateci bene: il messaggio inciso sulla medaglia non deve stancarvi dopo un paio di volte che avete indossato il pendente.
Il medaglione vittoriano
Un tempo le donne indossavano ciondoli piuttosto grandi e, soprattutto, con un segreto nascosto. I medaglioni che si aprono e celano all’interno una fotografia, un ciuffo di capelli o un messaggio sono citati da decine di romanzi del secolo scorso o di quello ancora prima. Ma la realtà è che non sono mai passati di moda: molto romantici, sono spesso a forma di cuore oppure ovali.
Il ciondolo spirituale
Ogni religione ha fedeli più o meno osservanti. Per chi sente uno speciale legame con la propria fede, ci sono i ciondoli con simboli religiosi. Per esempio, la croce per i cristiani. Cugini di questo tipo di pendenti, perché legati non a una religione, ma a tradizioni e credenze popolari, sono i pendenti con simboli legati alla fortuna oppure per tenere lontani gli eventi negativi, come il quadrifoglio, la mano di Fatima, l’occhio.
Un palco all’opera con Schreiber
Milano capitale del design. Ma anche delle gioiellerie: ce ne sono alcune, come Schreiber, con una lunga e piacevole tradizione, che continua a rinnovarsi ♦
La semplicità è l’anticamera dell’eleganza e la stanza attigua al buon gusto. Schreiber, gioielliere milanese di lungo corso (alla terza generazione, Federico e il nipote Giacomo che seguono le orme del fondatore Franco Schreiber) non disdegna di affiancare argento e smalto alle classiche collezioni in oro e pietre preziose. Anche i gioielli realizzati con il meno costoso argento, però, non dimenticano la margherita che è il simbolo della gioielleria fondata nel 1948 e che ora opera sempre in pieno centro città, in via Borgospesso.
In perfetto stile milanese, la gioielleria propone un lusso non urlato, seppure senza lesinare in elementi di valore, come le gemme selezionate dal nipote del fondatore, Giacomo, che dopo il diploma al Gia sceglie personalmente le pietre da utilizzare per le collezioni. Lo stile è quello che coniuga modernità con classica dedizione al lusso. Insomma, gioielli che sono perfetti per una prima al Teatro alla Scala. Più milanese di così…
Salvatore Arzani, fiori, cuori e fantasia
Pavé di diamanti, oro, zaffiri… Sono i classici materiali con cui sono realizzati i gioielli di Salvatore Arzani ♦
Uno dei tanti laboratori artigianali del lusso che si trovano a Valenza è quello di Salvatore Arzani. È un’azienda piccola, ma con qualità grandi, tanto che vende all’estero la maggior parte della sua produzione che, come spesso accade nella cittadina piemontese, è figlia di una lunga tradizione. Assieme a moglie, figlie del fondatore, e una decina di virtuosi di incastonatura, bulino e saldatrice, il piccolo brand è una specie di riassunto di quello che è l’artigianato italiano e del design nella gioielleria.
Per esempio, con una collezione di pezzi unici in oro 18 carati e diamanti, con ampio uso di pietre colorate, che punteggiano i grossi anelli che compongono le catene. Anche collezioni come Fantasia, in ogni caso, seguono i classici canoni di diamanti, bianchi, neri o colorati e pietre come gli zaffiri che compongono pavé a volte simili a mosaici e a tortuosi arabeschi. Bracciali, grossi anelli, pendenti a forma di cuore o fiore, sono i capisaldi della gioielleria firmata Salvatore Arzani.
Roberto Coin Love in Verona si rinnova
L’amore è eterno forse solo al cinema, ma un diamante è per sempre. E, più in generale, l’amore va e viene, ma i gioielli restano. C’è, però, un amore che resiste da quattro secoli: quello di Giulietta e Romeo. A loro o, più precisamente, alla città di Verona che ospita il ricordo del dramma scritto da William Shakespeare, è dedicata la collezione Love in Verona di Roberto Coin. La linea di gioielli è stata lanciata lo scorso anno, ma l’anno di pandemia non ha certo contribuito alla sua diffusione, perlomeno per quanto riguarda le presentazioni alla stampa.
