Com’è andata Baselworld 2015? È il momento dei bilanci. In aiuto, per trarre conclusioni sullo stato di salute del mondo di orologi e gioielli, ci sono i numeri forniti da Mch, la società che organizza la più importante fiera del mondo dedicata ai preziosi. Risultato: la settimana di fiera (19-26 marzo) ha portato a Basilea un sacco di giornalisti (4.300, +7,5%) ma un po’ meno acquirenti (-3%). Insomma, tanta copertura mediatica, anche grazie all’ottima organizzazione della Fiera, ma anche la fotografia di quella che è l’economia mondiale, con Paesi come la Russia che sono spariti o quasi dalla circolazione, a causa delle tensioni internazionali. In fondo, però, il calo del 3% è tutto sommato contenuto. Gli espositori sono stati 1.500, e circa 150mila i visitatori (tenendo conto anche di agenti, espositori e addetti ai lavori) da un centinaio di diversi Paesi. «Sono convinto che questo sarà un anno positivo per l’industria, poiché tutti gli operatori hanno continuato a innovare: non solo creando nuovi prodotti, ma anche intensificando la comunicazione con i media e gli acquirenti», è il commento di François Thiébaud, presidente del Comitato degli espositori svizzeri. Da registrare anche altri commenti positivi: secondo Karl-Friedrich Scheufele, co-presidente di Chopard, «Baselworld rimane l’evento principe dell’anno, in quanto ci permette di incontrare i nostri principali clienti, venuti dai quattro angoli del mondo, e lavorare insieme a loro. I nostri appuntamenti con la stampa sono altrettanto importanti e continuano ad aumentare ogni anno». E per Thierry Stern, presidente di Patek Philippe, a Baselworld «è possibile concentrare le riunioni con tutti i nostri partner e l’intera rete mondiale. E l’edizione di quest’anno è stata eccellente, sia in termini di cifre che dell’interesse dimostrato dai commercianti e dalla stampa nei confronti dei nostri prodotti». Arrivederci a Baselworld 2016. Federico Graglia
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