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Come valutare il pavé dei vostri gioielli

Sapete giudicare il pavé del vostro gioiello? Il pavé è la tecnica più utilizzata nella gioielleria, eppure pochi la conoscono davvero. Leggete come valutare i pavé di pietre sui vostri gioielli ♦

Ci sono gioielli composti da gemme così vicine l’una all’altra da sembrare una superficie continua: ecco l’effetto di un pavé fatto a regola d’arte, che trasforma un fiore, un insetto o una forma qualsiasi in un oggetto dall’armonia unica. È il risultato di tante ore di lavoro e grande abilità tecniche. Certo, riconoscere quello migliore non è difficile, basta una certa sensibilità, ma capire perché è così speciale rende l’esperienza ancora più gratificante. Ecco una serie di esempi di alta gioielleria per imparare a conoscere questa tecnica: in fondo saperne un po’ di più aiuta anche a scegliere meglio e fare un acquisto consapevole.

Plumettes, bracciale in oro bianco e pavé di diamanti by Dior
Plumettes, bracciale in oro bianco e pavé di diamanti by Dior

La tecnica

Si scavano nel metallo dei fori conici dove inserire le pietre, successivamente bloccate (incastonate) con minuscole palline ottenute incidendo con uno scalpello (bulino) il materiale di scavo ai lati della pietra. È chiaro che si tratta di un lavoro, quello svolto a mano dall’incassatore, di estrema precisione. La minore distanza tra una pietra richiede una maggiore abilità e attenzione che fanno aumentare i costi di produzione. Viceversa spazi vuoti più ampi riempiti di queste palline indicano il contrario. Ma non solo: con l’affollamento intorno alla pietra spesso si ottiene un effetto di complessiva confusione che gli addetti ai lavori definiscono con il termine sporco.

Michele della Valle, spilla con pavé di zaffiri La Rose de Bourbon
Michele della Valle, spilla con pavé di zaffiri La Rose de Bourbon

La collezione Tubetto di De Grisogono è un esempio da manuale: i diamanti neri dell’anello qui sotto pur essendo di diverse dimensioni sono tutti sullo stesso piano. È l’abilità dell’incassatore a far sì che le gemme più grandi non sporgano troppo e quelle piccole rimangano in evidenza, per cui la profondità del solco deve essere calcolata al millimetro, operazione ancora più difficile quando sono di diverse misure. Inoltre, le minuscole palline che fissano le pietre sono quasi invisibili anche in foto come questa dove l’oggetto è molto ingrandito.

Anello Tubetto con diamanti neri della ormai scomparsa Maison svizzera de Grisogono
Anello Tubetto con diamanti neri della ormai scomparsa Maison svizzera de Grisogono

Ecco altri due esempi mirabili di incassatura invisibile, il Camaleonte di Vhernier e gli orecchini a stelle e strisce di Michele della Valle. Ottenere questo tipo di qualità è molto più difficile con i diamanti incolori su oro bianco, perché con le pietre colorate, se la base è buona, si può migliorare colorando il metallo. Inoltre, in questi due casi il pavé è continuo, non ha delle lastre di metallo che lo delimitano ma avvolge la montatura. Dettaglio che aumenta la difficoltà e il tempo di esecuzione.

Vhernier, spilla Camaleonte con pavé di diamanti bianchi, sugilite, giada nera, opale arlecchino, cristallo di rocca
Vhernier, spilla Camaleonte con pavé di diamanti bianchi, sugilite, giada nera, opale arlecchino, cristallo di rocca
Michele della Valle, orecchini american flag con zaffiri, spinelli e diamanti
Michele della Valle, orecchini american flag con zaffiri, spinelli e diamanti

Qui sotto è interessante notare la raffinatezza delle palline, sono in oro giallo o nero a seconda del colore delle pietre; nella seconda immagine invece, un tecnica mista: le punte su lastra ( dei cilindri applicati sul metallo al posto delle palline incise con lo scalpello) al centro e pavé ai lati.

De Grisogono dettaglio ciondolo
De Grisogono, dettaglio ciondolo

Altri esempi di altissima artigianalità tutta italiana: gli anelli Drapes di Palmiero con pietre di identica misura nonostante il drappeggio, e  il bracciale Pom Pom di Pomellato.

Palmiero anelli Drapes
Palmiero anelli Drapes
Pomellato, bracciale PomPom
Pomellato, bracciale PomPom

Infine, sempre di Pomellato un esempio di pavé questa volta preincassato nella linea Sabbia, dove può sembrare che in fase di progettazione si sia indicato nel software gli spazi necessari per poter posizionare le pietre e i pallini, senza quindi doverli eseguire a mano e ottenere questo preciso effetto. Monica Battistoni

Pomellato, anello Sabbia
Pomellato, anello Sabbia

Come scegliere il portagioie

Come scegliere il portagioie giusto per i vostri gioielli? Se non avete ancora acquistato un jewellery box, un contenitore studiato apposta per anelli, collane, bracciali e orecchini, leggete quali sono gli aspetti a cui fare attenzione. Perché un portagioie non solo consente di custodire meglio i gioielli, ma è anche un aiuto per la loro scelta quando è il momento di indossarli. Ecco, quindi, come scegliere il portagioie più adatto a voi.

Porta gioielli in legno di Seya
Porta gioielli in legno di Seya

Il materiale. La maggior parte dei contenitori per gioielli sono in plastica o altro materiale sintetico. Non è detto, però, che siano i più adatti a voi. Di sicuro sono quelli che costano meno, ma considerate anche di scegliere un portagioie in legno. Sono più difficili da trovare e costano anche di più, in compenso hanno alcuni vantaggi. Il primo è quello di essere esteticamente gradevoli. Dopotutto un porta gioielli sarà quasi sempre appoggiato a un mobile e, dunque, ben visibile in casa. Inoltre, il legno può essere utile specialmente in ambienti un po’ umidi, perché assorbe e mantiene più asciutti i gioielli. Per contro, considerate che i portagioie in materiale sintetico sono probabilmente più comodi, perché contengono scomparti e parti mobili che possono adattarsi meglio alla tipologia e alla quantità di gioielli che avete da riporre. Ci sono anche portagioie rivestiti in pelle, un vero lusso.

Porta gioielli di E-manis
Porta gioielli di E-Manis

L’interno. I portagioie più semplici sono in pratica dei piccoli parallelepipedi che contengono cassetti e scomparti in cui infilare i gioielli. Ok, ma i gioielli non sono tutti uguali. Per esempio, per gli anelli ci sono cassetti con fessure in cui infilare il gioiello. I bracciali, invece, hanno necessità di maggiore spazio, come le collane. Gli orecchini non devono stare troppo a contatto per evitare che si aggroviglino o si graffino. Dunque, prima di scegliere un portagioie fate caso a come è strutturato all’interno ed esaminate se è adatto al numero e al tipo di gioielli che possedete (e a quelli che ancora vi devono regalare).

Jewelbox
Jewelbox da viaggio

Il rivestimento. L’interno dei cassetti di un portagioie è normalmente rivestito con una stoffa. Attenzione: il rivestimento deve essere morbido, ma abbastanza robusto da non provocare lanugine o sfilacciarsi. Nulla vieta, comunque, di riporre i vostri gioielli nei piccoli sacchetti utilizzati in gioielleria.

Portagioie di Forrica
Portagioie di Forrica

Lo stile. Sul mercato si trovano una miriade di jewellery box. Sta a voi scegliere quello che si adatta meglio non solo ai gioielli che possedete, ma anche all’arredamento della vostra casa. I portagioielli con tanti cassetti, che si sviluppano in verticale non devono coprire specchi, quadri, fotografie in cornice o altro. Quelli che assomigliano più a una valigetta e non sono molto alti, invece, dovranno avere il posto adatto per essere appoggiati senza occupare troppo spazio sui mobili.

Portagioie di Songmics con serratura
Portagioie di Songmics con serratura

Sicurezza. Diciamo la verità: un portagioie è l’oggetto più comodo di questo mondo ma, naturalmente, sarà anche la prima cosa che un ladro porterà con sé oppure svuoterà se farà visita alla vostra casa. D’altra parte, anche tenere i gioielli in un cassetto o in fondo all’armadio posticiperà solo di qualche minuto il furto. Come fare, quindi? Un’opzione è quella di acquistare un portagioie da viaggio: in questo caso potrete portarlo con voi in vacanza (ma attenti ai furti in albergo). Ma l’unica vera soluzione è dotare l’intera abitazione di un potente impianto antifurto. E se avete un gioiello particolarmente prezioso, mettetelo in cassaforte (se è abbastanza robusta) oppure in una cassetta di sicurezza in banca. Se, poi, vivete assieme ad altre persone che non sono il vostro partner, considerate di scegliere un portagioie dotato di chiusura con lucchetto. Non si sa mai.

La cassaforte per gioielli Baron
La cassaforte per gioielli Baron

Come pulire i gioielli d’argento

Come eliminare la patina che appanna i vostri gioielli in argento e il nero che si forma sulla superficie con quattro veloci mosse.

Avete gioielli d’argento che sono diventati neri? Ecco come fare per far tornare lucidi e belli i vostri gioielli d’argento. Non è difficile, basta seguire le indicazioni di questa breve guida per la pulizia dell’argento, che può essere utilizzata anche per altri oggetti realizzati con il metallo bianco. Innanzitutto, vediamo perché i gioielli si rovinano: l’appannamento avviene quando la superficie di argento del gioiello si combina con lo zolfo, una sostanza che può essere contenuta nell’aria (specie dove è più inquinata) e trasforma il metallo in solfuro d’argento, che ha il colore nero. Ma per fortuna non è difficile eliminare appannamento e colore nero.

1 Acqua calda

La prima cosa da fare per pulire l’argento annerito è versare due tazze di acqua calda, ma non bollente, in una ciotola. L’acqua deve coprire il gioiello (o i gioielli) completamente.

Tazza di acqua calda, ma non troppo
Tazza di acqua calda, ma non troppo

2 Versare il sale

Versare nell’acqua un cucchiaio di sale grosso da cucina (va bene anche quello fine). Il sale fa da detergente delicato che elimina l’ossidazione senza che si rischi una abrasione dell’argento. Rimestate delicatamente fino a quando il sale non si è sciolto del tutto. La quantità di acqua deve essere proporzionata al numero di gioielli da pulire. Questo metodo di pulizia è molto delicato, ma se sul gioiello ci sono pietre molto costose (anche se è difficile con l’argento), è preferibile portare il gioiello da un professionista, non si sa mai. Alternativa: invece del sale si può utilizzare bicarbonato di sodio.

Cucchiaio di sale
Cucchiaio di sale

3 Foglio di alluminio

Foglio di alluminio
Foglio di alluminio

Qui viene il bello: dopo aver aggiunto il sale mettete nell’acqua anche un foglio di alluminio tagliato a strisce, di quelli che si utilizzano in cucina per conservare i cibi. La combinazione di sale e alluminio reagisce all’appannamento dell’argento e crea una superficie lucida luminosa. Questo avviene perché il solfuro d’argento reagisce con l’alluminio posto in una soluzione salina. La reazione chimica che avviene trasforma il solfuro d’argento in puro argento. Controllate prima che l’acqua sia ancora calda. Lasciate a bagno i gioielli per circa 5 minuti. Se l’argento è molto appannato si può ripetere il processo fino a quando il metallo torna perfettamente luminoso.

4 Sciacquare i gioielli

Non dimenticate l’ultima cosa da fare: passare i gioielli sotto acqua corrente fredda per eliminare il sale. Infine, asciugate i gioielli d’argento con un panno morbido o un asciugamano in microfibra.

Pulizia dell'argento con un foglio di alluminio
Pulizia dell’argento con un foglio di alluminio
Un bracciale in argento che si è ossidato
Un bracciale in argento ossidato

Chi certifica i diamanti

Quando comprate un gioiello con diamante di una certa dimensione e peso è quasi obbligatorio richiedere un certificato che attesti la qualità e le caratteristiche della pietra. Lo stesso vale per i gioielli con pietre preziose di colore, come rubini, smeraldi o zaffiri. Insomma, quando la spesa per un gioiello è alta, bisogna essere sicuri di quello che si acquista. Attenzione, però. Non tutti gli istituti gemmologici che rilasciano certificati sono uguali. E non tutti i certificati sono attendibili allo stesso modo. Per le pietre di minor valore questo è un problema minore, perché una certificazione non sposterà di molto l’attendibilità dell’analisi. Ma per gemme di maggiori dimensioni affidarsi a un certificato che ha prestigio sul mercato è essenziale in caso di vendita del gioiello.