Ora, però, le fiere dedicate alla gioielleria sono tornate in presenza e nel frattempo la collezione si è arricchita di nuovi pezzi, come gli anelli o gli orecchini composti da un disco a cerchi concentrici di oro rosa e pietre dure, come malachite e lapislazzuli, in uno stile geometrico un po’ art déco. C’è anche una versione multigemma, che oltre ai diamanti presenta linee composte da zaffiri e granati con diversi colori che circondano un tondo di madreperla. Una collana con pendente presenta, inoltre, un cerchio con i simboli dei segni zodiacali. Chissà di quale segno erano Giuletta e Romeo
Ilenia Corti tra sogno e realtà
Ilenia Corti: gioielli, moda, fantasia, made in Italy, eclettismo, tradizione, accessori, sogno… ♦
In qualche vecchia foto che gira sul web ricorda un personaggio cattivissimo del cinema: la Bellatrix Lestrange della serie di Harry Potter. In realtà Ilenia Corti non è cattiva, ma creativa. È tra i designer nella fluida area della moda che è più apprezzata anche a livello internazionale, oltre che da prestigiosi brand con cui ha lavorato. Nomi come Dolce & Gabbana, Casadei, Cacharel, Acne Studios, Marimekko, Emilio Pucci, Moschino. Ma, anche se il suo lavoro è difficilmente inquadrabile, la gioielleria è la sua base di partenza: è cresciuta in una famiglia di gioiellieri, Santagostino di Valenza, attiva dal 1969. Ed è Santagostino che realizza le collezioni disegnate da Ileana.
Con alle spalle una famiglia di gioiellieri e l’atmosfera di Valenza, capitale italiana adell’alta gioielleria, la designer adora le atmosfere scandinave, le note cromatiche dei suoi paesaggi incontaminati. Il suo stile?Tra ricordi di infanzia, suggestioni tropicali, con orchidee, rane velenose, foliage amazzonico, scimmie rampicanti, piante carnivore. È eclettico anche il mix di materiali utilizzato: dai diamanti ai cristalli Swarovski, dall’argento al semplice ottone dorato. Ogni creazione è modellata e finemente intagliata a mano, fino ai tagli e alle incastonature delle pietre.
Successo color smeraldo per Crieri
Il verde va di moda: è sinonimo di ambiente, natura, speranza. Ma anche di smeraldi che, per la verità, non sono mai passati di moda. Come può testimoniare la storia di Crieri, marchio di gioielleria made in Valenza (Italia) che tra le sue collezioni più pregiate ne ha una dedicata alla pietra verde per eccellenza. La collezione Bogotà, come indica il nome, è dedicata agli smeraldi colombiani. Pietre che, raccontano in azienda, sono stale al centro del primo viaggio nella capitale della Colombia del fondatore dell’azienda, Alessandro Saracino, nel 1996. E nello storico distretto, in cui i commercianti di smeraldi colombiani si ritrovano quotidianamente per acquistare e vendere le gemme, nel 2005 da Alessandro Saracino ha aperto il primo ufficio.
Il risultato è, appunto, la collezione Bogotà, che accende le luci sulle trasparenze, i riflessi e i misteri dello smeraldo (tutte le pietre sono certificate dal gemmolgo Pio Visconti e dalla svizzera C. Dunaigre), montato su oro bianco e circondato da diamanti. Una linea classica, che raggruppa una serie di classici gioielli di alta gamma, proposti in una gamma di prezzo che va da 5.000 ai 300.000 euro.
L’albero della vita di Ivan Barbato
Ivan Barbato, orafo lombardo attivo a Cardano Al Campo (Varese), presenta una serie di variazioni sul tema dell’Albero della vita, un simbolo antico legato alla rinascita perpetua della natura. “L’idea mi è venuta osservando una maestosa scala d’epoca stile Liberty. Modificando le linee della balaustra, allungandole e intrecciandole è nato il pendente”, racconta Barbato. I ciondoli sono proposti in diverse versioni: in oro bianco ornato da piccoli diamanti, in oro giallo con dettagli che ricordano l’arte orafa antica, liscia e lucida in oro giallo e argento, o in oro bianco con la parte interna che gira su se stessa.
