È affascinato dalla cultura dei maori, gli abitanti nativi della Nuova Zelanda: Marco Ta Moko ha scelto di interpretare i gioielli in un chiave neo-primitiva. Un po’ (con le dovute proporzioni) come i cubisti del primo Novecento, che ammiravano le sculture africane. Lui ha addirittura cambiato nome (in lingua maori Ta Moko significa tattoo, tatuaggio) dal suo originario Marco Dal Maso, discendente di una famiglia di gioiellieri veneti. Ora Marco Ta Moko si ripropone con la collezione Askari. Il riferimento è all’Africa: in arabo la parola askari significa soldato. Ogni pezzo della maison è unico, come l’anima dei guerrieri che interpreta. Giulia Netrese