Selezione dei diamanti nel laboratorio di Antwerp (Anversa)
Selezione dei diamanti nel laboratorio Tiffany di Anversa

La gemmologia, lo studio delle pietre preziose, è un campo che richiede precisione, competenza e attenzione ai dettagli. Quando si tratta di classificare i diamanti, alcuni istituti gemmologici si distinguono per la loro formazione completa, la ricerca all’avanguardia e il riconoscimento globale. Di seguito sono riportati alcuni dei migliori istituti gemmologici rinomati per la loro esperienza nella classificazione dei diamanti. I loro certificati sono riconosciuti e affidabili. Il più famoso di tutti è il GIA, ma non è l’unico. I certificati, naturalmente, hanno un costo. I più cari sono quelli del GIA, seguito dall’HRD Anversa. Sono, però, anche gli istituti considerati più severi nel controllo della qualità dei diamanti e, quindi, più stimati.

Chi certifica i diamanti

Gemological Institute of America (GIA)
Fondato nel 1931, il GIA è uno degli istituti gemmologici più stimati a livello mondiale. È il più famoso. I suoi certificati sono considerati i migliori sia per i diamanti incolori sia per quelli fancy (colorati).
• Il GIA offre un corso completo di classificazione dei diamanti che copre le 4C (colore, purezza, taglio e peso in carati), fluorescenza e altri aspetti essenziali.
• I suoi servizi di laboratorio sono molto apprezzati e forniscono rapporti sulla classificazione dei diamanti riconosciuti in tutto il mondo.
• I diplomati del GIA ricoprono spesso posizioni prestigiose nel settore dei diamanti, a dimostrazione della credibilità dell’istituto.

Gia
Gia

Centro Mondiale dei Diamanti di Anversa (AWDC) – HRD Anversa
• HRD Antwerp, una filiale dell’Antwerp World Diamond Centre, è un’autorità leader nella certificazione e ricerca sui diamanti.
• L’istituto offre una gamma di corsi sulla classificazione dei diamanti, compresi programmi su misura per professionisti e appassionati.
• I servizi di laboratorio di HRD Anversa sono rinomati per la loro accuratezza e aderenza a rigorosi standard di classificazione.
• Con le sue radici nella capitale mondiale dei diamanti, HRD Anversa è rispettata per la sua esperienza e il suo contributo all’industria dei diamanti.
Hrd Antwerp
Hrd Antwerp

Istituto Gemmologico Internazionale (IGI)
• Fondato nel 1975, l’IGI è uno dei più grandi istituti gemmologici indipendenti, con sedi in tutto il mondo, per esempio ad Anversa.
• IGI offre corsi di classificazione dei diamanti, gemmologia e design di gioielli, rivolti sia agli appassionati che ai professionisti.
• Noto per le sue certificazioni accurate e affidabili sui diamanti, IGI gode della fiducia sia dei gioiellieri che dei consumatori.
• Le sue iniziative di ricerca contribuiscono al progresso nella tecnologia di identificazione e classificazione dei diamanti.

Igi
Igi

Laboratorio Gemmologico Europeo (EGL)
• Con laboratori in vari Paesi, EGL è stato un attore di primo piano nella classificazione dei diamanti sin dalla sua nascita negli anni Settanta in Belgio.
• EGL offre corsi completi sulla classificazione dei diamanti, incentrati sia sulle conoscenze teoriche che sulle abilità pratiche.
• Anche se gli standard di classificazione possono variare leggermente rispetto ad altri istituti, i diamanti certificati EGL sono ampiamente accettati nel settore.
• La reputazione di EGL per la classificazione coerente e approfondita ne fa la scelta preferita per la certificazione dei diamanti.
Egl
Egl

I migliori istituti di gemmologia per le pietre di colore

Oltre ai diamanti, gli istituti gemmologici specializzati in pietre colorate come rubini, smeraldi e zaffiri svolgono un ruolo cruciale nell’identificazione, classificazione e certificazione di queste gemme preziose. Ecco alcuni dei migliori istituti rinomati per la loro esperienza nella classificazione delle pietre colorate:

Istituto Gemmologico Svizzero (SSEF)
• Fondata nel 1974, SSEF è un’autorità rispettata nella ricerca e certificazione gemmologica.
• SSEF offre corsi specializzati nell’analisi delle pietre preziose colorate, concentrandosi su trattamenti, determinazione dell’origine e valutazione della qualità.
• Il laboratorio all’avanguardia dell’istituto utilizza tecniche avanzate come la spettroscopia e l’analisi delle inclusioni per una valutazione precisa delle pietre preziose.
• L’esperienza della SSEF nel campo delle pietre preziose colorate si estende sia alle varietà tradizionali che agli esemplari rari da collezione.

Ssef
Ssef

Laboratorio delle gemme di Gübelin
• Fondato nel 1923, Gübelin Gem Lab è un’autorità rinomata nell’analisi e nella certificazione delle pietre preziose colorate.
• Gübelin offre corsi specializzati nell’identificazione delle pietre preziose colorate, coprendo fattori quali colore, purezza e determinazione dell’origine.
• La tecnologia all’avanguardia dell’istituto, compresa la spettroscopia e la microscopia, consente un’accurata caratterizzazione delle pietre preziose.
• La ricerca di Gübelin in gemmologia contribuisce alla comprensione scientifica e ai progressi nell’analisi delle pietre colorate.
Gübelin
Gübelin

GRS (Gem Research Swisslab)
È un istituto di gemmologia svizzero rinomato a livello internazionale, specializzato nella valutazione e certificazione di pietre preziose.
• È statoFondata nel 1996 da Dr. Adolf Peretti e Dr. Lore Kiefert.
• L’azienda si è guadagnata una reputazione per l’eccellenza nei servizi di analisi gemmologica.
• GRS è noto per la sua competenza nel trattare con una vasta gamma di pietre preziose, incluse quelle di colore e pietre rare.
• Offre servizi di certificazione, identificazione, valutazione e consulenza per gemme naturali, sintetiche e trattate.
• La loro metodologia di lavoro si basa su una combinazione di tecnologie all’avanguardia e competenze tradizionali, garantendo risultati accurati e affidabili. GRS è una risorsa preziosa per commercianti, collezionisti, e appassionati di gioielli che cercano autenticità e qualità nelle loro pietre preziose.
Grs
Grs

Istituto Asiatico di Scienze Gemmologiche (AIGS)
• Con sede in Tailandia, AIGS è un istituto gemmologico leader specializzato in pietre preziose colorate.
• AIGS offre corsi completi di gemmologia, compresi moduli dedicati a rubini, smeraldi, zaffiri e altre pietre colorate.
• Noto per il suo approccio pratico all’identificazione delle pietre preziose, AIGS fornisce agli studenti competenze pratiche essenziali per il settore.
• Le pietre preziose certificate AIGS sono molto apprezzate nel mercato globale per la loro classificazione accurata e rapporti dettagliati.
Aigs
Aigs

Associazione Gemmologica della Gran Bretagna (Gem-A)
• Fondato nel 1908, Gem-A è uno dei più antichi istituti gemmologici, con una ricca storia nella formazione e nella ricerca sulle pietre preziose.
• Gem-A offre corsi di gemmologia che coprono un’ampia gamma di argomenti, tra cui l’identificazione e la classificazione delle pietre preziose colorate.
• Il programma per ottenere il Diploma di Gemmologia dell’istituto offre una formazione completa sull’analisi delle pietre preziose, preparando gli studenti a una carriera nel settore delle gemme e della gioielleria.
• L’impegno di Gem-A verso l’eccellenza e il rigore accademico gli è valso il riconoscimento globale come a massima autorità nell’educazione gemmologica.
Gem-A
Gem-A

In conclusione, questi istituti gemmologici si distinguono per competenza, credibilità e contributi nel campo della gemmologia. Che si tratti della classificazione dei diamanti o dell’identificazione delle pietre colorate, queste istituzioni svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento degli standard e nel progresso della conoscenza nel settore delle gemme e dei gioielli.

Anello con brillante indossato
Anello con brillante indossato di Conte Diamonds

I 10 anelli più indossati

Quale anello scegliere? Ogni forma di questo gioiello ha un suo significato e un suo nome. Leggete quali sono i 10 tipi di anelli più indossati e che cosa simboleggiano ♦

Sono tante le tipologie di anello: non ci sono solo quelli per il fidanzamento o il matrimonio. Dalla forma di un anello dipende anche su quale dito della mano indossarlo o in quale occasione è più appropriato, perché molti tipi di anelli hanno anche un significato simbolico. I gioiellieri, non a caso, propongono i loro anelli con una definizione precisa, come eternity, trilogy, solitaire, cocktail… Ecco quali sono i 10 modelli di anello più richiesti e che cosa significano le diverse forme di questo gioiello.

Anello in oro rosa con calcedonio della Namibia
Anello in oro rosa con calcedonio della Namibia

1 Solitaire. È il più diffuso e apprezzato anello per fidanzamento: ha un diamante montato da solo, senza altre pietre intorno, su una banda di metallo. Significato simbolico: un solo diamante, un solo amore. Il gambo può essere in oro, il più delle volte bianco, oppure platino, molto raramente in argento o titanio. L’anello solitaire simboleggia l’impegno di una donna che accetta di sposare l’uomo che le regala il gioiello. Ma, indossato nel tempo, rimane il segno dell’amore esclusivo. Il solitaire si può indossare anche dopo il matrimonio, assieme alla fede nuziale.

Tiffany Harmony, anello solitaire
Tiffany Harmony, anello solitaire

2 Eternity. Anello con una fascia di metallo (di solito oro bianco) e una linea continua di gemme (di solito i diamanti, ma sono proposti anche con pietre diverse, come smeraldi, rubini o zaffiri). Come indica il nome, eternity simboleggia l’amore che non finisce. È un anello regalato spesso dal marito alla moglie in occasione di un anniversario, in genere dopo dieci anni di matrimonio. Se i diamanti incastonati non seguono tutta la circonferenza, ma solo una parte (anche per rendere più comodo da indossare), è anche definito come half-eternity. Ma in questo caso il concetto è lo stesso: amore eterno (e anche una spesa minore).

Anello Live Diamond con diamanti prodotti in laboratorio
Anello eternity Live Diamond con diamanti prodotti in laboratorio

3 Fede nuziale. È il classico anello per il matrimonio, il più utilizzato. È caratterizzato da un metallo di solito liscio, il più delle volte oro giallo. La larghezza è variabile, dipende dai gusti. L’anello offre la possibilità di incidere all’interno la data del matrimonio, oppure il nome della moglie o del marito. Introdotta dagli antichi romani, la fede nuziale simboleggia l’impegno contratto con il matrimonio. La fede nuziale si indossa generalmente sulla mano sinistra al dito anulare, mentre nell’Europa Centro-Orientale, ed anche nella Penisola Iberica (tranne Catalogna), si usa metterla a destra.

Leggi anche Su quale dito indossare l’anello

Anello di Damiani con piccolo diamante all'interno
Anello di Damiani con piccolo diamante all’interno

4 Toi et Moi. È un anello con due pietre simili, ma non per forza uguali, impostate una di fronte all’altra. Un contrasto, ma anche una unione di due personalità diverse, che si completano a vicenda. È un anello che simboleggia uno stretto rapporto tra due persone. Regalare questo anello, è un po’ come dire: portami sempre con te. È anche un anello che consente a designer e gioiellieri di mettere alla prova la propria fantasia: gli anelli di questo tipo possono essere realizzati con due semplici pietre, oppure con la scelta di combinazioni audaci.

Anello in oro bianco toi et moi con diamanti
Anello in oro bianco toi et moi con diamanti di Shay

5 Falangina. Questo anello ha un diametro più piccolo rispetto a un anello normale: infatti, si indossa sulla prima o seconda falange del dito. Utilizzato nell’antichità, è tornato di moda adesso. Ma è necessario fare attenzione alla misura: deve essere della dimensione giusta per non rischiare di perderlo. Di solito è molto sottile, leggero, spesso in solo metallo, senza pietre.