Il ciondolo gioiello è personalizzabile con i nomi dei figli o una breve frase. Un ciondolo in oro bianco dimensione 33 millimetri, caratura pietra centrale 0,04 carati ha un prezzo di€ 2.650 euro. Un ciondolo di 25 millimetri, con caratura totale 0,56, è venduto a un prezzo di 2.470 euro. Un’altra versione, in oro giallo 18 carati e argento 925, con un’ incisione realizzata a mano tramite il bulino, e un diamante centrale di 0,025 carati è invece proposto a 1.300 euro. Infine, un modello in oro giallo 18 carati e argento 925 e pietra centrale di 0,025 carati costa 850 euro.
Lo stile bohéme di Gigi Clozeau
Bracciali e collane in stile gipsy, perfette per la spiaggia o le calde estati: i gioielli di Gigi Clozeau ricordano Saint-Tropez, un bicchiere di pastis e i profumi del Mediterraneo. Però sono venduti in America, dove Gigi Clozeau si è trasferita dalla natia Francia: abitava nel quartiere del Marais di Parigi, dove aveva sede il laboratorio del padre. Non abbandonato, però, le sue radici professionali, visto che il padre Alain era gioielliere e designer, la madre un’artista. Ha debuttato progettando gioielli con smeraldi, prima di scegliere una strada meno vincolata al lusso e ai modelli classici.
Il brand Gigi Clozeau punta sulla leggerezza, la semplicità, i colori, con una sfumatura anni Settanta che permette di indossare bracciali e collane con uno stile informale, senza badare al resto. I gioielli sono realizzati con sottili catene in oro giallo, rosa o bianco 18 carati, diamanti, perline di corallo o resina. Sono gioielli pensati per essere indossati con più giri, meglio se modelli diversi assieme.
Tornano i gioielli scultura di Carrera y Carrera
Origen, cioè ritorno alle origini. È il nome di una delle nuovo collezioni di Carrera y Carrera, il più grande marchio della gioielleria spagnola tornato a giocare a tutto campo dopo una breve parentesi. Il nome della collezione è significativo. La collezione segue lo stile della casa: molto ricco, con la intenzione di gareggiare con il mondo della scultura, tra animali esotici, interpretati con realismo, assieme a elementi ornamentali e architettonici. Anche l’uso del bassorilievo e la combinazione lucido e opaco è tra i tratti distintivi di Carrera y Carrera. Tanti dei gioielli di Carrera y Carrera, infatti, sono piccole opere di oreficeria naturalistica, con statuette, animali e piante che sembrano uscite da un laboratorio del periodo barocco. Come un’altra delle novità, la collezione My Angel: segue la stessa direzione, con una mini scultura di angioletto d’oro abbinata alle lettere dell’alfabeto.
D’altra parte, la tradizione orafa della Spagna del Settecento è ancora viva. Certo, Saturio Esteban Carrera, giovane emigrato a Madrid a fine Ottocento, dove ha aperto una piccola azienda di gioielli chiamata Barrio de las Letras, non se lo sarebbe mai immaginato. Invece, i gioielli della Maison della capitale spagnola sono stati indossati da reali (la tiara per la regina del Belgio, nel 1960) o esposti nei musei, come il Sogno di Icaro, scelto dal museo del Cremlino.
Gioielli anti hacker con futuroRemoto
Un cuore libero da pirati dei sentimenti e, vista l’epoca in cui viviamo, anche da pericoli digitali che assillano la vita di tutti i giorni. L’associazione tra i due estremi è sintetizzata nella collezione No hacker in Heart presentata dal marchio futuroRemoto, fondato a Lecce da Gianni De Benedittis. I gioielli della collezione sono in parte ottenuti con la tecnica della microfusione, mentre altri sono pezzi unici, realizzati a mano. In questo caso la creatività umana prevale sull’intelligenza artificiale. Il design dei gioielli sembra coerente con il concept sintetizzato dal nome della Maison: un misto di tecnica tradizionale unita a forme futuristiche.
I gioielli, una serie di collane, dovrebbero essere realizzati in argento e bagno in oro, come gli altri proposti dalla Maison, con l’aggiunta di pietre dure, spesso dal taglio originale, oltre a piccoli elementi scultorei. La collezione No hacker in Heart sarà disponibile online e presso Banner, boutique di brand di lusso milanese in Via Sant’Andrea, che fa parte del Gruppo Biffi.