Anelli firmati Ella
Anelli firmati Ella

6 Trinity. Anello ideato da Cartier nel 1924 e parecchio imitato. Consiste in tre diverse bande di metallo di colori differenti e con simbologie diverse: l’oro rosa indica l’amore, l’oro giallo è scelto come segno di fedeltà (perché ricorda l’anello nuziale) e, infine, l’oro bianco segnala l’amicizia. Le tre bande di metallo si intersecano a formare un unico anello. Molto apprezzato soprattutto dai giovani. È proposto anche con alcune varianti, per esempio, con l’utilizzo di pietre incastonate nel metallo.

Trinity ring di Cartier
Trinity ring di Cartier

7 Trilogy. Da non confondere con l’anello trinity. L’anello trilogy indica una banda di metallo con tre pietre montate, di solito diamanti. Assomiglia a un anello solitaire, ma moltiplicato per tre. Il significato? Be’, se cercate su Google ne troverete parecchi. Ma quello vero è: mia cara, non posso spendere per un anello con grande diamante, ma con tre piccoli ottengo (quasi) lo stesso effetto. Ed è proprio così.

Anello trilogy di Recarlo
Anello trilogy di Recarlo

8 Anello con segreto. Di moda nel Medioevo (erano utilizzati anche per nascondere veleno), sono ora piccole e complesse opere d’arte. Questo tipo di anello è tornato di moda in epoca Vittoriana, perché lo scomparto segreto poteva essere utilizzato per contenere un messaggio, un piccolo ritratto dell’amante, oppure un simbolo. Sembra incredibile, ma a quel tempo non esistevano i messaggi su Whastapp. Sono anelli voluminosi e lo scomparto segreto oggi riserva spesso delle sorprese.

Anelo con segreto di Theo Fennel
Anelo con segreto di Theo Fennel

9 Cocktail. Nati durante gli anni del Proibizionismo negli Stati Uniti, questi erano indossati dalle donne durante i party a base di alcol, vietato. Grandi, vistosi, con pietre colorate, sono anelli da pomeriggio o prima serata. Simboleggiano, come indica il nome, la voglia di divertirsi e un po’ anche di trasgredire. Date le dimensioni e i colori vivaci, però, non sono facili da abbinare all’abito.

Leggi anche I segreti del cocktail ring

Jacob, anello cocktail
Jacob, anello cocktail

10 Halo. Il nome indica un anello con un diamante o altra pietra centrale e una corona di gemme più piccole attorno. È un espediente dei designer di gioielli che serve ad aumentare l’impatto visivo delle pietre, senza dover ricorrere a una gemma più grande e costosa.È un tipo di montatura molto utilizzata sia per anelli impegnativi sia per quelli meno costosi.

Blue NIle, halo ring
Blue Nile, halo ring

Tutto sul platino

Volete acquistare un anello di platino? Ecco quello che dovete sapere sul platino, uno dei metalli più preziosi utilizzati in gioielleria, in particolare per gli anelli. Insomma, meglio oro o platino? ♦

«Lo preferisce in oro o in platino?». È una delle domande classiche che si sente rivolgere chi va dal gioielliere per acquistare un anello, in particolare per il fidanzamento o il matrimonio. Chi non è un esperto finisce per scegliere il metallo meno costoso: l’oro. Ma conoscere le caratteristiche di quello che è il più raro e nobile materiale, il platino, potrebbe portare a fare una scelta diversa.

Bracciale stile art déco in platino, diamanti e onice
Neil Lane, bracciale stile art déco in platino, diamanti e onice

Caratteristiche. Il nome del platino deriva dal termine spagnolo platina, che è letteralmente tradotto in «piccolo argento». È un metallo molto raro. E quindi è anche molto più costoso dell’oro. Si trova assieme a minerali di nichel e rame, principalmente in Sud Africa, dove è concentrata l’80% della produzione mondiale. Ma grandi depositi di platino sono presenti anche nello Stato del Tamil Nadu, in India.

La corona realizzata per la regina Elisabetta , moglie del re Giorgio VI, la Regina madre: ha la cornice in platino
La corona realizzata per la regina Elisabetta , moglie del re Giorgio VI, la Regina madre: ha la cornice in platino

Gioielli in platino. Il platino è uno dei metalli meno alterabili: ha notevole resistenza alla corrosione, anche a temperature elevate, ed è quindi considerato un metallo nobile. In gioielleria il platino è utilizzato per la sua duratura ed eleganza. È morbido, duttile e facilmente lavorabile, ma è anche forte e resistente. Per questo, per esempio, è molto apprezzato nei gioielli che contengono pietre preziose: le griffe in platino sono più sicure di quelle in oro. Inoltre, il colore si sposa bene con la purezza dei diamanti. Spesso è utilizzato in lega con altri metalli, come l’iridio, osmio, palladio, rodio e rutenio, ma in questo caso deve essere segnalato. Se acquistate un gioiello in platino fate attenzione che abbia la sigla «Plat»: significa che il platino è puro almeno al 95%. La cornice della corona della regina Elisabetta, conosciuta anche come la Regina madre, fabbricata per l’incoronazione come consorte del re Giorgio VI, è realizzata in platino. È stata la prima corona britannica a essere realizzata con questo particolare metallo.

Henrich and Denzel, bracciale e anello in platino
Henrich and Denzel, bracciale e anello in platino

Storia. Il platino era conosciuto già dagli antichi Egizi: gli storici hanno appurato che una sacerdotessa commissionò a un artigiano geroglifici in platino sul suo sarcofago. E oggi, 2500 dopo, i disegni sono perfettamente intatti. Anche Re Luigi XVI (fine 1700) amava i gioielli in platino. E alcuni dei diamanti più famosi del mondo sono stati inseriti in una struttura in platino, come il diamante Hope. Poiché si trova naturalmente nelle sabbie alluvionali di vari fiumi, è stato usato per la prima volta dai nativi precolombiani del Sud America per produrre artefatti. Fu menzionato negli scritti europei già nel XVI secolo, ma fu solo quando Antonio de Ulloa pubblicò un rapporto su un nuovo metallo di origine colombiana nel 1748 che iniziò a essere studiato dagli scienziati.

Chaumet, tiara in platino e diamanti
Chaumet, tiara in platino e diamanti

Come si pulisce il platino? Anche se il platino è un metallo particolarmente resistente, è necessario provvedere alla pulizia di tanto in tento. Il metodo migliore resta sempre quello di immergere l’anello o il bracciale in una ciotola con acqua calda, ma non bollente, in cui avrete sciolto qualche goccia di sapone liquido neutro. Dopo aver lasciato per una decina di minuti il gioiello a bagno, sciacquate, e poi strofinate delicatamente (specialmente se ci sono anche pietre) con uno spazzolino da denti con setole morbide. Poi, asciugate con un panno in microfibra: cotone o lana possono lasciare residui attaccati al gioiello se questo non è perfettamente liscio. Un altro metodo consiste nel mettere a bagno il gioiello di platino in una recipiente di acqua con l’aggiunta di bicarbonato di sodio. Dopo qualche minuto si versa mezzo bicchiere di aceto: l’acqua per reazione inizierà a produrre bolle. Dopo 10 minuti sciacquare il gioiello in acqua fredda.

Anello solitario in platino e diamante con il Tiffany Setting
Anello solitario in platino e diamante con il Tiffany Setting
Cartier, solitario in Platino e diamanti
Cartier, solitario in Platino e diamanti
Luois Vuitton: fede in platino della collezione Empreinte, ispirata ai chiodi dei bauli con solitario incastonato. Prezzo 1890 euro
Louis Vuitton: fede in platino della collezione Empreinte, ispirata ai chiodi dei bauli con solitario incastonato
Bracciale di platino con diamanti e rubini venduto per 149mila dollari
Bracciale con diamanti e rubini venduto per 149mila dollari
Anello in platino con diamanti del 1950 circa. Base d'asta: 1500 euro
Anello con diamanti del 1950 circa

Quanto valgono le perle nere?

Le preziose perle nere: ne avete sentito parlare? Leggete come riconoscerle e quanto valgono ♦

Per indicare qualcosa di valore si dice che è «preziosa come una perla». Se poi la perla è nera, il valore aumenta. Infatti, non tutte le perle sono bianche: quelle nere (dette anche perle di Tahiti) sono molto pregiate. In realtà non sono proprio nere, ma solo di colore più scuro, tendenti al grigio. Sono i frutti della ostrica Pinctada margaritifera (chiamata anche Ostrica delle perle nere di Tahiti), un mollusco che vive nell’Oceano Indo-Pacifico alla latitudine dei Tropici.

Collana con perla di Tahiti e diamanti
Collana con perla di Tahiti e diamanti

Le perle nere si trovano in molte sfumature, color metallo, molte sfumature di grigio (chissà, forse sono 50), ma anche verde pavone (sono considerate particolarmente preziose), o tendenti al violaceo, come le melanzane, e marrone scuro o gialle. Il colore dipende dai minerali che il mollusco ha ingerito, contenuti nel plancton, il cibo delle ostriche. Nella coltivazione di perle, però, si usa tintura o irradiate per migliorare o cambiare il loro colore. Ma non sperate di individuarle: è difficile distinguere una perla naturale da una trattata.

Il nome di queste perle è, ovviamente, legato al luogo in cui si coltivano, cioè principalmente intorno alle isole della Polinesia francese, vicino a Tahiti.

Yoko London, Aurora necklace
Yoko London, Aurora necklace

Il valore delle perle in gioielleria è determinato da una combinazione di lucentezza, colore, dimensioni, mancanza di difetti superficiali e simmetria. Una perla perfettamente rotonda è considerata più preziosa, mentre le perle allungate a forma di goccia sono spesso utilizzate nei ciondoli. Un altro aspetto da considerare è la lucentezza, che è un importante elemento di differenziazione della qualità della perla.

Anello della collezione Bubble con perle di Tahiti
Assael, anello della collezione Bubble con perle di Tahiti

Quanto valgono le perle nere?
Come abbiamo detto, dipende molto dalla dimensione e dalla qualità. Inoltre, in circolazione ci sono perle che sono semplicemente colorate di nero. Una collana non troppo lunga con un filo di vere perle nere può avere un valore che va da poche centinaia di euro o dollari, se composta da quelle più piccole e di qualità inferiore, fino qualche decina di migliaia di euro/dollari se le perle hanno una buona lucentezza, sono naturali e hanno una forma regolarmente sferica.

Se avete gioielli con perle di questo colore trattatele con cura: le perle sono delicate e possono deteriorarsi se non sono trattate bene. In ogni caso, se volete sapere come si puliscono i gioielli con perle vi consigliamo di leggere l’articolo che abbiamo già pubblicato e che spiega nel dettaglio che cosa bisogna fare per tenere puliti i gioielli con perle, ma senza rovinarle.

Collana di perle di Tahiti, oro giallo, lapislazzuli
Collana di perle di Tahiti, oro giallo, lapislazzuli

Come distinguere una perla nera di Tahiti da un’imitazione, falsa? In effetti online si trovano straordinarie offerte di gioielli a basso prezzo con perle di Tahiti. Molto probabilmente si tratta di perle di acqua dolce colorate. Purtroppo dalle immagini sul web non è facile distinguere le perle di Tahiti vere dalle imitazioni. Quelle colorate, in ogni caso, hanno di solito una tonalità uniforme, mentre le perle vere tendono ad avere variazioni di colore sulla superficie. Inoltre, spesso il colore utilizzato per rendere nere le perle si concentra maggiormente vicino al piccolo foro in cui passa il filo che lega le perle. Quindi, guardate con una lente se il foro della perla vi sembra più scuro del resto.

Le cose da sapere sui diamanti neri

Come per le gemme, anche le perle hanno valori (e costi) differenti. Le perle di Tahiti sono giudicate in base a una severa classificazione. Eccola:

1 Shape (forma): più è rotonda in modo regolare, più la perla è apprezzata. 
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2 Size (misura): più grande è, meglio è.perle-2-ok

3 Surface (qualità della superficie): è preferita quella molto liscia, senza difetti.

Collana con perle di Tahiti e chiusura in oro
Collana con perle di Tahiti e chiusura in oro

4 Luster (lucentezza): se brilla ha maggior valore.

Anello con perla nera di Tahiti e diamanti
Anello con perla nera di Tahiti con sfumatura violacea e diamanti

 

5 Nacre (madreperla): più la madreperla è spessa, più durerà nel tempo.

Anello in argento con perla tahitiana
Anello in argento con perla tahitiana

6 Color (tonalità): i colori più ricercati sono verde pavone, oppure le tonalità tendenti a blu, rosa, oro, argento, viola melanzana.

Anello Dawn, in oro nero, diamanti, perle di Tahiti, granati e citrini
Anello Dawn, in oro nero, diamanti, perle di Tahiti, granati e citrini

 

Come abbinare i gioielli con viso e pelle

Come abbinare gioielli, colore della pelle e forma del viso? Ecco alcuni consigli ♦

La chiave del successo di ogni look è l’abbinamento. E questo vale anche per i gioielli: non sono degli accessori neutri, ma vanno scelti in base all’abito, all’occasione, alla forma del viso e anche al colore della pelle. Insomma, la scelta va ponderata seguendo alcuni semplici principi, per esempio la forma dell’ovale e un altro aspetto, da molti sottovalutato, la corrispondenza tra pietre e metalli e la tonalità del vostro viso. Non è vero che l’oro giallo va sempre bene: in molti casi è l’oro bianco o rosa a valorizzare di più il vostro corpo.

Bracciale e collana indossati
Giovanni Raspini, bracciale e collana in argento indossati

Come scoprire la propria tonalità: basta avvicinare al viso struccato un foglio di carta bianco (che sia davvero bianco, non avorio) e guardare attentamente allo specchio le sfumature che si riflettono sulla carta. Se è il bianco della carta diventa leggermente rosato, il vostro viso ha una sfumatura fredda, mentre se vedete un’ombra con un accento giallo, la tonalità è più calda. Ovviamente ci so no tante sfumature in mezzo ai due estremi. Attenzione, però: dovete fare questo esperimento utilizzando una luce naturale (niente lampade a incandescenza, neon o led). Non solo: la luce naturale, quella del sole o del cielo, non deve essere quella del mattino all’alba o alla sera poco prima del tramonto, quando i raggi del sole colorano la natura con una tonalità particolarmente calda.

Prima regola: verificate il vero colore della vostra pelle
Prima regola: verificate il vero colore della vostra pelle

Oro o argento: per le pelli con una sfumatura più fredda, o neutra, meglio scegliere argento, platino oppure oro bianco. Se, invece, la tonalità è più calda, risalteranno di più l’oro giallo e rosa, ma anche il bronzo, l’ottone dorato e il rame. Certo, esistono anche colori della pelle che sono una via di mezzo: in questo caso quello che conta è l’equilibrio. Ma, attenzione: non bisogna esagerare: chi ha la pelle molto bruna, olivastra, non si deve coprire di oro giallo come un albero di Natale. Riassumendo: il metallo dei gioielli va scelto in sintonia con il colore della pelle: chi ha una tonalità molto chiara può scegliere i metalli bianchi, chi ha colorito mediterraneo oppure scuro, figurerà meglio con con metalli che hanno sfumature più intense.

Metallo bianco e pelle chiara
Metallo bianco e pelle chiara

Le pietre e i colori complementari: le tonalità fredde della pelle si combinano bene soprattutto con le perle bianche e diamanti. Nessun colore dunque? Niente paura, si possono anche indossare pietre rosa, blu, rosse e  magenta. I toni più caldi stanno bene con il corallo e con i colori della terra, quindi marrone, verde, giallo pesca, arancio e tutte le gradazioni del turchese. Attenzione, si tratta di regole generali: le combinazioni possibili sono davvero tante anche perché ci sono altri aspetti di cui tener conto come la combinazione tra colore della pelle, degli occhi e dei capelli. Inoltre, per orecchini e collane conta molto anche la forma del viso. Senza contare che un bellissimo gioiello può sempre essere indossato se vi piace, senza badare a questi aspetti.

Gioielli di corallo rosa di Rajola indossati dalla modella Federica Calemme
Gioielli di corallo rosa di Rajola indossati dalla modella Federica Calemme

Abbinare i gioielli alla forma del viso

Forma a cuore: se il vostro viso è rotondo, con un mento più sottile, cioè ha una forma a cuore, è meglio optare per orecchini non troppo larghi pendenti per evitare l’effetto di allargare il viso. Una collana girocollo, invece, è l’accessorio più adatto per attenuare la punta del mento.

Collana indossata di Evanueva
Collana indossata di Evanueva

Viso rotondo o quadrato: gli orecchini pendenti di forma ovale o geometrica, come i rettangoli possono allungare le linee del viso e offrire una simmetria più dolce. Per le collane, è preferibile scegliere quelle lunghe, anche in questo caso per snellire la forma del viso, se questa si sviluppa troppo in larghezza.

Orecchini con diamanti e smeraldi di Chopard indossati da Julienne Moore
Orecchini con diamanti e smeraldi di Chopard indossati da Julienne Moore

Viso rettangolare: gli orecchini a lobo possono dare un tocco in più e ammorbidire le linee del viso, senza creare uno squilibrio. Vanno bene anche gli orecchini a cerchio, soprattutto se di piccole dimensioni. Per quanto riguarda le collane, se il collo è bello e lungo vi starà bene un choker.

Orecchini punto luce indossati
Orecchini a bottone indossati

Viso ovale: la scelta degli orecchini è piuttosto intuitiva: non devono essere troppo lunghi ed è ancora meglio se hanno una forma geometrica, che contrasti con la regolarità del vostro viso. Non avete bisogno di addolcirlo, ma di aggiungere un elemento di rottura. Per le collane avete un’ampia libertà di scelta, anche se un collo lungo andrà bilanciato con girocollo.

Orecchini della collezione Eyes, indossati di Cora Sheibani
Orecchini della collezione Eyes, indossati di Cora Sheibani

Come vendere i vostri gioielli in cinque mosse

Volete vendere un gioiello e non sapete che cosa fare? Leggete questa breve guida su come vendere i vostri gioielli senza farvi imbrogliare ♦

Forse è un buon momento per vendere gioielli. Per questo motivo sono molti i gioiellieri che accettano di acquistare collane, anelli e bracciali, magari solo per staccare le pietre preziose, se ce ne sono, da rimontare con un design più moderno. Ma attenzione: vendere l’anello di brillanti della nonna o l’anello che vi ha regalato l’ex fidanzato non è semplice. Perlomeno: non è facile ottenere un prezzo univoco. Mentre l’oro ha delle quotazioni più o meno certe, i diamanti presentano una serie di aspetti nella valutazione che lo rendono suscettibile di proposte differenti per quanto riguarda il prezzo. Per i gioielli, poi, è ancora più complicato: contano la marca, la fattura, i carati dell’oro, oltre alla qualità delle pietre preziose o semi-preziose se ce ne sono. Sono molti gli  aspetti da considerare.

Spilla con diamanti e perle
Spilla con diamanti e perle

1. Rendetevi conto di ciò che davvero avete nel cassetto. Solo perché la nonna ha detto che il suo vecchio anello di diamanti era prezioso (un regalo del caro nonno) non vuol dire che lo sia davvero. Il valore sentimentale è una cosa, quello venale un’altra. Quindi, prima di correre dal primo gioielliere, meglio avere un quadro preciso della sua qualità e genuinità. Se si tratta di un diamante di una certa dimensione e peso, vale la pena rivolgersi a un perito qualificato, che può dare un parere imparziale delle caratteristiche e delle condizioni della pietra. E anche di mettere in evidenza gli attributi positivi che potrebbero influenzare il suo valore. Ma informatevi prima sul costo della perizia: deve valere la pena. Spesso un banco dei pegni offre un servizio simile. Meglio ancora: se volete far valutare un diamante rivolgetevi a un istituto gemmologico riconosciuto. Per un gioiello, invece, bisogna per forza rivolgersi a una gioielleria: meglio quelle con una tradizione alle spalle e con un gioielliere di esperienza.

Anello in platino con diamanti del 1950 circa. Base d'asta: 1500 euro
Anello in platino con diamanti del 1950 circa

2. Preparatevi a un prezzo realistico. Sognare è bello, ma bisogna fare i conti con la realtà. Abbiamo detto che il mercato è in un momento favorevole, ma dipende molto dal tipo di pietra. Per farvi un’idea, date un’occhiata alle vendite su eBay. Prima di rivolgersi a un venditore, infine, pensate che lui comprerà solo se è convinto di concludere un buon affare, non per farvi un favore. Non pensate di riuscire a spuntare lo stesso prezzo a cui è stato acquistato il gioiello. Di solito lo sconto richiesto è di circa il 50%, in alcuni casi ancora maggiore.

Bracciale a forma di cigno bianco, con diamanti
Bracciale a forma di cigno bianco, con diamanti

3. Considerare le opzioni di vendita. Chi acquista il vostro gioiello ha tre opzioni: vendere a sua volta il pezzo a un altro operatore del settore, direttamente al pubblico, oppure utilizzare solo il metallo del vostro anello per farne uno nuovo. Considerate la possibilità di rivolgervi a un produttore di gioielli, cioè a un’azienda che produce gioielli: probabilmente il prezzo che potete spuntare non sarà il massimo, ma in compenso di solito la vendita avviene molto velocemente. Attenti però a rivolgervi a operatori in possesso di tutti permessi di legge e con un curriculum specchiato. Le indagini su molti negozi di acquisto oro stanno a dimostrare che è facile imbattersi in commercianti di onestà dubbia. Una breve indagine su Google può essere di aiuto. A proposito: esiste anche un sito specializzato nella compravendita online tra privati (www.idonowidont.com). Il meccanismo offre una garanzia a venditore e acquirente (naturalmente si paga una commissione), ma attenzione: è in lingua inglese e potrebbero esserci eventuali problemi di dogana.

Anello con diamante taglio smeraldo e oro bianco
Anello con diamante taglio smeraldo e oro bianco

4. Siete emotivamente pronti a vendere? La cosa più difficile non è spuntare un buon prezzo, ma essere sicuri di voler vendere un gioiello che, di solito, è anche parte della vostra storia. Si tende ad aggiungere un valore emotivo a un diamante sull’anello di fidanzamento, e la delusione sul reale valore di mercato può essere uno shock. Siete davvero sicuri di voler vendere il vostro gioiello?

Anello in oro giallo con diamanti
Anello in oro giallo con diamanti

5. Considerate le aste. Se avete un gioiello di un certo valore, una strada interessante è quella di proporlo in un’asta. Oltre ai colossi Sotheby’s e Christie’s, ogni Paese ha case d’aste che organizzano periodicamente vendite all’incanto. Se il gioiello ha una foggia interessante, potrebbe spuntare un prezzo superiore a quello di una semplice vendita in gioielleria.

Un'asta condotta da David Bennett (Sotheby's)
Un’asta condotta da David Bennett (Sotheby’s)

Come scegliere un anello

Come scegliere un anello di fidanzamento? Lo chiedono in parecchi, uomini e donne. Ecco come scegliere.

A parte lo stile, la pietra (il classico diamante) e il prezzo, bisogna innanzitutto individuare bene su quale metallo puntare. Se non sai quale anello scegliere, ecco gli aspetti più importanti da sapere

Oro giallo. Una volta gli anelli di fidanzamento erano solo di oro giallo. È l’oro più tradizionale, quello che segnala il valore del metallo. Oggi, invece, un anello di fidanzamento in oro giallo ha un sapore un po’ vintage, anche se rimane sempre un classico. Qualcuno lo preferisce così, proprio per il suo sapore di gioiello di altri tempi, ma con un valore che rimarrà intatto anche per il futuro. In questo caso, comunque, meglio scegliere un disegno semplice, magari con un piccolo diamante incastonato.

Anello indossato della collezione Motion
Anello indossato della collezione Motion di PdPaola

Oro bianco. Attenti: in realtà non esiste l’oro bianco. Si tratta di oro mescolato a qualche metallo senza colore, come argento, nichel, manganese e/o (più raramente) palladio. Diffidate, quindi da chi vi propone un anello in “oro bianco puro”. Spesso è rivestito in rodio per dargli una patina più bianca e una finitura brillante. In questo caso, l’anello dopo pochi anni dovrebbe essere immerso di nuovo in una soluzione per mantenere intatto il suo colore bianco e la lucentezza e sostituire la rodiatura, altrimenti tornerà al colore del suo ingrediente principale: oro giallo. È una seccatura, ma in realtà il processo è relativamente poco costoso, e molti gioiellieri offrono questo servizio gratuitamente.