Mamme in mongolfiera con leBebé
Neonati da festeggiare al volo, letteralmente volando, ma con un gioiello. Per le neo mamme arriva la linea Le Mongolfiere di leBebé. I nuovi gioielli sono stati studiati per ampliare la famiglia Suonamore, dedicata alle donne in dolce attesa. I gioielli Suonamore sono piccoli pendenti in grado di tintinnare a cui LeBebè aggiunge ora la forma di un piccolo pallone aerostatico, sinonimo di libertà e, forse, di sguardo verso il futuro. Un pensiero che attraversa spesso i pensieri delle neo o future mamme.
Le Mongolfiere, come tutte le proposte della famiglia Suonamore, custodiscono al loro interno un piccolo campanello, che emette un suono tintinnante. Al pallone non manca il segno caratteristico di leBebé, le sagome bimba e bimbo oltre a cuoricini, mentre l’estremità rappresenta un cestino sospeso. La linea è disponibile in due versioni, entrambe in argento e declinate nelle tonalità gold, silver e oro rosa. La prima versione è in argento lucido con cordino, la seconda in un gioco di argento lucido e satinato, con catena dello stesso colore.
Collane scapolari Orixas con Gi by Giselle
Gioielli ispirati a una religione misteriosa, con radici nell’Africa profonda e germogliata in Brasile: l’Umbanda. Da queste credenze la Maison fiorentina Gi by Giselle, fondata dalla designer ed ex modella brasiliana Giselle Effting, prende spunto per la collezione Orixas. L’Umbanda è una religione sincretica che incorpora elementi del cattolicesimo, dello spiritismo e delle religioni africane, in cui gli orixás sono spiriti inviati dal creatore supremo, Olodumare, per assistere l’umanità e per insegnare come avere successo su Ayé (la Terra).
La collezione, però, è molto concreta e trasforma il simbolismo in gioielli realizzati con catena in titanio e ciondolo in oro 18 carati. Ogni gioiello rappresenta uno dei soggetti che popolano l’Umbanda. Per esempio, Ogun, il Dio della guerra e della tecnologia. Oppure Oxala, la divinità della creazione, l’orixá che ha creato gli uomini. Le collane adottano lo stile scapolare, termine che indica in origine una stoffa indossata dai monaci per preservare la veste ordinaria e ora anche una collana che presenta un elemento davanti e un altro dietro le spalle. Ma non occorre essere seguaci dell’Umbanda per poterle indossare.
Come pulire un bracciale di Pandora?
Come pulire un bracciale di Pandora? Ecco i consigli per mantenere brillanti i gioielli di Pandora.
I gioielli di Pandora sono tra i più popolari. Proposti anni fa solo nella versione in argento, soprattutto i celebri bracciali con charms, sono oggi disponibili anche nella versione Pandora Rose, che consiste in una lega di argento e rame, con una placcatura utilizzata per prevenire l’ossidazione, oppure in Pandora Shine: argento con una placcatura di oro 18 carati. Sui gioielli, inoltre, si trovano anche cristalli e cubic zirconia, gemme sintetiche che assomigliano al diamante. I gioielli Pandora hanno anche un’altra caratteristica: di solito sono indossati spesso, anche tutti i giorni. Sono, infatti, i classici gioielli per la vita abituale: bracciali, orecchini e collane che si scelgono senza pensarci troppo, anche perché il loro prezzo è piuttosto abbordabile e si ha meno timore di perderli.
Proprio per questo, però, i gioielli di Pandora possono appannarsi prima a causa del contatto prolungato con la pelle, oppure per la polvere, o l’usura della placcatura. È importante, quindi, pulire regolarmente i gioielli di Pandora, come i bracciali. Per esempio, come pulire i gioielli Pandora con la lega rosa (ma il metodo vale anche per gli altri)?