Anello con diamante a taglio marquise
Anello in oro bianco con diamante a taglio marquise

Oro rosso e rosa. L’oro rosa è stato ormai sdoganato e c’è chi lo preferisco a quello bianco o giallo. Ma esiste persino un oro verde (in lega con l’argento) e, soprattutto, l’oro rosso (in lega col rame). Non è per niente utilizzato per gli anelli di fidanzamento, a meno di complicate lavorazioni che lo abbinano all’oro bianco o giallo. Un anello di fidanzamento in oro troppo rosso, che va molto di moda per altre tipologie di gioielli, è considerato un po’ troppo vistoso, poco elegante. Naturalmente, il design dell’anello conta molto nel giudizio finale.

Anello doppio in oro rosa e diamanti indossato
Piaget, anello doppio in oro rosa e diamanti indossato

Platino. Questo sì che ha un colore naturale bianco, anche se leggermente grigiastro. Per poter essere venduto come anello di platino deve essere composto per almeno il 90-95 per cento con questo metallo. Nel corso del tempo il colore del platino non tende al giallo, come per l’oro bianco. Perde però la sua finitura lucida: a qualcuno piace perché così, per contrasto, rende il diamante ancora più scintillante. Il platino, in ogni caso, può essere lucidato professionalmente per ripristinare il suo splendore originale: un processo che è paragonabile in termini di costi di cura per l’oro bianco. In generale, i colori di oro bianco e platino sono simili, ma non sono proprio la stessa cosa: provate a infilare un anello per tipo sulla stessa mano e vedrete. L’oro bianco è più argenteo, mentre il platino è più (leggermente) sul grigio. I diamanti bianchi li completano entrambi magnificamente, ma attenzione: se il vostro anello di fidanzamento è di platino, non aggiungete una fede nuziale in oro bianco. Rimanere coordinati con il metallo scelto la prima volta è una idea migliore.

Anello in platino, morganite, diamanti
Anello in platino, morganite, diamanti di Tomasz Donocik

Il prezzo. Il più grande vantaggio dell’oro bianco rispetto al platino è sicuramente il costo. Il platino è più caro, perché è più raro dell’oro. Ogni anno sono estratte solo 160 tonnellate di platino contro le 1.500 tonnellate di oro. Inoltre, il platino è più denso del metallo giallo: la stessa dimensione di anello peserà notevolmente più in platino che in oro (e i metalli preziosi sono valutati a peso). A grandi linee, un gioiello in oro bianco costa circa la metà di un equivalente in platino. Quindi, se vi piace il bianco e volete risparmiare, scegliete l’oro.

Gioielleria Rocca a Bologna, ingresso
Gioielleria Rocca a Bologna, ingresso

Quale oro scegliere. La maggior parte degli anelli di fidanzamento in oro sono a 14 o a 18 carati, di solito segnalati con la sigla 14k o 18k. La lettera «k» sta per carati. L’oro a 14k è solo al 58,3 per cento puro. Quello a 18k è al 75 per cento puro. Maggiore è la quantità carati, più puro è l’oro, ma è anche meno resistente. L’oro nella sua forma naturale, infatti, è a 24k, ma in quello stato è troppo morbido da utilizzare per i gioielli complessi: si deforma facilmente. Deve essere in lega con altri metalli per poter indurire e diventare resistente. Per rinforzare l’oro nelle leghe si usa di solito il nichel, che però qualche volta provoca allergia. Il platino, invece, è un metallo forte, più forte e più pesante dell’oro. Tra l’altro, il platino è più puro ed è considerato ipoallergenico. È possibile, tuttavia, trovare anche oro bianco senza nichel.

Mariah Carey con l'anello di alta gioielleria in oro bianco e diamanti. Photo: Koto Bolofo
Mariah Carey con l’anello di alta gioielleria in oro bianco e diamanti di Chopard. Photo: Koto Bolofo

Simboli. L’oro indica storicamente ricchezza, saggezza, e potere divino. Ricordate le regole d’oro della Bibbia? Oppure, l’età d’oro o gli anni d’oro, che stanno a significare bei tempi. E il 50esimo anniversario di matrimonio si dice che sia quello delle nozze d’oro. L’oro è anche considerato da molti come il metallo tradizionale per fedi nuziali e di fidanzamento. Dal momento che non si ossida nel tempo, aiuta a simboleggiare la coppia di armonia eterna. Eppure adesso è il platino che sembra essere il nuovo simbolo di ricchezza e prestigio. Pensate alla «carta di credito platinum», che spesso ha migliori benefici e privilegi che la «carta di credito d’oro». A voi la scelta.

Anello con diamante a cuore indossato
Anello con diamante a cuore indossato

Come stringere o allargare un anello

Stringere un anello, oppure allargare un anello: può essere necessario in alcuni casi. Ecco quando e come si può fare

Che cosa fare quando l’anello preferito è diventato troppo stretto o troppo largo? Un gioiello, infatti, è per sempre. Ma le vostre mani e le vostre dita mutano nel tempo. Forse avete qualche etto in più, oppure siete dimagrite e la fede nuziale balla sull’anulare. Altra ipotesi: vi hanno regalato un anello della misura sbagliata. In tutti questi casi, si può chiedere indietro all’orafo l’oro eliminato in questa operazione? Perché il costo è così differente tra un anello e un altro? Ecco sei domande e sei risposte.

1 Come si allarga un anello?

L’orafo apre la banda dell’anello con una sega molto sottile. Poi preleva (se deve stringere) o aggiunge un pezzetto di metallo simile a quello che compone l’anello. Con le pinze, poi, ricongiunge i due pezzi separati. A questo punto salda l’anello e poi procede con diverse fase di lucidatura con spazzole precedentemente immerse in tre paste abrasive diverse, fino a ottenere la superficie desiderata. Naturalmente, nel caso debba allargare l’anello, deve essere tanto bravo da scegliere esattamente la lega uguale a quella del vostro gioiello. Il compito è ancora più semplice se avete conservato il certificato che descrive l’anello al momento dell’acquisto.

Anello da allargare
Anello da allargare

2 Bisogna aggiungere altro oro per allargare un anello?

A volte sì e a volte no. Se l’anello ha solo bisogno di allargarsi fino a meno di un 1/4 delle sue dimensioni originali e, inoltre, il metallo è sufficientemente spesso, il gioielliere può essere in grado di modificare il vostro anello lavorando su un mandrino e utilizzando  il martello da gioielliere. Insomma, lo allunga un po’ facendo diventare più sottile la banda di metallo. Ma non è facile che questo avvenga. Di solito l’anello è allargato con l’aggiunta di un piccolo pezzo di oro oppure, se è il caso, di platino. L’anello è poi saldato di nuovo e si passa alla lucidatura finale.

Anello da stringere
Anello da stringere

3 Come si stringe?

Per ridimensionare un anello, una piccola sezione della fascia circolare viene rimossa. Poi l’anello è sagomato di nuovo e saldato. Se ci sono pietre esposte, queste dovranno essere strette di nuovo nelle griffe. C’è un limite: se le pietre non possono essere strette rischiano di  cadere fuori dal supporto metallico. State attente, però, a non esagerare: e se vi capitasse di acquistare un paio di chili?

Laboratorio orafo Cazzaniga Nobili
Laboratorio orafo Cazzaniga Nobili

4 Si può chiedere la restituzione dell’oro eliminato quando si ridimensiona un anello?

La quantità di oro che viene eliminata nel procedimento di riduzione di solito è così minuscola che non avrebbe molto senso la restituzione. Inoltre, a volte l’anello deve essere limato e l’oro si trasforma in una polvere fine che viene aspirata. La riduzione di un anello richiede molta abilità: i milligrammi di oro che rimangono al gioielliere sono ampiamente scontati dal prezzo del suo lavoro. Oltretutto, tenete conto che il vostro anello non è di oro puro, ma di una lega che potrebbe contenere, per esempio, nichel, argento, platino, o altri metalli.

Decisamente da stringere
Decisamente da stringere

5 Perché è più costoso allargare o stringere alcuni anelli rispetto ad altri?

Il costo del lavoro del gioielliere dipende molto dalla quantità di lavoro e dalle dimensioni dell’anello, dal peso e dal tipo di metallo. Lavorare il platino è più costoso dell’oro, perché ci vuole più calore e più attenzione. Di solito è più costoso anche lavorare su anelli con le pietre, che hanno bisogno di cure particolari. Per esempio, solo diamante, zaffiro, e rubino possono resistere al calore di una fiamma di saldatura. Le altre gemme o devono essere rimosse dall’anello, oppure necessitano dell’uso di un laser, perché se vengono riscaldate, si bruciano e sono irrimediabilmente rovinate. Il maggior lavoro e le attrezzature necessarie per questi anelli alza il costo dell’operazione.

Controllate le misure della dita
Controllate le misure della dita

6 La dimensione del dito risulta diversa da un negozio all’altro. Perché?

Anelli e dita sono misurati con mandrini, dei lunghi coni in cui si infila l’anello per misurarne la larghezza. Tra uno e l’altro può esserci una diversa calibratura e, quindi, può risultare una misura diversa della circonferenza. La variazione è di solito tra 1/4 e 1/2 della dimensione. Inoltre, le dita possono anche cambiare dimensioni secondo le condizioni climatiche (con il freddo si stringono, con il caldo si gonfiano), oppure a causa delle condizioni di salute, o di peso e perfino secondo l’ora del giorno.

Che cosa sono i diamanti taglio rosa?

Il taglio a rosa per i diamanti è tornato di moda. Ma questo tipo di taglio della pietra più famosa del mondo ha dei pro e dei contro. Ecco quello che dovete sapere prima di acquistare un gioiello con un diamante taglio rosa. E, soprattutto, imparate a conoscere questo antico taglio della pietra più preziosa e amata. La prima domanda è: che cosa sono i diamanti taglio rosa? Se avete dei dubbi, sappiate che in realtà questa forma non imita l’aspetto del fiore.

Anello con cluster di diamanti rose-cut
Anello con cluster di diamanti rose-cut

Come riconoscere il taglio rosa. Il taglio rosa è un tipo di lavorazione del diamante che era utilizzato in passato, in particolare nell’era georgiana, cioè il periodo della storia dell’Inghilterra che va dal regno di Giorgio I a quello di Giorgio IV, fra il 1714 e il 1830. I diamanti rose cut sono spesso confusi con quelli taglio brillante, o rotondo, ma la differenza è notevole. I diamanti taglio rosa hanno una parte superiore bombata, ma la base piatta. La parte superiore della pietra presenta sfaccettature triangolari diverse rispetto ai diamanti taglio brillante. I diamanti a taglio brillante sono diventati popolari dalla fine del 1800 e riescono a far apparire il diamante molto più scintillante grazie a 57-58 sfaccettature. I diamanti taglio rosa, invece, hanno al massimo 24 sfaccettature. I diamanti taglio brillante hanno una parte inferiore che finisce a punta, e che riflette di più la luce. I diamanti taglio rosa, in compenso, possono essere più luminosi, anche se meno scintillanti.

Anello con diamanti per 15 carati
Sutra Jewels, anello con diamanti per 15 carati, rose cut

Il vantaggio. I diamanti taglio rosa pesano meno rispetto a quelli taglio brillante, dato che sono meno spessi (non hanno la parte inferiore appuntita). Per questa ragione, a parità di carati (cioè del peso di una pietra) avranno una superficie maggiore. Sono, insomma, più grandi a parità di peso. Un diamante taglio brillante da 1 carato misura 6,5 millimetri se visto dall’alto, mentre un diamante taglio rosa dello stesso peso misura circa 7,5 millimetri. Non solo: i diamanti con taglio a rosa possono avere molte forme diverse: rotondi, ovali, a pera, aquiloni, esagoni, quadrati, oppure possono anche essere tagliati in forme casuali e irregolari. Non bisogna confondere, infatti, il taglio con la forma del diamante, che si riferisce al contorno della pietra (rettangolare, rotondo, a pera). Il taglio, invece, si riferisce ad aspetti come proporzione, sfaccettature e lucidatura.

Anello di alta gioielleria con smeraldi per 6 carati, e diamante rose-cut al centro
Anello di alta gioielleria con smeraldi per 6 carati, e diamante rose-cut al centro

La classificazione. I diamanti taglio rosa seguono la consueta classificazione degli altri diamanti: il colore va da D (completamente incolore) a Z (sfumatura marrone o gialla). Dato che scintillano meno, i diamanti taglio rosa sono utilizzati spesso anche in colorazioni più accentuate come grigio, champagne, bianco opaco, nero e giallo. Anche la chiarezza è classificata come per gli altri diamanti.