Ecco come fare: i suggerimenti sono della stessa Pandora. Si può mantenere la lucentezza del metallo lucidando regolarmente i gioielli con un panno morbido: basta strofinare delicatamente, facendo attenzione alle superfici dove sono incastonati cristalli o cubic zirconia. Una pulizia troppo energica potrebbe rovinare la sottile placcatura dei gioielli Pandora Shine.
Spesso i gioielli Pandora, che sono rifiniti a mano nei laboratori che l’azienda danese ha realizzato in Tailandia, hanno anche dettagli in smalto colorato. Lo smalto è un materiale molto resistente, ma con il tempo, magari perché il gioiello è sottoposto a contatto con altri oggetti, potrebbe essere intaccato. Proprio per questo è meglio evitare di strofinare il gioiello con materiali troppo ruvidi, che possono peggiorare la situazione.
I gioielli si possono anche lavare delicatamente in acqua tiepida e sapone per togliere eventuali tracce di grasso lasciate dalla pelle. Quando sono ancora bagnati, i gioielli si possono pulire meglio con l’uso di uno spazzolino da denti con setole morbide. Ma, attenzione: è meglio evitare l’uso di liquidi utilizzati per la lucidatura dell’argento e la pulizia ad ultrasuoni. Maneggiare con cura i gioielli puliti: è meglio riporli separatamente per evitare graffi.
L’argento rinato di Maria e Luisa
Il nome non ha nulla di speciale: Maria e Luisa. Il cognome, però, è noto agli appassionati di gioielleria: Pianegonda. Il marchio Pianegonda, però, a causa di travagliate vicende societarie, non può più essere utilizzato da Maria Luisa Pianegonda e neppure dal fratello Franco, fondatore della Maison specializzata in gioielli d’argento. Il marchio Pianegonda è ormai di proprietà del gruppo Bros Manifatture. Ma la creatività dei due fratelli, che sono andati ognuno per una strada diversa, non è stata ceduta. Dopo 16 anni come marketing manager nella originaria Pianegonda, e dopo una pausa contrassegnata da viaggi, Maria Luisa si è rimessa in pista con un nuovo brand, con un nome che curiosamente sdoppia il suo: Maria e Luisa.
Anche per Maria e Luisa il materiale base è l’argento. Ma è un argento super lavorato, che mette in primo piano un’artigianalità di altri tempi. I gioielli sono lavorati a bulino, con volute, ricci, pieghe, intarsi e con l’aggiunta in qualche caso di grandi pietre semi preziose, come citrino, ametista, quarzi fumé, rosa, cognac, e prasiolite, onice, topazi. Qualche gioiello, inoltre, ha piccoli inserti in oro a 9 carati. La boutique di Maria e Luisa si trova a Milano. Vicenza è ormai lontana.
Amlé, il Sud che non ti aspetti
Se non siete dell’Italia del Sud, come ve la immaginate? Facile: colori, vivacità, natura esuberante. È con queste immagini nel cuore che è nata Amlé a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta. In piena regione Campania i colori sono, forse, ancora più decisi che altrove: Marisa Angelucci, mente creativa del brand italiano, non lo nasconde. Ha iniziato con un negozio di antiquariato per passare poi ai gioielli artigianali. Ha debuttato anni fa a Milano, al Macef, la prima fiera.
Ha avuto successo e si è spinta poi a Las Vegas, al Jck Show: segno che gli esuberanti gioielli dell’azienda napoletana sono apprezzati anche oltre frontiera. Uno dei segni caratteristici è l’utilizzo di un materiale antico, ma poco utilizzato nella gioielleria: il corno, anche di zebù. È naturale, dicono in azienda, e ha una antichissima tradizione.
È utilizzato in un mix inconsueto: pietre dure, preziose e semi preziose, madreperla, corallo, perle, argento, onice, stelle marine. Ma il bello è che questi materiali tradizionali sono utilizzati per combinare bijoux coloratissimi e moderni. A proposito, il nome Amlé è formato dalle iniziali di famiglia: Alice, Marisa, Luca, Ermenegilda. La collezione estate 2023, ritratta nelle immagini con la consulenza dell’art director Marco Ferra e le fotografie di Victor Santiago, si chiama Costiera, come quel tratto di mare e terra della Campania famoso in tutto il mondo.