La differenza tra un taglio rosa e un taglio brillante
La differenza tra un taglio rosa e un taglio brillante

Conviene comprare un diamante taglio rosa? Spesso i diamanti taglio rosa sono proposti come rarità, o come scelta stilistica del gioielliere. Si tratta indubbiamente di un taglio più semplice da realizzare e, quindi, più veloce e meno costoso. In India il taglio rose cut fa parte della tradizione ed è ancora molto utilizzato. Ci sono altri brand, come 64Facets di New York che utilizzano prevalentemente diamanti rose cut. Prima di acquistare un gioiello con diamanti rose cut, però, è bene valutare la resa estetica. La cosa migliore è mettere a confronto un gioiello con diamanti rose cut a uno con pietre dal taglio più moderno, per valutare la differenza con i propri occhi.

Anello con diamante taglio brillante al centro e taglio rosa ai lati by 64Facets
Anello con diamante taglio brillante al centro e taglio rosa ai lati by 64Facets

Collane regolabili

Collane regolabili, collane con un nodo, collane con il laccio: ecco perché scegliere questo tipo di gioiello ♦

Quasi sempre lunga e sottile, a volte molto preziosa, la collana di questo tipo è tornata di moda. Ma, in realtà, è mai stata dimenticata? In ogni caso, è una buona notizia per chi ama i gioielli sexy, visto che la sua forma evidenzia il contorno del corpo con un drappeggio delicatamente appoggiato sul decolleté. Le collane regolabili hanno un vantaggio evidente: si adattano alla superficie e alla dimensione del corpo di chi le indossa. Non solo. Una collana regolabile cambia anche forma e può essere indossata in diversi modi secondo l’abbigliamento e la circostanza.

Leggi anche: come scegliere la collana

Collana Aria indossata
Nanis, collana Aria indossata

È necessario fare attenzione alla scelta della collana regolabile. Al momento dell’acquisto è meglio verificare se il meccanismo che consente di variare la lunghezza della collana sia davvero efficiente e, soprattutto, non risulti essere troppo delicato: sarebbe deludente dover portare la collana al gioielliere per far riparare il sistema di blocco.

Collana con pendente cone inserto in pelle
Collana con pendente cone inserto in pelle di 12PM

Un altro aspetto importante è quello di utilizzare la collana regolabile in modo appropriato. Un gioiello di questo tipo è interessante proprio perché si adatta a corpo e abito, ma prima di scegliere la lunghezza della collana fate diverse prove davanti allo specchio, per stabilire quale sia davvero la misura giusta: dopotutto, avete scelto un gioiello di questo tipo proprio per questo.

Collana indossata Magnetica System
Collana indossata Magnetica System di Breil allungabile

Certo, dipende da come la si porta perché in origine non erano altro che un lungo filo d’oro o di perle, più o meno spesso e largo, senza alcuna chiusura, da girare più volte intorno al collo, oppure da annodare semplicemente o con un fermaglio regolabile da posizionare in un punto strategico. Come il gioiello vintage di Cartier, datato 1965, realizzato con maglie tonde piatte e un fermaglio a forma di goccia, oppure il lungo doppio filo di perle di Chanel anni Ottanta.

Collana in diamanti e smeraldi, indossata a Baselworld
Collana in diamanti e smeraldi di Jacob & Co, indossata

I modelli del passato convivono benissimo accanto alle versioni nuovo millennio con loghi e motivi iconici rivisitati, mentre un posto tra i più lussuosi spetta a Bulgari con il suo famoso serpente in diamanti, smeraldi turchesi, presentato alla Biennale degli Antiquari del 2012. Che, appunto, dimostra come questo tipo di collana non sia mai scomparsa del tutto, ma di sicuro ora, soprattutto oltreoceano è un must have. Ecco una selezione dei pezzi più interessanti. 

Collana in oro bianco e giallo con diamanti e smeraldi
Antonini, collana in oro bianco e giallo con diamanti e smeraldi
Collana della collezione Zyp
Tirisi, collana della collezione Zyp
Cartier, collier a forma di coccodrillo in oro bianco, diamanti e smeraldi
Cartier, collier a forma di coccodrillo in oro bianco, diamanti e smeraldi
Collana Marble Marquetry con diamanti e zaffiri
Harry Winston, collana Marble Marquetry con diamanti e zaffiri
Salvini, collana regolabile della collezione Daphne
Salvini, collana regolabile della collezione Daphne
Autore, Best in Pearls con una collana di perle dei Mari del Sud
Autore, Best in Pearls con una collana di perle dei Mari del Sud
Pendente con smeraldo colombiano del peso di circa 16 ct montato su collana in oro bianco 18 carati con diamanti taglio brillante del peso totale di circa 6,10 carati. Lunghezza collana 44 cm (chiusura regolabile)
Pendente con smeraldo colombiano del peso di circa 16 ct montato su collana in oro bianco 18 carati con diamanti taglio brillante del peso totale di circa 6,10 carati. Lunghezza collana 44 cm (chiusura regolabile)

Come scegliere catene gourmette

Sapete distinguere tra diversi tipi di catena? Non tutte le catene per gioielli sono uguali. Ecco come scegliere una catena.

La catena più utilizzata per i bracciali è la gourmette. Ma sapete che cosa è una gourmette? Ecco che cosa c’è da sapere su una delle più utilizzate catene per gioielli.

C’è catena e catena: nell’amore è un legame temuto e desiderato, nella gioielleria una delle forme più utilizzate per bracciali e collane. Ma, attenzione: non sono tutte uguali. Una delle forme più utilizzate è la gourmette o grumetta in italiano: per esempio, Pomellato, Roberto Coin e tanti altri marchi hanno dedicato delle collezioni a questo tipo di catena, ma un po’ tutti i gioiellieri hanno in catalogo catene di questo tipo. La catena gourmette ha un’origine antica. L’esemplare più antico mai scoperto di gourmette risale al 2500 a.C e fu realizzato con una tecnica chiamata coda di volpe, che è ancora molto attuale.

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Gourmette o grumetta maglie ovali intrecciate spesso diamantate in modo da appiattirle piatte lungo la superficie

Ma qual è la caratteristica di una gourmette? Rispetto a una normale catena quello che cambia è lavorazione. Per gourmette, infatti, si intende una catena per gioielli che ha gli anelli appiattiti, con lati lisci. In alcuni casi le superfici possono anche essere differenti: per esempio, da un lato della catena il metallo può essere lucido e liscio, dall’altro lato più ruvido e opaco. Ma non c’è una regola precisa.

Bracciale e anello in oro bianco e diamanti
Roberto Coin, bracciale e anello in oro bianco e diamanti

Spesso le catene hanno un piccola targhetta con inciso un nome, di solito quello della persona che indossa il gioiello. In altri casi, invece, è incisa una data, per esempio, quella della nascita. Ma la targhetta non è necessaria per un bracciale o collana a catena larga. Le gourmette sono spesso in argento oppure in oro bianco. L’oro giallo, più vistoso, è meno utilizzato (ma molto apprezzato da rapper, per esempio). La catena a gourmette è utilizzata principalmente per realizzare bracciali. Ma da tempo c’è chi ha deciso che può essere indossata benissimo come una collana: una stata scelta anche in questo caso di molti artisti del mondo musicale.

Madonna con grande catena al collo
Madonna con grande catena al collo

Come scegliere una catena

Le catene non sono tutte uguali. E non solo per la loro dimensione o per lo stile con cui sono realizzati i diversi anelli. Prima di acquistare una catena fate bene attenzione alla qualità del gioiello. La maglia deve essere morbida, piacevole da indossare. Deve essere il più possibile flessibile, senza snodi che si bloccano se devono essere piegati. Soprattutto, una catena non deve avere punte sporgenti che si possono agganciare al vostro abito (o magari a quello altrui). Alcune catene sono progettate per essere abbinate a ciondoli: un’idea che deve anche risultare comoda una volta indossato il bracciale o la collana.

Gioielli a forma di catena della linea Fraleoni Rainbow
Gioielli a forma di catena della linea Fraleoni Rainbow

Come pulire una catena?

Semplice: come tutti gli altri gioielli, cioè con acqua, un paio di gocce di sapone liquido e uno spazzolino da denti a setole morbide. Lasciare a bagno in una vaschetta per una decina di minuti e poi strofinare con lo spazzolino, infine risciacquare. Attenzione, però, che la catena non sia placcata o dorata con un bagno galvanico. In questo caso c’è il rischio di rovinare la superficie: meglio sciacquare il gioiello senza il pericolo di graffiarlo.

Gourmette di Cartier in or giallo
Gourmette di Cartier in or giallo
Kim Kardashian con maxi catena
Kim Kardashian con maxi catena gourmette
Gourmette di Pomellato
Gourmette di Pomellato
Lily Collins contagiata dalla maxi catena mania
Lily Collins contagiata dalla maxi catena mania

Come allungare una collana

Se la collana è troppo corta per voi l’unica soluzione è allungarla. Già, ma come allungare una collana? La risposta più semplice è: aggiungere altri elementi, per esempio perle se si tratta di una collana di questo tipo. Ma chi mai ha in casa delle perle inutilizzate? Insomma, allungare una collana non è un problema semplice. Ci sono, però, delle soluzioni non troppo complicate che potete adottare per allungare la vostra collana. Alcune le potete provare voi stesse se vi sentite abbastanza sicure, oppure potete suggerirle al vostro gioielliere, che le eseguirà al vostro posto. Eccone alcune.

Collana di PdPaola
Collana di PdPaola

1 Fate dei nodi
Se la collana troppo corta è composta da perle, una soluzione può essere annodare il filo che scorre lungo la collana tra una sfera e l’altra. Il nodo, che deve essere piccolo, distanzierà un po’ le perle tra loro. In questo modo la collana si allunga, anche se di poco. A volte è proprio quello che basta per rendere più gradevole e, soprattutto, adeguato alla vostra corporatura il gioiello. Un nodo tra una perla e l’altra, inoltre, ha anche un vantaggio aggiuntivo: rende più sicura la collana. Nel caso si strappi le perle non saranno perse.

Collana e orecchini con cascata di perle indossati
Collana e orecchini con cascata di perle indossati

2 Aggiungete perle
Questo consiglio è perfetto per una collana di perle, ma va bene anche per altri tipi di collane. Si tratta da aggiungere piccole perle coltivate, che hanno un costo molto abbordabile, tra una perla e l’altra. Ma le perle possono essere aggiunte anche all’interno di una catena alternando l’oro e le piccole sfere bianche.

Collana Jardin de Peggy in oro 14 carati e perle di acqua dolce
Collana Jardin de Peggy in oro 14 carati e perle di acqua dolce by Sophie Bille Brahe

3 Sfere d’oro
Una soluzione simile a quella appena descritta è l’aggiunta di sfere d’oro, che possono allungare praticamente qualsiasi tipo di collana. Scegliete, però, oro dello stesso colore di quello già presente, che sia bianco, giallo o rosa. Potete optare per piccoli granelli non troppo diversi da un chicco di riso, oppure da leggere sfere (che di solito sono vuote all’interno) di diametro maggiore: dipende dal tipo di collana. Lo stesso rimedio è ovviamente adatto alle collane in argento, ma in questo caso si possono scegliere elementi dello stesso metallo.

Collana con pietre colorate e croce
Collana con pietre colorate e croce di Elena Braccini

4 Una catenina
Se la collana da allungare è composta da pietre preziose o, più facilmente, semi preziose (per esempio, turchese, lapislazzuli, tormalina), potete aggiungere una piccola catena in oro nel tratto del gioiello che si trova superficie posteriore del collo. In questo modo si allunga in modo consistente la collana senza perdere l’aspetto estetico originale.

Collana multicolor
Collana multicolor di Coeur de Lion

5 Altre gemme
Se avete la disponibilità economica e la collana è composta da pietre, potete scegliere di aggiungere lo stesso tipo di gemme, anche se in molti casi non sarà così facile trovare la stessa sfumatura di colore. Oppure potete scegliere di alternare le gemme esistenti con altre di colore diverso, giocando su forti accostamenti di colore, come verde e rosso, oppure su nuance della stessa tonalità, come nel caso di gemme gialle e arancioni, oppure di blu e azzurre. Oppure, ancora, con elementi in smalto. Un gioielliere potrà facilmente accontentarvi: ma chiedete prima un preventivo per non avere sorprese sul costo finale.

Collana con ametista
Collana con ametiste di diverse dimensioni by Andrea Fohrman

Tutto sul granato, pietra di gennaio

Il granato è una delle pietre più utilizzate in gioielleria. Ma sapete riconoscerlo? Ecco quello che dovete sapere sul granato, pietra del mese di gennaio, che in realtà riunisce tante tipologie diverse ♦

Si fa presto a dire granato. In realtà questa pietra è classificata in modi diversi e confusa con altre pietre dello stesso colore. Un vizio antico: in passato l’unico criterio per descrivere una pietra era, in modo generico, il colore. Così tutte le gemme rosse erano riconosciute come rubini, dal latino rubeus che significa rosso, appunto. Non stupisce, quindi, che per 700 anni la pietra centrale della corona d’Inghilterra, di 170 carati, sia stata chiamata «il rubino del Principe Nero», pur essendo un magnifico spinello, pietra che non è un granato, ma ci assomiglia. Anche alcune varietà di granato in passato sono state erroneamente categorizzate come rubini. La faccenda però si complica ulteriormente perché non solo ha altre colorazioni come viola, marrone, arancio, giallo e verde, ma spesso è venduta con il nome commerciale e non quello scientifico. Insomma, la natura abbonda pietre preziose colorate eppure non è sempre stato facile catalogarle. Come distinguerle e quali scegliere? Ecco una guida.

Pendente in oro giallo, con granati mandarino, diamanti e smalto
Pendente in oro giallo, con granati mandarino, diamanti e smalto

 Rhodolite

È una varietà di granato. Dal punto di vista geologico, la pietra è composta per il 55% di piropo e per il 37% di almandino. Il granato si differenzia dal rubino non solo per la sua composizione, ma anche per come si comporta sotto la luce: da un rubino naturale emergerà un doppio arcobaleno con varie tonalità di rosso e di blu, mentre la rhodolite risulta ancora più brillante e viva, e mostrerà un solo arcobaleno con il verde e il giallo. Attenzione: la rhodolite può essere sintetizzata in laboratorio, ma è una delle poche pietre a non essere mai trattata artificialmente. Il suo nome deriva dal greco rhodo (rosa) e lithos (pietra) e fu coniato da George Frederick Kunz per la sua somiglianza con il colore del fiore del rododendro di montagna.

Colore: rispetto agli altri granati rossi è leggermente più chiaro e per questo è confuso con il rubino, ma presenta delle sfumature viola e porpora. Non a caso le colorazioni più ricercate sono rosso-porpora e Lampone scoperta nel 1987, dalla tonalità del frutto.

Dove si trova: è stata scoperta in Carolina del Nord, ma i maggiori giacimenti si trovano in Sri Lanka, Tanzania, dove nella regione di Kangala è stata individuata la varietà Lampone e nella valle Umba quella viola pallido, Zimbabwe e Brasile. Dalla regione indiana di Orissa e solo da qui provengono le pietre color uva, simile all’ametista.

Anello con rodolite e zaffiri blu
Anello con rodolite e zaffiri blu

 Granato almandino

La presenza di metalli come manganese e calcio conferisce al granato tantissime colorazioni, ma quando la componente di almandino è predominate, l’aspetto è rosso scuro, talvolta tendente al marrone. Ed è questa la varietà più conosciuta, anche con il nome di granato del Mozambico, dal nome dal paese dell’Africa orientale da cui proviene. Citata nella mitologia greca, elogiata nella tradizione ebraica e musulmana e usata dai vichinghi per gli ornamenti funerari, è piuttosto dura e con un alto indice di rifrazione. A volte prende il nome di Granato orientale.

Dove si trova: Mozambico, India e Brasile.

Naomi Sarna, anello con granato almandino intagliato
Naomi Sarna, anello con granato almandino intagliato

 Spessartite

Il nome deriva da Spessart, località bavarese dove fu scoperta la metà dell’Ottocento. Inizialmente poco usata in gioielleria perché molto rara, dopo il rinvenimento di un altro giacimento in Namibia, la sua diffusione è cresciuta moltissimo, anche perché è la varietà di granato che ha il più alto indice di rifrazione dopo il diamante. Caratteristica che la rende una delle gemme più versatili.

Vhernier, spessartite al centro del collier Orange Velvet
Vhernier, spessartite al centro del collier Orange Velvet

Colore: dal manganese deriva il suo caratteristico colore arancio primario mentre la presenza di ferro dona le sfumature rosse e vira verso l’arancio rosso, arancio dorato, arancio giallino o rosso cupo. Il Granato mandarino è la varietà più pregiata di Spessartina, scoperta a Kunene, in Namibia.

Dove si trova: se la miniera di Spessart è ormai esaurita, la Namibia continua a essere il punto di riferimento insieme alla Nigeria, mentre altri giacimenti sono in Australia, Brasile, Kenya, Madagascar, Mozambico, Pakistan, Sri Lanka, Tanzania e Zambia.

Tsavorite

È il nome commerciale del Granato Grossularia Verde, coniato nel 1974 dal geologo britannico Campbell R. Bridges e da Henry B. Platt, due consulenti di Tiffany, in onore dello Tsavo National Park in Kenya, luogo del ritrovamento.

Colore: deve il suo colore alla presenza del vanadio e in piccola parte del cromo, gli stessi elementi che conferiscono allo smeraldo i suoi colori. Se una maggiore quantità di vanadio ne accentua il verde della Tsavorite, una sfumatura giallognola invece indica la presenza di ferro. Il verde va dal vivido e chiaro al profondo e vellutato e, come tutti i granati, ha un’ottima brillantezza, grazie all’alto indice di rifrazione. Rispetto allo smeraldo però ha meno inclusioni e può essere anche senza difetti a occhio nudo.

Selim Mouzannar, orecchini con tsavoriti, avorio, smalto, diamanti
Selim Mouzannar, orecchini con tsavoriti, avorio, smalto, diamanti

Dove si trova: più raro dello smeraldo ha due principali siti di estrazione, la miniera Scorpion vicina al Tsavo National Park in Kenya e le colline Merelani nella regione di Arusha in Tanziana. E un piccolo giacimento nella provincia di Tuléar in Madagascar.

Granato Demantoide

Varietà del Granato Andradite, scoperta negli Urali nel 1849, ha una brillantezza eccezionale e il suo nome è stato mutuato dal tedesco Demant perché simile al diamante come sfavillio. Passione del gioielliere Carl Fabergé, che appena poteva lo inseriva nelle sue creazione e contribuì alla sua fama leggendaria, era ambito da molti anche dal capo gemmologo di Tiffany, George Frederick Kunz, che si spinse fino in Russia con l’obiettivo di acquistare tutti gli esemplari sul mercato. La rivoluzione sovietica ne bloccò le mire e la commercializzazione, ma molti anni più tardi, nel 1991, grazie alla riprese delle attività mineriarie negli Urali e alla scoperta di altri giacimenti in Namibia, tornò alla ribalta.

Una varietà verde della andradite, minerale che è uno delle più preziose varietà del granato Demantoide
Una varietà verde della andradite, minerale che è uno delle più preziose tipologie del granato Demantoide

Colore: a seconda della quantità di cromo e ferro, varia dal verde intenso al giallastro a giallo verde o verde oliva. In pratica, maggiore è la presenza di ferro più gialla è la pietra. E sebbene verde foresta sia il tono di riferimento, nel caso del Demantoide ciò che davvero conta è il fuoco, ossia la varietà e l’intensità del gioco di colori quando riflette la luce.

Dove si trova: dagli Urali provengono esemplari di color verde intenso con una peculiarità, le inclusioni coda di cavallo, che le rendono speciali, mentre le pietre delle Namibia sono più chiare e senza inclusioni.

Anello con granato mandarino e zaffiri rosa
Anello con granato mandarino e zaffiri rosa
Bracciale in oro bianco, diamanti e granato
Bracciale in oro bianco, diamanti e granato
Pendente Demeter con granato mandarino e diamanti
Pendente Demeter con granato mandarino e diamanti
Anello in oro giallo con granato mandarino e smalto nero
Anello in oro giallo con granato mandarino e smalto nero
Anello con tsavorite al centro, opale di fuoco, ametista, apatite, zaffiro
Anello con tsavorite al centro, opale di fuoco, ametista, apatite, zaffiro
Anello con spessartite abochon di 32 carati, diamanti, zaffiri rosa, topazio imperiale, acquamarina, labradorite, andalusite
Anello con spessartite cabochon di 32 carati, diamanti, zaffiri rosa, topazio imperiale, acquamarina, labradorite, andalusite

Come distinguere tra diamanti veri e sintetici?

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Attenzione: aumenta il numero di diamanti sintetici, che sono prodotti ora perfino da De Beers. Voi sapete riconoscerli? La prima cosa da sapere è…  ♦

Come si fa a sapere se il diamante del vostro anello è sintetico? È possibile scoprire se un diamante è vero o falso? La risposta è: dipende. La differenza non è visibile a occhio nudo, ma solo con strumenti sofisticati. Naturalmente un diamante è considerato falso solo se non ne è dichiarata l’origine. I diamanti sintetici, se sono ufficialmente dichiarati tali, non possono essere considerati falsi. Da ultimo, è entrato in scena anche il gigante dei diamanti De Beers, che produce diamanti sintetici con un laboratorio in Gran Bretagna per gioielli con il marchio Lightbox.

Orecchini lab-grown di Lightbox
Orecchini lab-grown di Lightbox

L’equivoco tra vero e sintetico, comunque, è un problema per i commercianti: infatti, in caso di dubbio, per le grosse pietre gli operatori si rivolgono agli istituti di gemmologia. Ma se le certificazioni sono dubbie, i grandi gioiellieri non utilizzano le pietre di dimensioni minori, sotto 1 carato, per non correre rischi di compromettere la propria reputazione. Lo affermava tempo fa Alberto Osimo, grossista di diamanti e presidente del Geci (Gemological Education Certification Institute) di uno dei principali laboratori di gemme in Italia: «Attualmente esiste una solo macchinario, il Diamond view, prodotto dalla Dtc, la Diamond trading company, in grado di svolgere questa analisi, che però dura dieci minuti ed è antieconomica nel caso di diamanti di un centesimo di carato. Infatti, non è conveniente certificare e controllare una pietra dal valore di pochi euro quando la procedura potrebbe costare fino a 80 euro a pezzo». Anche altri sistemi proposti successivamente per analizzare i diamanti richiedono, comunque, procedure lunghe e costose.

By Ethereal Green Diamond, 34,59 ct. Photo: Johnny (Chak Wan) Leung
By Ethereal Green Diamond, 34,59 ct. Lab-grown diamond. Photo: Johnny (Chak Wan) Leung

Una soluzione parziale al problema viene da un’altra macchina realizzata dall’istituto svizzero Ssef e capace di analizzare in una sola ora anche 4 mila pietre. Tutto bene quindi? In parte: l’apparecchio identifica solo la struttura molecolare dell’oggetto, ossia li suddivide secondo la tipologia. E, per fortuna, solo una di queste categorie è replicabile artificialmente. In breve: un diamante sintetico si individua solo con macchine costose e procedure complicate.

Ma non ci sono solo i diamanti sintetici. Accanto al diamante naturale, in commercio si trovano pietre create in laboratorio, come la zirconia cubica e la moissanite sintetica. Che sono certificate e vendute come alternative estremamente più economiche rispetto al diamante che è il risultato invece, del lavoro della millenario della terra.

Expertise in un laboratorio Tiffany
Expertise in un laboratorio Tiffany

Quindi, come riconoscere se il vostro diamante è vero o falso?  

1 Un vero diamante è certificato. Quindi, un gioiello con diamante deve avere anche il certificato che ne attesta la purezza, colore, i carati.

2 Potete acquistare un dispositivo per verificare voi stessi. Un dispositivo come Professional Diamond Selector I. Si tratta di una sonda o un misuratore di conducibilità termica e si trovano in vendita su Amazon per pochi dollari, serve a distinguere i veri diamanti da altre pietre simulate. Per esempio, scopre se la pietra è, in realtà, un cristallo oppure una zirconia cubica. Non riuscirà, però, a scoprire se il diamante è stato creato in laboratorio.