Il semplice successo di Maman et Sophie
Si chiama Maman et Sophie ma, nonostante il nome francese, è un brand di gioielli italiano, fiorentino per la precisione. Ed è anche un fenomeno: in pochi anni è diventato un marchio tra i più richiesti in Italia, grazie alla formula adottata. I gioielli hanno prezzi molto accessibili (dai 50 ai 600 euro in media), lo stile è molto semplice e immediato, l’indossabilità è garantita. I gioielli sono anche venduti online e aver puntato subito sull’e-commerce è stata una delle chiavi del successo del brand.
L’idea di Maman et Sophie è della designer fiorentina Elisabetta Carletti, che ha fondato l’azienda di gioielli con l’aiuto del marito e socio della Maison, Federico Lastrucci, scomparso nel 2019. L’avventura di Maman e Sophie è iniziata nel 2008, quando Elisabetta Carletti ha deciso di lasciare la professione di avvocato avviata in un grande studio di Firenze. La nascita della prima figlia, Sofia, le ha lasciato tempo per riflettere: ha iniziato a disegnare gioielli, la sua passione, e a realizzare i primi prototipi in argento placcato oro rosa. Il nome dell’azienda, Maman et Sophie, è la fotografia di quel periodo. E la formula scelta, gioielli semplici, a prezzo ridotto, con stile light e minimal, ha avuto successo.
Scegliere la misura giusta della collana
Lunga o corta? Girocollo oppure sautoir? Da giorno o da sera? Se volete sapere qual è la lunghezza giusta di un a collana, leggete questa veloce guida. Perché la lunghezza giusta di una collana dipende anche dal fisico di chi la indossa ♦
Le collane non fatele troppo lunghe: devono essere della misura giusta. Che sia un giorno di festa oppure no, è bene fare attenzione alla lunghezza di una collana: non deve essere stonata alla propria corporatura, ma nemmeno stonare con l’abbigliamento. Quindi, ogni giorno bisogna fare attenzione al gioiello che si sceglie e all’abbinamento con il vestito. Naturalmente, oltre al modello, anche la lunghezza della collana deve essere in sintonia. In Europa, in genere, le collane sono divise in cinque diverse lunghezze (non si considera la lunghezza del fermaglio che, se è molto grande, va aggiunta).
Il girocollo è lungo dai 38 ai 42 centimetri, secondo la corporatura. Di solito sta meglio su colli sottili. La collana cosiddetta principessa è più lunga: dai 43 ai 50 centimetri. In pratica, non è attaccata al collo, ma scende fino alla clavicola. La collana che prende il nome di matinée (era considerata la misura per il giorno) è ancora più lunga, 50 centimetri. È una misura intermedia rispetto alle collane che arrivano a 55 centimetri e coprono la scollatura. Infine, ci sono le collane lunghissime, da 60 centimetri e oltre. Sono le cosiddette sautoir, molto in voga negli anni Trenta. Le collane ancora più lunghe, dagli 80 centimetri al metro e oltre, si avvolgono in due o più giri.
Pendenti. Un ciondolo di grosse dimensioni cambia l’aspetto e l’equilibrio di una collana. Oltre alla lunghezza, insomma, si deve considerare l’effetto estetico di un eventuale pendente.
Scegliere la lunghezza. La lunghezza della collana deve essere proporzionata all’altezza e alla corporatura. Le collane corte non sono consigliate per le donne curvilinee, perché accentuano la larghezza. Al contrario, le collane troppo lunghe possono accentuare una eccessiva magrezza. Chi ha un seno accentuato non ha bisogno di sottolineare ulteriormente le forme con una grossa collana: meglio un gioiello che sta a metà strada tra clavicola e decolleté. Chi ne ha poche curve può invece optare per una catena più lunga.
Abbinamento. Una collana corta è più formale: per serate, cerimonie e occasioni ufficiali meglio optare per una collana principessa, dato che si presuppone sia indossata con una scollatura molto alta o sopra un abito accollato. Una collana a doppio o triplo giro può essere la soluzione giusta, ma attenzione alla distanza tra un filo e l’altro. Se si tratta di una piccola catena o perle di piccole dimensioni possono stare uno vicino all’altro, in caso contrario meglio tenere una distanza maggiore.