3 Altri test che si possono fare in casa: lasciate cadere il diamante in un bicchiere pieno d’acqua (ma questo presuppone che sia separato dal gioiello). Se la pietra preziosa affonda è un vero diamante. Se galleggia sulla superficie dell’acqua o poco sotto è falsa.

4 Prova del respiro: appannate il diamante con il vostro alito, come per pulire le lenti degli occhiali. Se il vapore acqueo si dissolve subito dalla superficie, è più facile che il diamante sia autentico. Inutile aggiungere che è un metodo molto rozzo…

5 Prendete una lente d’ingrandimento. Se sulla pietra scorgete la minuscola sigla CZ significa che si tratta di zirconia cubica.

6 Una prova per cuori forti: scaldate su una fiamma per 40 secondi il vostro diamante. Poi gettatelo in un bicchiere di acqua fredda: se è vero non si romperà. Ma se è un cristallo…  Non ve lo consigliamo, se volete provare è vostro rischio.

Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio
Controllo del reattore al plasma CVD che produce diamanti ​​in laboratorio di De Beers

I gioielli giusti per il veglione

Che cosa indossare per la sera dell’ultimo giorno dell’anno? Ecco idee per gioielli che in qualche caso potete trovare all’ultimo minuto.

Le scarpe e il vestito li avete trovati, per decidere che cosa indossare durante il veglione di San Silvestro mancano solo i gioielli. Ma, attenzione, se vi piace tanto festeggiare l’ultimo giorno dell’anno, dovete sapere che la data non è la stessa in tutto il mondo. Se in gran parte dell’Occidente e in Giappone l’ultimo giorno dell’anno è il 31 dicembre, in altre parti del mondo questa data cade in giorni completamente diversi. Qualche esempio: per alcune Chiese ortodosse e Chiese orientali cattoliche l’inizio dell’anno (per le cerimonie religiose) si celebra nel giorno corrispondente al 14 gennaio gregoriano.

Collana di perle by Coscia
Collana di perle by Coscia

Il Capodanno cinese si festeggia in corrispondenza del novilunio che cade tra il 21 gennaio e il 20 febbraio (nel 2023, per esempio, è domenica 22 gennaio). Il Capodanno islamico, al contrario, corrisponde, rispetto al calendario gregoriano, di circa un mese indietro ogni tre anni. Quindi, se volete, potete festeggiarli tutti…

Pandora, gioielli della collezione Moments indossati
Pandora, gioielli della collezione Moments indossati

Insomma, nella notte più importante dell’anno come scegliere i gioielli? Una collana vistosa e colorata aiuterà a reinventare un tubino nero o un abito già indossato prima. Oppure pizzi, stelle, lune su oro e argento, impreziositi da diamanti o zirconi rendono qualsiasi look scintillante. Se invece è il vestito ad essere appariscente, gli orecchini a bottone, un braccialetto in argento sterling o lunghe collane di oro sottile daranno il tocco finale perfetto. Insomma, l’importante è che brillino per festeggiare fino alle prime ore del nuovo anno, ma anche che siano bilanciati con l’abito.

Madalina Ghenea con una collier della colelzione Vulcania, alta gioielleria Damiani
Madalina Ghenea con una collier della collezione Vulcania, alta gioielleria Damiani

Di sicuro i colori-guida per la notte del 31 dicembre sono tre: il nero, il bianco e il rosso. Per una festa che inizia rigorosamente dopo le 21 un abito nero è perfetto. E con un colore scuro l’ideale è preferire il classico: il rosso dei rubini, o di una pietra con la stessa tonalità (ce ne sono anche di poco costose) e il bianco scintillante dei diamanti oppure, se nel cassetto non avete gioielli così preziosi, il bianco dell’argento o di pietre sintetiche, come cubic zirconia. Basta che brillino fino al momento del brindisi.  

Collezione Amuleti by Nanis
Collezione Amuleti by Nanis
Anello in oro bianco e diamanti di Leo Pizzo
Anello in oro bianco e diamanti di Leo Pizzo
Anello e bracciale di Giselle Effting
Anello e bracciale di Giselle Effting
Brindisi con collana di perle di Tahiti by Coscia
Brindisi con collana di perle di Tahiti by Coscia

Gioielli e amuleti portafortuna

I gioielli a forma di amuleto o talismano. Ma si possono indossare anche se non siete superstiziose ♦︎

I nostri antenati primitivi hanno realizzato prima i gioielli come ornamento, oppure come talismani e amuleti? La risposta non si conoscerà mai. Di certo, però, la funzione scaramantica dei gioielli è testimoniata dai ritrovamenti archeologici. Ma è rinnovata anche, qualche migliaio di anni dopo, da quanti pensano che saranno fortunati se indossano un ciondolo di collana che ha la forma che ricorda un occhio.

Pendente-talismano di de Beers, in oro bianco e diamanti
Pendente-talismano di de Beers, in oro bianco e diamanti

Perché, in effetti, i gioielli magici, che dovrebbero scongiurare eventi sfortunati oppure, al contrario, favorire una buona sorte, sono ancora richiesti. I gioielli talismano hanno spesso la forma di simboli, ai quali si attribuisce un valore e un potere magico di aiuto e di propiziazione oppure di protezione. Allo stesso tempo, la particolare forma di un ciondolo dovrebbe (per chi ne è convinto) propiziare eventi fortunati, come vincere alla lotteria o conquistare l’amore.

Collana talismano
Collana talismano di Kristen Malan

La differenza. A proposito, è meglio chiarire la differenza: di solito i talismani sono equiparati agli amuleti. In realtà sono oggetti creati con due funzioni differenti. Gli amuleti hanno (sempre per chi ci crede) la capacità di allontanare o ad annullare un influsso magico maligno. I talismani, invece, sono oggetti che hanno la capacità di far accadere qualcosa di positivo. Insomma, un amuleto dovrebbe impedire la negatività, mentre un talismano propiziare una positività.

talismano in cristallo di rocca e smalto Wartski 1
Wartski, talismano a forma di mano in cristallo di rocca intagliato e smalto

Talismani e amuleti sono oggetti che piacciono anche ai gioiellieri di oggi, che spesso propongono gioielli che hanno una funzione di amuleto o talismano oltre che di ornamento da indossare. Nulla vieta, infatti, di indossare una collana o un anello con simboli scaramantici anche se a quelle antiche superstizioni non si crede. Eccone alcuni.

Amuleto indossato
Amuleto indossato

Occhio di Allah. In turco si chiama Nazar Bonjuk, mentre in lingua inglese è Evil Eye. È uno dei più famosi amuleti contro il malocchio. È molto utilizzato per bracciali, orecchini e collane. Un tempo ai bambini era attaccato sui vestiti con una spilla da balia. È uno dei simboli più utilizzati dai gioiellieri.

Occhio anti malocchio, con smalto e diamanti. Prezzo: 6800 dollari
Aaron Basha, occhio anti malocchio, con smalto e diamanti

Mano di Fatima o Miriam. Detta anche Hamsa (che significa cinque in lingua araba) o Khamsa, è un amuleto a forma di palmo di mano popolare in tutto il Medio Oriente e nel Nord Africa, ma ora diffuso anche in Occidente, utilizzato molto spesso anche per realizzare gioielli o appendere in casa come porta fortuna. Per gli ebrei è la mano di Miriam.

Anello con ciondolo mano di Fatima
Swarovski, anello con ciondolo mano di Fatima

Corno. È un amuleto diffuso in Italia, specialmente al Sud, come portafortuna. In corallo, spesso con l’aggiunta di diamanti, è stato preso a modello anche da grandi Maison della gioielleria.

Amuleto a forma di corno in corallo e pietre semi preziose
Amuleto a forma di corno in corallo e pietre semi preziose

Teschio. Secondo le diverse culture, il simbolo del teschio serve a incutere timore, allontanare il pericolo della morte oppure proteggere dai pericoli.

Anello della collezione Flora con teschio, oro bianco, diamanti e zaffiri
Gucci, anello della collezione Flora con teschio, oro bianco, diamanti e zaffiri

Crocefisso. Per chi segue la religione cristiana è il simbolo spirituale più importante. Ma anche se alcuni lo indossano per testimoniare la propria appartenenza al culto, altri lo considerano un oggetto capace di conferire protezione alla persona. Insomma, un simbolo con poteri magici.

Croce scomponibile Belle Epoque
Damiani, croce scomponibile Belle Epoque

Segni zodiacali. Bilancia, Leone, Sagittario… Chi indossa i simboli del proprio segno zodiacale non solo vuole comunicare la propria appartenenza a un certo periodo dell’anno, ma si attende anche un potere benefico.

David Yurman, pinky ring in oro con iniziali o segno zodiacale
David Yurman, pinky ring in oro con iniziali o segno zodiacale
Amuleto con giada nera, bronzo e laccio in pelle
Amuleto con giada nera, bronzo e laccio in pelle di Lisa Eisner
Ciondolo amuleto con cristallo di rocca intagliato e diamanti
Temple St. Clair, ciondolo amuleto con cristallo di rocca intagliato e diamanti
Bracciale in oro rosa con smeraldi e quarzo al centro
Bracciale in oro rosa con smeraldi e quarzo al centro
Bracciale in cuoio con mano di Fatima in oro e zaffiri
Pippo Perez, bracciale in cuoio con mano di Fatima in oro e zaffiri rosa
Thomas Sabo, mano di Fatima in oro rosa 18 carati e zircone
Thomas Sabo, mano di Fatima in oro rosa 18 carati e zirconia cubica

Guida ai gioielli rivière

Rivière e Tripla X: due termini che ogni tanto sono utilizzati in gioielleria. Volete sapere che cosa significano rivière e Tripla X? Leggete qui ♦

Tempo fa, a New York, in un’asta di Bonhams, una collana rivière di 51 diamanti, classificati triple X-Cut, è stata venduta per 1,2 milioni dollari. Per la cronaca, è stato il gioiello che ha totalizzato il prezzo più alto. Ogni diamante della collana è stato accompagnato da un certificato del Gemological Institute of America. I diamanti in questione pesano oltre 70 carati: nella collana sono uniti da un fermaglio a forma di cuore del peso di 2,04 carati. Le pietre sono montati in platino. Ma sapete che cosa significano le definizioni rivière e tripla X?

Collana rivière di diamanti di metà XIX secolo
Collana rivière di diamanti di metà XIX secolo

Rivière. Il termine rivière deriva dalla parola francese che sta a significare fiume. Nella gioielleria indica una fila di pietre che hanno le stesse dimensioni oppure in scala, cioè da più grandi a gradatamente più piccole. È anche un modo per valorizzare il più possibile le pietre di diverse misure e ordinarle secondo uno schema geometrico. È un set utilizzato spesso per le collane di diamanti, più raramente con altre pietre. Molto alla moda in Inghilterra durante il periodo georgiano, le collane in stile rivière sono popolari ancora oggi.

Collana rivière in stile art déco in oro bianco, tormalina, malachite, onice e diamanti
Boucheron, collana rivière in stile art déco in oro bianco, tormalina, malachite, onice e diamanti

Le collane rivière sono di solito progettate senza ornamenti, per valorizzare le pietre utilizzate. Ma in alcuni casi queste collane nascondono un piccolo anello che consentono di aggiungere un pendente. C’è anche un motivo pratico quando si tratta di collane con pietre di diversa dimensione: valorizzare quelle più grandi, disponendole sulla parte anteriore della collana, rende  il gioiello più snello. L’effetto prospettico delle pietre che diventano più piccole quando si avvicinano alla nuca, inoltre, rende la collana più slanciata. Infine, è difficile per un gioielliere avere a disposizione tante pietre della stessa dimensione e della medesima qualità. In questo modo si risolve il problema.

Nicole Kidman con una collana rivière in un'immagine di qualche anno fa
Nicole Kidman con una collana rivière in un’immagine di qualche anno fa

Tripla X. Conosciuta anche come «Triple Ex», è una denominazione informale, per lo più nel settore del commercio, che significa un diamante che ha ottima cesellatura, simmetria e taglio. La definizione è destinata solo ai diamanti taglio brillante.

La collana rivière appartenuta a Zsa Zsa Gabor. Stima: 1,2-1,5 milioni di dollari
La collana rivière appartenuta a Zsa Zsa Gabor
Bonhams Riviere necklace
La collana rivière venduta da Bonham’s per 1,2 milioni di dollari
Collana rivière a tre fili
Collana rivière a tre fili
collana cartier
Collana Rivière di Cartier. Venduta per 2,8 milioni di dollari
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